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Riforma epocale o disastro epocale? Nessuno dei due. Il riordino delle superiori si è dimostrato, ad un anno di distanza dalla sua introduzione, per quello che era sin dall’inizio: un riaggiustamento e una razionalizzazione dell’esistente.
Sapete cosa succede alla fine di ogni anno solare? Succede che ci si accorge che le profezie fate all’inizio dell’anno sono state vistosamente smentite dalla realtà. Solo che nessuno, o quasi nessuno, si prende la briga di controllare l’avvenuta realizzazione di oroscopi e pronostici.
La stessa cosa sta avvenendo nelle scuole. Sarebbe infatti interessante leggere i proclami o i presagi relativi al riordino del secondo ciclo di un anno fa circa.
Scopriremmo che non si è realizzato nessuno dei cambiamenti epocali, in meglio o in peggio, auspicati o paventati. In realtà la scuola superiore ha percorso i suoi soliti binari e il riordino è stato troppo poco rivoluzionario. Certo, si sono sistemate alcune storture del passato, come il biennio troppo poco “scientifico” del liceo scientifico, il proliferare di ore e di sperimentazioni, al quale non corrispondeva un reale giovamento per gli apprendimenti, ma c’è ancora tanto da fare nel campo della riforma della scuola, soprattutto nelle classi terminali, sulla via della responsabilizzazione degli alunni e della specializzazione ai fini dell’aggancio con il mondo del lavoro da una parte e con quello universitario dall’altra. Per non parlare dell’organizzazione interna della scuola (disegno di legge Aprea) e della reale professionalizzazione degli insegnanti. Un buon inizio, quindi, questo riordino, ma solo un inizio.
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