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27 Gennaio 2019Le opposte posizioni sull’arte a confronto
dalla tesina “La finzione artistica: veicolo di verità?” di Samuele Gaudio
Esame di Stato 2010
Abbiamo già constatato come finzione” derivi da fictum” ovvero” plasmato”. Ciò che è importante però è identificare l’oggetto dell’azione plasmatrice. Nel caso della prima concezione, l’oggetto dell’azione plasmatrice è l’artista e la sua percezione: ciò provoca di conseguenza una visione distorta, e quindi una realtà trasformata. Nel secondo caso, l azione plasmatrice avviene sul prodotto artistico, che diventa sintesi e che quindi si deve adeguare alla realtà assumendo così valore di imitazione, e diventando veicolo di verità.
Sintesi delle due posizioni contrapposte
Arte come creazione |
Arte come invenzione |
– La Realtà serve per la propria autoaffermazione – L’artista modifica la sua percezione per illudersi di una realtà che sia corrispondente – L’arte è totale, ha valore in quanto tale – L’arte non ha valore morale – L’artista è creatore, per creare attinge dal suo genio vuole autoaffermarsi – Il creatore non ha fiducia nella realtà, non riconosce valore in essa, serve solo se è disponibile ad acquisire il valore che io le do – Il creatore vuole innovarsi, creare sempre qualcosa di nuovo e originale che colpisca nell’immediatezza , perché non essendoci un valore da scoprire nella realtà, il tempo della conoscenza di questo valore è annullato, le cose non hanno più durata e continuità, ma un istante viene assolutizzato a causa della completa soddisfazione che ci si aspetta da esso |
– L’opera d’arte serve per affermare la realtà – L’artista adegua la sua arte affinché ciò che trova di corrispondente sia più chiaro, visibile – L’arte è relativa, ha valore in quanto serve, è in funzione dell’esistente come dice Guardini – L’arte ha valore pedagogico, può insegnare è utile alla vita – L’artista è inventore per fare un’opera deve osservare e trovare nella realtà e affermare il valore ciò che ha trovato nel modo più efficace possibile – L’inventore è stupito di ciò che vive, riconosce che c’è un valore che non riesce a comprendere a pieno e cerca di farsi il più possibile attento e aperto a ciò che accade, disponibile a ricevere dall’esterno – L’inventore non ha come obbiettivo quello di stupire o di creare qualcosa di originale, ma di scovare un modo perché ciò che ha trovato possa essere affermato. Ma perché questo succeda, perché l’uomo conosca una cosa non immediatamente visibile, ha bisogno di tempo, e l’opera deve adeguarsi a questo tempo di assimilazione per rendersi mezzo di conoscenza. |
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