Una scuola da democratizzare
27 Gennaio 2019Geert Wilders. Immagini
27 Gennaio 2019il coraggio di denunciare
di A. Lalomia
fonte:
Mi hanno colpito, nell’articolo apparso il 16-04-09 nella versione on line di un quotidiano nazionale (1) e riportato con grande tempestività da questa Rivista (2), le parole poste a conclusione del testo : “Molti ragazzi che hanno già visto il film nei propri istituti, dopo le proiezioni hanno dichiarato di aver vissuto episodi simili, ma solo in pochi trovano il coraggio di denunciare quanto gli accade ogni giorno fuori e dentro la scuola”.
Ritengo che siano affermazioni pienamente corrispondenti alla realtàe che confermino quanto già penso da tempo.
Sono pochi gli allievi che se la sentono di denunciare comportamenti aggressivi e violenti che hanno subito sulla loro pelle da parte di compagni o a cui hanno assistito di persona. E questo è tanto più vero quanto minori sono il sostegno e la tutela che le scuole assicurano agli studenti i quali denunciano atti di questo tipo. Un sostegno e una tutela che ovviamente dovrebbero prevedere anche il coinvolgimento diretto dei bidelli e l’obbligo da parte loro di intervenire subito in casi del genere.
Per ovviare a questo limite -e per punire in modo esemplare i responsabili di episodi di violenza (e di vandalismo) che si verificano all’interno degli istituti- bisognerà ricorrere quindi ad altri metodi.
Uno dei più semplici, ma nello stesso tempo tra i più efficaci, è rappresentato secondo me dai questionari, da somministrare a tutti gli studenti, a partire almeno dalle scuole medie inferiori.
A questo proposito, vorrei citare quello che si trova nell’area “Download” di questa stessa Rivista (3), perché mi sembra che consenta appunto di poter disporre in tempi brevi di dati concreti con i quali intervenire in modo rapido ed incisivo per far fronte al problema.
Oltretutto, il testo è in formato WORD e, una volta scaricato, può essere modificato ed adattato ai singoli contesti scolastici.
Tra le modifiche e le integrazioni, io stesso mi sentirei di suggerirne almeno due :
1. rendere il testo anonimo, eliminando quindi le parti iniziali e finali, che richiedono le generalità dell’allievo, la classe di appartenenza e l’obbligo della firma;
2. consentire che il questionario venga compilato -a scuola o a casa- al computer e successivamente stampato su fogli che dovranno essere forniti dalla scuola e che dovranno essere identici per tutti.
Inoltre, dovrà essere usato un solo tipo di carattere ed un unico colore. Questi due semplici accorgimenti -uniti ad altre procedure che le scuole sapranno senz’altro trovare e volte a coniugare la massima segretezza delle operazioni con l’attendibilità delle notizie comunicate- assicureranno ai ragazzi che finora non hanno avuto il coraggio di esporsi, la certezza che il loro coraggio sarà premiato e protetto da eventuali ritorsioni da parte dei bulli, dei quali potranno indicare finalmente nome e cognome, unitamente ad una descrizione dettagliata delle loro ‘bravate’.
Oltre a questi due punti, vorrei precisare che nel corso dello stesso a.s., dopo la somministrazione del questionario nella sua integrità, sarà utile procedere ad ulteriori acquisizioni di dati, tramite somministrazione di alcune domande particolarmente significative del questionario stesso (4) , per verificare l’evoluzione del fenomeno all’interno della scuola.
Anche durante le successive somministrazioni, dovrà essere rispettata naturalmente la più stretta riservatezza sulle modalità di acquisizione dei dati.
In questo modo, bulli e bulletti sapranno che ogni loro intimidazione, sopruso e violenza saranno resi noti alle autorità scolastiche; le quali, dopo i necessari riscontri, è auspicabile che adottino al più presto misure disciplinari -ma anche di altro genere (5) – così rigorose che i suddetti elementi dovranno ricordarsene per tutta la vita (6) .
Solo così si potrà eliminare una volta per tutte questa piaga dalle nostre scuole.
——————————————
Note
(1) ” ‘Nient’altro che noi’, un film sul bullismo nelle scuole.”, in www.lastampa.it (Area ‘Scuola’).
(2) V. “Notizie dalla stampa” del 17-04-09.
(3) “Bullismo. La parola agli allievi.” (alla voce ‘Bullismo’).
(4) In particolare le domande nn. 3, 8, 11, 12, 13 e 16.
(5) Penso ad esempio alla segnalazione alle forze dell’ordine dei nominativi
dei responsabili di atti di particolare efferatezza.
D’altronde, nel suddetto questionario si parla della proposta di istituire un “Registro
della devianza disciplinare studentesca” (domanda n. 19).
Vale comunque la pena precisare che le brutalità di alcuni alunni
potrebbero anche essere ‘facilitate’ (per rimanere in ambito scolastico), oltre
che dall’assunzione di certe sostanze, dalla scarsa attenzione verso il fenomeno
da parte del personale e da atteggiamenti dello stesso che non possono
non considerarsi quantomeno deplorevoli. Se certi dipendenti usano un linguaggio volgare, da trivio, davanti agli alunni, oppure si prendono a pugni o a calci (magari ‘per scherzo’) in presenza degli stessi, è evidente che tutto questo influirà in modo pesante su personalità già predisposte verso la violenza e comunque la prevaricazione.
(6) Sul tema, cfr. ad esempio “Bullismo. Una soluzione convincente e da imitare.”,
apparso il 25-10-08 nell’area ‘Bullismo’ sempre di questa Rivista.
Per avere un’idea di quanto questo fenomeno sia diventato ormai un’emergenza nazionale (ma in realtà riguarda anche altri paesi), basterà visitare il sito
http://www.scuolaviolenta.blogspot.com/ . (Questo sito è collegato
a http://www.buonascuola.blogspot.com/ , che si presenta con la formula
“Le good-news della Scuola Pubblica Statale Italiana”.)
Mi sembra inutile ricordare che sul sito del Ministero www.pubblica.istruzione.it
esiste da tempo un’area dedicata a queste problematiche www.smontailbullo.it
con un numero verde antibullismo.