Una scuola da democratizzare
27 Gennaio 2019Geert Wilders. Immagini
27 Gennaio 2019Brevi riflessioni.
di A. Lalomia
“The only thing we have to fear is fear itself.”
(Franklin Delano Roosevelt)
Credo che non esista manuale di Storia contemporanea in uso nelle nostre scuole che non riporti immagini di Franklin Delano Roosevelt (1), vista l’importanza che questo politico occupa nella storia degli Stati Uniti e, più in generale, dell’umanità intera.
Molti, suppongo, si saranno chiesti per quale motivo tutte le foto riprodotte in questi volumi lo mostrino, in qualità di presidente, sempre seduto, anche in occasione di incontri ufficiali con i massimi leader della sua epoca (Chiang Kai-Shek, Churchill, De Gaulle, Giraud, Stalin). La ragione è semplice e tragica nello stesso tempo: Roosevelt, nel 1921, aveva contratto la patologia (2) che lo aveva privato quasi completamente dell’uso degli arti inferiori. Egli, soprattutto nei primi anni successivi alla tragedia, riusciva a stento a reggersi in piedi e solo se sostenuto da qualcuno (e con il supporto di un bastone da passeggio) o appoggiandosi con entrambe le mani ad una presa. Anche questo comunque era possibile soltanto grazie a ‘gabbie di metallo, nascoste dai pantaloni, che si faceva applicare alle gambe e che gli consentivano di mantenersi allinpiedi, sia pure, appunto, con un sostegno. (3)
In aiuto di quanti soffrivano degli stessi problemi, nel 1927 fondò la Georgia Warm Springs Foundation (4), ancora oggi importante centro per la riabilitazione fisica, anche perché la località -Warm Springs (Georgia), appunto-, è ricca di acque termali particolarmente efficaci nella cura delle patologie che compromettono le funzioni motorie. In effetti, la terapia idrica è un passaggio molto importante in tutti i centri di riabilitazione motoria, anche se ha un costo piuttosto elevato (visti gli spazi, le attrezzature e il personale di cui necessita). Roosevelt stesso trovò giovamento da questa cura (in particolare all’inizio), beneficio che però venne pian piano praticamente vanificato dagli innumerevoli e gravosi compiti a cui dovette far fronte come presidente, che ne minarono ancora di più l’organismo. Un altro avrebbe pensato prima di tutto alla propria salute e poi agli interessi della nazione. Un altro, non certo Franklin D. Roosevelt, che non si sottraeva ad alcun impegno, per quanto pesante fosse.
Sul sito www.nps.gov (nella sezione FDRS Struggle for Disability”), sono riportate due immagini inconsuete di questo grande statista, una delle quali lo ritrae appunto in un momento dellidroterapia dentro la piscina dell’Istituto di Warm Springs che reca il suo nome (5) . Questa – ed altre foto che si trovano su siti dedicati alla sua figura o ai disabili – ci fanno sentire ancora più vicino, quasi fosse un amico o un familiare, questo baluardo della libertà, questo gigante della democrazia dallo sguardo spesso sorridente, dai modi socievoli e disponibili, malgrado la terribile lotta che doveva sostenere ogni giorno contro la malattia. (6)
Perché parlo di questo tema ? Per una serie di motivi, che sarebbe troppo lungo esporre in questa sede. Spero di poterlo fare in modo ampio quanto prima. Qui vorrei comunque intanto osservare che coloro i quali disprezzano i disabili – e più in generale i portatori di un alto grado di handicap (in questo caso, motorio) -, che cercano di ridurre i ‘benefici’ (in realtà quasi elemosine) che la Legge 104-92 e altre norme concedono loro dopo un’infinità di controlli, avrebbero molto da imparare da queste persone (ammesso che ci riescano). Franklin D. Roosevelt, per una parte rilevante della sua vita, fu un disabile a tutti gli effetti, perché privo della possibilità di muoversi in modo autonomo, non era autosufficiente e aveva quindi bisogno di assistenza continua. Eppure, fu proprio grazie al suo coraggio, alla sua tenacia, alla sua sensibilità e alla sua forza morale che gli Stati Uniti emersero dalla Grande Depressione e riuscirono a sconfiggere le dittature che volevano far precipitare il mondo nella barbarie. Ed è proprio grazie alla sua volontà che quanti erano stati e sono tuttora colpiti da terribili infermità, ricevettero – e continuano a ricevere – l’attenzione e l’assistenza che meritavano e che meritano.
Ce ne fossero, oggi, di persone ‘normali’ dotate di questa tempra.
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Note
(1) Franklin Delano Roosevelt (1882-1945) è stato il trentaduesimo Presidente degli Stati Uniti, dal 1933 al 1945, con il record di quattro mandati consecutivi, un caso unico nella storia americana. Lontano cugino di Theodore Roosevelt (Presidente degli USA dal 1901 al 1909, ma repubblicano), prima della sua elezione alla Casa Bianca, era già ben conosciuto per il suo impegno nel partito democratico e per gli incarichi ricoperti (senatore dello stato di New York nel 1910; segretario aggiunto alla Marina nel 1913; governatore dello Stato di New York nel 1928 e rieletto nella stessa carica nel 1930). Tra le tante riforme che compongono l’imponente piano di sostegno dell’economia e della società americane che va sotto la formula di New Deal, bisogna citare almeno il Social Security Act, che garantì pensioni di vecchiaia e di invalidità a milioni di Americani.
(2) La polio, anche se si tratta di una diagnosi che non è accettata dall’intera comunità medica; alcuni ritengono infatti che si debba parlare di sindrome di Guillain-Barré.
(3) Nei primi anni dovette servirsi anche di stampelle. Divenuto famoso, quando appariva in pubblico, dietro di lui si nascondeva talvolta un uomo della scorta, che aveva il compito di favorirne la postura (e che ovviamente non compare mai nelle immagini). Alcune foto, inoltre, erano abilmente ‘lavorate’. Malgrado le gravi limitazioni, dopo una fase di comprensibile sconforto determinato dal suo stato, con grande spirito di volontà, Roosevelt cercò, soprattutto durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 1932 e nel lungo periodo di permanenza alla Casa Bianca, di fare di tutto per apparire agli Americani come un uomo in salute, qualcuno su cui potevano contare in ogni momento. Per esempio, continuò a guidare ancora per anni, grazie ad automobili opportunamente modificate (i pedali erano sostituiti da comandi manuali). Questo suo stile gli conquistò ancora di più la stima e l’amore di milioni di Americani, parecchi dei quali in realtà sapevano della sua condizione di disabile e proprio per questo ne apprezzavano ancora di più la determinazione a non lasciarsi condizionare dallo stato fisico.
(4) www.rooseveltrehab.org . L’impresa (in cui Roosevelt impegnò i 2/3 del suo patrimonio) venne realizzata con la collaborazione di un avvocato, Basil O’Connor (con il quale diede vita ad altri centri di cura). Il nome dell’ Istituto, dopo la scomparsa di Roosevelt, si trasformò nell’attuale Roosevelt Warm Springs Institute for Rehabilitation. Per inciso, Roosevelt, da quando gli venne diagnosticata la polio (dopo una serie di errori da parte di medici che non avevano capito la vera natura del male), passò quasi tutti i momenti liberi a Warm Springs, tanto che la residenza che si fece costruire nel 1932 e in cui si fermava quando andava in quella località (e vi si recò ben quarantuno volte, a partire dal 1924), venne definita, dopo la sua elezione a presidente, The Little White House. Scomparve proprio mentre si trovava in questa casa.
(5) http://www.nps.gov/fdrm/fdr/struggle.htm . La sigla nps”, sta per (US) National Park Service. La foto è la N. 5.
Vorrei sottolineare che, per una precisa scelta, ho deciso di non presentare foto (comunque pubbliche) che lo mostrano in condizioni particolarmente provate sul piano fisico, soprattutto negli anni immediatamente successivi alla fase più acuta della malattia o immagini che lo ritraggono sulla wheel-chair (molto rare, ma esistono). Ho ‘censurato’ alcune foto proprio per questo motivo. Pochi si rendono conto di che cosa significhi, anche sul piano psicologico, affrontare l’esperienza traumatizzante di non capire che cosa si sia scatenato nel proprio organismo quasi all’improvviso, di vedere che alcune parti del proprio corpo non rispondono più agli ordini della mente e poi di apprendere il calvario che ti aspetta. Con la postilla che comunque, malgrado le cure più avanzate, non è possibile tornare come prima (e questo vale ancora oggi). Di fronte a situazioni del genere, il riserbo, prima ancora che opportuno, è doveroso. D’altronde, la ‘censura’ ha riguardato anche foto di pazienti ricoverati nello stesso centro.
Su questo Presidente, cfr. anche:
a. www.fdrlibrary.marist.edu (Franklin D. Roosevelt Presidential Library and Museum) ;
b. www.rooseveltinstitute.org (Franklin & Eleanor Roosevelt Institute, FERI);
c. www.newdeal.feri.org ;
d. www.disabilityhistory.org ;
(6) Un altro presidente della repubblica con disabilità è stato Mirko Tomassoni, dal 2007 al 2008 (per un semestre) Capitano Reggente della minuscola Repubblica di San Marino, assieme ad Alberto Selva. Al riguardo, cfr: www.uildm.org (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e www.libertas.sm (sito su San Marino). Per inciso, San Marino è stato uno dei primi paesi che ha sottoscritto la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
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Foto di Franklin Delano Roosevelt a Warm Springs, Georgia.
Tutte le immagini si riferiscono alla sua presenza a Warm Springs, Georgia.
Le foto nn. 1-8 riguardano i momenti in cui si trovava nella Georgia Warm Springs Foundation. Di alcune foto non è stato possibile stabilire con certezza la data,
per cui ho preferito non indicarla.
In attesa di immergersi (1924)
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Ancora fuori dalla piscina.
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In acqua (1924).
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Sempre in acqua, con altri pazienti (1924).
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(1930)
La piscina usata per lidroterapia.
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Mentre saluta una piccola degente (1930).
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Conversando con una giovane paziente.
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Con un gruppo di amici (1929).
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Stretta di mano con un agricoltore (1930).
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Tra la gente (1932).
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Al posto di guida della sua auto, in compagnia di familiari (1930).
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Sempre al volante della sua auto (1931).
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The Little White House.
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Interno della Little White House.
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