L’Italia nel seicento
27 Gennaio 2019Il Gran Priorato giovannita di Capua
27 Gennaio 2019Egli succedette al padre che abdicò, consegnandogli un’eredità piuttosto varia, che sarà poi una delle cause del suo decadimento. Egli infatti dovette governare sulla penisola ibe-rica di religione cattolica, sui possedimenti oltre oceano e sui territori dei Paesi Bassi, di religione protestante. Il piano matrimoniale iniziato da Massimiliano I continuò anche con questo suo successore poiché Carlo V aveva sposato Isabella di Portogallo e quando nel 1578 il re portoghese morirà, Filippo II ne approfitterà per annettere questa regione e tutti i suoi domini oltre oceano. La sua politica non fu accorta come quella paterna, optò infatti per una linea più severa e intransigente, in particolare nei riguardi della religione.
Se il padre non era stato ben accetto in Spagna poiché cresciuto alla corte fiamminga, Filippo non fu accettato al nord poiché di nazionalità spagnola. E fu proprio in Spagna che decise di porre il suo governo centrale dal momento che la sua idea era quella di tene-re nelle sue mani il potere esecutivo. Egli però creò dei consigli, o cortes, cioè assemblee di nobili legate alla monarchia che aiutavano il sovrano nelle sue mansioni ma non ne limi-tavano il potere come succederà in Inghilterra con il parlamento. Questi consigli svolgeva-no la loro funzione rappresentativa a livello locale ed erano di due tipi:
· quelli dipartimentali, ad esempio si discuteva di inquisizione, stato, guerra, ordini, finanze;
· mentre in quelli territoriali si amministravano le varie province, che erano Aragona, Castiglia, Indie, Italia, Portogallo, Fiandre.
In essi amministravano la giustizia, decidevano e riscuotevano le tasse ed i rappresentanti potevano chiedere al sovrani dei benefici per la propria regione. Questo sistema era piut-tosto vasto e ramificato in tutto il regno e contava numerosi funzionari pagati dallo Stato. Questo sistema era però obsoleto e malfunzionante dato che questi burocrati erano facil-mente corruttibili; il fatto che poi fossero stipendiati dallo stato, svuotava sempre di più le casse insieme alle numerose campagne militari che fece in seguito e alla pirateria inglese che non faceva arrivare a destinazione il carico di ricchezze provenienti dal nuovo mondo.
Per quanto riguarda la religione si decise per lespulsione dei moriscos e dei conversos dalla penisola, per tentare di ripristinare una parvenza di unità, se non politica, almeno religiosa. Questa misura, piuttosto drastica, venne applicata con le regole dellinquisizio-ne, tanto che venne appunto nominata Inquisizione Spagnola: essa colpiva tutti coloro che non erano di religione cattolica, anche se convertiti o con solo gli avi di una religione pagana” poiché si diceva che la religione del padre fosse anche quella della generazione futura che veniva tramandata per nascita. Lo stesso metro venne adottato nei Paesi Bassi, le cui province erano 17: le sette del nord, più sviluppate economicamente, erano prote-stanti calviniste mentre le dieci del sud, arretrate quasi a livello feudale, erano cattoliche. Questa regione del regno di Filippo II aveva sempre avuto delle tendenze autonomistiche sin dai tempi della nonna materna di Carlo V, Maria di Borgogna, che aveva concesso loro il Gran Privilegio, una concessone con la quale essi potevano nominare i propri magistrati, amministrare la giustizia e avere un proprio governatore militare, o stathouder.
Filippo II instaurò la sorella Margherita d’Austria come reggente. L’applicazione dellinqui-sizione e la limitazione delle autonomie che essi erano soliti avere fecero insorgere i nobili che scrissero un documento, il Compromesso della Nobiltà, con cui essi riaffermavano le loro libertà. Il 5 aprile 1566 la reggente fu costretta dalle richieste incessanti ad approvare il provvedimento. Il sovrano però doveva firmare per rendere ufficiale il provvedimento: Filippo lo fece ma affermando che non era la sua volontà e che gli era stata estorta e pre-parò l’esercito. Il duca dAlba attaccò l’esercito delle province comandato da Guglielmo DOrange, che messo alle strette, tentò di frenare l’avanzata spagnola rompendo le dighe e allagando il territorio: l’economia fiamminga ne risentì ma riuscì in seguito a risollevarsi. Questa guerra contro la regione ribelle sbilanciò definitivamente il precario equilibrio delle finanze, costringendo il sovrano a dichiarare bancarotta, poiché non riuscì a pagare i de-biti che aveva contratto con i banchieri tedeschi e genovesi. Fu costretto anche a togliere
la paga ai soldati che per ripicca saccheggiarono il porto, ormai in declino, di Anversa nel 1576. le posizioni così si inasprirono e tutte le province, protestanti e cattoliche che finora erano rimaste pressoché imparziali, si unirono nella pacificazione di Gand nello stesso anno.
A contrastarli venne mandato Don Giovanni D’Austria che, dopo averle sconfitte, si in-staurò come governatore e fu accettato. Ma la sua morte improvvisa nel 1578 segnò lini-zio dei nuovi scontri. Infatti il nuovo governatore offrì di ristabilire i vecchi privilegi e le province cattoliche ruppero il vecchio accordo. Quelle protestanti continuarono la loro ri-bell’ione stringendo una Unione di Utrech nel 1579 e diedero vita nel 1581 alla Repubbli-ca delle Sette Province Unite con il giuramento dellAia. Intanto la Spagna poteva avere un momento di respiro dal tracollo economico con l’arrivo di un carico di argento delle americhe.
La situazione però cambiò con l’entrata in guerra dell’Inghilterra di Elisabetta I. Figlia di Anna Bolena, di religione anglicana, succedette a Maria Tudor la Cattolica, figlia di Caterina DAragona e moglie dello stesso Filippo II, che aveva tentato di ristabilire la religio-ne cattolica nell’isola ma la sua morte prematura mise fine a questo sporadico tentativo. Elisabetta I riuscì ad ottenere il trono contro la rivale Maria Stuarda di Scozia che, nonostante portasse in dote l’unificazione di tutta l’isola, scartata dai nobili per varie incomprensioni. Essa divenne il simbolo di tutti gli oppositori di Elisabetta che la fece decapitare nel 1587 per congiure contro la sovrana. Filippo II così decise di armare una flotta per spodestarla e nel maggio del 1588 l’Invincibile Armata navigò alla volta dei Paesi Bassi per caricare una parte della spedizione. L’impresa fu un totale disastro, vuoi per le tempeste che si imbatterono contro gli spagnoli, vuoi per la maggior conoscenza del luogo da parte degli inglesi. Quello che rimase della flotta riuscì a tornare in patria solo dopo aver circumnavigato entrambe le isole.
La guerra contro i Paesi Bassi si risolse a favore di questi con l’aiuto dell’opera di corsa di Francis Drake e del successore di Guglielmo, Maurizio di Nassau che nel 1609 riuscì ad imporre come sovrano Filippo III e una tregua di Anversa con cui le Province Unite costituivano una vera e propria realtà politica.
di Rossella Natalini