Mario Capurso
27 Gennaio 2019Atto di citazione
27 Gennaio 2019dalla tesina di terza media di Serena Colombo – (Bernareggio – MB)
2001: Odissea nello spazio è un film di Stanley Kubrick del 1968 ispirato al racconto di Arthur C. Clarke La sentinella. Lo stesso scrittore ha poi a sua volta tratto dalla sceneggiatura un romanzo dal titolo omonimo e con la medesima trama.
A questo proposito è di notevole effetto il raccordo tra le due scene iniziali del film, l’utilizzo di un oggetto, un osso, come strumento di offesa e di dominio (e comunque di conquista) da parte di un ominide e le astronavi orbitanti attorno alla Terra. In questa maniera il regista compie un salto logico di millenni conservando la trama narrativa del film, con un’operazione mirabile che trova pochi riscontri nella storia del cinema.
LA TRAMA
La prima parte del film si svolge nell’Africa di tre milioni di anni fa: un gruppo di ominidi, guidati da un capo, sopravvive a fatica in un ambiente arido e ostile; un giorno davanti alla loro grotta appare misteriosamente un grande monolito nero; gli ominidi venendo a contatto col monolito imparano a usare strumenti, a uccidere animali per cibarsene e a uccidere altri ominidi per conquistarne il territorio.
La seconda parte del film si svolge nel 2001 (un anno del futuro rispetto al 1968 in cui fu prodotto il film): il dott. Heywood Floyd è chiamato in missione su una base lunare dove è stato scoperto un grande monolito nero sotterrato ad arte in tempi remoti. Floyd è accompagnato a vedere lo scavo con il monolito ancora nel buio della notte lunare quindicinale. Mentre gli astronauti stanno fotografando il monolito, il primo raggio di sole dell’alba lunare lo illumina. Esso rivede così la luce dopo millenni di oscurità e immediatamente emette un forte segnale radio in direzione di Giove
Nella terza parte del film un gruppo di cinque astronauti, di cui tre in stato di ibernazione, sono in volo a bordo dell’astronave Discovery diretta verso Giove, governata da un supercomputer, HAL 9000, dotato di una sofisticata intelligenza artificiale che lo rende valido interlocutore degli esseri umani a bordo. A HAL è stato chiesto di tenere nascosti i veri obiettivi della missione ai compagni di viaggio, i due astronauti svegli, il comandante David Bowman e il suo vice Frank Poole. Quest’ordine genera un conflitto interiore nel calcolatore, il quale nel contempo è programmato per collaborare con gli esseri umani senza omissioni o alterazioni di dati o informazioni. Le conseguenze del conflitto si manifestano tragicamente in prossimità dell’arrivo su Giove. Inizialmente HAL interrompe il collegamento radio con la Terra simulando un guasto inesistente, poi, quando questo tentativo fallisce e anzi insospettisce gli umani, non trova altra soluzione che cercare di ucciderli tutti. Il piano di HAL tuttavia fallisce: David Bowman riesce a sopravvivere e a riprendere il controllo della nave, disabilitando le funzioni superiori del calcolatore. Mentre Bowman sta disattivando il calcolatore, la mente di HAL 9000 sembra regredire allo stadio infantile, infatti si presenta, dicendo dove e quando è stato attivato (presso le officine H.A.L. di Verbana, Illinois, il 12 Gennaio 1992), e cantando la filastrocca che il suo istruttore gli insegnò, ovvero Giro Giro Tondo. Al termine di tale operazione inaspettatamente HAL avvia la riproduzione di un filmato preregistrato, nel quale il dottor Floyd rivela i veri scopi della missione all’equipaggio, oramai composto solo da uno stupefatto Bowman: il monolito trovato sulla Luna è la prima prova dell’esistenza di un’intelligenza extraterrestre, e il segnale radio da esso emesso in direzione di Giove ha spinto a pianificare la missione.
Nell’ultima parte, “Giove e oltre l’Infinito”, Bowman arriva in orbita intorno al pianeta gigante avvistando un terzo monolito nero, gigantesco, cui prova ad approdarvi con una capsula. Una panoramica del sistema gioviano con i satelliti misteriosamente allineati ed il Monolito pare inghiottire l’esploratore. Una scia luminosa multicolore cancella lo spazio conosciuto. Bowman e la capsula sono accelerati a velocità fantastica. Scorci di stelle, nebulose, astronavi abbandonate ed inquietanti panorami alieni fino a materializzarsi in un impossibile suite alberghiera. Non siamo sulla Terra. Gli ultimi minuti del film sono pure immagini mentali di Bowman, oramai tagliato fuori da questo universo. L’uomo vede sé stesso invecchiare rapidamente, in fasi successive, ogni volta esterne al proprio sguardo. Ormai decrepito, Bowman muore davanti a una nuova apparizione del monolito nero e rinasce in forma di feto cosmico, lo Starchild, che in un istante si riporta nello spazio terrestre scrutando dal cielo cogitabondo la nostra Terra.
CURIOSITA
I satelliti, la navetta spaziale e la grande stazione spaziale ruotante che appaiono all’inizio della seconda parte del film, erano tutti basati su progetti reali della NASA, mai realizzati. La progettazione dei modelli di astronavi è stata affidata a ingegneri aerospaziali e non ad artisti. Secondo il soggetto originale il viaggio della Discovery, dopo aver superato Giove, doveva concludersi vicino a Saturno e al suo satellite Giapeto. La complessità della riproduzione degli anelli di Saturno, i forti ritardi nella realizzazione del film e le pressioni dei produttori per concluderlo spinsero Kubrick ad anticipare la conclusione del viaggio vicino a Giove. Secondo A.C. Clarke il monolito nero aveva dimensioni proporzionali a 1-4-9: i quadrati dei primi tre numeri naturali (zero escluso). Nel dialogo tra il Dr. Floyd e i colleghi russi, costretto a eludere delle domande dirette, si nota una sottile sfumatura tra la versione originale e quella italiana. Nella prima Floyd risponde con discrezione, quasi scusandosi, di non essere libero di trattare l’argomento («I’m not at liberty to deal it»). Nella seconda usa un tono gelido da Guerra Fredda («Sono spiacente. Ma non sono autorizzato a discuterne»). (fonte: wikipedia)
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