Mario Capurso
27 Gennaio 2019Atto di citazione
27 Gennaio 2019dalla tesina di terza media di Serena Colombo – (Bernareggio – MB)
VAN GOGH E LIMPRESSIONISMO
Vincent van Gogh è uno degli artisti più famosi, importanti e interessanti della pittura europea. Sebbene oggi i suoi quadri, esposti ed ammirati nei più celebri musei del mondo, abbiano un valore inestimabile, egli condusse una vita povera e tormentata, morendo tragicamente a soli 37 anni. Nato in Olanda nel 1853, Van Gogh fu un autodidatta; si dedicò alla pittura dopo varie esperienze e, grazie al fratello Theo, mercante d’arte, poté trasferirsi a Parigi, dove entrò in contatto con gli impressionisti, scoprendo attraverso di loro la vivacità dei colori e iniziando a stenderli con rapidi tocchi di pennello. Ma il suo sogno era quello di creare una comunità di artisti nel sud della Francia e così si trasferì ad Arles, dove lo raggiunse Paul Gauguin e dove dipinse alcuni dei suoi quadri più celebri con uno stile nuovo e autonomo. La sua anima inquieta non gli diede pace e si trasferì nel paese di Auvers-sur-Oise, vicino a Parigi. In seguito fu spesso ricoverato in ospedale a causa della sua fragilità psicologica. Il suo stato d’animo inquieto e la sua grande sensibilità deformarono e stravolsero i soggetti delle sue opere, sia che si trattasse di ritratti o di architetture sia di paesaggi. Van Gogh non dipinse per essere ammirato e neppure su commissione: ciò che lo spinse fu una necessità interiore, l’impulso di dare un’immagine alla propria percezione del mondo.
Van Gogh è considerato un postimpressionista e quindi il precursore dell’Espressionismo. Nei suoi dipinti infatti si trovano molte differenze rispetto alla tecnica di pittura usata dagli impressionisti. Questi ultimi volevano riprodurre in modo spontaneo e immediato le sensazioni di un solo istante. Non mettevano più in posa i loro soggetti, ma coglievano tutta la freschezza e l’immediatezza della vita. Dipingevano infatti en plein air (all’aria aperta) senza preoccuparsi di rielaborare le tele in atelier. Coglievano la realtà sfruttando un particolare uso dei colori: li accostavano direttamente sul quadro con rapide pennellate. In questo modo il disegno dei contorni perdeva importanza. Inoltre gli impressionisti accostavano tra loro i colori complementari (giallo-viola; rosso-verde; blu – arancione), ottenendo così una grande luminosità. In seguito vari artisti, tra cui Van Gogh, cercarono di superare la semplice impressione visiva per arrivare ad esprimere emozioni, idee e concetti attraverso i colori e le forme. Imitare la realtà non fu più considerato importante, mentre diventò fondamentale cogliere gli aspetti spirituali, emotivi o simbolici della vita. Anche i paesaggi, tanto amati e rappresentati dagli impressionisti, non hanno più il carattere di immediatezza e spontaneità dato dalle pennellate brevi e veloci. Ora le pennellate sono molto solide, quasi squadrate e torna ad avere importanza il disegno.
VAN GOGH, NOTTE STELLATA”
La Notte stellata” rappresenta una veduta notturna sul villaggio di Arles. Il quadro non è tuttavia una fedele riproduzione del paesaggio che Van Gogh vede, ma è la rappresentazione di un mondo sensibile. La potente immaginazione dell’artista trasforma la scena in un evento cosmico: il cielo appare rischiarato da una moltitudine di comete, che girano vorticosamente creando una serie di gorghi luminosi. La tecnica e lo stile diventano così per Van Gogh il tramite dell’espressione e dei sentimenti. In questo caso l’autore esprime la sua sofferenza, l’incapacità di essere compreso e l’insoddisfazione. La presenza in primo piano del solitario cipresso, con la sua imponente sagoma scura che chiude la scena in primo piano, rivela una visione cupa e malinconica della vita. Inoltre l’artista posiziona la linea dell’orizzonte piuttosto in basso, per lasciare più spazio al cielo e quindi simbolicamente ai sentimenti. Tutto questo è evidenziato ancor più dalla pennellata corposa, impressa sulla tela con un’energia che proviene dal profondo dell’animo. E proprio questa forza compositiva ad indicare il travagliato rapporto dell’artista con la realtà del mondo e della vita. Nonostante la presenza di tonalità calde come il giallo e l’arancio che contribuiscono a rasserenare l’animo, il tratto che prevale è tortuoso, spezzato, ondulato, talvolta cupo, e rivela il tormento interiore dell’autore e la realtà trasfigurata all’interno della sua psiche. Il paesaggio di Van Gogh è quindi fisico, concreto, ma finisce con l’indurre l’osservatore a considerazioni sulla sua inquietudine esistenziale.
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