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Erik Erikson
27 Gennaio 2019
Rosalia Di Nardo
27 Gennaio 2019dal Viaggio nelle scuole Italiane tra ‘800 e primi ‘900
di Libera Maria De Padova
Rosa Agazzi (1866-1951) e Carolina Agazzi (1870-1954)
L’esperienza didattica delle due giovanissime sorelle, ROSA e CAROLINA AGAZZI, inizia in una borgata bresciana: Carolina aveva in consegna un asilo di180 bambini, ospitati in una stalla Rosa al piano superiore, era alle prese con 73 alunni della scuola primaria, tra i 6-12 anni. L’ambiente non era né sufficientemente ampio, né sufficientemente areato, i banchi antiquati, il materiale didattico inesistente – la popolazione scolastica troppo numerosa, disordinata, sporca.
Frequentarono presto un corso per “maestre giardiniere” e vennero destinate ad asili diversi, dove iniziarono a sostituire agli esercizi tradizionali di tipo froebeliano gli ESERCIZI DI VITA PRATICA tipici del loro metodo, abituando anche i bambini alla pulizia e all’ordine. Cominciarono a fare uso dei CONTRASSEGNI personali, perché ogni bambino mettesse le proprie cose a posto presero a fare uso delle CIANFRUSAGLIE come materiale didattico, iniziarono esercizi di lingua parlata per sostituire l’italiano alle espressioni dialettali nei bambini. Nel 1895 le Agazzi vennero inviate a MOMPIANO ed ospitate in una ex-sacrestia che aveva però il pregio di un ampio terreno. Qui nell’esperienza di ogni giorno, venne maturando il metodo FARE DA SE”, si confermò l’uso dei contrassegni, figurine oggetti geometrici che riproducevano oggetti reali per i più piccini, e per i più grandi fare esercizi di nomenclatura, di giardinaggio e si fece il primo allevamento di animali domestici. Le sorelle Agazzi si preoccuparono di spronare le mamme a far sì che nella famiglia il bambino continuasse a seguire l’indirizzo dell’asilo, ponendo così l’accento sul problema della collaborazione tra scuola e famiglia e si preoccuparono anche di sottolineare la necessità di avere a disposizione locali sufficientemente ampi, personale per l’assistenza, buone condizioni igieniche, un appezzamento di terreno per gli esperimenti di giardinaggio, uno strumento che servisse all’accompagnamento del canto. Il nome “SCUOLA MATERNA”, voluto dalle Agazzi, sottintende l’ispirazione all’ambiente familiare, ma ad un ambiente familiare modello, ordinato, pulito, dove ci si vuole bene e ci si aiuta scambievolmente esso è la scuola perché vi si imparano tante cose, si fanno le pulizie, si prepara la tavola, si coltiva un piccolo orto, si fanno giochi e belle conversazioni, i imparano graziosi lavoretti, si canta e si prega tutti insieme. “Materno” quindi è l’atteggiamento affettivo della maestra e di tutto un indirizzo familiare naturale, prevalgono gli esercizi di vita pratica e le attività di carattere estetico (disegno spontaneo, canto, esercizi ritmici, lavoretti ornamentali).
Il MATERIALE DIDATTICO è il più vario e il più impensato, basandosi sull’osservazione del fatto che il bambino ama raccogliere nelle sue tasche, come piccoli tesori, oggetti insignificanti (bottoni, cocci, sassolini colorati, pezzi di corda, ecc. Le Agazzi costruiscono il MUSEO DELLE CIANFRUSAGLIE, in cui si trova ogni sorta di oggetti, che vengono ordinati secondo criteri di forma, dimensione, colore, materiale, funzione, ecc., diventando materiale didattico per giochi di: riconoscimento sensoriale, somiglianza/dissomiglianza, forme geometriche, esercizio linguistico, l’esercizio in cui il bambino acquista abilità e coordinamento motorio altri ancora, come le figurine appositamente classificate, permettono esercizi di nomenclatura e di esatta pronuncia (ai bambini piace riconoscere gli oggetti). Le Agazzi, tornano insistentemente sull’uso del GIARDINO che ha molteplici scopi , occupare piacevolmente il bambino in un lavoro utile e all’aria aperta, dare loro la soddisfazione di veder nascere un fiore o un frutto, opera del loro impegno, istruirli sul ciclo delle stagioni e la vita della natura, educare il senso della proprietà e della responsabilità. L’educazione agazziana è rivolta a tutti gli aspetti della personalità:
EDUCAZIONE DEL SENTIMENTO a tale scopo servono le riflessioni suggerite dalla maestra nei momenti opportuni, poesiole e racconti che hanno per protagonisti la mamma, il babbo, la vita di Gesù, piccoli atti di cortesia.
EDUCAZIONE MORALE è anzitutto curata con l’apprendimento di buone abitudini di ordine e di pulizia e ancora con racconti e scenette educative, con l’esempio della maestra con la disapprovazione palese di azioni scorrette.
EDUCAZIONE RELIGIOSA si realizza mediante la conversazione sulle feste religiose dell’anno per mezzo di brevi preghiere insegnate con cura e recitate con sentimento all’inizio della giornata e prima di mettersi a tavola, preparando il presepio, ricordando qualche episodio dei Vangeli, facendo riflettere il bambino sulla natura opera del Creatore.
EDUCAZIONE FISICA è curata con la pratica delle norme igieniche, esercizi ritmici, il gioco all’aperto, il gioco d’imitazione.
Come si può evincere, il metodo delle Agazzi nasce esclusivamente dalla pratica quotidiana, ma è talmente ricco di buon senso da mantenere ancor oggi notevole influsso, nonostante le mutate condizioni contestuali.
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