Nativita di Gesu
27 Gennaio 2019Francesco Colasanti
27 Gennaio 2019John Stuart Mill (1806-1873) è stato un influente filosofo, economista, politico e alto funzionario della Compagnia delle Indie Orientali.
Una figura controversa nella Gran Bretagna del XIX secolo, ha sostenuto l’uso della teoria economica classica, del pensiero filosofico e della consapevolezza sociale nel processo decisionale politico e nella legislazione. Molte delle sue opinioni, comprese quelle sullo status legale delle donne e sulla schiavitù, erano piuttosto liberali per l’epoca.
Mill ha combinato l’economia con la filosofia. Credeva in una teoria morale chiamata utilitarismo: le azioni che portano alla felicità delle persone sono giuste e quelle che portano alla sofferenza sono sbagliate. Tra gli economisti, è meglio conosciuto per il suo lavoro del 1848, Principles of Political Economy, che divenne un importante libro di testo economico per decenni dopo la sua pubblicazione.
Altri libri significativi includono:
- Sulla libertà
- Un sistema di logica
- La soggezione delle donne e L’utilitarismo.
La dottrina della conoscenza e il rapporto col Positivismo: per il positivismo di Stuart Mill il richiamo ai fatti è continuo e incessante e non è possibile alcuna dogmatizzazione dei risultati della scienza. Accanto all’eliminazione di ogni realtà metafisica. C’è l’eliminazione di ogni fondamento metafisico o trascendente o comunque non empirico della verità e dei principi universali. Ogni proposizione universale è una generalizzazione dei fatti osservati. Ma che cosa giustifica questa generalizzazione, dato che non è mai possibile osservare tutti i fatti? Mill vede la soluzione di questo problema nel principio dell’uniformità della natura. Le uniformità della natura sono le leggi naturali: sono rivelate dall’esperienza e si confermano e correggono reciprocamente. Ma le uniformità naturali rivelate dall’esperienza rivelano tra loro un’uniformità fondamentale che è a sua volta una legge: la legge di causalità (ogni fatto ha un inizio e una causa). Questa permette di riconoscere nella natura un ordine costante e necessario di fenomeni. Quindi il ragionamento umano va dal particolare al particolare e si fonda sul principio della uniformità della natura.
La dottrina politica: ciò che trattiene Mill dall’aderire al socialismo, del quale condivide il riconoscimento e la condanna delle ingiustizie sociali, è l’esigenza di salvaguardare in ogni caso la libertà individuale. L’ultima parte del suo trattato è infatti dedicata a determinare i limiti dell’intervento del governo negli affari economici. M. ritiene che l’intervento di un’autorità qualsiasi nella condotta di un individuo non può essere giustificata se non nella misura in cui è determinato dalla difesa degli stessi diritti individuali.
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