Pascoli – di Carlo Zacco
25 Dicembre 2015L’assiuolo da Myricae di Giovanni Pascoli – di Carlo Zacco
25 Dicembre 2015
da
Myricae di Giovanni Pascoli
Composizione. E’ un’opera in divenire: le poesie che vi sono contenute sono
state scritte nell’arco di un ventennio; ci sono varie edizioni nelle quali il
numero dei testi è via via cresciuto, e mutata la loro disposizione: prima
edizione > 1891: 22 poesie; quinta edizione (definitiva) > 1900: 156 poesie; tra
la prima e la quinta edizione cambia anche l’articolazione interna delle varie
poesie, e le partizioni.
Titolo. Naturalmente virgiliano. In Epigrafe Pascoli riposta arbusta
iuvant umilesque myricae: che tolto dal contesto viene ad assumere un
opposto a quello che intendeva Virgilio.
Temi. Titolo ed epigrafe quindi già alludono al tipo di poetica che il
lettore si troverà davanti: una poetica “bassa” , quotidiana, comune, semplice,
colloquiale.
–
Alcuni di questi elementi sono, naturalmente, solo apparenti: il richiamo alla
classicità comporta elevazione stilistica: quindi in quest’opera rientrano
elementi ambivalenti.
Alcuni di questi elementi sono, naturalmente, solo apparenti: il richiamo alla
classicità comporta elevazione stilistica: quindi in quest’opera rientrano
elementi ambivalenti.
Struttura
Il Macrotesto. Non si tratta di una semplice collezione di poesie: Myricae è
da considerare un macro-testo, dove i singoli componimenti acquistano un
surplus di significato, in base alla loro collocazione, e in base ai
testi che precedono o seguono, o ad altre corrispondenze strutturali.
Criterio metrico: il criterio secondo cui vengono organizzati i testi non
è di tipo logico o tematico ma formale: le 15 sezioni di cui si
compone sono caratterizzate ciascuna da costanti metriche: in ogni sezione,
cioè, si possono trovare in prevalenza determinati tipi di metro (sonetti,
strofi saffiche), o determinate caratteristiche (strofi chiuse, versi brevi);
una sezione (la 9) include tutti i tipi di metro presenti nella raccolta. Questo
criterio valorizza al massimo la specificità di ogni sezione.
Rimandi tra sezioni: tra le varie sezioni vi sono ovviamente delle relazioni
tematiche, richiamate dai titoli:
–
Ricordi/ Pensieri; Dolcezze/ Tristezze; Le gioie del
poeta/ Le pene del poeta;
Ricordi/ Pensieri; Dolcezze/ Tristezze; Le gioie del
poeta/ Le pene del poeta;
–
vi sono testi extravaganti, cioè non inseriti in alcuna
sezione, ma tra una e l’altra, e sono 15, come le sezioni stesse: c’è un
richiamo numerico-simbolico.
vi sono testi extravaganti, cioè non inseriti in alcuna
sezione, ma tra una e l’altra, e sono 15, come le sezioni stesse: c’è un
richiamo numerico-simbolico.
Parallelismi interni. Oltre ai richiami tra sezione e sezione vi sono anche
richiami e parallelismi interni entro le varie sezioni: accostamenti di testi
per analogia o per contrasti; richiami numerici (primo/ultimo): questo è un
principio non metrico ma semantico/tematico.
Temi
Morte/Natura. La raccolta si apre con una prefazione in cui l’autore dedica
i componimenti alla memoria del Padre, e degli altri familiari morti. Nella
prefazione i temi dichiarati sono due:
1)
la morte invendicata del padre (X Agosto);
la morte invendicata del padre (X Agosto);
– vi è anche un altro motivo che sottostà a questo, ed è quello del senso di
colpa dei vivi nei confronti dei morti (per il fatto di essere vivi),
che dà luogo ad una volontà di riconciliarsi con loro, e riceverne il perdono (Novembre);
colpa dei vivi nei confronti dei morti (per il fatto di essere vivi),
che dà luogo ad una volontà di riconciliarsi con loro, e riceverne il perdono (Novembre);
2)
Natura: nella prefazione parla della funzione consolatrice e
protettrice della natura, ma sul lato pratico la natura viene rappresentata in
modo ambiguo: cioè con caratteri che possono farla sembrare positiva e negativa
insieme:
Natura: nella prefazione parla della funzione consolatrice e
protettrice della natura, ma sul lato pratico la natura viene rappresentata in
modo ambiguo: cioè con caratteri che possono farla sembrare positiva e negativa
insieme:
– al lettore viene richiesto di scegliere tra le due opzioni: ed elementi del
testo fanno più spesso protendere per la seconda opzione;
testo fanno più spesso protendere per la seconda opzione;
– oppure lasciano il dubbio: e al lettore rimane un senso di inquietudine.
Novembre
Gemmea l’aria, il sole così chiaroche tu ricerchi gli albicocchi in fiore,e del prunalbo l’odorino amarosenti nel cuore…Ma secco è il pruno, e le stecchite piantedi nere trame segnano il sereno,e vuoto il cielo, e cavo al piè sonantesembra il terreno.Silenzio, intorno: solo, alle ventate,odi lontano, da giardini ed orti,di foglie un cader fragile. E’ l’estatefredda, dei morti. |
Realtà/illusione. Una serena
|
Gemmea l’aria: frase nominale, senza verbo > impressionismo: i legami
tra le immagini non sono chiariti sintatticamente, ma le varie immagini sono
giustapposte tramite collegamenti per asindeto;
Termini ricercati: albicocchi, Prunalbo, Pruno (nome latino
per: susino): questa precisione accresce il realismo del quadro estivo che si
vuole rappresentare;
–
ma già qui c’è un aspetto di ambiguità: sono termini sconosciuti ai più
(sia oggi, che per i contemporanei di Pascoli, urbanizzati), e l’effetto è di
ulteriore ambiguità: pensiamo all’Adamo del Fanciullino: il nome
preciso permette di andare oltre la cosa visibile, e di attingere alla sua
essenza primigenia;
ma già qui c’è un aspetto di ambiguità: sono termini sconosciuti ai più
(sia oggi, che per i contemporanei di Pascoli, urbanizzati), e l’effetto è di
ulteriore ambiguità: pensiamo all’Adamo del Fanciullino: il nome
preciso permette di andare oltre la cosa visibile, e di attingere alla sua
essenza primigenia;
Senti nel cuore: senti, non nelle narici, ma nel cuore: c’è già il
sospetto di un’illusione (notare i puntini di sospensione);
Ma: forte avversativa, che ribalta subito il quadro iniziale; rovesciamento
confermato da parole chiave:
–
secco, stecchite, vuoto, nero, cavo;
secco, stecchite, vuoto, nero, cavo;
I
particolari che prima l’occhio aveva notato non corrispondono a realtà:
particolari che prima l’occhio aveva notato non corrispondono a realtà:
–
il pruno non emette odore perché è secco;
il pruno non emette odore perché è secco;
–
le piante non hanno foglie, ma coprono il cielo con una specie di
disegno spettrale dei rami secchi;
le piante non hanno foglie, ma coprono il cielo con una specie di
disegno spettrale dei rami secchi;
–
il cielo è vuoto > senza uccelli: senza vita;
il cielo è vuoto > senza uccelli: senza vita;
–
è da notare come le sensazioni tocchino quasi tutti i 5 sensi.
è da notare come le sensazioni tocchino quasi tutti i 5 sensi.
Il sereno: il sereno: non si nomina la cosa, ma la sua caratterizzazione che
per il soggetto ha avuto fino a quel momento: chiamandolo sereno
esaspera ancora di più il senso di violenza e contaminazione da parte
della morte;
Cader fragile: espressione molto densa di significato, e di allusioni:
–
propriamente è un’ipallage: l’aggettivo fragile non è riferito a foglie
(proprio) ma al loro cadere;
propriamente è un’ipallage: l’aggettivo fragile non è riferito a foglie
(proprio) ma al loro cadere;
–
è anche una sinestesia: la realtà astratta del movimento evoca una
sensazione tattile;
è anche una sinestesia: la realtà astratta del movimento evoca una
sensazione tattile;
–
al di là della tassonomia si può notare in questa immagine un simbolo:
precarietà delle foglie > della vita;
al di là della tassonomia si può notare in questa immagine un simbolo:
precarietà delle foglie > della vita;
Estate/Fredda: anche questa breve espressione finale è molto pregnante:
–
ossimoro: due parole contrarie vengono accostate (siamo realmente in
autunno);
ossimoro: due parole contrarie vengono accostate (siamo realmente in
autunno);
–
con chiasmo a partire dalla vocale accentata: estate fredda:
con chiasmo a partire dalla vocale accentata: estate fredda:
–
in enjambement: il poeta vuole condensare su questa espressione il
massimo della carica espressiva;
in enjambement: il poeta vuole condensare su questa espressione il
massimo della carica espressiva;
La
realtà visibile cela un’altra realtà nascosta, inquietante per la
soggettività dell’io: ed è quella della morte.
realtà visibile cela un’altra realtà nascosta, inquietante per la
soggettività dell’io: ed è quella della morte.