L’amore impossibile Erminia alla ricerca di Tancredi
12 Dicembre 2015De vulgari eloquentia di Dante
13 Dicembre 2015XLIX.
Sola esclusa ne fu, perché in quell’ora
Ch’altri serrò le porte, ella si mosse:
E corse, ardente e incrudelita, fuora
A punir Arimon che la percosse.
Punillo; e ‘l fero Argante avvisto ancora
Non s’era ch’ella sì trascorsa fosse:
Chè la pugna e la calca e l’aer denso
Ai cor togliea la cura, agli occhj il senso.
L.
Ma poi che intepidì la mente irata
Nel sangue del nemico, e in se rivenne,
Vide chiuse le porte, e intorniata
Sè da’ nemici: e morta allor si tenne.
Pur veggendo ch’alcuno in lei non guata,
Nov’arte di salvarsi le sovvenne.
Di lor gente s’infinge, e fra gl’ignoti
Cheta s’avvolge; e non è chi la noti.
LI.
Poi, come lupo tacito s’imbosca
Dopo occulto misfatto, e si desvia:
Dalla confusion, dall’aura fosca
Favorita e nascosa ella sen gía.
Solo Tancredi avvien che lei conosca.
Egli quivi è sorgiunto alquanto pria;
Vi giunse allor ch’essa Arimone uccise:
Vide, e segnolla, e dietro a lei si mise.
LII.
Vuol nell’armi provarla: un uom la stima
Degno, a cui sua virtù si paragone.
Va girando colei l’alpestre cima
Verso altra porta, ove d’entrar dispone.
Segue egli impetuoso; onde assai prima
Che giunga, in guisa avvien che d’armi suone
Ch’ella si volge, e grida: o tu, chè porte,
Chè corri sì? Risponde: guerra, e morte.
LIII.
Guerra e morte avrai, disse, io non rifiuto
Darlati, se la cerchi: e ferma attende.
Non vuol Tancredi, che pedon veduto
Ha il suo nemico, usar cavallo, e scende.
E impugna l’uno e l’altro il ferro acuto,
Ed aguzza l’orgoglio, e l’ire accende.
E vansi a ritrovar non altrimenti
Che due tori gelosi, e d’ira ardenti.