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Elsa Morante è una scrittrice romana (1912-1985)
Nella sua opera si intravede un modello ottocentesco di romanzo, a causa di alcune scelte tecniche (narratore onnisciente) e per la partecipazione che Elsa prova per i personaggi di cui narra le vicende
I suoi romanzi più conosciuti e apprezzati sono L’isola di Arturo (1957) e La storia (1974)
Nella sua opera si intravede un modello ottocentesco di romanzo, a causa di alcune scelte tecniche (narratore onnisciente) e per la partecipazione che Elsa prova per i personaggi di cui narra le vicende
I suoi romanzi più conosciuti e apprezzati sono L’isola di Arturo (1957) e La storia (1974)
La storia (1974)
Durante la seconda guerra mondiale un giovane soldato tedesco concepisce un figlio con Ida, una maestrina ebrea.
Da subito il piccolo Useppe, si mostra debole e malaticcio. La situazione di disagio provocata a Roma dalla guerra e dall’occupazione nazista, provoca ulteriori problemi alla salute già cagionevole del piccolo. Tra la disperazione della madre Useppe, che è anche epilettico, muore
Muoiono anche
Nino, figlio che Ida aveva avuto da una precedente relazione, per un incidente
Davide Segre, anarchico non violento, di droga
Da subito il piccolo Useppe, si mostra debole e malaticcio. La situazione di disagio provocata a Roma dalla guerra e dall’occupazione nazista, provoca ulteriori problemi alla salute già cagionevole del piccolo. Tra la disperazione della madre Useppe, che è anche epilettico, muore
Muoiono anche
Nino, figlio che Ida aveva avuto da una precedente relazione, per un incidente
Davide Segre, anarchico non violento, di droga
La storia (incipit)
«Un giorno di gennaio dell’anno 1941, un soldato tedesco di passaggio, godendo di un pomeriggio di libertà, si trovava, solo, a girovagare nel quartiere di San Lorenzo, a Roma. Erano circa le due del dopopranzo, e a quell’ora, come d’uso, poca gente circolava per le strade. Nessuno dei passanti, poi, guardava il soldato, perché i Tedeschi, pure se camerati degli Italiani nella corrente guerra mondiale, non erano popolari in certe periferie proletarie.»