Bibliografia della tesina Le tenebre dell’odio e della paura: l’Europa…
27 Gennaio 2019La follia
27 Gennaio 2019Lo stile di Lucano e la lettura di alcuni brani della Pharsalia
Bellum civile
Lucano in quest’opera analizza uno degli episodi più nefasti dell’intera storia della civiltà romana: la guerra civile. Il suo intento è quello di mostrare le bestialità derivate dall’abbandono dei vecchi valori d’un tempo. Egli non vuole lodare ed esaltare la civiltà romana, ma vuole anzi maledire un episodio che ha visto “fratelli” massacrarsi a vicenda e spargere il loro stesso sangue: un inutile guerra fratricida. Egli individua nell’opera varie cause di questa guerra scellerata (bellum nefandum), ed esse sono in parte personali, cioè derivanti dai singoli condottieri, Cesare e Pompeo, e in parte più generali. Tuttavia Lucano sente di poter far derivare quelle personali, cioè il desiderio di primeggiare e di prevalere l’uno sull’altro dei due contendenti, da quelle generali della corruzione dei costumi. La guerra descritta è una continua violazione delle norme che avevano fatto dei Romani una grandissima civiltà: la pietas e le norme sociali e religiose. Ciò che più addolora l’autore, comunque, è il disprezzo mostrato dai contendenti verso il vincolo di consanguineità che li lega. In quest’opera Lucano mette in evidenza le brutture delle guerre civili e ad esse attribuisce tutte le responsabilità dei naufragio della Repubblica. Il poema è incompiuto a causa della breve vita dell’autore (fu costretto al suicidio da Nerone dopo il fallimento della congiura di Pisone) e si pensa dovesse essere impostato su modello dell’Eneide, cioè in XII libri con al VI libro una predizione affidata al regno dei morti, che effettivamente è rappresentata dall’episodio della maga Eritto. L’episodio centrale dell’opera è la famigerata battaglia di Farsalo, in Tessaglia; la fine del poema corrisponde al 48 a.C. con la rivolta di Alessandria e con Cesare in difficoltà. Probabilmente l’intento era di arrivare alla conclusione con un episodio solenne, come poteva essere l’esemplare suicidio di Catone (46 a.C.) o l’uccisione di Cesare alle Idi di marzo del 44 a.C. in quanto proprio quest’ultimo episodio viene varie volte preannunciato.