Tutti ricordano il personaggio di Gertrude, meglio conosciuto come la monaca di Monza. Sicuramente è uno dei personaggi più famosi e importanti del romanzo manzoniano dei “Promessi sposi”. Essa ci viene presentata, inizialmente, dal barrocciaio e dal padre guardiano.Troviamo poi la descrizione effettuata dal narratore, che non solo ci delinea l’aspetto estetico di Gertrude ma anche la sua personalità e i suoi tratti psicologici. Così scrive il Manzoni:
“Il suo aspetto, che poteva dimostrar venticinque anni, faceva a prima vista un’impressione di bellezza, ma d’una bellezza sbattuta, sfiorita e , direi quasi, scomposta. Un velo nero, sospeso e stirato orizzontalmente sulla testa, cadeva dalle due parti, discosto alquanto dal viso;sotto il velo, una bianchissima benda a pieghe circondava il viso, e terminava sotto il mento in un soggolo, che si stendeva alquanto sul petto, a scoprire lo scollo d’un nero saio. Ma quella fronte si raggrinzava spesso, come per contrazione dolorosa; e allora due sopraccigli neri si ravvicinavano, con un rapido movimento. due occhi, neri anch’essi, si fissavano talora in viso alle persone, con un’investigazione superba…
Le gote pallidissime scendevano con un contorno delicato e grazioso, ma alterato e reso mancante da una lenta estenuazione (struggimento interiore)…
E dalla benda usciva sur una tempia una ciocchettina di neri capelli; cosa che dimostrava o dimenticanza o disprezzo della regola che prescriveva di Interruppe la signora, con un atto altero e iracondo, che la fece quasi parer brutta”
tenerli sempre corti, da quando erano stati tagliati, nella cerimonia solenne del vestimento (cerimonia con cui si entra far parte dell’ordine religioso)…
La figura di Gertrude è molto interessante da analizzare dal punto di vista psicologico. Una donna mai cresciuta, immatura, intollerante e con scarsa flessibilità di pensiero. Com’è possibile sviluppare un tale atteggiamento? Per rispondere a questa domanda, bisogna scavare a fondo in ambito sociologico. Innanzitutto penso sia importante definire il termine “atteggiamento”. Quando nel linguaggio quotidiano parliamo di questo concetto, ci riferiamo alle modalità con cui le persone si pongono esteriormente di fronte agli altri.In sociologia, invece, con il termine atteggiamento si indica il diverso grado di favore o sfavore con cui un individuo si pone interiormente nei confronti di un dato oggetto sociale (una persona, un gruppo, un evento, il tema di una dialogo, un’istituzione). I fattori socio-educativi ( la scuola, la famiglia, il gruppo dei pari, i mezzi di comunicazione) svolgono un ruolo importantissimo nel plasmare la personalità e quindi l’atteggiamento di un individuo. Tuttavia concentriamoci sul fattore famiglia e sul sistema educativo operato al suo interno (in particolare sul rapporto tra le figlie e la figura paterna). L’ostilità o l’apertura verso una determinata categoria sociale (clero-monache) possono essere apprese direttamente dall’insegnamento esplicito o indirettamente da quello implicito, ricevuti entrambi da altri attraverso un sistema comunicativo manipolatore (concentrato sul ricevente).
“Quando venne alla luce, il principe suo padre, volendo darle un nome che risvegliasse immediatamente l’idea del chiostro, e che fosse stato portato da una santa d’alti natali, la chiamò Gertrude. Bambole vestite da monaca furono i primi balocchi che le si diedero in mano; poi santini che rappresentavan monache; e que’ regali eran sempre accompagnati con gran raccomandazioni di tenerli ben conto… Era un’idea sottintesa (quella di farsi monaca) e toccata incidentemente, in ogni discorso che riguardasse i suoi destini futuri”…
Il principe padre, papà di Gertrude, educa sua figlia con un sistema educativo di tipo repressivo manipolatore. Questo ha permesso la nascita di una personalità particolare, chiamata dallo psicologo Adorno personalità autoritaria. Questo termine, nella teoria di Adorno, non indica un carattere prevaricatore, ma al contrario, un atteggiamento sottomesso nei confronti dell’autorità, seguito da intolleranza e da chiusura mentale evidente. Gertrude cresciuta nel rigido rispetto della disciplina, da adulta tenta di vincere la sua insicurezza riversando su persone considerate più deboli ( le altre monache o le converse), quell’ostilità e aggressività che era stata costretta a reprimere durante l’infanzia. Esprime chiaramente il suo odio nei confronti della figura genitoriale e verso la categoria sociale che l’ha accolta.