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3 Febbraio 2013PLATONE – Politica e Stato ideale
3 Febbraio 2013Il concetto di “amore” come “passione” è strettamente intrecciato ad altre idee, tra cui quella che ci arriva da Socrate (Atene, V sec. a.C.) e dalla sua nozione di dàimon (o “dèmone”). È importante chiarire che Socrate non si riferiva al significato cristiano-medievale di “demonio”, ma piuttosto a una voce interiore legata ai principi morali ed etici.
Socrate descriveva il suo dèmone come la sua voce interiore, una guida che lo aiutava nelle decisioni etiche. Questo lo portò a scegliere di bere la cicuta e accettare la morte, onorando le leggi di Atene, perché “non poteva non seguire il suo dèmone”. Platone ne parla nell’Apologia di Socrate, dove ricorda le parole e gli ideali del maestro, che non ci ha lasciato nulla di scritto.
Il dèmone non era causa di passioni o sentimenti, ma richiamava alla libertà dell’uomo di definire la propria identità attraverso i valori morali. Questo tipo di “amore” di Socrate è l’amore per i propri ideali, tanto forte da sacrificare la vita stessa.
La passione come entusiasmo
La parola greca enthousiasmós (“il dio dentro”, en+thèos) chiarisce il legame tra il dàimon socratico e il concetto di “entusiasmo”. Questo richiamo all’essere posseduti da un dio evoca l’idea di una passione creativa, un amore travolgente per un’idea. Tuttavia, i Greci insegnavano l’importanza dell’equilibrio: la tragedia di Ippolito, ad esempio, ci mostra i rischi di un amore fanatico.
Mentre Socrate morì per rispettare un ideale morale, Ippolito, devoto ad Artemide, offese Afrodite, perdendo l’equilibrio e la giustizia. La tragedia greca ci insegna che ogni aspetto della vita richiede attenzione equilibrata per evitare eccessi distruttivi.
La passione come sofferenza
Un’altra accezione di “passione” è quella di passio (sofferenza), sviluppata profondamente dalla cultura cristiana. Gesù, per amore di Dio, accettò il dolore e la morte nella Passione di Cristo. Anche Gesù, inteso come figura storica, morì per non rinnegare l’amore per un principio etico radicato nella sua coscienza. Questo atteggiamento è stato spesso accostato a quello socratico.
La passione nell’arte e nella filosofia ellenistica
Gli Ellenistici e i Romani reinterpretarono il concetto di pathos cercando la saggezza attraverso il distacco emotivo. Tuttavia, in altri ambiti come il teatro, l’arte e persino i giochi violenti, il pathos divenne un modo per esplorare e rappresentare le emozioni umane.
La passione sentimentale e l’amore erotico
Un’altra forma di passione è l’amore sentimentale o erotico, legato al significato fisico e sensuale di Eròs, figlio di Afrodite. Questo amore fu esplorato da Saffo, poetessa lirica dell’isola di Lesbo, che celebrava l’intensità dell’amore passionale e il suo legame con la sofferenza.
Per approfondire, puoi leggere alcune traduzioni delle poesie di Saffo: Link ai testi tradotti.
Saffo guidava un tìaso, un’associazione dedicata all’educazione religiosa e alla celebrazione del culto di Afrodite. Questo tipo di amore legava profondamente l’amante al suo oggetto d’amore, creando una dipendenza emotiva che richiama il concetto di amore-dolore tipico del Romanticismo.
L’amore platonico
Infine, possiamo parlare di amore platonico, una passione che trascende il limite umano e aiuta a superare se stessi. Questo sarà l’argomento del prossimo articolo, dove approfondirò il pensiero di Platone e il suo sviluppo dell’eredità socratica sull’amore ideale.
Questi aspetti dell’amore e della passione, nati nel mondo antico, continuano a parlarci e a illuminare la nostra comprensione dell’essere umano. I Greci ci aiutano ancora oggi a riflettere su ciò che significa vivere con equilibrio, passione e amore per i propri ideali.
Cristina Rocchetto (leggi i suoi articoli qui: https://www.atuttascuola.it/cristina-rocchetto/ )
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