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30 Agosto 2012
L’educazione ambientale è, a tutti gli effetti, un canale privilegiato per poter avviare un discorso di riflessione e valutazione sugli strumenti metodologici della didattica delle discipline scientifiche. Il panorama attuale mostra come la complessa tematica dell’ecologia coinvolga diversi campi come la biologia, geologia e scienze sociali.
L’interdisciplinarietà risponde al bisogno di educare i giovani in modo armonioso ed equilibrato sviluppando un curricolo in cui la didattica diventa flessibile e orientata verso la motivazione, l’informazione e la ricerca. L’uomo e l’ambiente costituiscono un sistema, ognuno di essi ha subito nel tempo una lenta ma graduale trasformazione che ha consentito ad entrambi di convivere e di scambiare l’energia per la vita. Le risorse della terra ( aria, acqua e suolo) hanno sempre accompagnato l’uomo durante la sua storia, negli anni lo sfruttamento intensivo ha portato al loro esaurimento e all’inquinamento ambientale che rappresenta ormai uno scenario globale con cui tutta la comunità umana deve confrontarsi nel quotidiano e nell’immediato futuro . La natura e l’uomo non sono sempre gli stessi e di questo sono la evidente testimonianza i cambiamenti climatici molto radicali che cambiano il contesto in cui il sistema natura e cultura interagiscono e dipendono l’uno dall’altro. Il valore formativo dell’educazione ambientale può aiutare i giovani a comprendere le dinamiche delle trasformazioni di un pianeta, la sua naturale evoluzione e il compito non facile di interpretarne i segnali, di ascoltarne le richieste per acquisire quella responsabilità e sensibilità che sono le caratteristiche di una vera coscienza ecologica.
Scienza e società
Il metodo scientifico si avvale spesso di modelli che hanno lo scopo di rappresentare situazioni e fenomeni in scala ridotta. Ciò che non può essere studiato nella realtà viene riprodotto ed osservato per stabilire delle leggi che regolano i fenomeni, origini, dinamiche e conseguenze che evidenziano relazioni di causa ed effetto. Secondo Haliwell gli stadi evolutivi di un curricolo didattico sono: progettazione, sviluppo, valutazione, divulgazione. In questo contesto gli obiettivi generali si traducono attraverso gli obiettivi specifici che confluiscono nelle conoscenze e attività che vengono programmate in classe. L’ambiente è formato dai fattori biotici ed abiotici, viventi e non che vivono in un medesimo luogo; studiare l’ambiente significa analizzare le relazioni tra “bios” e “abios” . E’ chiaro come un ambiente sia influenzato da diversi fattori, non solo biologici, chimici e fisici ma anche antropologici, culturali e sociali. In questa chiave di lettura possiamo parlare di educazione ambientale come polo di aggregazione tra “centri di interesse” (Gadsden, Becht,Dawson): scientifico ( schemi, processi e natura della scienza), pratico (fenomeni scientifici quotidiani, ambiente, lavoro), personale ( consapevolezza di sé da un punto di vista scientifico), sociale (aspetti storici e tecnologici). Il termine “integrazione” riferito spesso al tessuto sociale multiculturale che negli anni ha cambiato la società può essere usato come uno strumento metodologico della didattica per collegare le discipline che proprio nell’ambiente raccontano la propria storia e le proprie leggi di cui l’uomo non sempre ha fatto tesoro perché la natura è stata nel tempo privata della sua autonomia e del suo spazio vitale.
Il mondo in una conchiglia
Raccogliere conchiglie in una spiaggia può essere un sano passatempo ma anche un modo per studiare l’ambiente. La regolarità in natura è un aspetto molto interessante per invogliare i ragazzi all’osservazione di un “oggetto” di uso non quotidiano che rappresenta una traccia di un essere vivente. Motivare gli alunni significa far nascere delle domande sull’origine delle cose che si osservano, sulla loro funzione e struttura. Quando le domande sono state raccolte dall’insegnante inizia un percorso di informazione: gli animali si difendono con i propri mezzi e la conchiglia rappresenta una protezione, una casa nella quale stare al sicuro. Allargando il campo di indagine si giunge a scoprire perché gli animali perdono la propria casa. Ci sono i predatori che si nutrono di questi esseri viventi che sono costretti ad abbandonare la loro protezione. Esistono animali con uno scheletro interno come i mammiferi e altri che sono sostenuti da strutture esterne compatte. Mediante questa osservazione si giunge a una classificazione cioè a raggruppare secondo criteri comuni gli esseri viventi che hanno delle caratteristiche simili. La storia degli animali è lunga milioni di anni e le prime forme di vita hanno dovuto ingegnarsi per non essere predate. La conchiglia è la testimonianza di questa conquista. Ma le conchiglie raccontano anche la storia della terra perché le montagne attuali conservano resti fossili che ci fanno capire che milioni di anni fa, in seguito a complessi fenomeni di sollevamento della crosta terrestre, dagli oceani si sono sollevati i rilievi attuali che conservano ancora lo stampo fossile di animali primitivi come il nautilus. Le specie viventi hanno subito molte trasformazioni, molte di esse sono scomparse a causa di sconvolgimenti climatici che non ne hanno permesso la sopravvivenza. Nelle tribù primitive e forse ancora oggi in piccoli gruppi di indigeni lontani dalla civiltà per moneta di scambio erano usate le conchiglie, la storia dell’uomo in fondo può essere paragonata alla storia di una conchiglia. Una sostanza colorante come la porpora, usata per tingere i tessuti degli antichi romani, veniva estratta proprio da una conchiglia (murice) E’ strano come un piccolo oggetto possa racchiudere tanti segreti. Questa digressione che somiglia a un racconto spiega l’origine della vita, la struttura e funzione degli esseri viventi, l’evoluzione e l’adattamento all’ambiente, la storia del nostro pianeta, l’economia di un mercato che non subiva gli effetti della crisi.
L’educazione ambientale come risorsa
Mentre le risorse ambientali si stanno esaurendo c’è una risorsa forse ancora poco sfruttata: l’informazione finalizzata alla salvaguardia dell’ambiente naturale. Avvicinare gli alunni alla scoperta della natura significa recuperare il legame tra l’uomo e il contesto in cui vive ed opera. Da diversi anni l’informazione viaggia su canali tecnologici, la rapidità e la sinteticità dei messaggi ha determinato nel tempo disinteresse e non coinvolgimento verso le tematiche ambientali che vengono proposte in modo settoriale e poco approfondito. La storia della natura è la stessa storia dell’uomo, nessun evento può essere compreso e considerato nella giusta misura se guardiamo soltanto in una direzione quella cioè che affida alle macchine e agli strumenti della nuova tecnologia il potere e l’efficienza nell’ottica di una società perfetta o quasi. I cambiamenti climatici, i disastri ambientali sono segnali da non sottovalutare, la natura segue una sua evoluzione circa i corsi e ricorsi storici ma comunque l’intervento dell’uomo rappresenta l’ago di una bilancia che può accelerare e peggiorare le trasformazioni in atto. E’ necessario trasmettere alle nuove generazioni l’interesse e la consapevolezza che ogni comportamento, ogni azione personale non è avulsa dal resto della collettività, dalla vita dei simili e degli altri esseri viventi. Una catena alimentare, oltre alle necessità biologiche di sopravvivenza su cui si basa, è un flusso di energia e di equilibri che si stanno inesorabilmente alterando. Gli interventi dell’uomo sull’ambiente sono stati molti e incisivi , hanno lasciato tracce visibili, orme di un passaggio che continua a disegnare una nuova geografia. Su questi percorsi ” obbligati” dobbiamo far riflettere i giovani che vivono quasi sempre legati al presente immediato. Una risorsa è tale se trasmette conoscenza, se può servire come valore di testimonianza per il cambiamento della società e della vita dei singoli. La natura e l’ambiente sono lo scenario che accoglie e accompagna la storia dell’uomo, proprio per questo è indispensabile capire che ogni disfunzione, ogni alterazione della trama di questo racconto può cambiare il panorama globale e far sembrare, per assurdo, la natura una nemica da cui difendersi e contro la quale combattere per la sopravvivenza.
Laura Alberico