Professione educatore: quale riconoscimento giuridico? (3) – di Cristina Roc…
26 Marzo 2011Eccellenza, parola seducente .. nulla più – di Enrico Maranzana
28 Marzo 2011Impauriti dagli scrutini elettronici; ignoranti sulle LIM; lontani anche solo dal pensare ad utilizzare cellulari, i-pod, e-book nella didattica; orgogliosamente, testardamente ed esclusivamente legati alla penna e al quaderno: così mi immagino i docenti italiani.
Tuttavia, non preoccupatevi. In realtà so bene che non è così, nel senso che i docenti che si accostano alle tecnologie per scopi didattici sono aumentati molto in questi ultimi anni.
Volevo solo lanciare una provocazione ai miei colleghi, come quando una mamma sgrida i suoi bambini perché vuole loro bene.
Una indagine di Avg, l’ azienda dell’antivirus scaricato da molti nella sua versione freeware, dimostra che il 25% dei bambini fra 2 e 5 anni sa navigare in internet. Per una generazione simile, che arriverà sui banchi fra poco, pensare ad una scuola non interattiva vuol dire già in partenza preventivare uno stato di difficoltà di inserimento e integrazione nelle nostre aule vetuste, come quando due persone parlano due lingue diverse e fanno fatica a comunicare tra di loro.
Provate a pensare a chi nel cinquecento si affidava ancora agli amanuensi e ai manoscritti, mentre in tutto il mondo circolavano i testi stampati: varrebbe la pena di evitare anacronismi, oggi come allora.
La mia esperienza è che l’utilizzo dell’informatica ai fini didattici è faticoso (nel senso che occupa molto tempo) ma gratificante, a condizione che non sia fine a se stesso: se uno non ha niente da comunicare o da insegnare ad un altro, può avere anche gli strumenti tecnologici più aggiornati del mondo, ma non trarrà del contenuto da qualcosa che è, e rimane, solamente un mezzo.