Volontariato
27 Gennaio 2019Confronto tra Il principe e i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio
27 Gennaio 2019Blaise Pascal: scienza, fede, e condizione umana
Blaise Pascal (1623-1662) è stato un poliedrico intellettuale francese, eminente matematico, fisico, filosofo e teologo. La sua breve vita fu incredibilmente produttiva e lasciò un segno indelebile in diversi campi del sapere.
Biografia in breve:
- Nascita e famiglia: Nacque a Clermont-Ferrand, in Francia, il 19 giugno 1623. Suo padre, Étienne Pascal, era un magistrato e matematico che si occupò personalmente della sua educazione, data la precoce intelligenza del figlio.
- Infanzia prodigio: Fin da giovane, Pascal mostrò un talento straordinario per la matematica e le scienze.
- Contributi scientifici:
- Matematica: A soli 16 anni scrisse un importante trattato sulle sezioni coniche (“Saggio sulle coniche”). Contribuì inoltre in modo significativo al calcolo delle probabilità, con uno scambio di lettere con Pierre de Fermat. Inventò anche la pascalina, una delle prime calcolatrici meccaniche.
- Fisica: Studiò la pressione atmosferica e i fluidi, approfondendo gli esperimenti di Torricelli e contribuendo alla formulazione del principio di Pascal.
- Conversione religiosa e filosofia: Intorno al 1654 ebbe una profonda esperienza religiosa che lo portò ad avvicinarsi al giansenismo, un movimento teologico. Questa esperienza influenzò profondamente il suo pensiero filosofico, espresso principalmente nelle sue opere postume, i “Pensieri” (“Pensées”).
- “Pensieri”: Quest’opera, considerata il suo capolavoro filosofico, raccoglie appunti e riflessioni sulla condizione umana, la fede, la ragione e l’esistenza di Dio. In essa Pascal sviluppa la celebre “scommessa di Pascal”, un argomento apologetico a favore della credenza in Dio.
- Morte: Morì a Parigi il 19 agosto 1662, all’età di 39 anni.
Introduzione ai Punti chiave del pensiero di Pascal:
- Dualismo uomo-universo: Pascal sottolinea la paradossalità della condizione umana, sospesa tra la grandezza (la capacità di pensiero) e la miseria (la finitezza e la fragilità). L’uomo è un “essere pensante”, ma anche una “canna pensante”, fragile e vulnerabile.
- Critica del razionalismo cartesiano: Pur riconoscendo l’importanza della ragione, Pascal ne evidenzia i limiti, soprattutto di fronte ai misteri della fede e dell’esistenza. Distingue tra “esprit de géométrie” (spirito di geometria), proprio della ragione scientifica, e “esprit de finesse” (spirito di finezza), proprio del cuore e dell’intuizione, capace di cogliere le verità più profonde.
- La scommessa di Pascal: È un argomento pragmatico a favore della fede in Dio. Pascal invita a “scommettere” sull’esistenza di Dio: se si scommette che Dio esiste e si ha ragione, si guadagna l’infinito (la vita eterna); se si sbaglia, si perde poco. Se invece si scommette che Dio non esiste e si ha torto, si perde l’infinito; se si ha ragione, si guadagna poco. Pertanto, secondo Pascal, è razionalmente più conveniente scommettere sull’esistenza di Dio.
- Importanza del cuore e del sentimento: Pascal valorizza il ruolo del cuore e del sentimento nella conoscenza e nella fede. Il cuore ha “ragioni che la ragione non conosce”, ed è attraverso il cuore che l’uomo può accedere a una comprensione più profonda della realtà e di Dio.
In sintesi, Blaise Pascal fu una figura di spicco del XVII secolo, che diede contributi fondamentali alla scienza e alla filosofia. Il suo pensiero, caratterizzato da una profonda riflessione sulla condizione umana e sul rapporto tra ragione e fede, continua ad essere studiato e discusso ancora oggi.
1) Dualismo uomo-universo
Approfondiamo il concetto di dualismo uomo-universo nel pensiero di Blaise Pascal.
Pascal, nelle sue riflessioni, dipinge un quadro dell’uomo caratterizzato da una profonda ambivalenza, una tensione costante tra due poli opposti: la grandezza e la miseria. Questa dicotomia si riflette nel rapporto dell’uomo con l’universo, creando un dualismo che permea tutta la sua filosofia.
L’uomo: una “canna pensante”
Una delle immagini più celebri di Pascal è quella dell’uomo come “canna pensante”. Questa metafora racchiude in sé la paradossalità della condizione umana:
- Canna: L’uomo è paragonato a una canna, la cosa più fragile in natura, vulnerabile e soggetta a essere spezzata da un niente (“non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo: un vapore, una goccia d’acqua è sufficiente per ucciderlo”). Questa immagine sottolinea la finitezza, la precarietà e la dipendenza dell’uomo di fronte alla vastità e alla potenza dell’universo.
- Pensante: Ciò che distingue l’uomo da tutte le altre creature è la capacità di pensare. Il pensiero conferisce all’uomo una dignità unica, elevandolo al di sopra della sua fragilità fisica. Anche se l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe comunque più nobile di ciò che lo uccide, perché sa di morire e conosce la superiorità dell’universo, mentre l’universo non sa nulla.
Grandezza e miseria dell’uomo
Questo dualismo si manifesta nella coesistenza di grandezza e miseria nell’uomo:
- Miseria: L’uomo è “miserabile” a causa della sua finitezza, della sua ignoranza, della sua tendenza al peccato, della sua mortalità e della sua incapacità di trovare una felicità duratura nel mondo terreno. È un essere limitato, gettato in un universo immenso che non comprende appieno. Si sente smarrito tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, incapace di afferrare il senso della sua esistenza.
- Grandezza: La grandezza dell’uomo risiede nella sua capacità di pensare, di conoscere, di interrogarsi sul senso della vita e sull’esistenza di Dio. Il pensiero è ciò che lo eleva al di sopra della sua miseria, permettendogli di comprendere la sua stessa condizione e di aspirare all’infinito.
Il rapporto con l’universo
Il dualismo uomo-universo si concretizza in diversi aspetti:
- Infinitamente grande e infinitamente piccolo: L’uomo si trova sospeso tra due infiniti: l’infinitamente grande (l’universo) e l’infinitamente piccolo (l’atomo). È un punto infinitesimale nell’immensità del cosmo, ma allo stesso tempo contiene in sé la capacità di concepire questa immensità.
- Spazio e tempo: L’uomo è limitato nello spazio e nel tempo, ma il suo pensiero può abbracciare l’intero universo e l’eternità.
- Ragione e sentimento: L’uomo è dotato di ragione, che gli permette di conoscere il mondo attraverso la scienza, ma anche di sentimento, che lo apre alla dimensione del cuore, dell’intuizione e della fede.
Conclusione
Il dualismo uomo-universo nel pensiero di Pascal non è una semplice contrapposizione, ma una tensione dinamica che definisce la condizione umana. L’uomo è un essere paradossale, sospeso tra la sua finitezza e la sua aspirazione all’infinito, tra la sua miseria e la sua grandezza. Questa consapevolezza della propria ambivalenza è, per Pascal, il primo passo verso la ricerca di un senso alla vita e di un rapporto con Dio. È proprio in questa consapevolezza che risiede la vera grandezza dell’uomo.
2) Critica del razionalismo cartesiano
René Descartes (Cartesio) aveva posto la ragione al centro della sua filosofia, cercando di costruire un sistema di conoscenza basato su principi indubitabili, raggiungibili attraverso il dubbio metodico e il cogito (“penso, dunque sono”). Pascal, pur riconoscendo l’importanza della ragione, ne evidenzia i limiti, soprattutto in relazione alla comprensione della condizione umana, della fede e dell’esistenza di Dio.
Punti centrali della critica di Pascal a Cartesio:
- Limiti della ragione: Pascal non nega il valore della ragione nel campo scientifico e matematico (dove lui stesso diede importanti contributi), ma ne sottolinea l’insufficienza per comprendere le verità ultime e i misteri della fede. La ragione, secondo Pascal, è limitata e non può abbracciare l’infinito e il trascendente.
- “Esprit de géométrie” e “esprit de finesse”: Pascal distingue due tipi di “spirito”:
- “Esprit de géométrie” (spirito di geometria): È la capacità di ragionamento logico-deduttivo, tipica delle scienze matematiche e fisiche. Si basa su principi chiari e distinti e procede per dimostrazioni rigorose. Questo è l’ambito in cui Cartesio eccelleva e su cui basava il suo metodo.
- “Esprit de finesse” (spirito di finezza): È la capacità di cogliere le verità complesse e sfumate che sfuggono alla logica formale. Si basa sull’intuizione, sul sentimento, sul cuore. È proprio di ambiti come la morale, la metafisica e la religione.
- Il “Dio dei filosofi” e il “Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe”: Pascal critica la concezione di Dio di Cartesio, che definisce il “Dio dei filosofi”, un’entità astratta, un principio metafisico, un garante dell’ordine del mondo. A questo Dio, Pascal contrappone il “Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe”, il Dio della rivelazione biblica, un Dio personale, che si rivela all’uomo attraverso la fede e il cuore. Il Dio di Cartesio è un Dio puramente razionale, mentre il Dio di Pascal è un Dio che si incontra attraverso l’esperienza interiore e la fede.
- Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce: Questa celebre frase di Pascal riassume la sua critica al razionalismo cartesiano. Il cuore, inteso come sede dei sentimenti, dell’intuizione e della fede, ha una forma di conoscenza che sfugge alla ragione logica. Ci sono verità che non possono essere dimostrate razionalmente, ma che vengono colte attraverso il cuore.
- La conoscenza della condizione umana: Pascal ritiene che la ragione sia insufficiente anche per comprendere appieno la condizione umana, caratterizzata da paradossi e contraddizioni. La ragione può analizzare i fatti, ma non può dare una risposta al senso della vita, alla sofferenza, alla morte. Per questo, secondo Pascal, è necessario ricorrere alla fede e al cuore.
In sintesi:
Pascal non rifiuta completamente la ragione, ma ne delimita il campo di applicazione. La ragione è valida per le scienze e la matematica, ma non può pretendere di spiegare tutto. Di fronte ai misteri dell’esistenza, della fede e di Dio, è necessario ricorrere all'”esprit de finesse”, al cuore e all’intuizione. La critica di Pascal a Cartesio apre la strada a una concezione più complessa della conoscenza, che integra ragione e sentimento, logica e intuizione.
È importante sottolineare che la critica di Pascal non è una semplice contrapposizione tra ragione e fede, ma un tentativo di conciliare queste due dimensioni dell’esperienza umana. Pascal riconosce l’importanza di entrambe, ma le colloca in ambiti diversi, riconoscendo i limiti della ragione di fronte all’infinito e al trascendente.
3) La scommessa di Pascal
La scommessa di Pascal non è una vera e propria dimostrazione dell’esistenza di Dio, ma piuttosto un argomento pragmatico che invita a considerare razionalmente la convenienza di credere in Dio, di fronte all’incertezza della sua esistenza. Pascal parte dalla constatazione che la ragione umana non può dimostrare né confutare l’esistenza di Dio. Di fronte a questa incertezza, l’uomo deve comunque prendere una decisione, deve “scommettere”.
La struttura dell’argomento:
Pascal immagina una sorta di tabella a doppia entrata, in cui si confrontano due possibilità:
- Dio esiste:
- Dio non esiste:
E due azioni possibili:
- Credere in Dio:
- Non credere in Dio:
Da questa combinazione derivano quattro possibili scenari:
Dio esiste | Dio non esiste | |
---|---|---|
Credere in Dio | Guadagno infinito (Paradiso) | Perdita finita (rinunce terrene) |
Non credere in Dio | Perdita infinita (Inferno) | Guadagno finito (piaceri terreni) |
L’analisi dei quattro scenari:
- Se Dio esiste e si crede in Lui: si ottiene un guadagno infinito, la vita eterna in Paradiso.
- Se Dio esiste e non si crede in Lui: si incorre in una perdita infinita, la dannazione eterna.
- Se Dio non esiste e si crede in Lui: si subisce una perdita finita, rappresentata dalle rinunce ai piaceri terreni che la fede comporta.
- Se Dio non esiste e non si crede in Lui: si ottiene un guadagno finito, rappresentato dai piaceri terreni di cui si può godere senza le restrizioni della fede.
La conclusione di Pascal:
Secondo Pascal, la scelta razionale è quella di credere in Dio. Infatti, se si scommette sull’esistenza di Dio, si ha la possibilità di guadagnare l’infinito (la vita eterna), mentre la perdita, nel caso in cui Dio non esistesse, sarebbe finita (le rinunce terrene). Al contrario, se si scommette sulla non esistenza di Dio, si rischia una perdita infinita (l’Inferno), a fronte di un guadagno finito (i piaceri terreni).
In termini di teoria delle decisioni, si potrebbe dire che la scommessa di Pascal si basa su un principio di dominanza: la scelta di credere in Dio “domina” l’alternativa di non credere, in quanto offre un guadagno potenzialmente infinito a fronte di una perdita finita, mentre l’alternativa opposta espone a una perdita potenzialmente infinita per un guadagno finito.
Critiche alla scommessa di Pascal:
La scommessa di Pascal ha suscitato numerose critiche nel corso dei secoli. Alcune delle principali sono:
- La natura della fede: Alcuni critici sostengono che la fede non possa essere una scelta razionale, ma debba essere un atto di sincera convinzione interiore. Non si può “scommettere” di credere, ma si crede o non si crede.
- La concezione di Dio: La scommessa presuppone una concezione di Dio che premia i credenti e punisce i non credenti, una visione che alcuni considerano limitata e antropomorfica.
- La molteplicità delle religioni: La scommessa non specifica quale religione sia quella “vera”. Se si scommette sull’esistenza di un determinato Dio, si rischia di sbagliare religione e quindi di incorrere comunque in una perdita.
- L’aspetto puramente utilitaristico: Alcuni critici contestano l’approccio puramente utilitaristico alla fede, che sembra motivata solo dal desiderio di evitare la dannazione eterna e ottenere la beatitudine.
Importanza della scommessa di Pascal:
Nonostante le critiche, la scommessa di Pascal rimane un importante contributo alla filosofia della religione e alla teoria delle decisioni. Essa pone l’accento sulla necessità di prendere una posizione di fronte all’incertezza dell’esistenza di Dio e invita a considerare le conseguenze delle proprie scelte. Inoltre, ha stimolato un ampio dibattito sul rapporto tra ragione e fede, sulla natura della credenza religiosa e sulla razionalità delle scelte umane in condizioni di incertezza.
In conclusione, la scommessa di Pascal non è una prova dell’esistenza di Dio, ma un invito a riflettere sulla convenienza razionale di credere, di fronte all’impossibilità di una dimostrazione definitiva. È un argomento che continua a suscitare interesse e discussioni, offrendo spunti di riflessione sul senso della vita, sulla fede e sul rapporto tra l’uomo e il trascendente.
4) Importanza del cuore e del sentimento
Approfondiamo l’importanza del cuore e del sentimento nel pensiero di Blaise Pascal.
Pascal, nella sua riflessione filosofica, non si limita a considerare la ragione come unica facoltà conoscitiva dell’uomo, ma attribuisce un ruolo fondamentale anche al cuore. Con questo termine, Pascal non si riferisce semplicemente all’organo fisico o alla sede delle emozioni superficiali, ma a una dimensione più profonda dell’essere umano, che comprende l’intuizione, il sentimento morale, la coscienza, la fede e la capacità di cogliere le verità che sfuggono alla logica razionale.
“Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce”
Questa celebre frase di Pascal è la chiave per comprendere il suo pensiero sul ruolo del cuore. Egli non intende sminuire l’importanza della ragione, ma piuttosto evidenziarne i limiti di fronte a certe verità che possono essere colte solo attraverso un’altra via, quella del cuore.
Cosa intende Pascal per “cuore”?
Il “cuore” per Pascal rappresenta:
- Intuizione: La capacità di cogliere immediatamente certe verità, senza bisogno di una dimostrazione logica. Ad esempio, la consapevolezza dell’esistenza dello spazio tridimensionale o dei principi della morale.
- Sentimento morale: La capacità di distinguere il bene dal male, di provare rimorso o gioia di fronte alle proprie azioni.
- Coscienza: La consapevolezza interiore della propria esistenza e della propria responsabilità morale.
- Fede: L’adesione a verità religiose che non possono essere dimostrate razionalmente, ma che vengono accolte attraverso un atto di fiducia e di amore.
- Esperienza interiore: La dimensione più intima dell’essere umano, dove si incontrano le emozioni, i desideri, le paure e le aspirazioni più profonde.
Il ruolo del cuore nella conoscenza:
Secondo Pascal, il cuore svolge un ruolo fondamentale nella conoscenza, complementare a quello della ragione:
- Conoscenza dei principi primi: Il cuore conosce i principi primi, le verità fondamentali che stanno alla base di ogni ragionamento, ma che non possono essere dimostrate a loro volta. Ad esempio, il principio di non contraddizione o l’esistenza dello spazio e del tempo. “Il cuore sente che lo spazio ha tre dimensioni e che i numeri sono infiniti; e la ragione poi dimostra che non vi sono due numeri quadrati l’uno dei quali sia doppio dell’altro. I principi si sentono, le proposizioni si dimostrano, e il tutto con certezza, sebbene 1 per differenti vie.” (Pensieri, 110)
- Conoscenza di Dio: Pascal afferma che “il cuore, e non la ragione, sente Dio”. La fede è un dono che si riceve attraverso il cuore, un’esperienza interiore che trascende la capacità della ragione di comprendere e dimostrare l’esistenza di Dio.
- Comprensione della condizione umana: La ragione può analizzare i fatti, ma non può cogliere appieno la complessità e la paradossalità della condizione umana, caratterizzata da grandezza e miseria, aspirazione all’infinito e consapevolezza della propria finitezza. Solo il cuore, attraverso l’esperienza interiore e il sentimento, può dare un senso a questa condizione.
Rapporto tra cuore e ragione:
Pascal non contrappone rigidamente cuore e ragione, ma li considera due facoltà complementari. Entrambe sono necessarie per una conoscenza completa della realtà. La ragione si occupa delle verità dimostrabili, mentre il cuore si apre alle verità che sfuggono alla logica formale.
L’importanza del sentimento:
Il sentimento, inteso come espressione del cuore, è fondamentale per Pascal. Attraverso i sentimenti, l’uomo entra in contatto con la propria interiorità, con i propri valori e con il mondo che lo circonda. I sentimenti, come l’amore, la gioia, la tristezza, la paura, sono parte integrante dell’esperienza umana e contribuiscono alla conoscenza del sé e del mondo.
In conclusione:
L’importanza del cuore e del sentimento nel pensiero di Pascal sottolinea la necessità di integrare la ragione con altre forme di conoscenza, che attingono alla dimensione interiore dell’uomo. Il cuore, inteso come sede dell’intuizione, del sentimento morale, della coscienza e della fede, svolge un ruolo cruciale nella comprensione della realtà, di Dio e della condizione umana. Questa valorizzazione della dimensione affettiva e spirituale dell’uomo rende il pensiero di Pascal profondamente attuale e significativo ancora oggi.
Materiale didattico e appunti su Blaise Pascal sul sito atuttascuola
-
Antologia dai Pensieri di Pascal di Roberto Persico
-
Blaise Pascal: scienza, fede, e condizione umana
-
Appunti scolastici su Blaise Pascal: vita, opere e filosofia esistenzialista
-
BLAISE PASCAL – filosofia, di Miriam Gaudio
-
Blaise Pascal: science, faith, and human condition
Materiale didattico e appunti su altri siti
-
Pascal di Diego Fusaro
Audio Lezioni, ascolta il podcast di Filosofia del prof. Gaudio
Ascolta “Filosofia” su Spreaker.