ITALIANO
27 Gennaio 2019Materiale didattico di chimica
27 Gennaio 2019Capofila del movimento democratico italiano prima dell’Unità d’Italia, Carlo Cattaneo sviluppò una teoria del federalismo come pratica di autogoverno, immaginando gli Stati Uniti d’Italia.
Carlo Cattaneo identificava nella borghesia la forza più dinamica della storia contemporanea e considerava la cultura scientifica il motore del progresso. Spesso soprannominato il primo positivista italiano, percepiva la filosofia empirica come una sorta di sintesi di tutte le scienze, ma ne sottolineava anche le dimensioni antropologiche e psicologiche e soprattutto il suo carattere di metodologia della conoscenza; il suo obiettivo era studiare il pensiero umano. I grandi temi della filosofia di Cattaneo sono la natura, l’individuo e la società; in particolare l’ultimo.
Formazione
Carlo Cattaneo, nato a Milano nel 1801 e morto a Castagnola, vicino a Lugano, Svizzera, nel 1869. Allievo del filosofo Gian Domenico Romagnosi, si laureò all’Università di Pavia nel 1824 e insegnò al liceo a Milano. All’inizio degli anni ’30 dell’Ottocento Cattaneo divenne anche un collaboratore regolare della rivista di Romagnosi Annali universali di statistica, scrivendo principalmente di agricoltura, commercio e finanza. Nel 1839 fondò la propria rivista, Il Politecnico, che divenne una pietra miliare della cultura progressista lombarda. Il giornale e la pubblicazione di Notizie naturali e civili sulla Lombardia stabilirono la reputazione di Cattaneo come esperto il cui consiglio il governo asburgico chiese spesso prima del 1848.
Teorie economiche
Protagonista di spicco del libero scambio e critico del protezionismo, Cattaneo fu tra i numerosi intellettuali lombardi della sua generazione a convincersi che le politiche del governo asburgico erano dannose per il progresso economico della regione e, quindi, anche per il suo progresso sociale e politico . A poco a poco è stato attirato in una cerchia di dirigenti milanesi che hanno insistito per cambiamenti nella politica ufficiale.
1848
Pur non prendendo parte a congiure, Cattaneo perse la fiducia nella possibilità di grandi riforme sotto gli Asburgo e durante le Cinque giornate di Milano (18-22 marzo 1848) guidò il consiglio di guerra rivoluzionaria. Le sue preferenze repubblicane e democratiche lo portarono in conflitto con esponenti dell’alta borghesia milanese che avevano chiesto assistenza militare al re Carlo Alberto di Savoia.
Durante la sua breve ma intensa esperienza di capo rivoluzionario, Cattaneo sviluppò una profonda sfiducia nei confronti della monarchia piemontese e dei suoi sostenitori. Rimase fedele a queste opinioni politiche durante tutto il periodo di lotta per l’Unità d’Italia che seguì la rivoluzione del 1848. Cattaneo si scontrò anche con Giuseppe Mazzini perché percepiva il repubblicanesimo mazziniano come incompatibile con le diverse tradizioni politiche e culturali dell’Italia.
L’esilio in Svizzera e gli ultimi anni
Nell’agosto del 1849, quando Milano fu nuovamente occupata dalle truppe austriache, Cattaneo e la moglie fuggirono sulle rive del Lago di Lugano. Lì riprese l’antico mestiere di insegnante di scuola media superiore e si associò anche con un altro esule, l’editore Alessandro Repetti, per pubblicare una collana di documentari sugli eventi del 1848, I documenti della guerra santa, e l’Archivio triennale delle cose d’ Italia, che restano fonti importanti per la storia della rivoluzione del 1848.
Pur rimanendo attivo nel movimento per l’indipendenza italiana, Cattaneo negli anni Cinquanta dell’Ottocento riprese le sue attività accademiche e scrisse saggi storici e filosofici in cui sosteneva una federazione delle repubbliche democratiche in Italia. Nel 1860 fu eletto al primo parlamento italiano ma scelse di non prendere il suo seggio né di tornare in Italia. Nonostante ciò, le sue idee politiche rimasero influenti tra gli intellettuali progressisti del dopo Risorgimento e tra i critici della monarchia e dell’egemonia politica liberale moderata nel XX secolo.
Per approfondire
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Il pensiero di CATTANEO di Diego Fusaro
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Cattaneo e Mazzini. (A. 4, n. 10, 1925) da La rivoluzione liberale di Piero Gobetti
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Cattaneo. (A. 4, n. 39, 1925) da La rivoluzione liberale di Piero Gobetti
Testi
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