Privacy nella scuola

Si tratta di unna questione che richiede un’attenzione particolare perché riguarda il diritto di trasparenza e la protezione dei dati personali. Vediamo di chiarire.

Normativa di riferimento

La richiesta di accesso agli atti amministrativi è regolata da diverse normative, tra cui:

1. Legge 241/1990 (Legge sul procedimento amministrativo), che disciplina l’accesso agli atti nella pubblica amministrazione, comprese le scuole.
2. Regolamento UE 2016/679 (GDPR), che tutela i dati personali e impone limiti alla divulgazione di informazioni sensibili.
3. D.Lgs. 33/2013, che regola l’accesso civico e la trasparenza nelle pubbliche amministrazioni.

Chi può richiedere l’accesso agli atti?

Secondo la Legge 241/1990, chiunque abbia un interesse legittimo, concreto e attuale in un procedimento amministrativo può chiedere l’accesso agli atti. Nel contesto scolastico, un genitore può esercitare questo diritto se gli atti richiesti riguardano il proprio figlio o situazioni in cui ha un interesse diretto.

Modalità di richiesta

La richiesta di accesso agli atti deve essere formulata per iscritto e indirizzata al Dirigente Scolastico, che è il responsabile della gestione dei documenti. La richiesta dovrebbe includere:

• Identificazione dell’interessato (il genitore);
• Indicazione chiara degli atti di cui si richiede l’accesso;
• Motivazione della richiesta, che deve dimostrare l’interesse diretto, concreto e attuale all’accesso.

Tipologie di accesso

1. Accesso documentale (Legge 241/1990): Si richiede per ottenere copie di documenti relativi a un procedimento amministrativo che coinvolge il richiedente (es. voti, verbali del consiglio di classe, documenti relativi a sanzioni disciplinari).
2. Accesso civico (D.Lgs. 33/2013): Può essere esercitato per ottenere documenti relativi alla trasparenza dell’istituto scolastico, come bilanci, spese, o informazioni relative ai bandi di gara, ma non dati personali.

Limiti all’accesso

Non tutti gli atti sono accessibili. La scuola può rifiutare l’accesso nei seguenti casi:

• Tutela della privacy di terzi: Gli atti che contengono dati personali di altri studenti o informazioni sensibili sono protetti. Ad esempio, un genitore non può accedere ai compiti o alle valutazioni di altri alunni.
• Sicurezza o ordine pubblico: Alcuni documenti potrebbero essere riservati per motivi di sicurezza o ordine pubblico.
• Protezione dei dati sensibili e giudiziari: I dati che rientrano nelle categorie dei dati sensibili (es. salute, orientamento politico o religioso) o giudiziari richiedono una protezione particolare in base al GDPR.

Tempistiche

La scuola ha 30 giorni di tempo per rispondere alla richiesta. Se la domanda viene accettata, l’accesso può avvenire tramite:

• Visione degli atti presso la segreteria della scuola;
• Rilascio di copie degli atti, con eventuale pagamento di una tariffa per la riproduzione.

Se la richiesta viene respinta o parzialmente accolta, il genitore può fare ricorso al TAR o chiedere un parere al Garante per la Privacy, in caso di violazioni della normativa sulla protezione dei dati personali.

Conclusione

Un genitore ha il diritto di chiedere accesso agli atti relativi al proprio figlio, ma deve rispettare le procedure stabilite dalla legge e le restrizioni che tutelano la privacy di terzi. La scuola, rappresentata dal Dirigente Scolastico, deve rispondere in modo tempestivo e trasparente, bilanciando il diritto all’accesso con la protezione dei dati personali.