Bauhaus
27 Gennaio 2019Programma svolto di disegno
27 Gennaio 2019Giovanni Fattori è considerato uno dei più sensibili esponenti del movimento dei Macchiaioli.
Egli iniziò a informare i primi personali orientamenti artistici quando, a partire dagli anni Cinquanta dell’Ottocento, iniziò a frequentare il Caffè Michelangiolo di Firenze, animato da «una classe di giovani [artisti], i quali erano divenuti nemici dei professori accademici: guerra all’arte classica!». Fattori, mostrandosi insofferente alla pittura accademica e ai temi storico-celebrativi da essa prediletti, aderì quasi fisiologicamente alla macchia, una nuova tecnica pittorica ed espressiva legata con la poetica naturalistica.
Giovanni Fattori (Livorno 1825-Firenze 1908) è l’artista più rappresentativo della corrente dei Macchiaioli, un primo gruppo di artisti italiani del plein air, la cui opera anticipa, nel XIX secolo, quella dei loro contemporanei più giovani, gli impressionisti francesi. Lo studio, condotto da un team multidisciplinare composto da scienziati e conservatori, presenta i risultati della caratterizzazione scientifica effettuata su un gruppo di 10 dipinti realizzati da Fattori tra il 1854 e il 1893 e mostra come egli abbia utilizzato complesse miscele di una grande varietà di pigmenti tradizionali e sintetici, che vanno dal bianco piombo, trovato puro ed esteso anche con carbonato di calcio, barite naturale e gesso al bianco zinco, dall’ocra rossa al cinabro e vermiglio, dall’ocra gialla e giallo napoli al giallo cromo, giallo cadmio e giallo zinco , unito a molti altri riportati in dettaglio. Questo contributo mette in luce l’evoluzione della sua tecnica pittorica in un periodo di grandi innovazioni tecnologiche e sociali e avanza alcune ipotesi sulla sua conoscenza dei pigmenti fabbricati, cioè dei colori tubolari recentemente introdotti negli ambienti degli artisti. L’ampia gamma di pigmenti e la loro diversa qualità tra gli stessi prodotti sintetici suggeriscono che l’artista abbia utilizzato tutti i materiali disponibili, e che nella scelta dei pigmenti abbia mantenuto le tecniche degli artisti del primo Ottocento, come l’uso di terre minerali e blu di Prussia, analogamente ai suoi artisti italiani contemporanei Federico Zandomeneghi e Telemaco Signorini, ma sperimentò anche nuove e peculiari miscele di pigmenti nella realizzazione di “scuri colorati” e un uso innovativo delle fondi nella composizione finale, che sono anche tratti distintivi degli impressionisti francesi . Il presente lavoro intende contribuire a superare la mancanza di una panoramica esaustiva sui diffusi dati storico-scientifici finora raccolti sulla pittura italiana del XIX secolo, fortemente sottovalutata rispetto ai precedenti movimenti artistici.
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