Vita di Cesare
27 Gennaio 2019A SCUOLA CON … RINNOVATA ENERGIA!
27 Gennaio 2019Dai decreti delegati al coinvolgimento contrattuale delle famiglie nelle scuole
Storia della partecipazione delle famiglie alla gestione della scuola
Decreti delegati (1974)
Negli anni settanta, precisamente nel 1973, il parlamento ha delegato il governo ad attuare una serie di decreti (detti per questo decreti delegati) che si sono concretizzati, l’anno successivo, il 16 aprile 1974, nella legge 417, che ha per la prima volta aperto la scuola alla partecipazione democratica delle famiglie, e, nelle scuole superiori degli stessi alunni alla gestione dell’istituzione scolastica. Fino ad allora la scuola era un mondo chiuso, in cui gli operatori custodivano gelosamente una loro indipendenza di giudizio e di deliberazione. L’utopia che sta alla base dei decreti delegati, e quindi degli organi collegiali che in quella occasione furono concepiti (consiglio di circolo, istituto, classe, ecc…), era quello di applicare al mondo della scuola i meccanismo della democrazia partecipativa. Il limite, però, è che, se da una parte non è giusto applicare alla scuola i meccanismi gestionali dell’ azienda, non è neanche detto che la scuola debba essere gestita come un ente locale, un consiglio comunale o regionale.
La trasparenza (1990)
Nel 1990 la legge 241 ha stabilito che le procedure della pubblica amministrazione (e quindi anche della scuola) dovevano essere semplificate e rese accessibili all’utenza.
La carta dei servizi (1995)
Nel Decreto del Presidente del consiglio dei Ministri del 7 giugno 1995, si stabilisce, in continuità con la legge 241/95, che ogni amministrazione pubblica debba adottare una carta dei servizi, da rendere consultabile ai propri utenti. La carta dei servizi è espressione di una amministrazione partecipativa. In quest’ottica le singole istituzioni stipulano un contratto formativo. Quindi da quegli anni si impone agli operatori scolastici l’urgenza di esplicitare agli utenti i diritti e i doveri, gli impegni che gli operatori scolastici esplicitano. Si tratta sempre, comunque di una azione unilaterale, nel senso che le famiglie e gli alunni sono chiamati a controfirmare per presa visione. Era chiamato contratto, quindi, un po’ impropriamente quel documento, ed era assimilabile, invece, al regolamento di istituto, quindi un documento che sicuramente apre la scuola
Il patto di corresponsabilità educativa (2007)
Il patto educativo di corresponsabilità educativa, previsto dal D.P.R. 21 novembre 2007, n. 235 pubblicato in Gazzetta Ufficiale 18 dicembre 2007, n. 293, dal ministro Fioroni, è attuato dal ministro Gelmini. Nella Circolare n. 4 del 2009 si stabilisce che le famiglie sottoscrivano questo patto contestualmente con l’iscrizione alla scuola secondaria. Il passaggio fondamentale dal contratto formativo al patto di corresponsabilità è che la sottoscrizione non è più unilaterale, ma consensuale. Il patto viene solitamente elaborato in sede di collegio docenti, o, più presumibilmente, vista la lentezza di azione di un organo così pachidermico, da una sottocommissione di docenti o dalla staff della presidenza (dirigente più vicepreside e collaboratori) se non dal dirigente stesso. Poi, però, questa bozza va sottoposta ad un gruppo di delegati dei docenti, dei genitori e, nel caso della scuola superiore, degli studenti. Si tratta del cosiddetto organo di garanzia, i cui singoli membri sono chiamati a firmare il patto, dopo aver dato il loro apporto significativo alla redazione finale del patto. Pertanto i genitori e gli studenti non sono più chiamati semplicemente a prendere visione del testo, ma contribuiscono alla stesura dello stesso. La nuova normativa del patto introduce una radicale innovazione rispetto al contratto formativo (carta dei servizi) del 1995, e rispetto ai regolamenti scolastici preesistenti, nonché rispetto agli organi collegiali.