Fleur Jaeggey
27 Gennaio 2019Programma svolto di Italiano
27 Gennaio 2019Democrazia e nazione, unità d’Italia e d’Europa, libertà e fratellanza sono i cardini del pensiero politico di Giuseppe Mazzini (1805-1872). Leggi i brani tratti dai suoi scritti, e giudizi di alcuni studiosi, poi elabora un tuo testo storiografico.
Compito di italiano e storia su Mazzini
Saggio breve o articolo di giornale
Ambito storico-politico
Traccia per l’esame di stato 2006
ESAMI DI STATO CONCLUSIVI DEI CORSI DI STUDIO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE – anno 2006
PROVA DI ITALIANO
(per tutti gli indirizzi: di ordinamento e sperimentali)
TIPOLOGIA B – REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”
CONSEGNE
Sviluppa l’argomento scelto o in forma di saggio breve” o di articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano.
Se scegli la forma del saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.
Da al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro).
Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo.
Se scegli la forma dell’articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo.
Da all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro).
Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo).
Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.
3. AMBITO STORICO – POLITICO
ARGOMENTO: Democrazia e nazione, unità d’Italia e d’Europa, libertà e fratellanza sono i cardini del pensiero politico di Giuseppe Mazzini (1805-1872).
DOCUMENTI
«V’è nella mente di tanti italiani un Mazzini immaginario. V’è un Mazzini patriota, il più ardente patriota: uno dei quattro fattori d’Italia” bene accostato, nelle poetiche sintesi e nelle narrazioni usuali, a Garibaldi, come a Cavour e a Vittorio Emanuele II;V’è un Mazzini cospiratoreV’è un Mazzini pensatore sprofondato a dettare comandamenti, precetti morali, a formulare una dottrina morale, non solo per la politica ma per l’economia socialeV’è un Mazzini quasi quasi ancora interessante, eccitatore di meditazioni, di elucubrazioni sul fatale andare dell’evoluzione sociale, sui guai che essa conduce seco; c’è un Mazzini morto per il tempo nostro, cioè superato, e non in grado di rispondere alle imperiose domande dell’attualitàVorrei dir meglio: che sia giunto il momento dell’inizio di un serio studio del pensiero mazziniano, per il quale siano bandite la predica delle formule, la ripetizione delle frasi fatte, la retorica di inconcludenti cosiddetti cultori delle dottrine del (iniziale maiuscola) Maestro, e siano seguite indicazioni e ispirazioni per un’azione feconda di tutti coloro i quali sono impegnati nella politica, nel movimento sociale?»
CONTI, Alle fiamme il manichino, in G. Mazzini. L’uomo e le idee, Roma, Edizioni Nuova Repubblica, 1998
Dal Manifesto del triumvirato della Repubblica Romana (Armellini, Mazzini, Saffi), 5 aprile 1849:
«Noi non siamo Governo d’un partito, ma Governo della Nazione. Né intolleranza né debolezza. La Repubblica è conciliatrice ed energica…La Nazione ha vinto. Il suo Governo deve avere la calma generosa e serena, e non deve conoscere gli abusi della vittoria. Inesorabile quanto al principio, tollerante e imparziale con gli individui; né codardo né provocatore: tale dev’essere un Governo per essere degno dell’istituzione repubblicana. Economia negli impieghi; moralità nella scelta degl’impiegati; capacità, accertata dovunque si può per concorso, messa a capo d’ogni ufficio, nella sfera amministrativa. Ordine e severità di verificazione e censura nella sfera finanziaria; limitazione di spese, guerra ad ogni prodigalità. Non guerra di classi, non ostilità alle ricchezze acquistate, non violazioni improvvide o ingiuste di proprietà, ma tendenza continua al miglioramento materiale dei meno favoriti dalla fortuna, e volontà ferma di ristabilire il credito dello Stato, e freno a qualunque egoismo colpevole di monopolio, d’artificio, o di resistenza passiva. Poche e caute leggi, ma vigilanza decisa sull’esecuzione. Sono queste le basi generali del nostro programma».
MAZZINI, Scritti, Roma, 1877, vol. VII
«La tendenza democratica dei nostri tempi, il moto di ascesa delle classi popolari desiderose di prender parte alla vita politica – finora riservata a una cerchia di privilegiati – non è più un sogno utopico, né unincerta previsione: è un fatto, un grande fatto europeo che occupa ogni mente, incide sugli indirizzi dei governi, sfida ogni opposizione. Le idee che hanno agitato per lungo tempo il campo della Democrazia, quando vengono ponderatamente esaminate, possono essere raggruppate in due grandi dottrine; le quali, a loro volta, potrebbero essere riassunte in due parole: Diritti e Doveri. Dietro queste due grandi dottrine ci sono certo numerose varietà, e le varietà apparenti sono ancora di più. La Democrazia è soprattutto un problema educativo, e poiché il valore dell’educazione dipende dalla verità del principio su cui si basa, l’intero futuro della Democrazia è condizionato da tale questione».
MAZZINI, in Peoples Journal”, n. 35, 28/8/1846 e n. 40, 3/10/1846, ora in
Pensieri sulla Democrazia in Europa, a cura di S. Mastellone, Milano, Feltrinelli, 1997
«Dubito che, nella sua generazione, ci sia stato nessuno che abbia esercitato sui destini dell’Europa un’influenza altrettanto profonda. La carta dell’Europa quale la vediamo oggi è quella di Giuseppe Mazzini. Mazzini è stato il profeta della libera nazionalità. Lo splendido edificio innalzato da Bismarck è miseramente disfatto, ma i sogni di quel giovane, venuto in Inghilterra come esule e vissuto qui anni e anni in povertà, vivendo della carità degli amici e armato soltanto della sua penna, sono ora diventati stupefacenti realtà in tutto il continente. Non ci ha insegnato soltanto i diritti di una nazione: ci ha insegnato i diritti delle altre. Mazzini è il padre dell’idea della Lega delle Nazioni».
LLOYD GEORGE, in The Times”, 29/6/1922, riportato in Denis MACK SMITH, Mazzini, Milano, Rizzoli, 1993
«Non si può ricordare degnamente Mazzini senza mettere in rilievo il fondamento etico-religioso del suo pensiero politico, che tendeva ad un laicismo che non fosse privo di spiritualità, e ad una politica che non mancasse di moralità».
STURZO, Dio e popolo (12 maggio 1949), in G. Mazzini. L’uomo e le idee, Roma, Edizioni Nuova Repubblica, 1998