Cristo è risorto! – di Don Savino
27 Marzo 2016Un’attrattiva disarmante – di Don Savino
28 Marzo 2016Storia della linguistica storica negli antichi filosofi: Eraclito, Parmenide, Platone, Aristotele, Stoici, Epicurei
La filosofia del linguaggio nell’antichità
Il pensiero antico offre una riflessione fondamentale sul linguaggio, esplorandolo come strumento di conoscenza, veicolo di verità e potenziale fonte di inganno. I principali filosofi dell’antichità hanno indagato il linguaggio da prospettive diverse, anticipando temi che sarebbero stati centrali nella linguistica storica e nella filosofia del linguaggio.
Eraclito: il linguaggio come espressione del divenire
Per Eraclito, il linguaggio riflette la natura dinamica della realtà. La sua concezione di un mondo in continuo cambiamento (panta rei) si traduce in una visione del linguaggio come fluido e ambiguo.
- Logos: Per Eraclito, il linguaggio umano può avvicinarsi al logos universale, il principio razionale che governa il cosmo, ma spesso è frainteso dagli uomini che restano intrappolati nella superficialità delle parole.
- Ambiguità: L’uso dei contrari e delle metafore nel linguaggio eracliteo sottolinea la complessità e la molteplicità di significati.
Parmenide: il linguaggio come strumento del pensiero razionale
In contrasto con Eraclito, Parmenide propone una visione statica del linguaggio, legata alla sua concezione dell’essere.
- Linguaggio e verità: Solo un uso corretto del linguaggio può descrivere l’essere eterno, immutabile e unico. Le parole che descrivono il mutamento o il nulla sono considerate ingannevoli.
- Critica al linguaggio ordinario: Parmenide ritiene che il linguaggio quotidiano, legato alle percezioni sensibili, sia incapace di cogliere la vera realtà.
Platone: il linguaggio come riflesso delle idee
Platone dedica ampio spazio al linguaggio, specialmente nel dialogo Cratilo, dove esplora il rapporto tra parole e realtà.
- Nominalismo e realismo: Platone si interroga se i nomi siano convenzioni arbitrarie (nominalismo) o se abbiano una relazione naturale con le cose che designano (realismo).
- Dialettica: Per Platone, il linguaggio è uno strumento della dialettica, il metodo filosofico che permette di ascendere dalla conoscenza sensibile alle idee.
- Critica al linguaggio poetico: Nel Simposio e nella Repubblica, Platone critica l’uso poetico del linguaggio, considerandolo fuorviante rispetto alla ricerca della verità.
Aristotele: il linguaggio come sistema logico
Aristotele sviluppa una teoria del linguaggio come strumento di classificazione e analisi del reale.
- Teoria dei segni: Nella Metafisica e nell’Organon, Aristotele distingue tra parole (segni vocali), concetti mentali e cose reali, stabilendo un rapporto gerarchico tra linguaggio e realtà.
- Grammatica e logica: Aristotele formula una teoria del sillogismo, che codifica le relazioni logiche tra proposizioni, gettando le basi per la logica formale.
- Retorica e linguaggio persuasivo: Nella Retorica, esplora il potere del linguaggio nel convincere, distinguendo tra uso razionale e uso emotivo delle parole.
Stoici: il linguaggio come connessione tra significato e realtà
Gli Stoici offrono una teoria del linguaggio che anticipa la semantica moderna.
- Linguaggio e significato: Distinguono tra significante (suono della parola), significato (concetto) e referente (oggetto reale).
- Linguaggio e logica: Gli Stoici sviluppano una logica proposizionale che si concentra sul linguaggio come veicolo del pensiero razionale.
- Critica al linguaggio emotivo: Sottolineano l’importanza di un linguaggio chiaro e razionale, libero dalle passioni, in linea con la loro visione etica.
Epicurei: il linguaggio come convenzione naturale
Gli Epicurei sviluppano una concezione del linguaggio legata alla sua origine naturale e alla funzione pratica.
- Origine del linguaggio: Per Epicuro, il linguaggio nasce spontaneamente dai bisogni primari dell’uomo e si evolve attraverso l’uso e l’esperienza.
- Critica alle astrazioni: Gli Epicurei diffidano di un linguaggio troppo astratto o metafisico, preferendo un approccio più concreto e pragmatico.
Conclusioni
La filosofia del linguaggio nell’antichità riflette la molteplicità di approcci alla relazione tra parole, pensiero e realtà:
- Eraclito e Parmenide pongono le basi per una riflessione sull’ambiguità e la precisione del linguaggio.
- Platone e Aristotele sistematizzano il linguaggio come strumento per conoscere e ordinare il mondo.
- Stoici ed Epicurei esplorano la dimensione pratica e logica del linguaggio, con intuizioni che influenzeranno la linguistica e la semantica moderna.
Questi filosofi, con le loro diverse prospettive, hanno contribuito a formare una tradizione che continua a influenzare il nostro modo di pensare il linguaggio.
Schema di appunti di filosofia del linguaggio
- La riflessione sul linguaggio nasce tra V e IV secolo a.C.
- Distinguiamo tra
- Tradizione ‘alta’ = filosofi
- Tradizione ‘bassa’ = grammatici
- Nasce da un problema: come è formulabile in parole la conoscenza del vero? Il nostro linguaggio rapp resta fedelmente la realtà oppure la deforma?
- Esiste un rapporto naturale tra nomi e cose
- Quindi ci fornisce un accesso diretto alla realtà
- L’unica realtà è quella dl essere intuita dalla mente
- I segni linguistici non sono in grado di rappresentarla
- Nel Cratilo vuole superare sia la posizione naturalista (Ï+ÏÏ?ειÏ,) o convenzionalista (νÏOEμοÏ,)
- La realtà deve essere conosciuta per se stessa e non attraverso il linguaggio
- Nel Sofista: L’adeguatezza del rapporto tra realtà e linguaggio non è data dall’analisi delle singole parole ma del discorso, che può essere vero o falso. Discorso = rema + onoma
- Verità e falsità si basano sul rapporto tra discorso e realtà
- Distinzione tra e
- De Interpretatione: l’unico discorso che può essere vero o falso
- Le lettere e i suoni non sono uguali per tutti invece le affezioni dell’anima sono universali. I pensieri sono uguali per tutti perché la realtà è la stessa ma magari le lingue lo dicono in modi diverse
- Prende in considerazione tre livelli
- Le cose
- Le affezioni dell’anima
- I suoni della voce
- Classificazione delle unità del linguaggio,
- Unità più grandi dotate di significato lessicale
- Unità più piccole non dotate di significato come
- L’elemento = singolo suono del linguaggio
- La sillaba
- La congiunzione
- L’articolo
- Unità dotate di significato grammaticale o relazionale
- Concezione naturalistica del linguaggio
- Bisogna riscoprire il legame che le parole hanno con la natura tramite la ricerca del legame originario tra suoni e l’entità a cui si riferisce = etimologia
- Distinguono tempo da aspetto verbale
- Epicuro mediava tra la concezione naturalistica è quella convenzionalista = il linguaggio ha origine per impulso naturale ma si stabilizza in base ad un accordo