SCUOLE COINVOLTE
27 Gennaio 2019POF, autonomia e territorio
27 Gennaio 2019Appunti, power point, articoli, riassunti, relazioni e risorse didattiche varie su Umberto Boccioni su atuttascuola
Umberto Boccioni (1882-1916) è stato il principale artista del Futurismo italiano. Durante la sua breve vita, ha prodotto alcuni dei dipinti e delle sculture iconiche del movimento, catturando il colore e il dinamismo della vita moderna in uno stile che ha teorizzato e difeso in manifesti, libri e articoli.
Nato a Reggio Calabria, Boccioni ha frequentato l’istituto tecnico a Catania, in Sicilia, e ha iniziato la sua carriera artistica come disegnatore di talento. Si trasferì a Roma nel 1899 per formarsi come artista, prendendo prima lezioni di disegno da Giovanni Maria Mataloni, un artista specializzato in manifesti pubblicitari. L’abilità di Boccioni nel creare composizioni avvincenti in cartoni animati e manifesti è rimasta con lui per tutta la sua carriera. Il lavoro commerciale forniva anche un piccolo reddito per sostenere la sua formazione di bravo artista.
Nel 1902 entrò nello studio dell’affermato pittore Giacomo Balla e conobbe il compagno di studi Gino Severini. Come si vede nel Giovane di Boccioni sulla sponda del fiume (1902; 1990.38.6a), i due giovani artisti lasciano spesso il centro della città antica per disegnare paesaggi. Balla era noto per il divisionismo, uno stile italiano che condivideva le basi scientifiche del puntinismo, ma con un approccio più intuitivo all’applicazione delle pennellate di colore. In questo stile è l’autoritratto di Boccioni (1990.38.4), dipinto nel 1905 mentre si allenava ancora con Balla. Questo fu l’unico dipinto di Boccioni accettato quell’anno alla mostra annuale della Società degli Amatori e Cultori a Roma. Ne mostrò altri al Salone dei Rifiutati (Refusè), un luogo per artisti che erano stati respinti dal salone ufficiale.
Volendo scoprire una città con un’avanguardia artistica più consolidata, Boccioni si reca a Parigi nel 1906; trovava esilaranti la città ei suoi artisti moderni. L’anno successivo si trasferisce a Venezia (con tappe in Russia, Varsavia, Vienna e Padova), dove impara l’incisione. Le sue stampe di questo periodo raffigurano amici, vicini e sua madre (1990.38.34). Alludono anche al suo crescente interesse per la città industriale, che divenne un argomento più costante dopo il suo trasferimento a Milano nell’agosto 1907 (1990.38.36).
A Milano Boccioni conobbe il poeta F. T. Marinetti, capofila (e all’epoca unico aderente) del movimento futurista. Nel febbraio 1909, Marinetti pubblicò il suo famoso manifesto sul quotidiano francese Le Figaro, chiedendo che la cultura italiana smettesse di guardare indietro e abbracciasse la modernità. Nel 1910 Boccioni, insieme ai colleghi pittori milanesi Carlo Carrà e Luigi Russolo, scrive il “Manifesto dei pittori futuristi”, firmato anche da Balla e Severini. Questo manifesto condivideva l’entusiasmo di Marinetti per la novità e il suo disgusto per la tradizione artistica, ma non riusciva ad articolare come sarebbe stata la pittura futurista, portando al successivo “Manifesto tecnico della pittura futurista”.
Questo manifesto chiedeva l’abbandono di soggetti tradizionali come il nudo. Invece, i futuristi dipingerebbero la vita moderna che li circondava, seguendo la dichiarazione di Marinetti nel “Manifesto del Futurismo”: “Canteremo le grandi masse scosse dal lavoro, dal piacere o dalla ribellione; canteremo i maremoti multicolori e polifonici della rivoluzione nella metropoli moderna”.
Il primo grande dipinto futurista di Boccioni, The City Rises (1910; Museum of Modern Art, New York), incarna questa dichiarazione. La tela è di grandi dimensioni come un dipinto storico, trasformando il lavoro quotidiano di questi anonimi lavoratori in una scena monumentale: il titolo originale dell’opera era Lavoro. Lo stesso Boccioni lo definì “una grande sintesi di lavoro, luce e movimento”. I raggi di luce che attraversano parti della tela, le pose contorte delle persone e degli animali e la tavolozza di colori vivaci rafforzano la sensazione dinamica del movimento del dipinto. Eppure Milano era il fulcro industriale di un paese ancora in gran parte agricolo, e così il quadro, ei suoi schizzi preparatori (1990.38.16ab), si concentrano non su una macchina, ma su un cavallo.
L’illuminazione stradale recentemente installata a Milano ha offerto a Boccioni nuovi soggetti urbani, oltre a nuovi effetti di luce. Dipinse due scene di disordini dopo il tramonto, il più figurativo e divisionista Riot in the Gallery (1910; Pinacoteca di Brera, Milano), e il quasi astratto e coloratissimo Riot (1911; Museum of Modern Art, New York; 1990.38.19 ). Il “Manifesto Tecnico” affermava: “Il pallore di una donna che guarda la vetrina di un gioielliere è più iridescente di tutti i prismi dei gioielli che la affascinano”, un’idea che Boccioni ha dato forma nel suo Idolo moderno (1911; Estorick Collection of Modern Italian Arte, Londra; 1990.38.20).
In questi primi dipinti futuristi, come in opere precedenti come il suo disegno per Il sogno (1908–9; collezione privata; 1990.38.15), l’influenza del simbolismo e dell’espressionismo – da artisti italiani come Giovanni Segantini e Gaetano Previati e figure internazionali come Edvard Munch, è ancora evidente. Tuttavia, un cambiamento nello stile di Boccioni avvenne alla fine del 1911 quando incontrò l’arte cubista durante un viaggio a Parigi.
In un disegno della sua amante Ines (1990.38.22b), Boccioni, per la prima volta, scompone il viso in piani, in modo simile alla rappresentazione di Picasso della sua amante Fernande nel 1909 (1996.403.6).
L’interesse di Boccioni per il cubismo è più evidente nelle due versioni del trittico States of Mind (prima versione: 1911, Museo del Novecento, Milano; seconda versione: 1911, Museum of Modern Art, New York). Come suggerisce il titolo, entrambe le serie di immagini si riferiscono all’obiettivo di Boccioni di rappresentare le mentalità, in questo caso quella degli addii, di chi parte per un viaggio e di chi resta. Come risulta dal bozzetto per la prima versione di “Gli addii” (1911; 1990.38.22a) e dal disegno a inchiostro dopo la seconda versione di “Quelli che vanno” (1912; 1990.38.27), Boccioni integra l’uso cubista di numeri simili a collage e linee rette che dividono i piani spaziali nel suo stile più espressionista, come in Natura morta con Banderillas di Georges Braque (1911; 1999.363.11).
Boccioni, tuttavia, utilizza questi motivi per fini futuristi: i piani sezionati implicano dinamismo e le linee rette diventano “linee di forza” che mostrano il movimento. In Elasticity (1912; Museo del Novecento, Milano), l’immagine del cavallo e del cavaliere è fratturata, non per analizzare e presentare in modo piatto i loro volumi, ma per catturare e rappresentare il loro dinamismo, fondendoli con i piloni e portando lo spettatore in il centro della tela.
A differenza dei cubisti, Boccioni sceglieva solitamente soggetti animati. Tuttavia, seguendo le idee del filosofo francese Henri Bergson, credeva che gli oggetti inanimati avessero un movimento intrinseco. Development of a Bottle in Space (1913; 1990.38.2) è stata la prima scultura di natura morta esposta al pubblico, creata meno di un anno dopo aver scritto all’amico Vico Baer: “In questi giorni sono ossessionato dalla scultura! Credo di aver intravisto un completo rinnovamento di quell’arte mummificata. Utilizzando un oggetto statico, Boccioni ha potuto mostrare l’energia dispiegata della bottiglia, che sembra uscire a spirale dalla sua stessa forma originale.
La sua scultura “Forme uniche della continuità nello spazio” (1913) riunisce il movimento della figura che cammina con quello dell’aria spostata attorno a quella figura.
Boccioni riteneva che il “dinamismo plastico” potesse essere raggiunto solo attraverso una sintesi di moto relativo (movimento in relazione a un ambiente) e moto assoluto (dinamismo inerente a un oggetto). A differenza di altri futuristi, come Balla, che cercavano di rappresentare il movimento attraverso la ripetizione degli arti, Boccioni voleva creare forme singolari che esprimessero il movimento: Forme uniche è quindi considerato l’apice della sua attività scultorea.
Prima di queste sculture in gesso (che furono fuse solo postume), Boccioni aveva realizzato opere tridimensionali in tecnica mista, oggi tutte distrutte. La versione in gesso di “Antigrazioso” (1913; Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; fusione in bronzo MMA, 1950, 1990.38.1) sopravvive senza le sporgenze metalliche – versioni fisiche delle “linee di forza” – emanate dal busto della madre dell’artista. I disegni per le sculture a tecnica mista ancora più stravaganti di Boccioni (1990.38.25; 1990.38.26) mostrano come abbia fuso figura e ambiente in un modo più letterale intersecando una vera cornice di una finestra in un primo busto. Boccioni tornò alla tecnica mista nel 1914-15 con Dinamismo di un cavallo in corsa + Case (Collezione Peggy Guggenheim, Venezia).
Dopo che Boccioni pubblicò Pittura e scultura futurista teorizzando la sua arte nel 1914, il suo stile iniziò a cambiare. Piuttosto che rappresentare il dinamismo, aumentò il suo interesse per la dissolvenza dello spazio con il colore e per il lavoro del postimpressionista Paul Cézanne. Gli operai di IL potere della strada (1914) non sono in azione. Invece, la tela stessa, attraverso le macchie di tonalità luminose e pastello sulla sua superficie, diventa il luogo del movimento, attirando gli occhi dello spettatore attraverso le forme aggrovigliate della composizione.
Boccioni, come i suoi compagni futuristi, era un ardente interventista, che si batteva per l’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale a fianco degli Alleati. Quando l’Italia entrò in guerra nel 1915, si offrì volontario per combattere. Nell’agosto 1916, durante le esercitazioni di cavalleria con il suo reggimento, Boccioni cadde da cavallo. Morì il giorno dopo all’età di trentatré anni. Nonostante la sua morte prematura, rimane l’artista più noto del movimento futurista.
- Umberto Boccioni: da una fervida esaltazione a una profonda delusione nei confronti della guerra (l’arte futurista)
- Umberto Boccioni: approfondimento di Educazione all’immagine dalla Tesina Esame Scuola Media, a cura di Maria Paola Viale
- “Forme uniche…forme unitarie del corpo umano…nella continuità…che si muove…dello spazio…nello spazio intorno” di Domenico Casella
- “Raccolta di immagini di Umberto Boccioni
Materiale didattico su altri siti
-
Appunti di Interruzioni Boccioni
-
Appunti su Umberto Boccioni (Documento word, 2 pag.) di raniero.it
-
Umberto Boccioni: da una fervida esaltazione a una profonda delusione nei confronti della guerra (l’arte futurista)
-
Umberto Boccioni di Gianna Nervi
-
Boccioni riproduzioni De Bibliotheca
-
Futurismo e Boccioni Fondatori e pensiero dell’avanguardia artistico-letteraria del ‘900(4 pagine – formato word) di raniero.it
Audio Lezioni sulla Storia dell’arte del prof. Gaudio