Rio de Janeiro
27 Gennaio 2019DISCOVER LONDON
27 Gennaio 2019Titolo: Il compagno segreto
Autore: J. Conrad
Editore: SuperBur (2001)
Genere letterario: racconto lungo
Questo racconto lungo (o romanzo breve) è narrato in prima persona dal protagonista della vicenda, un giovane capitano al suo primo comando, di cui non si sa il nome. Questi, essendosi imbarcato solo due settimane prima, si sentiva ancora uno sconosciuto per la nave e per il suo equipaggio. La storia comincia in una notte silenziosa, dove niente sembra muoversi: in questa atmosfera di immobilità il capitano, rimasto solo sul ponte, vede immerso nell’acqua, attaccato alla scaletta della nave, un uomo nudo. Il capitano lo invita a salire, gli presta un suo pigiama e poi lo nasconde nella sua cabina, dove scopre la sua storia: sulla nave in cui prestava servizio come secondo, dopo settimane di tempesta in un clima molto teso, si era azzuffato con un marinaio che voleva impedirgli di fare ciò che poi avrebbe salvato la nave, e lo aveva involontariamente ucciso. Per mesi era rimasto rinchiuso nella sua cabina, fino a quando non era riuscito a fuggire, tuffandosi in mare e nuotando per ore e ore fino alla scaletta della nave. Per circa tre o quattro giorni il capitano nasconde il naufrago, con la continua paura di essere scoperto; poi a malincuore organizza la fuga del clandestino: a notte fonda, avrebbe dovuto calarsi in acqua, mentre la nave passava nel punto più vicino alla costa di Koh-Ring (un isolotto indonesiano). Così avviene: la nave passa pericolosamente vicina alle rocce; tutto l’equipaggio radunato sul ponte teme il peggio; il capitano non sa quali ordini dare, finché non vede galleggiare il berretto bianco perso dal compagno segreto che gli serve come punto di riferimento. Un berretto che lui gli aveva regalato e che ora ritrova insieme con la perfetta comunione di un marinaio con la prima nave al suo comando”.
Il doppio è il tema principale anche in questo racconto, ed è legato agli altri argomenti trattati; per questa ragione ne parlerò alla fine.
Un tema importante è il mare, ricorrente nei romanzi o racconti di Conrad, che prima di dedicarsi alla scrittura aveva viaggiato in pressoché tutti i mari e gli oceani del mondo.
Un altro è il comando, le responsabilità che comporta e i sentimenti ad esso legati. Strettamente connesso a questo tema, quello dell’iniziazione è forse il più importante di tutti: il capitano è spaventato e titubante di fronte al suo primo comando e ha paura che questa sua debolezza venga scoperta, si sente un estraneo a bordo, e mentre vede che tutti gli altri hanno un ruolo ben preciso non riesce a vivere il suo; il racconto parla proprio del processo che il protagonista compie nel passare interiormente da primo ufficiale a capitano; metafora del passaggio che ognuno deve percorrere per raggiungere l’adultità, cioè l’autonomia delle scelte e la responsabilità.
L’espediente del doppio è usato proprio a questo scopo; il protagonista si identifica con il suo doppio (come egli stesso lo definisce) perché anche lui è un estraneo a bordo, anche lui non ha un ruolo preciso, ma soprattutto come lui é un ex primo ufficiale: il capitano, che era abituato a percepirsi come tale, proietta il suo disagio nel clandestino, che fra l’altro doveva essere nascosto proprio come la sua titubanza; il processo di iniziazione termina quando il doppio scompare: in quel momento il capitano, mettendo in salvo il clandestino e con esso la sua paura e la sua debolezza, riesce ad affermare la sua autorità, salva la nave da una catastrofe guadagnandosi il rispetto dell’equipaggio e prende pienamente e armoniosamente possesso del suo ruolo.
A differenza degli altri romanzi che ho letto fino ad ora, in questo il concetto del doppio è trattato esplicitamente ed è considerato una categoria psicologica che riflette il modo di sentire del protagonista, tanto che questi arriva persino a dubitare che il clandestino -appunto il suo doppio- sia solo un’invenzione della sua mente.
Per quel che riguarda l’ambientazione, il racconto segue il genere delle avventure di mare e dei viaggi in latitudini esotiche. Ma nel suo svolgimento prevale la storia interiore del protagonista e lo sviluppo del suo modo di sentire e vivere le situazione che gli si presentano. Narrato in prima persona, il racconto si vale di una notevole introspezione psicologica, tanto che potremmo parlare di un viaggio non solo sul mare ma anche e soprattutto psicologico.
Questo racconto non mi è piaciuto molto mentre lo stavo leggendo; quando poi ho dovuto analizzarlo, ho notato particolari che prima mi erano sfuggiti, e cercare di capire i meccanismi psicologici del protagonista, il modo in cui il doppio influenza l’evoluzione del personaggio, individuare gli argomenti in comune con gli altri romanzi che ho letto, mi ha procurato molto piacere e interesse. Inoltre mi sono immedesimata molto nel protagonista, più che altro nella sua situazione di passaggio, di assunzione di responsabilità: è questo un tema che sento molto vicino a me, perché essendo un’adolescente, mi trovo in un periodo di difficile transito.