Roberto Artl
27 Gennaio 2019Banners
27 Gennaio 2019Alle origini della rivoluzione
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Immobilismo politico della Francia: la culla dell’illuminismo non conosce riforme.
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Esempio della rivoluzione americana.
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Malcontento dei ceti produttivi penalizzati dalla politica economica e fiscale.
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Cattiva congiuntura agricola e seguenti difficoltà alimentari per la popolazione.
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Difficoltà finanziarie dello stato.
Il deficit dei conti pubblici
Ministri o consiglieri dell’economia degli ultimi tempi della monarchia
Turgot,
Anne-Robert-Jacques Turgot è stato un economista e filosofo francese di orientamento fisiocratico; Luigi XVI gli affidò il controllo delle finanze dal 1774 al 1776
e lui diede così vita al più organico tentativo di riforma conosciuto dalla Francia settecentesca.
John Law,
la sua teoria monetaria, critica verso la moneta metallica e a favore della moneta cartacea, è stata a lungo trascurata, a causa del noto fallimento del “Sistema di Law” o “Sistema del Mississippi” da lui costruito.
Jacques Necker
Il problema fiscale
Necker (1778-81) e gli altri ministri delle finanze propongono:
Riduzione delle spese (vita di corte, pensioni per gli aristocratici)
Riforma fiscale che estenda la tassazione anche agli aristocratici.
La nobiltà difende i suoi privilegi.
Luigi XVI (1774-92) è costretto a convocare gli Stati Generali (1788)
Tentativi di riforma
Il problema principale, alla fine del Settecento, era la crisi economica, dovuta ad una politica inadeguata, e aggravata da condizioni climatiche sfavorevoli che avevano ridotto la produzione agricola. I deboli tentativi di riforma dei sovrani avevano scontentato sia il terzo Stato, che non vedeva migliorare la propria situazione, sia i nobili e il clero, che non volevano perdere nessuno dei propri privilegi.
Gli Stati Generali. La situazione precipitò nel 1788. Per evitare la bancarotta Luigi XVI aveva imposto una nuova tassa sulla terra. Il Parlamento di Parigi, controllato da nobiltà e clero, vi si oppose, e per far approvare questa tassa, vitale per l’economia del paese, il Re fu costretto a convocare gli Stati Generali.
Contraddizioni
La Francia del Settecento era un paese pieno di contraddizioni:
- Era la patria dell’illuminismo, ma i sovrani fallirono ogni tentativo di riforma;
- Era un paese molto ricco, ma aveva l’economia meno dinamica giacché il ceto benestante investiva i propri capitali in attività improduttive;
La causa di ciò era il tipo di società presente in Francia, ancora pienamente di «Antico Regime»: una monarchia assoluta e una società fondata sui tre ordini, basata sul privilegio di pochi.
Nobiltà e Clero
Costituivano solo il 2% della popolazione totale ma godevano di immensi privilegi:
- Se processati, erano giudicati da corti composti da giudici appartenenti al proprio ordine;
- Non pagavano tasse, e potevano imporne a piacimento nei propri territori;
- Godevano di privilegi fiscali «medievali»: potevano imporre corvée ai sudditi e obbligarli a usare il frantoio o il mulino del signore.
Antichi vincoli feudali limitavano la libera divisione e vendita della terra, e impedivano lo sviluppo dell’agricoltura in senso moderno.
Il Terzo stato
La leadership del terzo stato (borghesia intellettuale e imprenditoriale) vede negli Stati generali un’occasione per una riforma globale del regno di Francia.
Il terzo stato ottiene una rappresentanza più numerosa degli altri stati.
Nelle assemblee in cui si eleggono i delegati la discussione va ben al di là dei problemi fiscali.
Costituiva il 98% della popolazione, ed era molto diversificata al suo interno, c’erano:
- La borghesia agiata, commercianti, imprenditori, piccoli proprietari terrieri, professionisti;
- La popolazione povera delle città, piccoli commercianti, artigiani, operai;
- I contadini delle campagne, la maggioranza del terzo stato.
Malgrado le enormi differenze all’interno del terzo Stato, tutti erano accomunati da una condizione di inferiorità rispetto ai primi due ceti: non avevano diritto di voto, e non avevano voce in politica.
leggere l’Incipit dell’opuscolo Che cos’è il terzo stato? Pubblicato nel gennaio del 1789 dall’abate Sieyès (1748-1836) Emmanuel Joseph Sieyès
Giornata delle tegole a Grenoble
Sotto l’Ancien Régime, i più alti organi amministrativi locali erano i Parlamenti, che potevano rifiutarsi di approvare una nuova legge, costringendo così il re a farla eseguire in modo forzato. Nel contesto della crisi economica e sociale degli anni Ottanta del Settecento, i parlamenti incarnano, da parte dell’opinione pubblica, la resistenza al “dispotismo” monarchico. Il 10 maggio 1788 apparvero una serie di editti che ne limitavano i poteri, provocando grande agitazione. Nonostante le drammatiche proteste e le rivolte popolari, i parlamentari si sottomisero al re in tutte le città del regno. Ma a Grenoble, il 7 giugno 1788, in risposta al decreto di esilio che colpì il suo Parlamento, la popolazione si mobilitò, impedì la partenza dei magistrati e, dai tetti, lanciò proiettili contro le truppe reali che si stavano ritirando.
Gli avvenimenti del 1989
5 Maggio: gli stati generali. L’obiettivo era quello di far approvare nuove tasse nel tentativo di risanare in parte il dissesto finanziario, ma il Terzo Stato aveva intenzione di far sentire la propria voce in modo forte.
– convocazione. Gli Stati Generali si riunirono a Versailles il 5 Maggio 1789. Non si riunivano dal 1614. I rappresentanti del Terzo Stato portavano con sé i cosiddetti cahiers del doléance, documenti nei quali esponevano al sovrano le proprie lamentele.
– Composizione. L’assemblea contava oltre 1100 eletti:
- – 300 al Clero;
- – 270 alla Nobiltà;
- – 600 al Terzo Stato;
I rappresentanti del Terzo Stato erano per lo più uomini di legge, intellettuali, professionisti. Nessuno a rappresentare operai e contadini: era dunque una rappresentanza borghese.
– Sistema di voto. Si votava per ordine, non per testa: in pratica ogni ordine esprimeva un voto. Nobili e Clero erano sempre d’accordo, e quindi si trovavano in maggioranza sempre in due contro uno.
Apertura degli Stati Generali il 5 maggio 1789 a Versailles
L’inizio della rivoluzione
Gli Stati Generali si aprono a Versailles (5/maggio 1789); il Terzo stato chiede che si voti per testa e non per stato.
Di fronte alla resistenza del re e dei privilegiati, la borghesia (insieme con alcuni esponenti di clero e nobiltà) si proclama
l’ Assemblea Nazionale Costituente (20/maggio 1789).
Luigi XIV finisce con l’accettare il fatto compiuto.
7 Luglio: Assemblea costituente. Una delle prime proposte del terzo stato era quella di modificare il sistema di voto introducendo una votazione per testa, di fronte al rifiuto del Re, si riunirono autonomamente nella sala della pallacorda, e il 7 Luglio 1789 si autoproclamarono Assemblea Nazionale Costituente, giurando di non sciogliersi prima di aver redatto una costituzione. A loro si unirono anche parecchi nobili ed ecclesiastici che volevano le riforme. Uno dei principi da essi sostenuto era che la sovranità spettasse a rappresentanti eletti dal popolo: era l’inizio della Rivoluzione.
I sanculotti
Il popolo, che non si poteva permettere i pantaloni dei nobili, (da sans = senza + culotte), iniziò a saccheggiare forni e armerie.
Il 14 luglio
Il popolo di Parigi, a seguito di notizie di movimenti di truppe contro l’Assemblea, si arma e assalta la prigione della Bastiglia.
I parigini ottengono un organo di rappresentanza cittadino (la Comune).
Si forma una forza armata popolare, la Guardia Nazionale, guidata da La Fayette.
14 Luglio: presa della Bastiglia. Dopo il giuramento della pallacorda, il popolo di Parigi formò un esercito popolare, chiamato Guardia Nazionale. Lo fecero perché in quei giorni avevano visto affluire truppe verso Versailles, e temevano che il Re volesse attaccare l’Assemblea; inoltre erano esasperati per i continui aumenti di presso del pane. Il 14 Luglio 1789 la Guardia Nazionale attaccò ed espugnò la Bastiglia, carcere in cui venivano tenuti i prigionieri politici: era ormai semivuoto, ma rappresentava il simbolo dell’assolutismo. All’azione parteciparono anche gli esponenti più poveri della città.
Il Consiglio rivoluzionario
La gestione di Parigi fu assunta da un
Consiglio rivoluzionario, che prese il nome di Municipalità ed ebbe come simbolo la coccarda tricolore.
Il 14 luglio furono cambiati i colori della bandiera nazionale: al colore bianco, simbolo della monarchia, si aggiunsero il rosso e il blu, simboli di Parigi.
20 Luglio: rivolta contadina. La Rivoluzione non restò a Parigi. Nei giorni successivi insurrezioni simili si ebbero anche in altre città e nelle campagne. Il 20 Luglio una violenta rivolta contadina divampò in tutto il paese. Uffici delle imposte, castelli, abbazie, tribunali vennero incendiati. Registri e archivi che contenevano documenti che fissavano tributi vennero distrutti. La rivoluzione coinvolse gran parte del popolo.
4 Agosto: Abolizione dei privilegi. I deputati dell’Assemblea si accorsero che la rivolta contadina era frutto di una profonda insoddisfazione alla quale bisognava dare risposta. Il 4 Agosto 1789 proclamarono l’abolizione delle feudalità, cioè l’abolizione di tutti i privilegi legati al ceto: i privilegi fiscali vennero cancellati, e insieme ad essi obblighi di prestazioni personali, corvée, decime. Si stabilì che l’accesso alle cariche dovesse essere per merito e non per nascita. Finiva la società di Ancien régime.
26 Agosto: la nuova Costituzione. Il 26 Agosto il Re approvò questi provvedimenti, e spostò la propria residenza a Parigi. Insieme ad essi approvò anche la nuova Costituzione, che sarà della Costituzione del 91, perché in quell’anno verrà approvato il testo definitivo. Quel giorno venne redatto anche un importantissimo documento: la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.
Gli avvenimenti del 1989
20 Luglio: rivolta contadina. La Rivoluzione non restò a Parigi. Nei giorni successivi insurrezioni simili si ebbero anche in altre città e nelle campagne. Il 20 Luglio una violenta rivolta contadina divampò in tutto il paese. Uffici delle imposte, castelli, abbazie, tribunali vennero incendiati. Registri e archivi che contenevano documenti che fissavano tributi vennero distrutti. La rivoluzione coinvolse gran parte del popolo.
Gli avvenimenti del 1989
4 Agosto: Abolizione dei privilegi. I deputati dell’Assemblea si accorsero che la rivolta contadina era frutto di una profonda insoddisfazione alla quale bisognava dare risposta. Il 4 Agosto 1789 proclamarono l’abolizione delle feudalità, cioè l’abolizione di tutti i privilegi legati al ceto: i privilegi fiscali vennero cancellati, e insieme ad essi obblighi di prestazioni personali, corvée, decime. Si stabilì che l’accesso alle cariche dovesse essere per merito e non per nascita. Finiva la società di Ancien régime.
La marcia delle donne su Versailles (anonimo, 1789)
La “grande paura”
Nelle campagne, colpite dalla crisi agraria, si diffonde la suggestione di un complotto aristocratico che avrebbe armato bande di briganti.
I contadini assaltano e saccheggiano i castelli.
L’assemblea nazionale proclama l’abolizione dei diritti feudali (4-5 agosto 1989).
26 Agosto: la nuova Costituzione. Il 26 Agosto il Re approvò questi provvedimenti, e spostò la propria residenza a Parigi. Insieme ad essi approvò anche la nuova Costituzione, che sarà della Costituzione del ’91, perché in quell’anno verrà approvato il testo definitivo. Quel giorno venne redatto anche un importantissimo documento: la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.
I princìpi dell’89
Il 26 agosto l’assemblea approva la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.
Ispirata a Locke, alla rivoluzione americana ma anche a Rousseau.
Sancisce l’uguaglianza e il diritto alla libertà (espressione e opinione), alla proprietà, alla sicurezza e alla resistenza all’oppressione.
Nonché il diritto di concorrere a formare le leggi, espressione della “volontà generale”.
Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino
La costituzione (1789-91)
L’ordinamento giuridico. la Francia diveniva una Monarchia Costituzionale, sul modello inglese. Il potere era diviso in:
– esecutivo: il Re e i suoi ministri;
– legislativo: a un’assemblea eletta da cittadini;
– giudiziario: a magistrati pure eletti dal popolo.
La Costituzione del 91 prevedeva anche l’uguaglianza di tutti i cittadini, fuorché i neri delle colonie, che restavano schiavi. I diritti politici (diritto di voto) restava ai maschi adulti con un certo reddito.
Altre decisioni dell’Assemblea. Lo Stato venne modernizzato tramite altri provvedimenti:
– lo Stato venne diviso in 83 dipartimenti, a loro volta divise in circoscrizioni più piccole governati da amministratori eletti a suffragio censitario maschile;
– vennero aboliti dazi e dogane interne, come ogni forma di esenzione; venne tassata la proprietà;
– i beni della chiesa cattolica vennero espropriati e venduti; sacerdoti e vescovi divennero impiegati statali.
La Costituzione del 1791
Mentre parte dei nobili fugge all’estero, Luigi XVI fa resistenza, rifiutandosi di firmare i decreti dell’assemblea.
Il popolo e la Guardia Nazionale costringono re e assemblea a trasferirsi a Parigi (5 ottobre 1989).
Tra l’ottobre 1789 e il settembre 1791 l’Assemblea assolve il suo compito di dare una costituzione alla Francia.