Il vecchio che leggeva romanzi d’amore
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27 Gennaio 2019L’amico ritrovato di Fred Uhlman, canovaccio della videolezione, seguito dal prof. Luigi Gaudio nel corso della registrazione su youtube
Autore:
Fred Uhlman è nato a Stoccarda nel 1901 ed è morto a Londra nel 1985, già ottantaquattrenne. Lasciata la Germania nel 1933, visse a Parigi, dove si affermò come pittore.
Solo dopo la morte fu conosciuta e apprezzata la sua produzione letteraria, in particolare il breve romanzo L’amico ritrovato”e l’autobiografia Storia di un uomo” (1960).
Uhlman ha ambientato il suo racconto L’amico ritrovato” nei luoghi della sua adolescenza. Sapeva che sarebbe rimasto il suo” libro: Si può sopravvivere con un solo libro”, ha dichiarato poco prima di morire.
Stile
Il narratore è interno, in quanto narra in prima persona le vicende. Infatti l’autore si immagina che uno dei due ragazzi, Hans, rievochi, narrando in prima persona, l’amicizia che ha riempito la sua adolescenza.
Le immagini che vedrete da adesso in poi sono tratte dal film L’amico ritrovato” del 1989 molto liberamente tratto dal romanzo. Il soggetto fu scritto dallo stesso Uhlman prima che morisse, e dal drammaturgo e romanziere britannico Harold Pinter. Il film fu diretto da Jerry Schatzberg.
Capitoli 1-5
E’ il 1932 e il sedicenne Hans Schwarz (nato nel 1916) vive a Stoccarda. Frequenta una scuola dalla austera tradizione, chiamata Karl Alexander Gymnasium.
Hans, abituato a stare con i compagni di classe, ma un po forzatamente, con Konradin invece trova la sicurezza che aveva cercato perché assieme possono parlare dei loro segreti, su argomenti che coinvolgono la vita di ogni giorno, dai più banali a quelli invece più spinti.
Un giorno arriva a scuola un nuovo alunno, un suo coetaneo, Konradin von Hohenfels. Konradin era molto elegante, diverso dagli altri, si distingueva anche rispetto agli altri compagni di classe, e proveniva da una famiglia nobile della Svevia (Germania), dal grande passato (da Federico il Barbarossa in poi). Uhlman ne traccia il ritratto in poche pagine.
Portamento fiero, dall’aria aristocratica, sorriso appena accennato e vagamente altezzoso, molto elegante. Indossava pantaloni lunghi d’ottimo taglio e perfettamente stirati, una camicia azzurra una cravatta blu a pallini bianchi. Konradin apparteneva ad una famiglia molto aristocratica: i conti Hohenfels.
Un giorno Hans porta a scuola la collezione di monete greche attirando l’attenzione di Konradin, il quale dice di possederne alcune: inizia così l’amicizia tra i due. Tutti i giorni i due si incontrano fuori da scuola per tornare a casa insieme discutendo su vari argomenti, e tutti i sabati vanno nelle località adiacenti il paese.
Capitoli 6 e 7
C’è un episodio che fa crollare le credenze di Hans. Tre giovani vicini di casa di Hans, i tre figli dei signori Bauer, muoiono in un incendio. Hans da questo ricava che o Dio non esiste, oppure se esiste è una divinità mostruosa se potente, oppure inutile se non lo era.
Inizia un dialogo e una polemica con Konradin, che non condivide lo scetticismo di Hans. Konradin chiede lumi anche a un pastore protestante, che gli dice che il suo amico Hans non ha capito che anche il male ha un significato. Konradin cerca poi di convincere Hans, ma non ci riesce.
Per quanto riguarda le ragazze, i due sono molto timidi,e idealizzano le ragazze, tanto che Hans quasi non può credere a quanto erano ingenui loro rispetto ai giovani del giorno d’oggi.
I due condividono anche la predilezione per il poeta Hölderlin.
Hans descrive la sua famiglia e le sue origini ebraiche.
Il padre è un famoso medico di origine ebraiche, orgoglioso del suo sangue tedesco, convinto che il nazismo fosse una malattia passeggera. E’ dunque ottimo medico, ma era stato anche un ottimo soldato tedesco (era un ufficiale e ricevette la Croce di Ferro e la spada da ufficiale).
Sua madre invece veniva da Norimberga, dove era nato anche suo padre, avvocato.
Una volta alla settimana si trovava con le amiche, per la maggior parte mogli di medici, avvocati e banchieri (persone importanti dunque), andava all’Opera e a teatro.
Gli Schwarz si considerano comunque anzitutto svevi, poi tedeschi e infine ebrei. Essi giudicano il nazismo come uno sfogo temporaneo del genio tedesco, una piccola deviazione dovuta alla particolare situazione economica, una pazzia che verrà meno non appena il contesto socio-economico cambierà in meglio.
In particolare il padre di Hans detesta il sionismo ed accetta anche di essere definito un assimilato” da un propagandista sionista con il quale litiga.
Tutto comunque fa capire che Hans ama molto la Germania, e si ricorda molto raramente della sua origine ebraica. Il padre aveva anche combattuto nella prima guerra mondiale prendendo delle medaglie al valore; la madre, invece, non era interessata alla politica e nemmeno alla religione, ma solo alla casa e alla famiglia.
Un giorno Hans invita Konradin a casa sua. Egli abita in una villetta, con un piccolo giardino nella zona ricca della città. La camera di Hans è al secondo piano e Hans mostra a Konradin tutte le sue collezioni.
Hans ha arredato la sua camera secondo i suoi gusti, ha appeso al muro alcune copie di stampe giapponesi e di quadri famosi. Negli scaffali cerano dei libri di autori tedeschi e alcuni francesi, e in un angolo la vetrinetta con le sue collezioni di monete, coralli e i suoi denti di squalo.
Hans si vergogna quasi di suo padre, del suo eccessivo servilismo.
Da questo momento Konradin si reca molte volte a casa di Hans e si intrattiene a parlare con tutti. Hans spera che Konradin lo inviti a casa sua, per ricambiare, ma ciò non accade per molto tempo.
Capitoli 13-15
Finalmente, un giorno, Konradin invita Hans a casa sua. Questa è piena di trofei di caccia e quadri. La stanza di Konradin è al secondo piano e, per arrivarvi, i due passano davanti a una camera da letto con, sul comodino, profumi, spazzole e fotografie, tra cui la foto di qualcuno che assomiglia a Hitler. La stanza di Konradin è uguale a quella di Hans, e il giovane mostra tutte le sue collezioni.
I genitori di Konradin sono assenti, e lo saranno anche tutte le volte successive in cui Hans andrà a fargli visita. Hans, non le prime volte, ma poi sospetterà che è stato invitato solo quando i genitori erano assenti. La conferma di ciò arriva un giorno a teatro, per il Fidelio diretto da Furtwängler.
Konradin passa con la madre e il padre, e vengono riveriti da tutti; Konradin vede Hans, ma fa finta di non conoscerlo.
Il giorno dopo i due si trovano come sempre fuori da scuola, e discutono dell’accaduto. Konradin si scusa dicendo che la madre cova in odio profondo per gli ebrei e non voleva ferire Hans. Konradin chiede scusa al suo amico e chiede di essere accettato nonostante ciò che è accaduto, ma tutti e due sanno che la loro amicizia è finita.
Capitolo 16
Un giorno a scuola arriva un nuovo professore di storia dall’est Germania Herr Pompetzki, che parla della superiorità della razza ariana.
Infatti insegna che la Grecia e Roma sono diventati grandi grazie agli ariani. Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso”.
Max Loher (Max Muscolo) è l’insegnante di ginnastica: anche lui simpatizzerà sempre di più per il nazismo.
Da quella circostanza in poi la situazione peggiora anche in classe per Hans. Infatti, un giorno, all’entrata di Hans in classe si alza un assurdo silenzio, e alcuni compagni lo guardano minacciosi; uno di essi, il solito Bollacher, lo insulta e scatta una lotta; all’arrivo del prof. Pompetzki viene incolpato Hans. Alla richiesta di spiegazioni Hans risponde che lo avevano insultato, ma il prof. gli spiega che non era un insulto, ma un consiglio. Da allora Hans evita discorsi con tutti, anche con Konradin.
Capitoli 17-18
Visto l’evolversi preoccupante della situazione (in quel 1933 il Nazismo andrà al potere definitivamente) i genitori di Hans decidono di far partire il figlio. Loro, ormai anziani, rimangono in quella nazione che è stata da sempre la loro nazione.
Hans termina gli studi laureandosi in legge. I suoi genitori sono morti il giorno dopo la partenza, suicidi. Da allora Hans non si interessò più della Germania. Verso la fine della guerra incontrò un uomo che veniva da Stoccarda, e alla richiesta di notizie rispose che era semidistrutta, e che il liceo era un cumulo di macerie. Hans sorrise a questa notizia.
Capitolo 19
Infine, dopo un po di tentennamenti, decide di arrivare fino alla lettera H: “Von Hohenfels, Konradin, implicato nel complotto per uccidere Hitler: Giustiziato.
Il titolo
Ecco allora svelato il significato del titolo: dapprima Hans aveva perso l’amico, non solo nel senso fisico della lontananza, ma soprattutto quando Konradin gli aveva detto che sostanzialmente considerava Hitler come una possibile soluzione ai mali della Germania di allora. Ma adesso lo ritrova, quando viene a sapere che è morto nel tentativo di far fuori il dittatore.