Roma in fiamme Annales XV, 38, prima parte
28 Dicembre 2019Contovello di Umberto Saba
28 Dicembre 2019La poesia “A mia moglie” di Umberto Saba è un componimento affettuoso e delicato in cui l’autore paragona la moglie a una serie di animali domestici e campestri, con l’intento di esprimere la sua ammirazione e il suo amore per lei, ma in modo inusuale e originale.
Il testo è strutturato come una sequenza di similitudini che, attraverso il richiamo a immagini di animali femminili, costruiscono una complessa ma sincera celebrazione della femminilità della moglie, esaltandola con un tono a metà tra l’ironico e il reverenziale.
Introduzione e struttura
La poesia è composta da una serie di strofe libere, ciascuna dedicata a un animale diverso: la pollastra, la giovenca, la cagna, la coniglia, la rondine e la formica. Ogni animale rappresenta una caratteristica della moglie: la pollastra evoca la sua regalità semplice e quotidiana, la giovenca la sua dolcezza festosa, la cagna la devozione e la gelosia, la coniglia la timidezza, la rondine la leggerezza, e la formica la laboriosità e l’operosità.
Analisi dei paragoni
- “Tu sei come una giovane / una bianca pollastra”
La moglie è paragonata a una pollastra, un’immagine apparentemente umile ma che si trasforma subito in un simbolo di maestà. Le piume che si arruffano e il “lento tuo passo di regina” evidenziano la dignità naturale della donna, che si riflette persino in gesti quotidiani. Saba sottolinea come, nonostante l’apparenza ordinaria, la moglie abbia un portamento nobile e sereno: «ed incede sull’erba / pettoruta e superba». - “Tu sei come una gravida / giovenca”
La giovenca rappresenta la vitalità e la dolcezza materna, con un tono di tenerezza accentuato dall’immagine della «carne rosa». Qui Saba celebra l’elemento materno della moglie, con un implicito riferimento alla fertilità e all’istinto protettivo che ella incarna. - “Tu sei come una lunga / cagna”
Questa similitudine porta con sé un’immagine ambigua: gli occhi dolci della cagna esprimono devozione, ma il suo cuore nasconde una «ferocia», che si manifesta nella gelosia. L’amore della moglie è dunque assoluto e viscerale, al punto da proteggerlo con aggressività, come farebbe un cane fedele col proprio padrone. «Quando in casa o per via / segue, a chi solo tenti / avvicinarsi, i denti / candidissimi scopre». - “Tu sei come la pavida / coniglia”
La coniglia è ritratta come un simbolo di vulnerabilità e timidezza. La moglie, come l’animale, appare delicata e bisognosa di protezione, incapace di difendersi. È una figura fragile che si rifugia negli angoli bui, e l’autore si domanda con tono quasi paterno: «Chi mai farti soffrire?». - “Tu sei come la rondine / che torna in primavera”
La rondine porta con sé il simbolo del rinnovamento e della speranza: «questo che a me, che mi sentiva ed era / vecchio, annunciavi un’altra primavera». La moglie è paragonata a una rondine che ritorna e porta con sé la promessa della rinascita, dell’allegria e della leggerezza. Tuttavia, l’immagine si incrina quando Saba nota che, a differenza della rondine, la moglie non ha l’arte di ripartire quando giunge l’autunno. Questo è un punto di svolta che introduce una lieve malinconia nell’encomio. - “Tu sei come la provvida / formica”
La formica è l’ultimo animale menzionato: rappresenta la laboriosità e la dedizione della moglie. Come la formica, ella è instancabile e dedita alla cura della famiglia. Saba osserva che la moglie si avvicina così al divino, essendo simile alle femmine degli “animali sereni / che avvicinano a Dio”.
Tematiche
Il tema centrale della poesia è la celebrazione della quotidianità e della semplicità femminile, vista non come un elemento di sminuimento, ma come fonte di bellezza e armonia. Attraverso il ricorso a immagini di animali comuni, Saba esprime un concetto di bellezza che non si fonda sull’eccezionalità, ma sulla naturalezza e sulla spontaneità delle qualità della moglie. Queste similitudini permettono di vedere la figura femminile sotto una luce nuova: non più idealizzata o mitizzata, ma ammirata per le sue virtù semplici e tangibili.
Commento
Saba in questa poesia propone un ribaltamento dei canoni della bellezza e della poesia d’amore: la moglie è vista come l’incarnazione della “donna comune”, lontana dagli ideali sublimati dell’amore cortese o delle muse eteree della tradizione letteraria. La bellezza femminile si trova qui nel quotidiano, nel ripetuto, nell’umile, ma sempre con un’aura di rispetto e venerazione, che si percepisce nella ripetizione costante del “tu sei come”, che apre quasi ogni strofa e crea un ritmo che conferisce solennità al discorso.
Saba realizza un’opera che è al contempo un atto d’amore e una riflessione sulla semplicità. Questo atteggiamento richiama il movimento poetico del crepuscolarismo, con la sua attenzione alla vita quotidiana e alle emozioni comuni, come pure a una visione ironica e disincantata della realtà. La moglie, ritratta in modo così sincero e senza abbellimenti, emerge come una figura di grande purezza e autenticità, la cui bellezza sta proprio nell’essere vera e umana, come «tutte / le femmine di tutti / i sereni animali / che avvicinano a Dio».
Testo della poesia “A mia moglie” di Umberto Saba