Canto trentatreesimo del Purgatorio
27 Gennaio 2019Accordi tra le parti sociali che finalizzino quote di riduzione di orario alla fo…
27 Gennaio 2019Dall’Alcyone di Gabriele D’Annunzio
Libro Terzo delle Laudi del Cielo del Mare della Terra e degli Eroi
Altius egit iter
L’ombra d’Icaro ancor pe’ caldi seni
del Mar Mediterraneo si spazia.
Segue di nave solco che più ferva.
Ogni rapidità di v’ènti agguaglia.
Voce d’uom che comandi ama nel turbine.
Ode cl’amor di nàufraghi iterato
e n’ha disdegno, ché silenzioso
fu quel rimoto suo precipitare.
Io la vidi laggiù, verso l’occaso.
Era nel palischermo io co’ miei due
remi. A prora il mio Dèspota seduto
era, e guatava fiso la mia cura.
Tra quegli e me subitamente vidi
ignuda l’ombra d’Icaro apparire.
Quasi il color marino aveano assunto
le sue membra, ma gli occhi eran solari.
Sul petto giovenile intraversate
ancor gli stavan le due rosse zone,
già per gli òmeri vincoli dell’ale,
simili a inermi bàltei di porpora.
«O Dèspota, costui» dissi «è l’antico
fratel mio. Le sue prove amo innovare
io nell’ignoto. Indulgi, o Invitto, a questa
mia d’altezze e d’abissi avidità!».
Audio Lezioni su Gabriele D’Annunzio del prof. Gaudio
Ascolta “Gabriele D’Annunzio” su Spreaker.