Canto trentatreesimo del Purgatorio
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27 Gennaio 2019Dall’Alcyone di Gabriele D’Annunzio
Libro Terzo delle Laudi del Cielo del Mare della Terra e degli Eroi
L’ arca romana
Alpe di Luni, e dove son le statue?
I miei spirti desìan perpetuarsi
oggi sul cielo in grandi simulacri.
O antichi marmi in grandi orti romani!
Stan per logge e scalèe di balaustri,
con le lor verdi tuniche di muschi.
Negreggiano i cipressi i lecci i bussi
intorno alla fontana ove il Silenzio
col dito su le labbra è chino a specchio.
Vede apparire dal profondo il teschio
dell’eterna Medusa, la Gorgóne
vede sé fiso nel divino orrore.
Lamenta i fati il grido del paone.
Tutto è immobilità di pietra, vita
che fu, memoria grave, ombra infinita.
Un sarcofago eleggo, ov’è scolpita
in tre facce una pugna d’Alessandro;
pieno è di terra, e porta un oleandro.
Quivi masticherò la foglia amara
del mio lauro, seduto su quell’arca.
Quivi disfoglierò la rosa vana
dell’amor mio, seduto su quell’arca.
Audio Lezioni su Gabriele D’Annunzio del prof. Gaudio
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