Il periodo ipotetico dipendente
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28 Dicembre 2019L’episodio di Tancredi e Clorinda è uno dei più celebri e tragici della “Gerusalemme Liberata”, il poema epico scritto da Torquato Tasso e pubblicato per la prima volta nel 1581.
Questo episodio, situato nel canto XII, è un momento centrale dell’opera, carico di temi come l’amore, il destino, la guerra e la morte.
Contesto dell’Episodio
La “Gerusalemme Liberata” narra delle vicende della Prima Crociata e della lotta tra cristiani e musulmani per la conquista di Gerusalemme. Tancredi, un nobile cavaliere cristiano, è innamorato di Clorinda, una valorosa guerriera musulmana. Il loro amore è ostacolato sia dalle loro diverse fedi religiose che dal contesto di guerra in cui si trovano.
L’Incontro Notturno
Nel canto XII, Tancredi e Clorinda si incontrano in battaglia senza riconoscersi. È notte, e Clorinda, avvolta nell’armatura, è indistinguibile come donna o come la persona amata. I due combattono con feroce intensità, non sapendo l’uno dell’altro.
Il Duello e la Rivelazione
Il duello è descritto in maniera epica e tragica. Alla fine, Tancredi riesce a ferire mortalmente Clorinda, e solo in quel momento, quando Clorinda, morente, chiede il battesimo, lui si rende conto di chi ha ucciso.
Ecco un passaggio emblematico del momento della rivelazione, una delle scene più intense e commoventi della “Gerusalemme Liberata” di Torquato Tasso. Rappresenta il culmine del dramma tra Tancredi e Clorinda, con una straordinaria combinazione di pathos, simbolismo religioso e poesia epica. Qui, l’amore e la morte si intrecciano in modo tragico e sublime.
Analisi del Passaggio
Canto XII, Stanza 64-65:
In queste prime stanze, Tancredi, ancora ignaro dell’identità della sua avversaria, sferra il colpo mortale a Clorinda. L’immagine del sangue che macchia la veste d’oro è particolarmente vivida e tragica. La “trafitta vergine” incarna una figura di purezza e sacrificio, che si distacca dalla guerriera implacabile che era stata in vita. Le sue ultime parole sono dettate da un nuovo “spirto” divino, che trasforma Clorinda in una figura quasi cristologica: ribelle in vita, diventa ancella di Dio nella morte.
Testo originale tratta dal Canto XII della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso [64]
Ma ecco omai l’ora fatale è giunta |
Parafrasi
Ottava 64: Ma ecco che è arrivato il momento fatale in cui la vita di Clorinda deve giungere alla sua fine. Tancredi affonda la spada nel bel petto di Clorinda, la spada vi penetra e beve avidamente il sangue; e la veste, che era ricamata d’oro e che stringeva dolcemente e leggermente il suo seno, si riempie di un caldo fiume di sangue. Clorinda sente che sta per morire e il suo piede si indebolisce, vacilla e perde forza.
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Testo
[65] Segue egli la vittoria, e la trafitta |
Parafrasi
Ottava 65: Tancredi, ancora senza sapere chi sia la sua avversaria, continua a inseguire la vittoria, e incalza e minaccia la vergine trafitta. Clorinda, mentre sta cadendo, muove la voce afflitta e pronuncia le sue ultime parole; parole che le sono ispirate da un nuovo spirito, uno spirito di fede, di carità e di speranza: virtù che ora Dio le infonde, e sebbene in vita fosse stata ribelle, ora Dio la vuole come sua serva nella morte. |
Canto XII, Stanza 66:
Clorinda, in punto di morte, chiede il battesimo. Tancredi, disperato, esegue il rito con l’acqua che sgorga dalla sua armatura, comprendendo troppo tardi che ha ucciso la donna che ama.
Infatti, Clorinda, ormai consapevole della sua fine, chiede a Tancredi di perdonarla e di concederle il battesimo, un atto che lava i suoi peccati e la prepara a entrare nel Regno dei Cieli. La scelta di chiamare Tancredi “amico” in questo momento è particolarmente significativa, segnalando la riconciliazione e l’abbandono di ogni ostilità. Il linguaggio usato da Tasso è intriso di dolcezza e tristezza, con “voci languide” e un tono “flebile e soave” che amplifica l’effetto emotivo della scena.
Testo originale tratta dal Canto XII della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso [66]
“Amico, hai vinto: io ti perdon…perdona |
Parafrasi
Ottava 66: Clorinda, in punto di morte, dice: “Amico, hai vinto: io ti perdono… perdona anche tu, non il corpo, che non teme più nulla, ma l’anima; ah, ti prego, prega per lei e concedimi il battesimo che lavi via ogni mio peccato.” In queste parole pronunciate con un filo di voce, c’è qualcosa di triste e dolce che scende al cuore di Tancredi, spegne ogni suo rancore e lo spinge a piangere. |
Canto XII, Stanza 67:
Tancredi si affretta a cercare l’acqua per il battesimo, e solo allora scopre l’identità di Clorinda. La rivelazione che ha ucciso la donna che ama lo lascia ammutolito e pietrificato. Il contrasto tra il gesto di battezzare, un atto di pietà e redenzione, e la precedente violenza del duello, è fortissimo. La scena rappresenta un momento di tragica ironia: Tancredi realizza troppo tardi il prezzo della sua vittoria.
Testo originale tratta dal Canto XII della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso [67]
Poco quindi lontan nel sen del monte |
Parafrasi
Ottava 67: Poco lontano da lì, sul fianco del monte, scorreva mormorando un piccolo ruscello. Tancredi vi si precipitò e riempì l’elmo d’acqua dalla fonte, poi tornò tristemente a compiere il suo sacro e pietoso dovere. Sentì tremare la mano mentre scioglieva e scopriva il viso ancora non riconosciuto. Quando la vide, la riconobbe e rimase senza voce e senza movimento. Che visione terribile! Che tragico riconoscimento!
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Canto XII, Stanza 68:
Mentre Tancredi pronuncia le parole del battesimo, Clorinda si trasforma, sorridendo nella morte come se fosse rinata nella fede. Il suo volto si illumina di gioia, simboleggiando la sua redenzione e l’accesso alla pace eterna. Questo sorriso finale di Clorinda è un’immagine potentissima, che esprime una pace interiore e una serenità che contrastano profondamente con la violenza appena consumata.
Testo originale tratta dal Canto XII della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso [68]
Non morí già, ché sue virtuti accolse |
Parafrasi
Ottava 68: Tancredi non morì sul colpo per il dolore, poiché in quel momento raccolse tutte le sue forze e le mise a sostegno del suo cuore, e, reprimendo il suo strazio, si preparò a dare la vita con l’acqua del battesimo a colei che aveva ucciso con la spada. Mentre pronunciava le sacre parole del battesimo, Clorinda si trasfigurò di gioia e sorrise; e mentre moriva con serenità e con uno spirito di vita nuova, sembrava dire: “Il cielo si apre; io vado in pace.” |
Canto XII, Stanza 69:
Nell’ultima stanza, la bellezza di Clorinda nella morte è paragonata a un fiore pallido, con il suo volto che ricorda i “gigli” misti a “viole”, un’immagine delicata e malinconica. Il suo gesto di alzare la mano verso Tancredi come un segno di pace è simbolico, suggellando il loro tragico destino. La morte di Clorinda è descritta con una dolcezza che ricorda il sonno, una “bella donna” che sembra addormentata più che morta, chiudendo così l’episodio con un senso di serena conclusione.
Testo originale tratta dal Canto XII della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso [69]
D’un bel pallore ha il bianco volto asperso, |
Parafrasi
Ottava 69: Il volto di Clorinda, divenuto pallido, è ora di un bianco misto a un leggero colore violetto, come se fossero stati mescolati gigli e violette. I suoi occhi sono rivolti al cielo, e sembra che il cielo e il sole si siano concentrati su di lei con compassione; e, alzando verso il cavaliere la sua mano nuda e fredda al posto delle parole, gli dà un segno di pace. In questo stato, la bella donna passa alla morte, e sembra che stia dormendo. |
Tematiche
L’episodio è carico di simbolismo. La lotta tra Tancredi e Clorinda non è solo un combattimento fisico, ma rappresenta anche il conflitto interiore tra amore e dovere, tra identità religiosa e umana. Il battesimo finale di Clorinda rappresenta un momento di redenzione, ma anche di incommensurabile tristezza, poiché la riconciliazione tra i due personaggi avviene solo nella morte.
Tasso, in questo episodio, esplora profondamente le emozioni umane, creando un dramma di grande intensità. Il contrasto tra amore e morte, tra il riconoscimento tardivo e la tragedia dell’irreparabile, rende questo episodio uno dei più memorabili della letteratura italiana.
Significato
Questa scena è un potente esempio del modo in cui Tasso fonde amore, morte e redenzione, utilizzando la struttura epica per esplorare le profondità dell’esperienza umana. L’episodio di Tancredi e Clorinda è uno dei più alti momenti della letteratura italiana, un luogo dove la poesia raggiunge una sublime commistione di bellezza e tragedia.