La poetica della parola di Giuseppe Ungaretti
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28 Dicembre 2019Apuleio, celebre autore del II secolo d.C., è conosciuto non solo per Le Metamorfosi o L’Asino d’Oro, ma anche per la sua attività intellettuale che lo vide coinvolto in diverse sfere del sapere, dalla letteratura alla filosofia, fino alla magia.
Uno degli episodi più famosi della sua vita è legato proprio al processo per magia che subì, episodio che si ricollega al suo scritto “Apologia” o “De Magia”. Quest’opera è una difesa retorica in cui Apuleio si discolpa dall’accusa di stregoneria, dimostrando sia la sua abilità oratoria sia la profonda conoscenza filosofica.
Il processo e il contesto
Il De magia è il resoconto del processo a cui Apuleio fu sottoposto a causa dell’accusa di aver usato arti magiche per conquistare la mano della ricca vedova Pudentilla, che Apuleio sposò durante la sua permanenza a Oea (l’attuale Tripoli). I familiari della donna, in particolare il figlio di primo letto, Sicinio Emiliano, lo accusarono di averla indotta a sposarlo tramite incantesimi e sortilegi. L’accusa rifletteva il clima di diffidenza e superstizione che circondava la magia nel mondo romano. Se da un lato la magia era temuta e considerata pericolosa, dall’altro poteva anche essere vista come una forma di sapienza esoterica e potere soprannaturale.
Struttura e contenuto del “De Magia”
L’Apologia o De Magia di Apuleio è un’orazione difensiva in cui l’autore non solo si difende dalle accuse di magia, ma sfrutta l’occasione per esporre il suo pensiero filosofico e per riflettere sui confini tra scienza, filosofia e magia. L’opera si articola in tre punti principali:
- La difesa dalle accuse: Apuleio confuta punto per punto le accuse mosse contro di lui, in particolare la presunta pratica della magia. Egli sostiene che i doni e i gesti che i suoi accusatori hanno interpretato come azioni magiche erano in realtà comuni pratiche culturali o scientifiche. Per esempio, i suoi esperimenti con pesci elettrici e altre curiosità naturali, che venivano considerati sospetti, erano semplicemente frutto di curiosità scientifica e di indagine filosofica. Apuleio ricorre spesso alla logica e all’ironia per smontare le argomentazioni dei suoi detrattori, mostrando come le accuse derivassero più da ignoranza e superstizione che da fatti concreti.
- La difesa della sua relazione con Pudentilla: Una parte significativa dell’orazione è dedicata a spiegare la sua relazione con Pudentilla. Apuleio respinge l’accusa di aver usato sortilegi per convincerla a sposarlo, sostenendo che il matrimonio era stato frutto di un accordo consensuale e razionale. In questo contesto, Apuleio sottolinea l’età avanzata di Pudentilla, che, lontana da ogni attrazione giovanile o passionale, aveva deciso di sposarlo per motivi più pratici. Attraverso questa argomentazione, Apuleio tenta di ridurre le accuse di magia a semplici malintesi generati dalla malafede dei familiari di Pudentilla.
- Una riflessione sulla magia e la filosofia: Apuleio non si limita a difendersi dalle accuse di praticare la magia, ma utilizza l’occasione per esplorare il rapporto tra magia, religione e filosofia. Egli ammette di essere un filosofo platonico e sostiene che molte delle pratiche considerate magiche non sono altro che manifestazioni di una conoscenza più profonda del mondo naturale e spirituale. Apuleio descrive la magia non come un’attività illecita, ma come una forma di sapere spirituale che può essere fraintesa da chi non possiede una conoscenza filosofica adeguata. Si avvicina così alla tradizione filosofica di Platone e dei neoplatonici, per i quali il mondo spirituale e quello fisico erano strettamente collegati.
Apuleio e la filosofia
In tutto il De Magia, Apuleio dimostra una padronanza delle dottrine filosofiche, in particolare quelle legate al platonismo. Il suo interesse per l’anima, il mondo spirituale e le forze invisibili della natura non è legato a un uso pratico della magia, ma piuttosto a un tentativo di comprendere le leggi universali che governano l’esistenza umana. Apuleio si difende efficacemente dalla superstizione e, allo stesso tempo, si pone come un intellettuale che esplora i confini del sapere umano. Sostiene che le accuse di magia siano semplicemente dovute alla confusione tra scienza e superstizione.
Apuleio si colloca, quindi, in una tradizione filosofica che vede nel sapere occulto una conoscenza superiore che si distacca dalla magia volgare o dalle pratiche illecite. Il suo scopo è quello di spiegare che ciò che i suoi accusatori definiscono come magia è in realtà una comprensione più profonda della natura e dei suoi segreti, accessibile solo ai filosofi. Questa difesa filosofica della “magia” si inserisce in un contesto culturale in cui la figura del saggio e del mago si sovrappongono, e Apuleio si presenta come colui che possiede la saggezza per comprendere ciò che è invisibile agli altri.
Stile retorico
L’Apologia è anche un notevole esempio dell’abilità oratoria di Apuleio. Lo stile dell’orazione è caratterizzato da un uso sapiente dell’ironia, della logica argomentativa e della dialettica filosofica. Apuleio dimostra una padronanza delle tecniche retoriche tipiche del periodo, utilizzando l’arte della parola non solo per difendersi, ma per screditare i suoi accusatori, spesso ridicolizzando le loro accuse e mettendo in risalto la loro ignoranza.
Il tono di Apuleio, per quanto formale e rispettoso della legge, è spesso divertito e pungente. Egli gioca con le accuse, trasformando la sua difesa in un’esibizione di erudizione e spirito, dimostrando di essere non solo innocente, ma anche intellettualmente superiore rispetto ai suoi accusatori.
Conclusione
Il De Magia è molto più di una semplice autodifesa. Attraverso questa opera, Apuleio si difende dalle accuse di stregoneria e al contempo rivendica il ruolo della filosofia come via di conoscenza superiore, in grado di penetrare nei segreti della natura e del mondo invisibile. In questo processo, mostra il suo talento oratorio, la sua vasta cultura e il suo legame con il pensiero platonico. L’opera non solo rappresenta un documento significativo del periodo, ma ci offre uno sguardo profondo sulla concezione antica della magia e del rapporto tra scienza, religione e filosofia. Apuleio, intellettuale complesso e multiforme, emerge come una figura centrale nel mondo culturale del II secolo d.C., capace di affrontare con arguzia e profondità anche le accuse più infamanti.