APULEIO, METAMORFOSI: il libro XI (riassunto e aspetti problematici)
29 Dicembre 2016APULEIO, introduzione a le METAMORFOSI: il genere del romanzo, fonti e modelli
29 Dicembre 2016Capitolo 1 libro XI:
Parte con il notturno e descrive il risveglio improvviso di Lucio per una paura improvvisa, come per un brutto sogno; poi introduce la preghiera che verrà rivolta da Lucio alla luna. La ragione per cui lo stile tende ad essere molto più elevato che nel resto del romanzo è una ragione collegata alla tematica di cui il libro tratta cioè la tematica religiosa, anche perché molte sono le sequenze inniche o che descrivono una divinità: i contenuti fanno sì che il testo sia sovraccarico nello stile, stile simile alla prosa dei carmina = testi religiosi o di argomento vario tipici dell’età arcaica che sono fra la poesia e la prosa, si tratta di testi che hanno certe caratteristiche stilistiche per lo più di natura sacrale, che restano poi predominanti all’interno della tradizione letteraria latina sia nell’ambito della tradizione letteraria poetica che prosastica all’interno della quale indicano sempre l’intento di uniformarsi a un registro stilistico elevato. Carmen può essere l’incantesimo della formula magica, un canto. Es: Agricoltura di Catone, sezione in cui presenta al lettore i pole formule rituali della purificazione dei campi.
Caratteristiche di Apuleio:
- attenzione agli aspetti ed effetti fonici: omoteleuto, omoeoacro, rime, allitterazioni. E anche caratteristica della poetica latina, che si differenzia dalla greca.
- Tendenza alla abbondanza, ridondanza
- Nell’uso dell’accostamento di sinonimi
- Gusto della costruzione di lunghi periodi costruiti in cola che creano parallelismi che possono essere introdotti per esempio da elementi anaforici. Ha conseguenze stilistiche.
- Tutti i testi sacrali hanno questa caratteristica: hanno la completezza come necessità fondamentale. Per essere un testo realmente performativo, affinché accada veramente ciò che nel testo si richiede che accada, per essere efficaci devono essere completi. Chi si rivolge alla divinità non si può permettere di offenderla trascurando uno dei numerosi epiteti a cui ci si può rivolgere. Non è un mero gusto formale l’abbondanza, ha conseguenze formali ma ha ragione sostanziale. La completezza è una istanza fondamentale di tutti i testi che hanno una natura sacrale: religione, magia e leggi hanno questa prerogativa essenziale. Tanto che questo stile è stato definito dagli studiosi “liturgico”, riecheggia molto i carmina arcaici.
- Video: il presente ci trascina cinematograficamente dentro la scena
- Commodum: avverbio apuleiano, indica concomitanza temporale.
- Certus: e aggettivo ma come participio congiunto
- Silentiosus: è un conio apuleiano per quanto ci è arrivato della letteratura latina
-> ama gli aggettivi –osus che indica “pieno di qualche cosa”: per noi suona banale ma no lo doveva essere allora
- Pecuina et ferina: per indicare il mondo animale tutto, animali da allevamento e selvaggi.
- Inanima = “senza soffio vitale” sono comprese e quindi Apuleio vivifica tutte le cose, tutte le cose che sono messe in essere non solo le piante ma anche cose come le pietre sono messe in essere dal cenno divino.
- Numinis nutu: gioco etimologico hanno la stessa radice.
- Terra caelo mare: attribuisce alla luna una potenza cosmica
- Parallelismo dei due membri crescere e descescere dei corpi come fasi crescenti e descrescenti della luna.
- Espressione ridondante con ablativo strumentale: crescere con incrementi, diminuire con diminuzioni
- Oppure aumenti in relazione agli incrementi, diminuzioni della luna, è un’altra spiegazione. Parallelismo perfetto forse anche isosillabismo, il periodo apuleiano è un edificio costruito con precisione matematica.
- Ablativo assoluto.
- Subministrante è offerta a tavola.
- Specimen: solitamente “esempio”, ma significa ciò che si vede, verbo specio semplice non attestato e poi suffisso strumentale –men, indica “ciò attraverso cui la divinità si rende visibile“. In questo caso quello che Apuleio fa è utilizzare un termine di uso comune però recuperandone il significato originario in modo evidente al lettore linguisticamente attrezzato. E’ lo strumento attraverso cui qualcuno si rende visibile, è l’immagine di qualcosa. Gioco di recupero etimologico dei termini. Frequente nel gusto lessicale apuleiano.
- Lo stesso aggettivo augustum qui riferito allo specimen si presta a un’interpretazione di questo tipo. E’ un aggettivo si ricollega ad augeo quindi sì “venerando” ma la connotazione propria dell’aggettivo è “ciò che ha in sé la dote del far crescere, ciò che porta alla prosperità“, una connotazione positiva molto accentuata. Accostamento alla divinità della luna che fa accrescere e diminuire tutte le cose è una connotazione che riceve all’interno di questo contesto un’enorme rilievo: la dea “fa crescere”.