Fassino: il privato nella scuola non è lesa maestà
23 Aprile 2012La qualità del servizio scolastico quale obiettivo strategico sul quale impostare…
23 Aprile 2012
“Avviso agli
studenti” rappresenta una spietata analisi della crisi dell’educazione e della
cittadinanza nel mondo occidentale (Raoul Vaneigem, www.pianobedizioni.com, 2010).
studenti” rappresenta una spietata analisi della crisi dell’educazione e della
cittadinanza nel mondo occidentale (Raoul Vaneigem, www.pianobedizioni.com, 2010).
Raoul
Vaneigem ritiene fondamentale l’apporto critico degli studenti alla società,
poiché rappresentano l’unica vera classe di liberi cittadini. Infatti il mondo
degli adulti è sempre invaso da logiche piene di pregiudizi e conflitti di
interesse che non permettono la libera espressione della creatività, della giustizia
e della solidarietà.
Bisogna quindi superare la pedagogia burocratica e
nozionista che coltiva l’ignoranza dei desideri autentici dei più giovani e che
forma classi dirigenti aride e autoritarie e cittadini apatici e spettatori ridotti
a consumatori più o meno egoisti.
Secondo il
libero pensatore “L’istituzione scolastica appartiene ai gruppi affaristici…
Resta da sapere se allievi e professori, dal momento che la gestione di un
universo in rovine alla quale li si invita non promette nulla di buono, si
lasceranno indurre alla funzione di meccanismi lucrativi senza scommettere
sull’ipotesi di imparare a vivere anziché a economizzarsi” (p. 5). E purtroppo “Se
i governi privilegiano l’allevamento intensivo di studenti consumabili sul
mercato, allora i principi di una sana gestione prescrivono di stivare nello
spazio scolastico più ridotto la quantità massima di teste modellabili dal
numero minimo di personale possibile” .
libero pensatore “L’istituzione scolastica appartiene ai gruppi affaristici…
Resta da sapere se allievi e professori, dal momento che la gestione di un
universo in rovine alla quale li si invita non promette nulla di buono, si
lasceranno indurre alla funzione di meccanismi lucrativi senza scommettere
sull’ipotesi di imparare a vivere anziché a economizzarsi” (p. 5). E purtroppo “Se
i governi privilegiano l’allevamento intensivo di studenti consumabili sul
mercato, allora i principi di una sana gestione prescrivono di stivare nello
spazio scolastico più ridotto la quantità massima di teste modellabili dal
numero minimo di personale possibile” .
Comunque a
mio parere viviamo già da qualche anno nella Società della Scienza e
l’ideologia della Società dello Spettacolo si è avviata lungo la strada della
dissoluzione, insieme ai soprusi del liberismo selvaggio, “dello statalismo,
dell’individualismo becero e del collettivismo burocratico, del fascismo nero e
del fascismo rosso” , e alla sacralizzazione del proletariato (Sergio Ghirardi, introduzione). Ed essere
radicali non significa essere estremisti o fondamentalisti: “vuol dire mettere
la storia al servizio della felicità individuale” attraverso una rivoluzione
culturale.
mio parere viviamo già da qualche anno nella Società della Scienza e
l’ideologia della Società dello Spettacolo si è avviata lungo la strada della
dissoluzione, insieme ai soprusi del liberismo selvaggio, “dello statalismo,
dell’individualismo becero e del collettivismo burocratico, del fascismo nero e
del fascismo rosso” , e alla sacralizzazione del proletariato (Sergio Ghirardi, introduzione). Ed essere
radicali non significa essere estremisti o fondamentalisti: “vuol dire mettere
la storia al servizio della felicità individuale” attraverso una rivoluzione
culturale.
Gli studenti
e i cittadini non vogliono “più una scuola in cui s’impara a sopravvivere
disimparando a vivere” . I liberi pensatori e “tutti i rivoluzionari autentici
hanno capito che la rivoluzione implica la diffusione di conoscenze fra tutti i
membri della popolazione” (Simone Weil, Incontri libertari, Elèuthera, 2009). Troppi
adulti continuano a considerare i giovani come una generazione debole e la filosofa
Simone Weil affermò che nella realtà di tutti i giorni “si è sempre barbari
verso i deboli… salvo uno sforzo di generosità tanta rara quanto il genio” (2009).
e i cittadini non vogliono “più una scuola in cui s’impara a sopravvivere
disimparando a vivere” . I liberi pensatori e “tutti i rivoluzionari autentici
hanno capito che la rivoluzione implica la diffusione di conoscenze fra tutti i
membri della popolazione” (Simone Weil, Incontri libertari, Elèuthera, 2009). Troppi
adulti continuano a considerare i giovani come una generazione debole e la filosofa
Simone Weil affermò che nella realtà di tutti i giorni “si è sempre barbari
verso i deboli… salvo uno sforzo di generosità tanta rara quanto il genio” (2009).
Oggigiorno
per fortuna sono i migliori amici e i migliori cittadini i veri insegnanti dell’attualità
dei rapporti umani e delle tecnologie più innovative. E “l’accordo generale
dell’Umanità nascerà dalla divisione degli individui spinta all’infinito”
(Ernest Courderoy, “Hurrah o la rivoluzione per opera dei Cosacchi” ). Perciò,
ragazze e ragazzi, “La diversità è l’unica cosa che abbiamo in comune tutti.
Celebratela ogni giorno” (Anonimo). Rendetevi potenti attraverso la lettura:
“Solo coloro che fanno le battaglie le vincono e soltanto coloro che sono
potenti ne traggono vantaggi” (Saint-Just).
per fortuna sono i migliori amici e i migliori cittadini i veri insegnanti dell’attualità
dei rapporti umani e delle tecnologie più innovative. E “l’accordo generale
dell’Umanità nascerà dalla divisione degli individui spinta all’infinito”
(Ernest Courderoy, “Hurrah o la rivoluzione per opera dei Cosacchi” ). Perciò,
ragazze e ragazzi, “La diversità è l’unica cosa che abbiamo in comune tutti.
Celebratela ogni giorno” (Anonimo). Rendetevi potenti attraverso la lettura:
“Solo coloro che fanno le battaglie le vincono e soltanto coloro che sono
potenti ne traggono vantaggi” (Saint-Just).
Però fate
molta attenzione: “le masse non pongono dei problemi e tanto meno li
risolvono” ; dunque esse non organizzano né costruiscono alcunché. Del resto,
sono anch’esse profondamente impregnate delle tare del regime in cui vivono,
penano e soffrono” (Simone Weil, Incontri libertari, 2009). Finora tutte le
rivoluzioni sono state solo rivoluzioni parziali e paradossali promosse da
minoranze molto attive: “Come si potrebbe avere una rottura di continuità nella
vita sociale dal momento che bisogna mangiare, produrre e scambiare, obbedire e
comandare ogni giorno? E tutto questo non può farsi oggi se non in modi del
tutto simili a quelli di ieri? (Simone Weil, 2009).
molta attenzione: “le masse non pongono dei problemi e tanto meno li
risolvono” ; dunque esse non organizzano né costruiscono alcunché. Del resto,
sono anch’esse profondamente impregnate delle tare del regime in cui vivono,
penano e soffrono” (Simone Weil, Incontri libertari, 2009). Finora tutte le
rivoluzioni sono state solo rivoluzioni parziali e paradossali promosse da
minoranze molto attive: “Come si potrebbe avere una rottura di continuità nella
vita sociale dal momento che bisogna mangiare, produrre e scambiare, obbedire e
comandare ogni giorno? E tutto questo non può farsi oggi se non in modi del
tutto simili a quelli di ieri? (Simone Weil, 2009).
Riflessione
finale: sarebbe ora di realizzare una Costituente delle Giovani Generazioni in
Italia e in Europa, dato che nessun politico negli ultimi anni si è mai degnato
di difendere i loro legittimi interessi. Del resto l’atto dei giovani di porgere
l’altra guancia si è trasformato troppe volte nella condizione di porgere
l’altra chiappa (con l’ulteriore beffa dei debiti pubblici affibbiati alle
prossime generazioni). In ogni caso “chi non conosce il suo limite tema il
destino” (Aristotele).
finale: sarebbe ora di realizzare una Costituente delle Giovani Generazioni in
Italia e in Europa, dato che nessun politico negli ultimi anni si è mai degnato
di difendere i loro legittimi interessi. Del resto l’atto dei giovani di porgere
l’altra guancia si è trasformato troppe volte nella condizione di porgere
l’altra chiappa (con l’ulteriore beffa dei debiti pubblici affibbiati alle
prossime generazioni). In ogni caso “chi non conosce il suo limite tema il
destino” (Aristotele).