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28 Dicembre 2019“Del Principe e delle lettere”. Alfieri saggista
28 Dicembre 2019Ecco alcuni brani significativi tratti dalla tragedia “Saul” di Vittorio Alfieri, che mettono in luce i temi fondamentali dell’opera e la complessità emotiva e psicologica del protagonista.
- Saul sul potere e la sofferenza interiore
“Io più non regno. È spento il mio splendor, Davide, e spento
invidia il trono, e non invidia il cielo.
Io resto sol; tutto il mio regno è l’ombra.”In questo passaggio, Saul riconosce che il suo potere è ormai solo un’ombra di ciò che era. Sentendosi abbandonato e tradito, confessa che il trono non ha più per lui alcun significato, poiché tutto intorno a lui è desolazione e sofferenza.
- Il senso di abbandono da parte di Dio
“Dio m’abbandona, e tutto io mi sento
spogliato e privo d’ogni mio conforto;
senza consiglio, inerme, io solo resto
con questa brama ardente di vendetta.”Qui, Saul esprime la sua disperazione per l’abbandono divino, sentendosi privo di ogni sostegno e guida. L’assenza di Dio lo getta in una solitudine angosciante, mentre la sua brama di vendetta continua a consumarlo dall’interno.
- La gelosia di Saul verso Davide
“Quel Davide, l’odiato, il detestato,
colui che Israello ama, ed io detesto,
è sempre là, pronto, e mi spia la morte.”La gelosia e il sospetto che Saul nutre verso Davide lo tormentano continuamente. Lo vede come una minaccia costante, qualcuno che Israele venera ma che per lui rappresenta il nemico, pronto a prendere il suo posto.
- Il conflitto interiore di Saul
“Ma che ho nel petto? ohimè! Non più mi ascolta
né mi sostiene il mio stesso spirto.
Empio, fiacco, misero re!”In questo monologo, Saul si scaglia contro sé stesso, riconoscendo la propria debolezza e impotenza. Questa è una delle scene in cui il conflitto interiore del re emerge in modo più drammatico, mettendo in luce la sua autocommiserazione e la sua autocritica.
- La maledizione contro Davide
“Maladetto il dì, maladetta l’ora
che io ti conobbi, o invincibil Davide,
maladetta la mia vecchiezza!”Qui Saul maledice Davide e il momento in cui lo ha conosciuto, vedendo nel giovane eroe la causa di tutte le sue sofferenze e la minaccia alla sua autorità. La sua frustrazione si intensifica, con un’acuta consapevolezza della propria debolezza.
- Il richiamo alla morte come liberazione
“Dunque mi resta il morire… O morte, vieni!
E con la man tua scura su me posa
la pietosa ombra, che più non trema.”Saul evoca la morte come una liberazione dalle sue angosce, una tregua da una vita ormai intollerabile. Invoca la morte per porre fine alla sua agonia, considerandola un’ultima consolazione.
- L’ultimo grido di Saul
“Oh Israello!… Sì, morrò. Quest’ombra
che mi circonda, e tutto a morte chiama,
è il mio destino!”Alla fine della tragedia, Saul accetta il proprio destino di morte. La sua lotta per il potere e la sua ossessione per Davide lo hanno consumato, e la morte diventa l’unico esito possibile per lui.
- Riflessione sulla propria caduta
“Sopra il mio capo una nube di sangue
mi pesa e incombe: già tutto è perduto…
Non resta che il nulla, il silenzio, il buio.”Saul riflette sulla sua caduta, con un’immagine drammatica di sangue e oscurità che simboleggiano la sua rovina e il suo destino segnato. Ormai privo di tutto, vede solo la solitudine e il buio della fine.
- Il saluto finale al mondo
“Addio, o tenda mia…
Addio, lume di giorno, addio terra,
addio vita: in eterno addio.”Saul dà l’addio alla vita e alla terra con un senso di rassegnazione. Quest’ultimo addio è un momento toccante, in cui il re accetta infine la propria fine, esprimendo una malinconica consapevolezza della propria mortalità.
Questi brani mettono in risalto i momenti più intensi e profondi del “Saul” di Alfieri, mostrando la discesa del protagonista nella disperazione, la sua lotta interiore, e la sua percezione di isolamento e sconfitta. Saul è un personaggio consumato dalla gelosia, dalla brama di potere e dal terrore dell’abbandono divino, una figura tragica che incarna la crisi del potere assoluto e la fragilità dell’individuo di fronte al proprio destino.