Le fasi della riforma goldoniana
28 Dicembre 2019Smanie per la villeggiatura – sesta parte
28 Dicembre 2019Il ventesimo capitolo dei Promessi Sposi, che è un punto di svolta fondamentale nel romanzo, si apre con la famosa descrizione del castello dell’Innominato, isolato, temuto e separato dal consesso umano, come il suo padrone.
Dopo questa descrizione riprende il flusso della narrazionedel ventesimo capitolo de I Promessi Sposi.
Don Rodrigo, deciso a portare a termine il rapimento di Lucia, si reca dal famigerato Innominato, un potente e temuto signore del crimine. Don Rodrigo parte con i suoi bravi e, dopo aver attraversato un paesaggio aspro e impervio, raggiunge un’osteria chiamata “Malanotte”, dove vengono accolti da altri bravi che sorvegliano la strada per il castello dell’Innominato. Qui, Don Rodrigo viene costretto a lasciare le armi e a versare qualche moneta prima di essere ammesso alla salita verso la dimora del potente signore.
Una volta al castello, Don Rodrigo viene ricevuto dall’Innominato, descritto come un uomo dall’aspetto cupo e autoritario, ben oltre i suoi anni. Don Rodrigo espone la sua richiesta: ha bisogno dell’aiuto dell’Innominato per rapire Lucia. Questo compito non sembra destare troppe difficoltà all’Innominato, che accetta l’incarico, anche perché nutre un profondo rancore verso Fra Cristoforo, alleato di Lucia.
Tuttavia, dopo che Don Rodrigo si è congedato, l’Innominato resta turbato. Inizia a provare un’angoscia interiore che non aveva mai avvertito con tanta intensità. Il peso dei suoi crimini sembra schiacciarlo, e la vecchiaia lo costringe a riflettere sulla propria vita. L’Innominato comincia a essere oppresso da un’inquietudine che lo porta a dubitare della giustezza delle sue azioni passate. Nonostante ciò, per evitare di rimanere preda di questi rimorsi, ordina comunque al suo fido aiutante, il Nibbio, di preparare il rapimento.
Il piano viene messo in moto: Egidio, l’amante della Monaca di Monza, viene contattato per organizzare il rapimento, e Gertrude, pur combattuta, si piega al volere di Egidio, complice nella macchinazione. Gertrude, fingendo di avere bisogno di un favore da Lucia, la convince a lasciare il convento per una breve commissione. Lucia, sebbene riluttante e intimorita, accetta di obbedire.
Lungo il tragitto, Lucia viene avvicinata dai bravi dell’Innominato, che fingono di chiedere indicazioni. In un attimo, la ragazza viene afferrata e costretta a entrare in una carrozza. Nonostante i suoi tentativi di gridare e divincolarsi, i bravi la trattengono con forza e la fanno tacere con un fazzoletto premuto sulla bocca. Lucia sviene per lo spavento.
Durante il viaggio, mentre la carrozza attraversa un bosco, il Nibbio cerca di tranquillizzare Lucia, spiegandole che nessuno le vuole fare del male, ma la ragazza non si calma e alterna preghiere a momenti di svenimento.
Al castello, l’Innominato attende con crescente angoscia. Per la prima volta, non è certo di voler portare a termine l’azione che ha ordinato. Avverte un profondo disagio e si domanda se sia giusto compiere ancora un altro crimine.