Paragrafi 12 e 13 della lettera 47 di Seneca a Lucilio
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28 Dicembre 2019Gli ultimi versi del Canto II del Purgatorio di Dante Alighieri rappresentano uno dei momenti più delicati e umani del viaggio dantesco.
Dante incontra l’anima di Casella, un suo amico musicista, e questo incontro offre un raro momento di tenerezza e consolazione, in netto contrasto con le atmosfere dure e opprimenti dell’Inferno. Il canto esplora il tema dell’amore e del conforto che l’arte (in particolare la musica) può offrire all’anima, ma culmina con un ammonimento del veglio Catone, che ricorda ai penitenti l’urgenza della purificazione.
Analisi
Versi 70-75
La scena iniziale di questa parte vede le anime dei penitenti che, come una folla curiosa che accoglie un messaggero con un ramo d’ulivo, si avvicinano a Dante per ascoltare le sue “novelle” e dimenticano momentaneamente il loro scopo di purificarsi per entrare in Paradiso. Le anime sono animate dal desiderio di ascoltare notizie terrene, il che sottolinea come anche in Purgatorio permanga una certa connessione con la vita passata.
Versi 76-87
Tra queste anime, una si avvicina con grande affetto a Dante per abbracciarlo. Si tratta dell’anima di Casella, amico di Dante, un musicista. Tuttavia, quando Dante cerca di abbracciarlo per tre volte, le mani si chiudono nel vuoto, poiché Casella è un’ombra, un’anima senza corpo. Questo momento riprende un tema già presente nell’Eneide di Virgilio, quando Enea tenta invano di abbracciare l’anima di Anchise.
Versi 88-96
Casella sorride e si ritrae, e solo in quel momento Dante riconosce il suo amico e lo prega di fermarsi per poter parlare con lui. Casella accetta e spiega che, nonostante i ritardi nell’essere accolto dal traghettatore angelico per entrare in Purgatorio, non ha subito alcun torto. Il passaggio delle anime al Purgatorio dipende dalla volontà divina, che può scegliere liberamente chi far passare e quando.
Versi 97-108
Casella continua a spiegare che, per tre mesi, ogni anima che ha voluto entrare nel Purgatorio è stata accolta senza difficoltà. Egli stesso, dopo aver atteso a lungo, è finalmente stato portato alla riva del Purgatorio, dove il Tevere sfocia nel mare, e lì è stato benignamente accolto dall’angelo traghettatore.
Versi 109-117
Dante chiede a Casella di intonare una delle sue dolci canzoni che in passato avevano avuto il potere di confortarlo nelle sue pene terrene. Casella accetta, e intona il famoso canto “Amor che ne la mente mi ragiona”, che è uno dei componimenti dello stesso Dante. Il tema dell’amore, trattato nella Vita Nova, qui riecheggia nel contesto del Purgatorio, rappresentando una consolazione per l’anima di Dante e delle anime presenti.
Versi 118-126
Tutti i presenti, compresi Dante, Virgilio e le altre anime, rimangono rapiti e incantati dalla dolcezza della musica di Casella. Il canto porta un momento di pace e armonia, ma questa serenità viene interrotta bruscamente dall’intervento di Catone, il guardiano del Purgatorio, che richiama le anime al loro dovere. Catone le rimprovera per la loro negligenza, invitandole a non perdere tempo e a salire il monte per purificarsi.
Versi 127-133
Catone confronta le anime ai colombi che, intenti a nutrirsi, fuggono subito se percepiscono un pericolo improvviso. Allo stesso modo, le anime, richiamate alla loro missione, interrompono il canto e si precipitano verso la costa per iniziare la loro purificazione, dimenticando l’incanto musicale.
Commento
In questo episodio, Dante mostra come persino le anime del Purgatorio, che sono già destinate alla salvezza, possono essere distratte dai piaceri terreni, anche se questi piaceri, come la musica, sono elevati e nobili. Il canto di Casella simboleggia il potere consolatorio dell’arte e dell’amore, capace di sollevare l’animo umano dalle pene. Tuttavia, Catone rappresenta la necessità di non perdere di vista l’obiettivo della purificazione, richiamando le anime alla loro vera missione: ascendere verso Dio. Il contrasto tra l’amore spirituale e l’urgenza della purificazione mostra la tensione tra il piacere estetico e il dovere morale.
L’incontro con Casella è carico di affetto personale e offre un raro momento di intimità in un contesto in cui le anime non sono più corpi fisici, ma ombre. Il vano tentativo di abbracciare l’amico sottolinea la separazione tra mondo terreno e ultraterreno, tra vita e morte.
Testo e Parafrasi
Testo dei versi 70-133 del Canto secondo del Purgatorio di Dante
E come a messagger che porta ulivo così al viso mio s’affisar quelle Io vidi una di lor trarresi avante Ohi ombre vane, fuor che ne l’aspetto! Di maraviglia, credo, mi dipinsi; Soavemente disse ch’io posasse; Rispuosemi: “Così com’io t’amai “Casella mio, per tornar altra volta Ed elli a me: “Nessun m’è fatto oltraggio, ché di giusto voler lo suo si face: Ond’io, ch’era ora a la marina vòlto A quella foce ha elli or dritta l’ala, E io: “Se nuova legge non ti toglie di ciò ti piaccia consolare alquanto ’Amor che ne la mente mi ragiona’ Lo mio maestro e io e quella gente Noi eravam tutti fissi e attenti qual negligenza, quale stare è questo? Come quando, cogliendo biado o loglio, se cosa appare ond’elli abbian paura, così vid’io quella masnada fresca né la nostra partita fu men tosta. |
Versi 70-75: E come la gente si affolla per ascoltare le novità portate da un messaggero con un ramo d’ulivo, senza badare a calpestarsi, così quelle anime fortunate si fermarono tutte a fissare il mio volto, quasi dimenticando il loro viaggio verso la purificazione.Versi 76-81: Vidi una di loro farsi avanti per abbracciarmi, con tanto affetto che mi spinse a fare lo stesso. Ahimè, ombre vane, prive di consistenza! Per tre volte cercai di abbracciarla, e per tre volte le mani tornarono vuote al mio petto.Versi 82-87: Il mio volto doveva essere dipinto di stupore, perché quell’ombra sorrise e si ritrasse. E io, seguendola, mi spinsi più avanti. Con dolcezza mi disse di fermarmi; a quel punto riconobbi chi fosse e gli chiesi di restare un momento per parlare con me.Versi 88-93: Mi rispose: “Come ti ho amato quando ero in vita, così ti amo ora che sono spirito, perciò mi fermo; ma tu, perché sei qui?”Versi 94-96: “Diletto Casella, sto facendo questo viaggio per tornare nell’altro mondo”, gli risposi, “ma dimmi, come mai hai dovuto attendere tanto?” Versi 97-105: Versi 106-108: Versi 109-114: Versi 115-120: Versi 121-126: Versi 127-133: |