
L’eroe della montagna: ascesa e caduta di Marco Pantani di Cateno Tempio
28 Dicembre 2019
Capitolo trentottesimo dei Promessi Sposi
28 Dicembre 2019Il professor Gaudio ha realizzato un’interpretazione musicale di questi versi del Paradiso per rendere più coinvolgente lo studio della Divina Commedia.
Significato dei Versi
In questo passo del Canto III, Dante incontra Piccarda Donati, un’anima della sfera della Luna. Piccarda spiega che, sebbene si trovi nella parte più bassa del Paradiso, è comunque beata e non desidera una condizione diversa.
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Presentazione di Piccarda (vv. 46-51)
- Si presenta come una vergine e suora, e si aspetta che Dante la riconosca.
- Spiega di essere beata, pur trovandosi nella “spera più tarda” (la più bassa).
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Accettazione della volontà divina (vv. 72-87)
- Le anime del Paradiso non desiderano una posizione più elevata perché la loro volontà è perfettamente allineata a quella divina.
- Se desiderassero qualcosa di diverso, sarebbero in contrasto con Dio, il che è impossibile in Paradiso.
- L’ultima terzina esprime il concetto fondamentale: “E ’n la sua volontade è nostra pace”, ovvero la beatitudine consiste nell’accettazione della volontà divina.
Musicalità e Interpretazione
L’inserimento del canto e del ritornello “La la la la la la” sembra voler sottolineare:
- L’armonia celeste delle anime beate.
- Il concetto di gioia e pace che caratterizza il Paradiso.
- Il ritmo e la ripetizione, che aiutano a memorizzare il contenuto.
Cantare questi versi in classe può aver aiutato gli studenti a comprendere il tono solenne e sereno del discorso di Piccarda e a interiorizzare il messaggio di Dante.
Testo dei versi della canzone Piccarda Paradiso III
I’ fui nel mondo vergine sorella;
e se la mente tua ben sé riguarda,
non mi ti celerà l’esser più bella, 48
ma riconoscerai ch’i’ son Piccarda,
che, posta qui con questi altri beati,
beata sono in la spera più tarda. 51
Li nostri affetti, che solo infiammati
son nel piacer de lo Spirito Santo,
letizian del suo ordine formati. 54
E questa sorte che par giù cotanto,
però n’è data, perché fuor negletti
li nostri voti, e vòti in alcun canto”. 57 […]
La la la la la la
“Frate, la nostra volontà quïeta
virtù di carità, che fa volerne
sol quel ch’avemo, e d’altro non ci asseta. 72
Se disïassimo esser più superne,
foran discordi li nostri disiri
dal voler di colui che qui ne cerne; 75
che vedrai non capere in questi giri,
s’essere in carità è qui necesse,
e se la sua natura ben rimiri. 78
Anzi è formale ad esto beato esse
tenersi dentro a la divina voglia,
per ch’una fansi nostre voglie stesse; 81
La la la la la la
sì che, come noi sem di soglia in soglia
per questo regno, a tutto il regno piace
com’a lo re che ’n suo voler ne ’nvoglia. 84
E ’n la sua volontade è nostra pace:
ell’è quel mare al qual tutto si move
ciò ch’ella crïa o che natura face”. 87
(ripeti due volte le ultime due terzine)