L’esempio di Cesare Borgia ll capitolo settimo del Principe
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28 Dicembre 2019Gaio Giulio Cesare, nato nel 100 a.C., è stato una figura cruciale della tarda Repubblica Romana e ha gettato le basi per la nascita dell’Impero Romano.
Proveniente da una famiglia patrizia di antica nobiltà ma ridotta in prestigio, Cesare iniziò la sua carriera militare e politica con abilità tattica e carisma, sfruttando sia le proprie capacità oratorie che una spiccata ambizione.
Ascesa Politica
L’ascesa di Cesare nella scena politica romana avvenne gradualmente, attraverso il cursus honorum, e si distinse per un’alleanza strategica con Crasso e Pompeo nel 60 a.C., il cosiddetto Primo Triumvirato. Grazie a questo accordo, Cesare ottenne il consolato nel 59 a.C. e da qui il comando proconsolare delle Gallie.
Le Conquiste in Gallia
Cesare utilizzò questa posizione per lanciarsi in una serie di campagne che durarono otto anni (58-50 a.C.) e culminarono nella conquista della Gallia, aumentando il suo prestigio e la sua ricchezza. Durante queste campagne Cesare dimostrò le sue capacità di generale e amministratore, superando eserciti numericamente superiori e consolidando il controllo romano su un vasto territorio. Le sue imprese furono documentate nei “Commentarii de Bello Gallico”, che diffondevano al popolo romano le sue gesta militari e abilità strategiche.
La Rottura con il Senato e la Guerra Civile
La crescente influenza di Cesare preoccupò l’aristocrazia senatoria e Pompeo, suo vecchio alleato e ora rivale, che nel 50 a.C. gli impose di lasciare il comando delle legioni e tornare a Roma come cittadino privato. Cesare rifiutò e, nel 49 a.C., attraversò il Rubicone, fiume che segnava il confine tra la sua giurisdizione e il suolo italiano, dando inizio alla guerra civile con la celebre frase: “Alea iacta est” (il dado è tratto). Il conflitto si concluse con la sconfitta di Pompeo a Farsalo nel 48 a.C. e la sua successiva fuga in Egitto, dove venne ucciso.
La Dittatura e le Riforme
Cesare ritornò a Roma come vincitore e fu nominato dittatore a vita nel 44 a.C. Dal potere assoluto, avviò una serie di riforme destinate a trasformare lo stato romano: riorganizzò il calendario (introducendo il calendario giuliano), ampliò il Senato per includere rappresentanti delle province, introdusse leggi per migliorare la gestione delle terre e delle risorse, e concesse la cittadinanza a molti provinciali. Tali misure miravano a centralizzare il potere e a ottenere il consenso delle masse, ma minacciavano l’autonomia e il prestigio dei nobili e dei senatori, che iniziarono a vederlo come un potenziale tiranno.
La Congiura e la Morte
La crescente autorità di Cesare e i suoi progetti di espansione del potere monarchico generarono una forte opposizione all’interno del Senato, dove alcuni, tra cui Bruto e Cassio, temevano che intendesse abolire definitivamente la Repubblica. Il 15 marzo del 44 a.C., durante le Idi di marzo, fu assassinato in Senato dai congiurati, che lo pugnalarono ripetutamente, ponendo fine alla sua vita.
Conseguenze della Morte
La morte di Cesare non portò alla restaurazione della Repubblica, come speravano i congiurati, ma precipitò Roma in nuove guerre civili, dalle quali emerse Ottaviano, il figlio adottivo di Cesare, che avrebbe poi fondato il Principato inaugurando l’età imperiale.
Audio Lezioni di Storia Romana del prof. Gaudio
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