Neoclassicismo – Ripetizioni di Letteratura dell’800 – 29elode
28 Dicembre 2019Qualifica dirigenziale – Dirigenza scolastica
28 Dicembre 2019Cesare Pavese si inserisce in maniera del tutto originale nel quadro del neorealismo del secondo dopoguerra
Si comincia a parlare di neorealismo alla fine degli anni venti in Germania (in opposizione all’espressionismo) e in Italia, riguardo romanzi come Gli indifferenti di Alberto Moravia (1929), Gente in Aspromonte di Corrado Alvaro (1930) e Fontamara di Ignazio Silone (1933).
Un frutto già maturo (e originale) del neorealismo letterario è Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini del 1938-39, ma il termine “neorealista” fu utilizzato pubblicamente solo a partire dal film Ossessione di Luchino Visconti del 1942. Il cinema e la letteratura neorealistica ebbero un ruolo importante nella cultura italiana almeno fino al 1956, quando, con i fatti di Ungheria, vennero meno alcuni presupposti politici.
Il neorealismo non è una scuola o un movimento organizzato, non ha manifesti come il futurismo, è piuttosto un clima culturale, una istanza etico-civile (vedi la postfazione al Sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino.
Per questo ogni autore prese parte a questo “orientamento culturale” in modo autonomo e personale.
I punti di riferimento del neorealismo italiano furono:
- Il realismo socialista sovietico
- Gramsci, i cui Quaderni del carcere, pubblicati dopo la guerra, delineavano l’intellettuale organico al popolo
- L’esistenzialismo francese
- L’antifascismo in tutte le sue forme, soprattutto nella fase della resistenza
- La narrativa americana di Hemingway e Steinbeck
Neorealismo – lo stile
Pur nell’evidente diversità dei risultati dei singoli autori, si possono individuare alcuni aspetti comuni:
L’intento documentario (far parlare la realtà da sola, nei film ingaggiare la gente dalla strada per recitare)
La lingua antiletteraria, che ha come punto di riferimento implicito (nella maggior parte dei casi) esplicito nel caso di Fenoglio, la lingua inglese