Verso il primo conflitto mondiale
27 Gennaio 2019N. 00139 2012 REG.RIC.xml
27 Gennaio 2019il pittore del Silenzio
Ferrara, Palazzo dei Diamanti 17 ottobre 2010 – 30 gennaio 2011
Madrid, Museo Nacional del Prado 28 febbraio – 29 maggio 2011
«Noi usiamo i colori ma quello con cui dipingiamo è il sentimento». Con queste parole, Jean-Baptiste-Siméon Chardin (1699-1779), contrapponendosi alle regole accademiche allora in voga, amava descrivere il suo modo di fare arte e la sua poetica.
Nell’autunno 2010 Ferrara Arte dedicherà la prima mostra italiana a questo protagonista dell’arte del Settecento. L’esposizione è organizzata in collaborazione con il Museo del Prado di Madrid, che la ospiterà dopo la tappa italiana, ed è curata da Pierre Rosenberg, massimo esperto di Chardin, membro dellAcadémie Française e già direttore del Musée du Louvre.
Nonostante non sia molto conosciuto dal grande pubblico italiano, Chardin è considerato l’artista francese che ha avuto maggior influenza sulla pittura moderna. L’aver elevato gli oggetti di uso quotidiano e i gesti delle persone comuni a materia di rappresentazione artistica ne fa il vero erede di Vermeer e, al contempo, il punto di riferimento per artisti del calibro di Cézanne, Matisse, Braque e Morandi.
Ma Chardin non è solo uno dei più influenti artisti del Settecento, è anche uno dei più originali. Egli infatti rifiuta, sin da giovanissimo, i percorsi didattici accademici ed è uno dei pochi a non aver mai effettuato il viaggio in Italia. Tra tutti i generi pittorici, evita proprio quelli che nella Francia del secolo dei lumi sancivano la statura e la fortuna degli artisti, e cioè i dipinti di soggetto storico o mitologico.
Nonostante ciò, nel 1728, l’Académie Royale de Peinture et de Sculture – alla quale Chardin aveva sottoposto la propria candidatura con opere impressionanti come La razza – riconosce il suo talento e lo accoglie nei suoi ranghi come pittore di frutta e di animali. La scelta del genere della natura morta, apparentemente minore, non ne vincola il successo e Chardin si impone presto sulla competitiva scena parigina. Nel corso del decennio successivo, egli estende la propria ricerca anche alla figura umana, effigiata perlopiù in ambienti domestici e nello svolgimento di semplici mansioni quotidiane, in scene in cui i ceti più umili sono associati ai rampolli della borghesia francese. Nascono così capolavori come la Il garzone dosteria , la Vivandiera o Il giovane disegnatore ai quali si affiancano le toccanti raffigurazioni delle attività ricreative dei giovani come Le bolle di sapone , la Bambina che gioca col volano o il Bambino con la trottola .
In ciascuna di queste opere, attraverso una tecnica pittorica stupefacente, incentrata sul rapporto tra tono e colore e sulla variazione degli effetti di luce sugli oggetti e sulle persone, l’artista riesce a trasmettere all’osservatore l’emozione provata di volta in volta di fronte al soggetto. E’ con questo spirito che Chardin dipinge, ad esempio, il Bouquet di fiori (c. 1755) uno degli esiti più alti della sua arte, dove la straordinaria freschezza di esecuzione e la tavolozza dai colori audaci appaiono del tutto inedite rispetto alle opere dei suoi contemporanei.
Il successo dell’innovativa pittura di Chardin è registrato dalle reazioni del pubblico alle tele che l’artista espone al Salon a partire dal 1737. Entusiasti i pareri di alcuni intellettuali tra cui Denis Diderot, che nel 1763 osanna pubblicamente il realismo delle nature morte del pittore. Chardin è molto apprezzato anche dal re di Francia Luigi XV, al quale il pittore dona la Madre laboriosa e il Benedicite, ricevendo in cambio la stima del sovrano e, nel 1757, il grande privilegio di dimorare e lavorare al Louvre.
La mostra di Ferrara e Madrid offrirà l’occasione di ripercorrere le tappe salienti del percorso artistico di Chardin attraverso un’ampia selezione di opere provenienti da musei e collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. La rassegna spazierà così dalle nature morte giovanili alle scene di genere della prima maturità , fino al ritorno agli oggetti degli anni Cinquanta e agli straordinari capolavori dell’ultimo periodo.
Un appuntamento che si preannuncia imperdibile e che consentirà di apprezzare l’opera di un’artista che Vincent Van Gogh riteneva «grande come Rembrandt».
CHARDIN
La mostra, a cura di Pierre Rosenberg, è organizzata da Ferrara Arte e dal Museo Nacional del Prado di Madrid, in collaborazione con le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, il Comune di Ferrara, la Provincia di Ferrara, la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, la Cassa di Risparmio di Ferrara e Parsitalia Real Estate.
Aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso, dalle 9.00 alle 19.00
Aperto anche 1 novembre, 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio
Info
Call Center Ferrara Mostre e Musei: tel. 0532.244949, fax 0532.203064
[email protected]
Ufficio stampa
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo, tel. 049.663499
[email protected]
www.studioesseci.net