Gita ai Luoghi manzoniani 27 maggio 2016 classe 2A Liceo Scientifico Vico di Corsi…
27 Gennaio 2019Tragedia greca
27 Gennaio 2019Les Fleurs du Mal è una raccolta di poesie di Baudelaire scritte tra il 1840 e il 1857, data di pubblicazione dell’opera, che rappresenta un punto di riferimento della poesia moderna.
Le poesie rompono con lo “stile convenzionale” della poesia classica e con i suoi codici rigidi fino ad allora in uso. Molte formule hanno una forte dimensione espressiva e visiva, per cui durante la lettura appaiono nella mente del lettore molte immagini.
La sua poesia lirica esprime lo spleen, un’infelicità fatta di un misto di noia e angoscia esistenziale; traduce nell’ideale la sua ricerca della Bellezza, ma anche del male e della bruttezza. Situata al crocevia tra romanticismo e simbolismo (vedi l’ultima parte di questo articolo), la sua poesia è moderna. Implementa le corrispondenze presenti nell’omonimo sonetto (con lo stesso nome) dove “Profumi, colori e suoni si rispondono”.
Caratteristiche
La sua poesia mescola linguaggio accademico e discorso quotidiano. Rompendo con un romanticismo che, per mezzo secolo, ha elogiato la Natura fino a banalizzarla, celebra la città e più in particolare Parigi, trasformata poi dall’opera di Eugène Haussmann. A livello formale, la poesia baudelairiana segue un lignaggio relativamente classico (uso del sonetto, brani in decasillabi, in ottosillabi, figure retoriche come metafora, anafora, antitesi e ossimoro – vedi un piccolo promemoria sulle figure retoriche essenziali proprio qui .
Ma sono soprattutto il punto di vista adottato dal poeta e il suo ruolo a costituire l’originalità dello scrittore. Per Baudelaire si tratta di catturare, attraverso le immagini, i simboli di cui siamo circondati e che non percepiamo. Baudelaire invita così il lettore a essere “un traduttore, un decifratore” (Riflessioni su alcuni miei contemporanei, 1860).
Reazioni alla pubblicazione de I fiori del male
Quando l’opera fu pubblicata, Les Fleurs du Mal fu censurata e Baudelaire fu condannato dal tribunale penale di Parigi per insulto alla morale pubblica. Sei poesie furono ritirate perché considerate offensive per la morale pubblica. Infatti, Baudelaire, ad esempio, raffigura la poetessa dell’antica Grecia, Saffo, omosessuale, nei poemi erotici.
La raccolta apparve lo stesso anno di Madame Bovary di Gustave Flaubert, un importante romanzo del XIX secolo, sfuggito alla censura chiesta dallo stesso autore di Les Fleurs du Mal, Maître Pinard. Profondamente deluso dall’accoglienza della sua opera, Baudelaire continuò comunque il suo lavoro; Fu solo nel 1949 che queste sei poesie furono riabilitate. Per lui l’essere umano vive una tragedia perpetua in una dualità che lo dilania tra la sua aspirazione al bene e al Paradiso, e la tentazione al male e all’Inferno.
Le diverse edizioni di Les Fleurs du Mal
Come accennato in precedenza in questo articolo, nel 1857 fu pubblicata la prima edizione di Les Fleurs du Mal. Questa prima edizione comprendeva 100 poesie divise in 6 sezioni: Milza e Ideale, Dipinti parigini, Vino, Fiori del Male, Rivolta e Morte. Tuttavia, questa versione fu presto vittima della censura e 6 poesie furono cancellate. Baudelaire è stato multato.
Nel 1861 Baudelaire pubblicò una seconda edizione, comprendente 14 nuove poesie e piccole modifiche ad alcune delle poesie della prima edizione. Ma anche questa seconda edizione venne censurata e alcune poesie furono cancellate.
Nel 1866 fu pubblicata una terza edizione, comprendente ancora 30 nuove poesie e modifiche. E ancora, questa edizione è stata censurata e le poesie sono state rimosse.
Finalmente, nel 1868, fu pubblicata una quarta edizione con tutte le poesie della terza edizione e di quelle nuove. Pubblicata dopo la morte del poeta, questa è la versione che conosciamo oggi, questa volta autorizzata senza censura.
Le sei sezioni di Les Fleurs du Mal
Les Fleurs du Mal può essere considerato come un “bouquet” di poesie attentamente disposte e accostate tra loro. La struttura della collezione segue una logica interna, che è interessante conoscere per orientarsi.
La raccolta di poesie è composta da sei parti distinte, ciascuna delle quali evoca temi diversi:
Spleen e l’ideale
La sezione Milza e Ideale (poesie da I a LXXXV) esplora i temi della malinconia, della tristezza e della nostalgia, così come quelli della bellezza, dell’amore e dell’ispirazione. Questi due concetti sono due facce della stessa medaglia e sono opposti tra loro.
Lo spleen è una sensazione di disagio, una malinconia profonda che invade l’anima e il corpo. È causato dalla solitudine, dalla noia, dall’ansia e dall’incertezza riguardo al futuro. Baudelaire esplora questo sentimento in poesie come Spleen, La Destruction e Le Léthé.
L’ideale, dal canto suo, è un concetto che rimanda all’idea di perfezione, bellezza e armonia. È associato alla ricerca dell’assoluto e dell’eternità. Baudelaire esplora questo tema in poesie come Spleen, La Destruction, et Le Léthé.
L’ideale, l’irrimediabile e la bellezza.
Questi due concetti sono strettamente legati in Baudelaire, perché l’ideale è spesso una risposta alla sofferenza causata dalla milza. Ecco perché, nella sezione Milza e Ideale, Baudelaire esplora alternativamente questi due temi, mostrando come siano legati e si influenzino a vicenda.
Tableaux parisienne (Dipinti parigini)
La sezione Dipinti parigini (poesie da LXXXVI a CIII) è composta da poesie che descrivono la città di Parigi e i suoi abitanti, nonché la vita notturna e la modernità della città del XIX secolo.
Questa sezione esplora la bellezza e la bruttezza di Parigi, mostrando come la città sia allo stesso tempo affascinante e spaventosa. Le poesie di questa sezione descrivono la città da diverse prospettive. Alcune poesie descrivono le strade, i ponti e i monumenti di Parigi… Tra le poesie più conosciute di questa sezione possiamo citare Le Spleen de Paris, À une passerante, Le Cygne e Les Sept Vieillards.
Vino
La sezione Vino (poesie da CIV a CVIII) è una celebrazione dell’ubriachezza e del vino, temi ricorrenti nella poesia di Baudelaire. Il vino è visto come fonte di ispirazione, piacere e libertà (vedi Alcoli, di Guillaume Apollinaire su questo tema).
Baudelaire descrive l’ebbrezza come uno stato di trascendenza, dove l’uomo può fuggire dalla realtà e trovare rifugio nei piaceri della carne e dello spirito. Celebra le diverse forme di vino, dal vino rosso allo champagne, al vino Tokay e al vino di Cipro. Tra le poesie più note di questa sezione ci sono Il vino dell’assassino, Il vino degli amanti e Il vino della solitudine.
Fiori del Male
La sezione Les Fleurs du Mal (poesie da CIX a CXVII) riunisce poesie che esplorano la condizione umana e gli aspetti più oscuri della vita. Baudelaire descrive l’ansia esistenziale, la sofferenza, la morte e il declino, esplorando i temi della solitudine, della malattia e della depressione. In esso, esprime la sua visione del mondo come intrinsecamente crudele e ingiusta.
Tra le poesie più note di questa sezione ci sono Une Carrogne, La Beauté, L’Albatross e Une Saison en Enfer.
Rivolta
La sezione Rivolta (poesie da CXVIII a CXX) concentra poesie che esprimono la rivolta di Baudelaire contro la società, la moralità e le convenzioni del suo tempo. Esplora i temi della libertà, della ribellione e della sovversione, mostrando come l’arte possa essere un mezzo per opporsi all’ordine costituito.
Baudelaire critica la borghesia, la religione, la politica e la moralità convenzionale, mostrando come queste istituzioni soffocano l’individualità e l’espressione di sé. Esprime la sua visione di una società corrotta e ipocrita, che non consente all’individuo di prosperare pienamente.
Tra le poesie più note di questa sezione ci sono L’orologio, Lete e La bellezza del diavolo.
La morte
Infine, la Morte (poesie da CXXI a CXVI) funge da bilancio, che oscilla tra l’impasse e la speranza ultima. Questa sezione esprime il fascino di Baudelaire per la morte, mostrando come possa essere allo stesso tempo spaventoso e seducente.
Baudelaire esplora i temi della morte fisica, della morte dell’amore e della morte dell’arte, mostrando come queste morti siano inseparabili dalla condizione umana. Esprime la sua visione di un mondo segnato dalla morte, mostrando come l’arte possa essere un mezzo per trascendere questa condizione.
Tra le poesie più note di questa sezione ci sono “La morte degli amanti”, “Lete” e “A Carrion”.
I temi principali dell’opera
Les Fleurs du Mal è ancorato a diversi movimenti letterari: romanticismo, simbolismo e surrealismo. Ecco un piccolo promemoria delle tendenze letterarie. Attraverso il lirismo, espressione di sé, il poeta mette in luce i suoi sentimenti personali e intimi, spesso legati all’amore. Baudelaire racconta così nelle sue poesie la delusione in amore (la separazione, l’amore impossibile, la perdita della persona amata), ma anche la malinconia (profonda tristezza), la nostalgia (che riguarda il passare del tempo) e la solitudine.
In questo Baudelaire è anche una figura di spicco del romanticismo nero, perché si ispira al pittoresco e al fantastico del Medioevo, al romanzo gotico inglese del XIX secolo (legato in particolare all’opera di Edgar Poe).
Il tema della città in Les Fleurs du Mal
Nella sezione Dipinti parigini, Baudelaire esplora la vita nella città di Parigi, offrendo attraverso una serie di poesie una visione realistica e poetica della società urbanizzata del suo tempo. Il poeta descrive dettagliatamente i vari aspetti della città e le persone che la abitano. Baudelaire cattura l’atmosfera di scene quotidiane, quartieri bui, caffè affollati, strade affollate e folle anonime. Il suo scopo è quello di rappresentare la modernità in tutta la sua complessità, evidenziando gli aspetti attraenti e i lati oscuri della vita.
Ciò che caratterizza particolarmente la rappresentazione della città di Baudelaire è la sua attenzione ai dettagli. Usa descrizioni attente per evocare luoghi e persone, creando un’atmosfera coinvolgente per il lettore. Disegna ritratti sorprendenti della folla, descrivendo in dettaglio i volti, i comportamenti e i movimenti delle persone nel trambusto urbano. Queste poesie spesso rivelano un senso di alienazione e isolamento nella città, esprimendo la solitudine, l’anonimato e la disumanizzazione inerenti alla vita urbana.
Baudelaire esplora anche i contrasti che costellano la vita cittadina, in particolare quelli tra bellezza e bruttezza, ricchezza e povertà, luce e oscurità, evidenziando le tensioni e le contraddizioni inerenti a questa esistenza. Il suo approccio non si limita a descrivere l’ambiente urbano, ma utilizza la città come un prisma attraverso il quale esamina la condizione umana e la società. Denuncia i vizi e le corruzioni nascoste negli angoli della città, pur mostrando fascino per il suo dinamismo e la sua energia.
Il trattamento del tema della città in Les Fleurs du Mal riflette la modernità di Baudelaire e il suo interesse per l’evoluzione della realtà urbana del suo tempo. Anticipa così il movimento letterario del simbolismo, che si concentrerà maggiormente sugli aspetti psicologici e simbolici della vita cittadina.
Cos’è l’alchimia?
Nella sua definizione primaria, l’alchimia designa una scienza occulta in voga nel Medioevo, nata dalla fusione di tecniche chimiche tenute segrete e speculazioni mistiche. È un processo volto a trasformare materiali non preziosi (compresi i metalli “vili” come il piombo) in argento o oro.
Alchimia poetica: fango e oro
Nell’appendice (insieme di note e commenti alla fine di un’opera) di Fleurs du Mal, Baudelaire scrive: “Mi hai dato il tuo fango e ne ho ricavato l’oro”. Se parliamo qui di alchimia poetica, è per mettere in luce il processo di scrittura di Baudelaire, che si paragona a un “chimico perfetto”.
Possiamo quindi vedere direttamente la capacità di quest’ultimo di usare e manipolare le parole in modo tale che queste, attraverso la poesia, si trasformino in oro, in qualcosa di bello, anche se le parole utilizzate (i materiali) e i soggetti citati non erano originariamente menzionati. Si tratta quindi di creare qualcosa di bello a partire dalle parole, da soggetti che non lo sono.
L’alchimia nell’opera
Nel discorso “Al lettore”, all’inizio della raccolta, questa operazione di trasmutazione, l’alchimia, è evocata nella terza strofa attraverso i termini di “Satana Trismegisto” (che significa “Satana tre volte grande” in riferimento a Hermes Trismegisto, al quale sostengono gli alchimisti). Troviamo anche le espressioni “metallo ricco” (oro), oppure “questo dotto chimico”.
Troviamo addirittura una menzione del “sentiero fangoso” intrapreso dal poeta. La nozione di “chimica” poetica o addirittura di “alchimia” attraversa quindi la collezione dall’inizio alla fine, dall’inizio alla fine.
Possiamo fare riferimento a “Sette vecchi” (“Nella neve e nel fango si impigliò”), a “Vin des ragniers” (“Nel cuore di un vecchio sobborgo, labirinto fangoso”) o anche a “Brumes e piogge ” (“O tardo autunno, inverni, primavere inzuppate di fango, / Stagioni sonnolente! Ti amo, ti lodo.”).
Questi sono solo alcuni esempi che potrebbero essere moltiplicati. Il fango è chiaramente un tema che non può mancare nella poesia di Baudelaire, perché letteralmente, nella Parigi del XIX secolo, si cammina nel fango, da qui senza dubbio la sua onnipresenza.
La ricerca del poeta: trasformare il fango in oro
Il fango è una metafora che designa sia ciò che è sporco fisicamente (Parigi del XIX secolo) sia moralmente (coloro che vivono in questa città). Così il fango è legato al male, alla povertà sociale ne “Le Vin des Chiffonniers” per esempio o nei due “Crépuscules” dove incontriamo i “catins” (altro nome delle prostitute) e i “truffatori”» (nella poesia). “Crepuscolo della sera”). I “sogni malvagi”, “gli striminziti” sono espressi lì (nella poesia “Le Puscule du matin”). Parigi diventa insomma per Baudelaire il luogo allegorico del teatro del male nella sezione dei Quadri parigini o del Vino. Qui il tempo, la vecchiaia e la Morte sono onnipresenti.
Spetta però al poeta sublimare questa materia, come viene mostrato nella poesia “Il Sole” in cui la stella trasforma la realtà:
Quando, come un poeta, discende nelle città, nobilita la sorte delle cose più vili, e si presenta come un re, senza rumore e senza servi, in tutti gli ospedali e in tutti i palazzi.
Inoltre, la poesia “Corrispondenze” esprime l’idea di un legame tra gli opposti: “In un’unità oscura e profonda, / Vasto come la notte e come la luce, / I profumi, i colori e i suoni si rispondono”. In questi versi gli opposti (notte e luce) sono quindi inseparabili (il poeta parla infatti di unità). Potremmo moltiplicare gli esempi che mettono in risalto l’intreccio tra fango e oro, bellezza e bruttezza. Possiamo anche evocare i numerosi ossimori come la “superba carcassa” in “Une Carrogne”, la loro coordinazione (“[…] nera eppure luminosa” in “Un Fantôme”), o ancora il titolo che fa della bellezza un Fiore del Male .
Il progetto poetico è inscritto dal titolo nell’alleanza tra questo nome (“fiori” connotato in modo migliorativo, cioè in modo positivo) e questo complemento (“male” con connotato in modo peggiorativo). In “A Carrion”, viene fatto un confronto tra il cadavere e un fiore. Questa poesia è un ottimo esempio per evidenziare l’opposizione, la dualità tra fango (male, sporco) e oro (bellezza). In questo senso Baudelaire fa un’ipotiposi dell’oggetto in modo da poter vedere la carogna.
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