Bradamante e il Mago Atlante
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Testo del sonetto
Chi è questa che vèn ch’ogn’om la mira, O Deo, che sembra quando li occhi gira! Non si poria contar la sua piagenza, Non fu sì alta già la mente nostra |
Parafrasi
Chi è questa donna che viene, che tutti guardano, Oh Dio, cosa sembra quando gira gli occhi! Non si potrebbe descrivere la sua bellezza, La nostra mente non è mai stata così alta |
Analisi
Il sonetto di Guido Cavalcanti è un esempio sublime della poesia stilnovista, un movimento letterario italiano del XIII secolo che esaltava l’amore spirituale e la donna angelicata. In questo sonetto, Cavalcanti celebra la bellezza e la virtù di una donna idealizzata, una figura che trascende la comprensione umana.
Struttura
Il sonetto è composto da due quartine e due terzine, seguendo lo schema di rime ABBA ABBA CDE EDC, tipico del sonetto italiano.
Temi
- La Donna Angelicata: La donna descritta nel sonetto è un’entità quasi divina, la cui bellezza e virtù sono così straordinarie da essere incomprensibili per la mente umana. Questo tema è centrale nel movimento stilnovista, che idealizza la figura femminile come un mezzo per avvicinarsi a Dio.
- L’Amore e il Silenzio: La presenza della donna porta con sé Amore, che induce un silenzio riverente negli uomini. Questo silenzio non è solo dovuto alla bellezza della donna, ma anche alla potenza spirituale che emana, capace di suscitare timore e ammirazione.
- L’Umiltà: Nonostante la sua straordinaria bellezza, la donna è descritta come umile, una qualità che la rende ancora più venerabile. L’umiltà è una virtù cristiana, e la sua presenza nella descrizione della donna accentua il suo carattere angelico.
- L’inadeguatezza Umana: Cavalcanti sottolinea l’incapacità dell’uomo di comprendere e descrivere pienamente la bellezza e le virtù della donna. Questa inadeguatezza umana riflette un senso di reverenza e riconoscimento dei limiti della natura umana di fronte al divino.
Linguaggio e Stile
Cavalcanti utilizza un linguaggio ricco e simbolico. La “chiaritate” (luminosità) della donna che “fa tremar di chiaritate l’are” (fa tremare l’aria) evoca immagini di una presenza quasi sovrannaturale. L’uso delle domande retoriche (“Chi è questa che vèn ch’ogn’om la mira?”) e delle esclamazioni (“O Deo, che sembra quando li occhi gira!”) enfatizza lo stupore e l’adorazione del poeta.
Commento
Il sonetto di Cavalcanti è una manifestazione raffinata dell’amore stilnovista, dove la donna è una figura angelica e divina. La sua bellezza e virtù non sono solo esterne, ma emanano una luminosità spirituale che ispira timore e silenzio reverenziale. Cavalcanti riesce a trasmettere la trascendenza e l’inaccessibilità della donna, esaltando al contempo la sua umiltà e la sua capacità di incantare ogni aspetto del mondo naturale e umano.
In sintesi, questo sonetto non è solo una lode alla bellezza femminile, ma anche una riflessione sull’incapacità umana di comprendere pienamente il divino, rappresentato dalla figura angelicata della donna.
Audio Lezioni di Letteratura delle origini, duecento e trecento del prof. Gaudio
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