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Agli inizi degli anni sessanta da studente ginnasiale gli unici divertimenti che ricordo, peraltro rari, al di fuori dell’impegno scolastico, erano i cosiddetti “balletti”, feste organizzate in casa di compagni di classe, per lo più in occasione di qualche ricorrenza e nei fine settimana. Iniziavano intorno alle 18 per finire prima delle 21, perché allora imperava il motto: “E dopo Carosello tutti a nanna”. Per noi ragazzi i genitori disponevano una contenuta paghetta settimanale o, addirittura, mensile, con la quale al massimo potevi comprarti il gelato o i fumetti di Topolino, Cucciolo o Tiramolla che era il mio preferito. E’ passato poco più di mezzo secolo e quel mondo è totalmente scomparso, sostituito da fiumi di droga e di alcool, da concerti e discoteche, da soldi che i genitori elargiscono in grande quantità ai propri figli, incentivando un mercato che oramai punta tutto ed esclusivamente su fasce d’età che vanno dai 10 ai 18 anni, praticamente sui minorenni. Ogni tanto, qualche tragedia, come quella di Corinaldo, ci riporta a una ben triste realtà, con morti o feriti, ma poi dopo qualche giorno l’accaduto viene dimenticato e tutto ritorna come prima, fino alla prossima disgrazia, quando ricomincerà il consueto rituale, anche degli impegni e delle promesse, che sistematicamente non verranno mantenuti. Le soluzioni ci sono ma evidentemente non si vogliono adottare. Accenno ad alcune. Innanzitutto si chiudano tutte indistintamente le discoteche, oramai sappiamo bene cosa accade in questi luoghi, frequentati dai nostri ragazzi. Si ripristino le feste in casa, controllate con discrezione dagli adulti. Si vietino i concerti in tutti i luoghi chiusi o privi dei requisiti di sicurezza. Tanto si è capito da tempo che gli organi preposti ai controlli, per varie ragioni, non riescono a svolgere appieno il loro ruolo. Si chiudano immediatamente i locali, i bar e, in generale, gli esercizi commerciali scoperti a vendere alcolici ai minorenni. Si stronchi una volta e per sempre, con interventi mirati e continui, il traffico di droga che si spaccia tranquillamente anche sotto i plessi scolastici e in pieno giorno. Si facciano leggi che affrontino con determinazione il problema e che, tra l’altro, puniscano anche quei genitori che, non svolgendo il proprio dovere, funzionano oramai solo da bancomat per i propri figli. Si ripristini la funzione educativa della scuola che sembra per lo più essere diventata un contenitore vuoto, che elargisce solo nozioni. Iniziative drastiche dunque ma necessarie se si vuole invertire la rotta, evitando di continuare a piangere altre giovani vite, stroncate per sempre.
Gennaro Capodanno