La signoria dei Medici
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19 Giugno 2023«Pettegolezzo e suicidio. Sono gli estremi tra cui si muove Tra donne sole…
un romanzo sull’incomunicabilità, sull’impossibilità di vivere». (Nicola Lagioia)
Clelia (l’espatriata)
“Quand’ero bambina, invidiavo le donne come Momina e le altre, le invidiavo e non sapevo chi fossero. Le immaginavo libere, ammirate, padrone del mondo. A pensarci adesso non mi sarei cambiata con nessuna di loro.”
La delusione
“M’ero detta tante volte in quegli anni, che lo scopo della mia vita era proprio di riuscire, di diventare qualcuna, per tornare un giorno in quelle viuzze dov’ero stata bambina e godermi il calore, lo stupore, l’ammirazione di quei visi familiari, di quella piccola gente.
E c’ero riuscita, tornavo; e le facce la piccola gente eran tutti scomparsi.”
Clelia
“Siete voialtri e quelle stupide, le Martelli e le Momine, che vi piace fare le cose da signori
[sintassi informale] – gli dissi. –
Io ci son nata a Torino.
So che cosa vuol dire vedere un’altra con le calze di seta e non avercele…”
Clelia
ESSERE MAMMA, OPPURE NO
“- Non per sapere i fatti tuoi, – disse guardandomi, – ma se tu ti sposassi, vorresti fare dei figli?
– Tu ne hai fatti? – dissi ridendo. – La gente si sposa per questo.
Ma lei non rise. – Chi fa figli, – disse fissando il bicchiere, – accetta la vita. Tu l’accetti la vita?
– Se uno vive l’accetta, – dissi, – no? I figli non cambiano la questione.
– Però non ne hai fatti… – disse alzando la faccia del bicchiere e scrutandomi.
– I figli sono grossi pasticci, – disse Morelli, – ma le donne ci tengono tutte.
– Noi no, – disse Momina, di scatto.
– Ho sempre visto che chi non ha voluto figli, gli toccano quelli degli altri…
– Non è questo, – lo interruppe Monina. – La questione è che una donna se fa un figlio non è più lei. Deve accettare tante cose, deve dire di sì. E vale la pena di dir di sì?
– Clelia non vuol dir di sì, – disse Morelli.
Allora dissi che discutere di queste cose non aveva senso, perché a tutti piacerebbe un bambino ma non sempre si può fare come si vuole. Chi vuol fare un bambino lo faccia, ma bisogna stare attenti a provvedergli prima una casa, dei mezzi, ché non abbia poi a maledire sua madre.
Momina, che aveva acceso una sigaretta , mi squadrò con gli occhi socchiusi nel fumo.
Tornò a chiedermi se accettavo la vita. Disse che per fare un figlio bisognava portarselo dentro, diventare come cagne, sanguinare e morire – dir di sì a tante cose. Questo voleva sapere. Se accettavo la vita.
– Adesso smettetela, – disse Morelli, – nessuna di voi è incinta.”
Rosetta e i bambini (anche Rosetta, come Momina, non è aperta alla vita)
“- Io non ci credo a questa storia dei bambini, – le dissi. – Gli uomini non sono bambini. Crescono anche da soli.
Di nuovo Rosetta ebbe un’uscita che non m’aspettavo. – Sporcano, – disse. Sporcano come i bambini.
– Come, sporcano?
– Quello che toccano. Sporcano noi, sporcano il letto, il lavoro che fanno, le parole che usano…
Parlava convinta. Non era nemmeno irritata.
– La differenza è tutta qui, – disse, – i bambini non sporcano che se stessi.
– Le donne non sporcano? – dissi.”