Concorso DS: chi è senza peccato scagli la prima pietra – di Gennaro Capoda…
5 Novembre 2011Concorso DS: le otto ore della discordia – di Gennaro Capodanno
10 Novembre 2011Mi è pervenuta da una docente che ha partecipato al concorso per dirigenti scolastici, risultando non idonea dopo la prova preselettiva, la seguente lettera indirizzata al presidente nazionale dell’ANP. Ritenendo che possa apportare ulteriori elementi utili al dibattito che si sta svolgendo sull’argomento, con l’auspicio che venga fatta chiarezza sulla vicenda, la trasmetto col consenso dell’interessata, che mi ha chiesto di omettere al momento il suo nome e quello del legale al quale è stato conferito il mandato.
Cordiali saluti.
Gennaro Capodanno
Egregio Presidente nazionale dell’ANP,
dott. Giorgio Rembado,
la sottoscritta docente a T.I, iscritta dal mese di settembre alla associazione da lei presieduta, ha partecipato alla prova preselettiva per D.S. nel mese di ottobre, risultando non idonea.
Pertanto ha ritenuto di usufruire dei servizi offerti o meglio garantiti, come risulta dal sito ANP Regione Campania ( al link ; ), conferendo mandato a rappresentarla nel ricorso all’avvocato, recandosi presso la nuova sede dell’ANP regionale posta in Napoli al Corso Umberto. Peraltro, insieme alla presente, vi erano altri colleghi non risultati idonei, che hanno anch’essi conferito mandato al suddetto legale.
Immagini lo stupore della scrivente nel leggere la mail con l’articolo dal titolo “ANP sostiene gli ammessi alle prove scritte”, inviatole sulla propria posta, nel quale si legge: ” E’ tempo di dirlo con chiarezza: si tratta dell’uso distorto di uno strumento che doveva essere di garanzia e che si sta trasformando in una impropria sede di appello contro ogni decisione sfavorevole. I tribunali amministrativi sono stati istituiti per correggere abusi o vizi di legittimità in casi puntuali, non per sostituirsi alle commissioni di esame, ammettendo in massa alle prove successive coloro che non hanno superato le precedenti. Nei pubblici concorsi non esiste il diritto soggettivo ad essere promossi, ma solo un legittimo interesse ad essere giudicati secondo regole fissate in anticipo ed uguali per tutti “. E più avanti ” Vogliamo qui dichiarare la nostra posizione, come associazione di dirigenti e docenti che ha a cuore la tutela della propria professione non meno che la qualità della scuola. I concorsi devono svolgersi e concludersi nelle aule scolastiche, non in quelle dei tribunali. Non giova a nessuno – né alla scuola né al prestigio di coloro che vi lavorano – essere eventualmente collocati nelle funzioni per vizi di forma e per decisione di un giudice che non ha, e non può avere, competenza per giudicare dell’idoneità sostanziale dei ricorrenti”, concludendo: “In questa vicenda, non siamo imparziali e non vogliamo esserlo: siamo dalla parte di chi le prove le ha superate nelle sedi competenti. Un appoggio coerente con la nostra storia e la nostra cultura, che contiamo di tradurre anche in un sostegno concreto in tutte le sedi, qualora ve ne fosse bisogno. Stiamo infatti prendendo gli opportuni accordi con i nostri consulenti legali per avviare, su tutto il territorio nazionale e nelle sedi giudiziarie appropriate, interventi ad opponendum in risposta ai ricorsi presentati da alcuni candidati che non hanno superato la prova preselettiva”.
Senza togliere alcun merito a chi ha superato il test preselettivo, lasciando anche a chi ne ha legittimo interesse di poter attivare i meccanismi giuridici messi a disposizione dalle leggi dello Stato per tutelare nelle sedi competenti i propri diritti, l’appoggio dell’ANP risulta, alla luce di quanto sopra, tutt’altro che coerente. Come si può cosi rigidamente asserire di essere da una parte e contemporaneamente permettere che, nelle proprie sedi regionali, venga offerto o meglio garantito un servizio contrario a ciò che si è dichiarato?
Forse anche Stevenson, con il suo Dr. Jekyll e Mr. Hyde, avrebbe difficoltà a giustificare un simile comportamento.
In attesa di cortese riscontro, porge cordiali saluti