Le ferree leggi del mondo nella narrativa verghiana
28 Dicembre 2019È nato alleluia di Guido Gozzano
28 Dicembre 2019Il confronto tra Ludovico Ariosto e Torquato Tasso è uno dei grandi temi della letteratura italiana rinascimentale e barocca, perché i due poeti incarnano modelli diversi di concepire l’epica, l’arte e il rapporto tra fantasia e regole poetiche.
Ariosto, con il suo Orlando Furioso, rappresenta l’apice dell’epica rinascimentale, mentre Tasso, con la Gerusalemme Liberata, esprime una nuova sensibilità religiosa e morale tipica del periodo controriformista. Analizzare le loro opere permette di cogliere le differenze stilistiche, tematiche e ideologiche che li contrappongono.
1. Struttura dell’Opera
Ariosto e Tasso differiscono radicalmente nella struttura narrativa. L’Orlando Furioso (1516) è caratterizzato da una narrazione polifonica e frammentata, con molteplici storie parallele e un intreccio che si muove liberamente tra i personaggi. L’uso del cosiddetto “entrelacement” permette a Ariosto di passare continuamente da una vicenda all’altra, creando un effetto di continua fluidità e movimento.
La Gerusalemme Liberata (1581), al contrario, è costruita su una struttura rigida e unitaria. Tasso segue i canoni aristotelici di unità d’azione, mantenendo il focus sulla missione crociata per la conquista di Gerusalemme. Questo tipo di organizzazione riflette l’idea tassiana di un’epica più ordinata e moralmente edificante, in cui la storia si sviluppa senza le divagazioni tipiche di Ariosto.
2. Temi e Tono Epico
Il tono delle due opere è un altro punto cruciale di differenza. Ariosto adotta un tono giocoso e ironico, stemperando i grandi eventi epici con elementi fantastici e grotteschi. Nell’Orlando Furioso, il gioco tra realtà e fantasia è continuo: i cavalieri combattono contro mostri e maghi, mentre le loro imprese amorose e guerresche sono spesso trattate con leggerezza. La visione del mondo di Ariosto è disincantata, riflettendo l’umanesimo rinascimentale, in cui la vita appare come un intricato gioco di illusioni e desideri che sfuggono al controllo umano.
Tasso, invece, con la Gerusalemme Liberata si avvicina a una concezione epica più seria e religiosa. La narrazione della Prima Crociata è permeata di un tono solenne e drammatico, riflettendo l’influenza della Controriforma e il clima religioso dell’epoca. L’amore è trattato in modo meno ironico e più moralistico rispetto a Ariosto, e le passioni che distolgono i personaggi dal dovere (come l’amore di Armida e Rinaldo) sono presentate come ostacoli da superare. Il tema centrale è la guerra santa, vista come un’impresa provvidenziale, con un chiaro fine morale e spirituale.
3. Visione dell’Eroe
L’eroe ariostesco è profondamente diverso da quello tassiano. In Ariosto, il protagonista Orlando impazzisce per amore di Angelica, perdendo il senno e vagando senza meta. Questo crollo dell’eroe epico simboleggia la fragilità umana e la precarietà del mondo cavalleresco. I personaggi di Ariosto non sono esempi di virtù eroiche, ma individui fallibili, pieni di contraddizioni, che spesso cedono alle passioni.
In Tasso, invece, l’eroe ha una funzione morale più marcata. Goffredo di Buglione, il leader dei crociati, rappresenta la figura dell’eroe cristiano, devoto e dedito alla causa divina. Anche i personaggi che si allontanano dal sentiero virtuoso, come Rinaldo, sono riportati sulla retta via grazie all’intervento provvidenziale. La figura dell’eroe tassiano è dunque più conforme ai modelli di comportamento cristiano, che riflettono il contesto storico della Controriforma, in cui la letteratura doveva contribuire alla formazione morale del lettore.
4. Stile e Linguaggio
Lo stile di Ariosto è leggero e armonioso, caratterizzato da un’eleganza fluida e da un uso sapiente dell’ottava rima, che gli permette di passare con naturalezza da toni elevati a toni comici. Il linguaggio ariostesco è ricco di giochi di parole, metafore ironiche e di un sottile umorismo che riflette una visione critica e distaccata delle vicende umane.
Tasso, d’altro canto, cerca di recuperare uno stile più alto e solenne, influenzato dai modelli classici e biblici. Nella Gerusalemme Liberata, il linguaggio è carico di retorica e gravità, con un uso frequente di figure stilistiche come le allegorie e le similitudini solenni. Il suo stile, più pesante e magniloquente rispetto a quello di Ariosto, si adatta alla sua visione dell’epica come strumento per trasmettere un messaggio morale e religioso.
5. Fantasia e Realismo
Infine, uno dei maggiori contrasti riguarda il rapporto con il meraviglioso e il realismo. Ariosto è un maestro del fantastico: l’elemento magico è onnipresente, con maghi, fate, castelli incantati, creature mostruose e viaggi sulla Luna. Questo mondo immaginario riflette una visione della realtà aperta alla meraviglia e al sogno, in cui l’imprevedibilità e il gioco predominano.
Tasso, pur includendo elementi fantastici (come la maga Armida o la foresta incantata), cerca di limitare il meraviglioso, rendendolo subordinato al messaggio religioso e morale. Nella Gerusalemme Liberata, gli eventi soprannaturali sono sempre giustificati dalla volontà divina o dall’intervento dei demoni, e il realismo storico è enfatizzato per ancorare l’opera a un contesto credibile e solenne.
Conclusione
Il confronto tra Ariosto e Tasso evidenzia due modelli epici contrapposti: da un lato, l’umorismo elegante e disincantato di Ariosto, che celebra la fantasia e la complessità dell’animo umano; dall’altro, la serietà morale e religiosa di Tasso, che cerca di conciliare l’epica cavalleresca con i nuovi ideali cristiani della Controriforma. Se Ariosto rappresenta l’apice della cultura umanistica, Tasso incarna una transizione verso la modernità, segnando l’inizio di una nuova sensibilità poetica, più regolata e introspettiva.