Roberto Vecchioni e il potere dei sogni
27 Gennaio 2019Commedia da salotto
27 Gennaio 2019Del Comparto Scuola
Quadriennio Giuridico 2006-09 E 1° Biennio Economico 2006-07
INDICE GENERALE DEGLI ARTICOLI
Premessa
CAPO I – DISPOSIZIONI GENERALI
art. 1 – campo di applicazione, durata, decorrenza del presente contratto
art. 2 – interpretazione autentica del contratto
CAPO II – RELAZIONI SINDACALI
art. 3 – obiettivi e strumenti
art. 4 – contrattazione collettiva integrativa
art. 5 – partecipazione
art. 6 – relazioni a livello di istituzione scolastica
art. 7 – composizione delle delegazioni
art. 8 – assemblee
CAPO III – NORME COMUNI
art. 9 – misure incentivanti per progetti relativi alle aree a rischio, a forte processo
immigratorio e contro l’emarginazione scolastica
art. 10 – mobilità territoriale, professionale e intercompartimentale
art. 11 – pari opportunità
art. 12 – congedi parentali
art. 13 – ferie
art. 14 – festività
art. 15 – permessi retribuiti
art. 16 – permessi brevi
art. 17 – assenze per malattia
art. 18 – aspettativa per motivi di famiglia, di lavoro, personali e di studio
art. 19 – ferie, permessi ed assenze del personale assunto a tempo determinato
art. 20 – infortunio sul lavoro e malattie dovute a causa di servizio
art. 21 – individuazione del personale avente diritto di mensa gratuita
art. 22 – personale impegnato in attività di educazione degli adulti ed in altre
tipologie di attività didattica
art. 23 – termini di preavviso
CAPO IV – DOCENTI
art. 24 – intenti comuni
art. 25 – area docenti e contratto individuale di lavoro
art. 26 – funzione docente
art. 27 – profilo professionale docente
art. 28 – attività di insegnamento
art. 29 – attività funzionali all’insegnamento
art. 30 – attività aggiuntive ed ore eccedenti
art. 31 – ricerca e innovazione
art. 32 – ampliamento dell’offerta formativa e prestazioni professionali
art. 33 – funzioni strumentali al piano dell’offerta formativa
art. 34 – attività di collaborazione con il dirigente scolastico
art. 35 – collaborazioni plurime
art. 36 – contratto a tempo determinato per il personale in servizio
art. 37 – rientro in servizio dei docenti dopo il 30 aprile
art. 38 – permessi ed assenze del personale docente chiamato a ricoprire cariche
elettive
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art. 39 – rapporti di lavoro a tempo parziale
art. 40 – rapporto di lavoro a tempo determinato
art. 41 – docenti che operano nell’ambito dei corsi di laurea in scienze della
formazione primaria e di scuole di specializzazione per l’insegnamento
nelle scuole secondarie
art. 42 – servizio prestato dai docenti per progetti concordati con le università
art. 43 – modalità di svolgimento delle attività di tirocinio didattico presso le sedi
scolastiche e delle funzioni di supporto dell’attività scolastica
CAPO V – PERSONALE ATA
art. 44 – contratto individuale di lavoro
art. 45 – periodo di prova
art. 46 – sistema di classificazione professionale del personale ATA
art. 47 – compiti del personale ATA
art. 48 – mobilità professionale del personale ATA
art. 49 – valorizzazione della professionalità degli assistenti amministrativi e tecnici e
dei collaboratori scolastici
art. 50 – posizioni economiche per il personale ATA
art. 51 – orario di lavoro ATA
art. 52 – permessi ed assenze del personale ATA chiamato a ricoprire cariche
pubbliche elettive
art. 53 – modalità di prestazione dell’orario di lavoro
art. 54 – ritardi, recuperi e riposi compensativi
art. 55 – riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali
art. 56 – indennità di direzione e sostituzione del DSGA
art. 57 – collaborazioni plurime per il personale ATA
art. 58 – rapporto di lavoro a tempo parziale
art. 59 – contratto a tempo determinato per il personale in servizio
art. 60 – rapporto di lavoro a tempo determinato
art. 61 – restituzione alla qualifica di provenienza
art. 62 – sequenza contrattuale
CAPO VI – LA FORMAZIONE
art. 63 – formazione in servizio
art. 64- fruizione del diritto alla formazione
art. 65 – livelli di attività
art. 66 – il piano annuale delle istituzioni scolastiche
art. 67 – i soggetti che offrono formazione
art. 68 – formazione in ingresso
art. 69 – formazione per il personale delle scuole in aree a rischio o a forte processo
immigratorio o frequentate da nomadi
art. 70 – formazione degli insegnanti che operano in ambienti di apprendimento
particolari
art. 71 – commissione bilaterale per la formazione
CAPO VII – TUTELA DELLA SALUTE NELL’AMBIENTE DI LAVORO
art. 72 – finalità
art. 73 – il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
art. 74 – organismi paritetici territoriali
art. 75 – osservatorio nazionale paritetico della sicurezza
art. 76 – norme di rinvio
CAPO VIII – ASPETTI ECONOMICO-RETRIBUTIVI GENERALI
art. 77 – struttura della retribuzione
art. 78 – aumenti della retribuzione base
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art. 79 – progressione professionale
art. 80 – tredicesima mensilità
art. 81 – effetti dei nuovi stipendi
art. 82 – compenso individuale accessorio per il personale ATA
art. 83 – retribuzione professionale docenti
art. 84 – fondo dell’istituzione scolastica
art. 85 – nuovi criteri di ripartizione delle risorse per il finanziamento del fondo
dell’istituzione scolastica
art. 86 – compensi accessori per il personale in servizio presso ex IRRE e MPI
art. 87 – attività complementari di educazione fisica
art. 88 – indennità e compensi a carico del fondo d’istituto
art. 89 – direttore dei servizi generali e amministrativi
art. 90 – norme transitorie di parte economica
CAPO IX – NORME DISCIPLINARI
Sezione I – personale docente
art. 91 – rinvio delle norme disciplinari
Sezione II – personale amministrativo, tecnico e ausiliario
art. 92 – obblighi del dipendente
art. 93 – sanzioni e procedure disciplinari
art. 94 – competenze
art. 95 – codice disciplinare
art. 96 – rapporto tra procedimento disciplinare e procedimento penale
art. 97 – sospensione cautelare in caso di procedimento penale
art. 98 – comitato paritetico sul mobbing
art. 99 – codice di condotta relativo alle molestie sessuali nei luoghi di lavoro
CAPO X – PERSONALE DELLE SCUOLE ITALIANE ALLESTERO
art. 100 – vertenze ed organismi di conciliazione
art. 101 – sistema delle relazioni sindacali
art. 102 – partecipazione
art. 103 – impegni connessi con l’attuazione dell’autonomia scolastica e con il piano
dell’offerta formativa
art. 104 – progetti finalizzati al miglioramento dell’offerta formativa ed al
superamento del disagio scolastico
art. 105 – ferie
art. 106 – rapporto di lavoro a tempo determinato
art. 107 – orari e ore eccedenti
art. 108 – mobilità tra le istituzioni scolastiche all’estero
art. 109 – mobilità professionale verso le istituzioni scolastiche all’estero
art. 110 – iscrizione alle graduatorie permanenti per la destinazione all’estero
art. 111 – modalità di svolgimento della prova di accertamento della conoscenza della
lingua
art. 112 – valutazione della prova di accertamento linguistico
art. 113 – riformulazione e aggiornamento delle graduatorie permanenti
art. 114 – gestione delle graduatorie per la destinazione all’estero
art. 115 – esaurimento di graduatoria e prove straordinarie
art. 116 – durata del servizio all’estero
art. 117 – interruzione del servizio all’estero
art. 118 – calcolo degli anni di servizio all’estero
art. 119 – restituzione ai ruoli metropolitani in caso di assenze per malattia
art. 120 – restituzione ai ruoli metropolitani per incompatibilità e per motivi di
servizio
art. 121 – restituzione al ruoli metropolitani a seguito di sanzioni disciplinari
art. 122 – foro competente
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art. 123 – norme applicative
art. 124 – fruizione dei permessi
art. 125 – fruizione del diritto alla formazione
art. 126 – sequenza contrattuale
CAPO XI – PERSONALE DELLE ISTITUZIONI EDUCATIVE
art. 127 – profilo professionale e funzione del personale educativo
art. 128 – attività educativa
art. 129- azioni funzionali all’attività educativa
art. 130 – attività aggiuntive
art. 131 – attività di progettazione a livello di istituzione
art. 132 – attività di collaborazione con il dirigente scolastico
art. 133 – obblighi di lavoro
art. 134 – norma finale
CAPO XII – CONCILIAZIONE ED ARBITRATO
art. 135 – tentativo obbligatorio di conciliazione
art. 136 – arbitrato
art. 137 – modalità di designazione dell’arbitro
art. 138 – norma finale
CAPO XIII – TELELAVORO
art. 139 – disciplina del telelavoro
art. 140 – orario di lavoro
art. 141 – formazione
art. 142 – copertura assicurativa
art. 143 – criteri operativi
art. 144 – norma finale di rinvio
CAPO XIV – DISPOSIZIONI FINALI
art. 145 – personale in particolari posizioni di stato
art. 146 – normativa vigente e disapplicazioni
art. 147 – aumenti contrattuali ai capi d’istituto
art. 148 – previdenza complementare
art. 149 – verifica delle disponibilità finanziarie complessive
art. 150 – norma di rinvio
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CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DEL COMPARTO SCUOLA
QUADRIENNIO GIURIDICO 2006-09 E 1° BIENNIO ECONOMICO 2006-07
PREMESSA
Le disposizioni contrattuali che seguono riportano tutte le norme di fonte negoziale vigenti, sia
che si tratti di nuove che di precedenti, queste ultime modificate o meno.
Le disposizioni legislative, anche se eventualmente abrogate, sono da considerarsi tuttora in
vigore ai fini contrattuali qualora esplicitamente richiamate nel testo che segue, come previsto
dell’art. 69 del decreto legislativo n. 165/2001.
La presente premessa fa parte integrante del CCNL qui sottoscritto dalle parti.
CAPO I – DISPOSIZIONI GENERALI
ART.1 – CAMPO DI APPLICAZIONE, DURATA, DECORRENZA DEL PRESENTE
CONTRATTO
1. Il presente contratto collettivo nazionale, per il quadriennio giuridico 2006/2009 e per il
biennio economico 2006/2007, si applica a tutto il personale con rapporto di lavoro a tempo
indeterminato o a tempo determinato appartenente al comparto di cui all’art. 2, lettera I, del
contratto collettivo nazionale quadro sottoscritto l’11 giugno 2007. Il personale del comparto si
articola nelle seguenti aree professionali:
a) area della funzione docente;
b) area dei servizi generali, tecnici e amministrativi.
2. Il presente contratto concerne il periodo 1 gennaio 2006 – 31 dicembre 2009 per la parte
normativa, ed è valido dal 1° gennaio 2006 fino al 31 dicembre 2007 per la parte economica.
3. Gli effetti giuridici decorrono dal giorno della sottoscrizione, salvo diversa prescrizione del
presente contratto. La stipulazione si intende avvenuta al momento della sottoscrizione del
contratto da parte dei soggetti negoziali a seguito del perfezionamento delle procedure di cui
allart. 47 del decreto legislativo n. 165/2001. Gli istituti a contenuto economico e normativo
con carattere vincolato ed automatico sono applicati entro trenta giorni dalla predetta data di
stipulazione.
4. Il presente contratto, alla scadenza, si rinnova tacitamente di anno in anno qualora non ne
sia data disdetta da una delle parti con lettera raccomandata. In caso di disdetta, le disposizioni
contrattuali rimangono in vigore fino a quando non siano sostituite dal successivo
contratto collettivo, fermo restando quanto previsto dallart. 48, comma 3, del decreto
legislativo n. 165/2001.
5. Dopo un periodo di vacanza contrattuale pari a tre mesi dalla data di scadenza della parte
economica del presente contratto, ai dipendenti del comparto sarà corrisposta la relativa
indennità, secondo le scadenze previste dall’accordo sul costo del lavoro del 23 luglio 1993. Per
l’erogazione di detta indennità si applica la procedura contrattuale di cui agli artt. 47 e 48 del
decreto legislativo n. 165/2001.
6. In sede di rinnovo biennale per la parte economica ulteriore punto di riferimento del
negoziato sarà costituito dalla comparazione tra l’inflazione programmata e quella effettiva
intervenuta nel biennio in questione, secondo quanto previsto dall’accordo tra Governo e parti
sociali del 23 luglio 1993.
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7. Eventuali sequenze contrattuali previste nel corpo del presente CCNL si intendono da
svolgersi in sede ARAN e tra le Parti firmatarie del CCNL.
8. Per quanto concerne il personale scolastico delle province autonome di Trento e Bolzano, si
applica quanto previsto dai decreti legislativi 24.07.96, nn. 433 e 434, quest’ultimo come
integrato dal decreto legislativo n. 354/1997.
ART.2 – INTERPRETAZIONE AUTENTICA DEL CONTRATTO
1. Quando insorgano controversie sull’interpretazione del contratto collettivo nazionale o
integrativo, le parti che lo hanno sottoscritto si incontrano, entro 30 giorni dalla richiesta di cui
al successivo comma 2, per definire consensualmente il significato della clausola controversa.
La procedura deve concludersi entro 30 giorni dalla data del primo incontro.
2. Al fine di cui al comma 1 la parte interessata invia all’altra apposita richiesta scritta con
lettera raccomandata. La richiesta deve contenere una sintetica descrizione dei fatti e degli
elementi di diritto sui quali si basa; essa deve comunque far riferimento a problemi
interpretativi ed applicativi di rilevanza generale.
3. L’eventuale accordo sostituisce la clausola controversa sin dall’inizio della vigenza del
contratto collettivo nazionale o integrativo.
CAPO II – RELAZIONI SINDACALI
ART.3 – OBIETTIVI E STRUMENTI
1. Il sistema delle relazioni sindacali, nel rispetto delle distinzioni dei ruoli e delle rispettive
responsabilità dell’amministrazione scolastica e dei sindacati, persegue l’obiettivo di
contemperare l’interesse dei dipendenti al miglioramento delle condizioni di lavoro e alla
crescita professionale con l’esigenza di incrementare l’efficacia e l’efficienza dei servizi prestati
alla collettività. Esso è improntato alla correttezza e trasparenza dei comportamenti.
2. Qualora il contesto delle relazioni sindacali, di cui al presente capo, faccia riferimento a
criteri o linee di indirizzo che, ai sensi dei successivi articoli, siano anche oggetto di trattativa
integrativa decentrata, queste stesse linee di indirizzo, al fine di garantire e tutelare
omogeneità di impostazione per l’intero sistema scolastico nazionale, possono essere oggetto
di indicazioni-quadro elaborate dal Ministro dell’Istruzione, nell’ambito di quanto definito dal
presente contratto e dandone preventiva informazione alle Organizzazioni Sindacali firmatarie
del presente CCNL.
3. Il sistema delle relazioni sindacali si articola nei seguenti modelli relazionali:
a) contrattazione collettiva: si svolge in ambito territoriale nazionale, regionale e a livello
di istituzione scolastica, con le modalità, i tempi e le materie indicate agli articoli 4 e 6;
b) partecipazione: si articola negli istituti dell’informazione, della concertazione e delle
intese. Essa può prevedere altresì l’istituzione di commissioni paritetiche con finalità
propositive, secondo le modalità indicate nell’articolo 5;
c) interpretazione autentica dei contratti collettivi di cui all’art. 2.
ART.4 – CONTRATTAZIONE COLLETTIVA INTEGRATIVA
1. La contrattazione collettiva integrativa è finalizzata ad incrementare la qualità del servizio
scolastico, sostenendo i processi innovatori in atto anche mediante la valorizzazione delle
professionalità coinvolte.
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2. In sede di contrattazione collettiva integrativa nazionale è disciplinato:
A) MOBILITA:
? con cadenza, di norma biennale, collegata alla durata di definizione dellorganico, la
mobilità compartimentale, a domanda e d’ufficio. In tale ambito si dovrà garantire la stabilità
pluriennale dellorganico al fine di assicurare la continuità didattica del personale docente con
particolare riferimento ai docenti di sostegno e a quelli impegnati nelle aree a rischio, nelle
scuole di montagna e nelle classi funzionanti negli ospedali. Inoltre, sempre in sede di
contrattazione, verranno ricercate le forme appropriate per favorire l’incontro tra competenze
ed aspirazioni dei singoli insegnanti e le esigenze formative che processi innovativi e diagnosi
valutative fanno maturare nelle singole scuole;
? utilizzazione del personale in altre attività di insegnamento;
? utilizzazione del personale soprannumerario e inidoneo, nonché di quello collocato fuori
ruolo;
? procedure e criteri di utilizzazione del personale, tenuto altresì conto di quanto previsto
dalla legge n. 268/2002 e dalla legge n. 289/2002;
? mobilità intercompartimentale.
B) FORMAZIONE: con cadenza annuale, obiettivi, finalità e criteri di ripartizione delle risorse
finanziarie per la formazione del personale. Si perseguirà l’obiettivo di superare la
frammentazione degli interventi, ridefinendo le modalità di accreditamento degli enti e delle
associazioni professionali e disciplinari, nonché delle iniziative idonee a costituire adeguato
supporto alle attività didattiche, le procedure per strutturare le singole iniziative formative,
riallocando le risorse a favore dell’attività delle singole scuole e monitorando gli esiti della
formazione.
C) con cadenza di norma biennale, criteri per l’esercizio dei diritti e dei permessi sindacali.
D) con cadenza annuale, criteri e parametri di attribuzione delle risorse per le scuole collocate
in aree a rischio educativo, con forte processo immigratorio e per la dispersione scolastica, per
le funzioni strumentali e per gli incarichi aggiuntivi del personale ATA.
3. Presso ciascuna direzione scolastica regionale la contrattazione integrativa si svolge
annualmente sulle seguenti materie:
a) linee di indirizzo e criteri per la tutela della salute nell’ambiente di lavoro;
b) criteri di allocazione e utilizzo delle risorse, provenienti dallEnte Regione e da Enti
diversi dal MPI, a livello d’istituto per la lotta contro l’emarginazione scolastica e per
gli interventi sulle aree a rischio e a forte processo immigratorio, inclusa
l’assegnazione di una quota dei fondi destinati alla formazione per il finanziamento
di moduli formativi, da concludersi entro il 31 ottobre;
c) criteri, modalità e opportunità formative per il personale docente, educativo ed
ATA.;
d) criteri di utilizzazione del personale;
e) criteri e modalità di verifica dei risultati delle attività di formazione.
4. Presso ciascuna direzione scolastica regionale la contrattazione integrativa si svolge con
cadenza quadriennale sulle seguenti materie:
a) criteri per la fruizione dei permessi per il diritto allo studio;
b) criteri e modalità per lo svolgimento delle assemblee territoriali e l’esercizio dei diritti e
dei permessi sindacali;
c) istituzione di procedure di raffreddamento dell’eventuale conflittualità contrattuale
generatasi a livello di singola istituzione scolastica;
d) modalità per la costituzione di una commissione bilaterale incaricata dell’assistenza,
supporto e monitoraggio delle relazioni sindacali sul territorio regionale.
5. Il direttore regionale, nelle materie di cui al comma 3, deve formalizzare la propria proposta
contrattuale entro termini congrui con l’inizio dell’anno scolastico, e, in ogni caso, entro i
successivi dieci giorni lavorativi decorrenti dall’inizio delle trattative.
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6. La contrattazione integrativa si svolge alle condizioni previste dagli artt. 40 e 40 bis del
decreto legislativo n. 165/2001. La verifica sulla compatibilità dei costi della contrattazione
collettiva integrativa si attua ai sensi dell’art. 48 del decreto legislativo n. 165/2001.
Entro i primi 10 giorni di negoziato le parti non assumono iniziative unilaterali né procedono ad
azioni dirette.
Decorsi ulteriori 20 giorni dall’inizio effettivo delle trattative, le parti riassumono le rispettive
prerogative e libertà di iniziativa, nell’ambito della vigente disciplina contrattuale.
ART.5 – PARTECIPAZIONE
1. Le forme di partecipazione sindacale si svolgono al livello istituzionale competente per
materia.
LAmministrazione scolastica nazionale e regionale, con cadenza almeno annuale e nell’ambito
delle proprie autonome e distinte responsabilità, fornisce informazioni preventive e la relativa
documentazione cartacea e/o informatica necessaria sulle seguenti materie, ai soggetti
identificati all’articolo 7;
a) formazione in servizio, aggiornamento, autoaggiornamento e piani di riconversione del
personale in relazione alle situazioni di esubero;
b) criteri per la definizione e la distribuzione degli organici di tutto il personale;
c) modalità organizzative per l’assunzione del personale a tempo determinato e
indeterminato;
d) documenti di previsione di bilancio relativi alle spese per il personale;
e) operatività di nuovi sistemi informativi o di modifica dei sistemi preesistenti concernenti
i servizi amministrativi e di supporto dell’attività scolastica;
f) dati generali sullo stato dell’occupazione degli organici e di utilizzazione del personale;
g) strumenti e metodologie per la valutazione della produttività ed efficacia qualitativa del
sistema scolastico, anche in rapporto alle sperimentazioni in atto;
h) andamento generale della mobilità;
i) esiti dei monitoraggi effettuati dall’Amministrazione;
j) accesso allintranet scolastico per le informazioni di cui sono titolari le Organizzazioni
Sindacali ai sensi del relativo CCNQ;
k) informazione sulle risorse globali assegnate alle scuole per il loro funzionamento.
2. Su ciascuna delle materie previste al comma 1 e sulle linee essenziali di indirizzo in materia
di gestione della organizzazione scolastica, le Organizzazioni Sindacali firmatarie del presente
CCNL possono richiedere, nel termine di due giorni lavorativi dal ricevimento dell’informazione,
che sia attivato un tavolo di concertazione. Questo sarà aperto dall’Amministrazione nel
termine di cinque giorni lavorativi successivi alla ricezione della richiesta di concertazione, e
dovrà in ogni caso chiudersi nel termine perentorio di sette giorni lavorativi dall’apertura.
ART.6 – RELAZIONI A LIVELLO DI ISTITUZIONE SCOLASTICA
1. A livello di ogni istituzione scolastica ed educativa, in coerenza con l’autonomia della stessa
e nel rispetto delle competenze del dirigente scolastico e degli organi collegiali, le relazioni
sindacali si svolgono con le modalità previste dal presente articolo.
2. Sono materie di informazione preventiva annuale le seguenti:
a) proposte di formazione delle classi e di determinazione degli organici della scuola;
b) piano delle risorse complessive per il salario accessorio, ivi comprese quelle di fonte non
contrattuale;
c) criteri di attuazione dei progetti nazionali, europei e territoriali;
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d) criteri per la fruizione dei permessi per laggiornamento;
e) utilizzazione dei servizi sociali;
f) criteri di individuazione e modalità di utilizzazione del personale in progetti derivanti da
specifiche disposizioni legislative, nonché da convenzioni, intese o accordi di
programma stipulati dalla singola istituzione scolastica o dall’Amministrazione scolastica
periferica con altri enti e istituzioni;
g) tutte le materie oggetto di contrattazione;
Sono materie di contrattazione integrativa le seguenti:
h) modalità di utilizzazione del personale docente in rapporto al piano dell’offerta
formativa e al piano delle attività e modalità di utilizzazione del personale ATA in
relazione al relativo piano delle attività formulato dal DSGA, sentito il personale
medesimo;
i) criteri riguardanti le assegnazioni del personale docente, educativo ed ATA alle sezioni
staccate e ai plessi, ricadute sull’organizzazione del lavoro e del servizio derivanti
dall’intensificazione delle prestazioni legate alla definizione dell’unità didattica. Ritorni
pomeridiani;
j) criteri e modalità di applicazione dei diritti sindacali, nonché determinazione dei
contingenti di personale previsti dall’accordo sull’attuazione della legge n. 146/1990,
così come modificata e integrata dalla legge n. 83/2000;
k) attuazione della normativa in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro;
l) i criteri per la ripartizione delle risorse del fondo d’istituto e per l’attribuzione dei
compensi accessori, ai sensi dell’art. 45, comma 1, del decreto legislativo n. 165/2001,
al personale docente, educativo ed ATA, compresi i compensi relativi ai progetti
nazionali e comunitari;
m) criteri e modalità relativi alla organizzazione del lavoro e all’articolazione dell’orario del
personale docente, educativo ed ATA, nonché i criteri per l’individuazione del personale
docente, educativo ed ATA da utilizzare nelle attività retribuite con il fondo di istituto;
Il dirigente scolastico, nelle materie di cui sopra, deve formalizzare la propria proposta
contrattuale entro termini congrui con l’inizio dell’anno scolastico, e, in ogni caso, entro i
successivi dieci giorni lavorativi decorrenti dall’inizio delle trattative. Queste ultime devono
comunque iniziare non oltre il 15 settembre.
La contrattazione di cui sopra si svolge con cadenza annuale. Le parti possono prorogare,
anche tacitamente, l’accordo già sottoscritto.
Se le Parti non giungono alla sottoscrizione del contratto entro il successivo 30 novembre,
le questioni controverse potranno dalle Parti medesime essere sottoposte alla commissione
di cui allart. 4, comma 4, lettera d), che fornirà la propria assistenza.
Sono materia di informazione successiva le seguenti:
n) nominativi del personale utilizzato nelle attività e progetti retribuiti con il fondo di
istituto;
o) verifica dell’attuazione della contrattazione collettiva integrativa d’istituto sull’utilizzo
delle risorse.
3. Le informazioni previste dal presente articolo sono fornite nel corso di appositi incontri,
unitamente alla relativa documentazione.
4. Sulle materie che incidono sullordinato e tempestivo avvio dell’anno scolastico tutte le
procedure previste dal presente articolo debbono concludersi nei termini stabiliti dal direttore
generale regionale per le questioni che incidono sull’assetto organizzativo e, per le altre, nei
tempi congrui per assicurare il tempestivo ed efficace inizio delle lezioni.
I compensi per le attività svolte e previste dal contratto integrativo vigente sono erogate entro
il 31 agosto.
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5. Fermo restando il principio dell’autonomia negoziale e nel quadro di un sistema di relazioni
sindacali improntato ai criteri di comportamento richiamati di correttezza, di collaborazione e di
trasparenza, e fatto salvo quanto previsto dal precedente comma, decorsi venti giorni
dall’inizio effettivo delle trattative, le parti riassumono le rispettive prerogative e libertà di
iniziativa.
6. I revisori effettuano il controllo sulla compatibilità dei costi della contrattazione collettiva
integrativa con i vincoli di bilancio e la relativa certificazione degli oneri, secondo i principi di
cui all’art. 48 del decreto legislativo n. 165/2001. A tal fine, l’ipotesi di contratto collettivo
integrativo definita dalla delegazione trattante è inviata dal dirigente scolastico per il controllo,
entro 5 giorni, corredata dall’apposita relazione illustrativa tecnico finanziaria. Trascorsi 30
giorni senza rilievi, il contratto collettivo integrativo viene definitivamente stipulato e produce i
conseguenti effetti. Eventuali rilievi ostativi sono tempestivamente portati a conoscenza delle
organizzazioni sindacali di cui al successivo art. 7, ai fini della riapertura della contrattazione.
ART.7 – COMPOSIZIONE DELLE DELEGAZIONI
1. Le delegazioni trattanti sono costituite come segue:
I – A livello di amministrazione:
a) Per la parte pubblica:
– dal titolare del potere di rappresentanza o da un suo delegato;
– da una rappresentanza dei dirigenti titolari degli uffici direttamente interessati alla
trattativa.
b) Per le organizzazioni sindacali:
– dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali nazionali di categoria firmatarie
del presente CCNL.
II – A livello di ufficio scolastico regionale:
a) Per la parte pubblica:
– dal dirigente titolare del potere di rappresentanza dell’amministrazione nell’ambito
dell’ufficio o da un suo delegato. L’amministrazione può avvalersi del supporto di
personale di propria scelta.
b) Per le organizzazioni sindacali:
– dai rappresentanti territoriali delle organizzazioni sindacali di categoria firmatarie
del presente CCNL.
III -A livello di istituzione scolastica:
a) Per la parte pubblica:
– dal dirigente scolastico.
b) Per le organizzazioni sindacali:
– dalla RSU e dai rappresentanti territoriali delle organizzazioni sindacali di
categoria firmatarie del presente CCNL, come previsto dall’Accordo quadro
7-8-1998 sulla costituzione della RSU.
2. Il MPI può avvalersi, nella contrattazione collettiva integrativa nazionale, dell’assistenza
dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (A.Ra.N.).
ART.8 – ASSEMBLEE
1. I dipendenti hanno diritto a partecipare, durante l’orario di lavoro, ad assemblee sindacali,
in idonei locali sul luogo di lavoro concordati con la parte datoriale pubblica, per n. 10 ore
pro capite in ciascun anno scolastico, senza decurtazione della retribuzione.
2. In ciascuna scuola e per ciascuna categoria di personale (ATA e docenti) non possono essere
tenute più di due assemblee il mese.
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3. Le assemblee che riguardano la generalità dei dipendenti o gruppi di essi sono indette con
specifico ordine del giorno:
a. singolarmente o congiuntamente da una o più organizzazioni sindacali
rappresentative nel comparto ai sensi dell’art. 1, comma 5, del CCNQ del 9 agosto
2000 sulle prerogative sindacali;
b. dalla RSU nel suo complesso e non dai singoli componenti, con le modalità dell’art. 8,
comma 1, dell’accordo quadro sulla elezione delle RSU del 7 agosto 1998;
c. dalla RSU congiuntamente con una o più organizzazioni sindacali rappresentative del
comparto ai sensi dell’art. 1, comma 5, del CCNQ del 9 agosto 2000 sulle prerogative
sindacali.
4. Le assemblee coincidenti con l’orario di lezione si svolgono all’inizio o al termine delle
attività didattiche giornaliere di ogni scuola interessata all’assemblea. Le assemblee del
personale ATA possono svolgersi in orario non coincidente con quello delle assemblee del
personale docente, comprese le ore intermedie del servizio scolastico.
5. Negli istituti di educazione, le assemblee possono svolgersi in orario diverso da quello
previsto dal comma precedente, secondo le modalità stabilite con le procedure di cui allart.6 e
con il vincolo di osservanza del minor disagio possibile per gli alunni.
6. Ciascuna assemblea può avere una durata massima di 2 ore se si svolge a livello di singola
istituzione scolastica o educativa nell’ambito dello stesso comune. La durata massima delle
assemblee territoriali è definita in sede di contrattazione integrativa regionale, in modo da
tener conto dei tempi necessari per il raggiungimento della sede di assemblea e per il ritorno
alla sede di servizio, sempre nei limiti di cui al comma 1 del presente articolo.
7. La convocazione dell’assemblea, la durata, la sede e l’eventuale partecipazione di dirigenti
sindacali esterni sono rese note dai soggetti sindacali promotori almeno 6 giorni prima, con
comunicazione scritta, fonogramma, fax o e-mail, ai dirigenti scolastici delle scuole o istituzioni
educative interessate all’assemblea.
La comunicazione deve essere affissa, nello stesso giorno in cui è pervenuta, all’albo
dell’istituzione scolastica o educativa interessata, comprese le eventuali sezioni staccate o
succursali. Alla comunicazione va unito l’ordine del giorno. Nel termine delle successive
quarantotto ore, altri organismi sindacali, purché ne abbiano diritto, possono presentare
richiesta di assemblea per la stessa data e la stessa ora concordando un’unica assemblea
congiunta o – nei limiti consentiti dalla disponibilità di locali – assemblee separate. La
comunicazione definitiva relativa all’assemblea – o alle assemblee – di cui al presente comma
va affissa all’albo dell’istituzione prescelta entro il suddetto termine di quarantotto ore,
dandone comunicazione alle altre sedi.
8. Contestualmente all’affissione all’albo, il dirigente scolastico ne farà oggetto di avviso,
mediante circolare interna, al personale interessato all’assemblea al fine di raccogliere la
dichiarazione individuale di partecipazione espressa in forma scritta del personale in servizio
nell’orario dell’assemblea. Tale dichiarazione fa fede ai fini del computo del monte ore
individuale ed è irrevocabile.
9. Il dirigente scolastico:
a. per le assemblee in cui è coinvolto anche il personale docente sospende le
attività didattiche delle sole classi, o sezioni di scuola dell’infanzia, i cui docenti
hanno dichiarato di partecipare all’assemblea, avvertendo le famiglie interessate
e disponendo gli eventuali adattamenti di orario, per le sole ore coincidenti con
quelle dell’assemblea, del personale che presta regolare servizio;
b. per le assemblee in cui è coinvolto anche il personale ATA, se la partecipazione è
totale, stabilirà, con la contrattazione d’istituto, la quota e i nominativi del
personale tenuto ad assicurare i servizi essenziali relativi alla vigilanza agli
ingressi alla scuola, al centralino e ad altre attività indifferibili coincidenti con
l’assemblea sindacale.
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10. Non possono essere svolte assemblee sindacali in ore concomitanti con lo svolgimento
degli esami e degli scrutini finali.
11. Per il personale docente, quanto previsto dai commi 1, 3, e 8 si applica anche nel caso di
assemblee indette in orario di servizio per attività funzionali all’insegnamento.
12. Per le riunioni di scuola e territoriali indette al di fuori dell’orario di servizio del personale si
applica il comma 3 del presente articolo, fermo restando l’obbligo da parte dei soggetti
sindacali di concordare con i dirigenti scolastici l’uso dei locali e la tempestiva affissione all’albo
da parte del dirigente scolastico della comunicazione riguardante l’assemblea.
13. Per quanto non previsto e modificato dal presente articolo restano ferme la disciplina del
diritto di assemblea prevista dall’art. 2 del CCNQ 7 agosto 1998 e le modalità di utilizzo dei
distacchi, aspettative e permessi, nonché delle altre prerogative sindacali.
CAPO III – NORME COMUNI
ART.9 – MISURE INCENTIVANTI PER PROGETTI RELATIVI ALLE AREE A RISCHIO, A
FORTE PROCESSO IMMIGRATORIO E CONTRO LEMARGINAZIONE SCOLASTICA
1. Le Parti affermano il comune impegno ad incentivare la scolarizzazione ed il raggiungimento
di buoni esiti formativi nelle aree a rischio e a forte processo immigratorio.
2. A tale scopo ogni direttore regionale stipulerà, entro i termini di cui allart. 4, comma 3,
lettera b, apposito contratto integrativo regionale con le Organizzazioni Sindacali firmatarie del
presente CCNL per indicare i criteri di utilizzo da parte delle scuole del fondo accreditato dal
Ministero per le aree a rischio, a forte processo immigratorio e per la dispersione scolastica, la
durata dei progetti, gli obiettivi di lotta all’emarginazione scolastica da conseguire e i sistemi di
rilevazione dei risultati da comunicare al MPI e alle Organizzazioni Sindacali, favorendo la
pluralità e la diffusione delle esperienze sul territorio.
3. Le scuole, con riferimento allo specifico contesto territoriale di rischio, accedono ai fondi in
questione anche consorziandosi in rete, e comunque privilegiando la dimensione territoriale
dell’area. A tal fine saranno elaborati progetti finalizzati al recupero dell’insuccesso scolastico
anche con l’ampliamento dell’offerta formativa..
4. I compensi per il personale coinvolto nelle attività di cui al presente articolo saranno definiti
in sede di contrattazione d’istituto, sulla base dei criteri generali assunti in sede di
contrattazione regionale.
ART.10 – MOBILITA TERRITORIALE, PROFESSIONALE E INTERCOMPARTIMENTALE
1. I criteri e le modalità per attuare la mobilità territoriale, professionale e
intercompartimentale, nonché i processi di riconversione anche attraverso la previsione di
specifici momenti formativi, del personale di cui al presente contratto vengono definiti in sede
di contrattazione integrativa nazionale, al fine di rendere più agevole la fruizione di questi
istituti da parte dei lavoratori, che ne conservano comunque il diritto individuale. La mobilità
professionale del personale della scuola ha come fine non solo superare o prevenire il
soprannumero, ma anche valorizzare le esperienze acquisite dal personale, sostenere lo
scambio di esperienze nel sistema scolastico e del lavoro pubblico.
2. In tale sede saranno definiti modalità e criteri per le verifiche periodiche sugli effetti degli
istituti relativi alla mobilità territoriale, al fine di apportare, con contrattazione nazionale
integrativa, i conseguenti adattamenti degli stessi istituti.
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3. Analogamente si procederà per la contrattazione relativa alla utilizzazione del personale.
4. A sostegno dei processi di innovazione, che esigono un equilibrio dinamico tra le esigenze
del sistema scolastico e le aspettative del personale, la mobilità professionale è finalizzata a:
a. promuovere il reimpiego e la valorizzazione delle professionalità esistenti;
b. promuovere la stessa mobilità professionale ai fini del riassorbimento delle
eccedenze di personale.
Ciò si può realizzare anche attraverso:
? specifici percorsi formativi di riqualificazione e riconversione professionale mirati
all’assegnazione di posti di lavoro vacanti;
? rimborso spese, da erogare anche in misura forfetaria, per l’effettiva frequenza dei
relativi corsi;
? indennità forfetaria di prima sistemazione;
? incentivazione al conseguimento di titoli di studio ed alla integrazione dei percorsi
universitari, utili ai fini del reimpiego.
5. La mobilità professionale a domanda nell’ambito del comparto si attua sulla base della
previsione del fabbisogno di risorse professionali, mediante la programmazione delle iniziative
di formazione, riqualificazione e riconversione in ambito provinciale o regionale, rivolta, con
priorità, al personale appartenente a classi di concorso, aree disciplinari, ruoli, aree e profili
professionali in situazione di esubero. E assicurata la necessaria informazione al personale per
il pieno esercizio del diritto alla formazione.
6. Il personale che ha frequentato i corsi di cui al precedente comma conseguendo il titolo
richiesto è tenuto ad accettare la sede assegnata, a domanda o d’ufficio, nella procedura di
mobilità relativa al tipo di posto o cattedra per il quale ha frequentato il corso.
7. La formazione, la riqualificazione e la riconversione professionale di cui sopra è altresì
orientata verso le esigenze emergenti dall’attuazione dell’autonomia scolastica, con
l’individuazione di specifiche competenze e profili professionali innovativi connessi allo sviluppo
dell’educazione permanente e degli adulti, al potenziamento della ricerca, sperimentazione,
documentazione e aggiornamento educativo, alla prevenzione e recupero della dispersione
scolastica e degli insuccessi formativi, all’espansione dell’istruzione e formazione integrata
post-secondaria, nonché al rafforzamento dell’efficienza organizzativa e amministrativa delle
istituzioni scolastiche ed educative.
8. Sulla base di accordi promossi dal MPI con altre Amministrazioni ed Enti pubblici si procede
alla mobilità intercompartimentale a domanda, previa definizione, nella contrattazione
integrativa nazionale, di criteri e modalità per l’individuazione del personale da trasferire; la
contrattazione integrativa prevederà anche le modalità di informazione sulle posizioni di lavoro
disponibili e sui connessi aspetti retributivi, sulle indennità di prima sistemazione e sul
rimborso delle spese di trasferimento sostenute.
9. Nei confronti del personale che abbia fruito di percorsi di mobilità professionale anche a
seguito di procedure concorsuali è applicabile l’istituto della restituzione al ruolo di
provenienza, su posto disponibile in tale ruolo, a domanda o, nel caso di verificato esito
negativo della prestazione lavorativa, d’ufficio. Sono, comunque, fatte salve le norme sul
periodo di prova, ove previsto, nonché la competenza degli organi individuali o collegiali cui è
demandata la formulazione di pareri obbligatori e l’adozione dei conseguenti provvedimenti.
10. Ai sensi dell’art. 52 del decreto legislativo n. 165/2001, il personale docente utilizzato, a
domanda o d’ufficio, ivi compresa l’assegnazione provvisoria, in altro tipo di cattedra o posto,
ha diritto all’eventuale trattamento economico superiore, rispetto a quello di titolarità, previsto
per detto tipo di cattedra o posto. La maggiore retribuzione è corrisposta per il periodo di
utilizzazione, in misura corrispondente a quella cui l’interessato avrebbe avuto titolo se avesse
ottenuto il passaggio alla cattedra o posto di utilizzazione.
In caso di utilizzazione parziale, la corresponsione avrà luogo in rapporto proporzionale con
l’orario settimanale d’obbligo.
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11. Il servizio non di ruolo di cui agli articoli 485 e 569 del decreto legislativo n. 297/94 e
successive modifiche è riconoscibile per intero ai fini della mobilità a domanda, sia
compartimentale che intercompartimentale.
ART.11 – PARI OPPORTUNITÀ
1. Al fine di consentire una reale parità uomini-donne, è istituito, presso il MPI il Comitato pari
opportunità con il compito di proporre misure adatte a creare effettive condizioni di pari
opportunità, secondo i principi definiti dalla legge 10 aprile 1991, n. 125, con particolare
riferimento all’art. 1. Il Comitato è costituito da una persona designata da ciascuna delle
organizzazioni sindacali di comparto firmatarie del presente CCNL e da un pari numero di
rappresentanti dell’amministrazione. Il presidente del Comitato è nominato dal Ministro
dellIUR e designa un vicepresidente. Per ogni componente effettivo è previsto un componente
supplente.
2. Il Comitato svolge i seguenti compiti:
a) raccolta dei dati relativi alle materie di propria competenza, che l’amministrazione è
tenuta a fornire;
b) formulazione di proposte in ordine ai medesimi temi anche ai fini della
contrattazione integrativa;
c) c) promozione di iniziative volte ad attuare le direttive comunitarie per
l’affermazione sul lavoro della pari dignità delle persone nonché a realizzare azioni
positive, ai sensi della legge n. 125/1991.
3. Nell’ambito dei vari livelli di relazioni sindacali devono essere sentite le proposte formulate
dal Comitato pari opportunità, per ciascuna delle materie sottoindicate, al fine di prevedere
misure che favoriscano effettive pari opportunità nelle condizioni di lavoro e di sviluppo
professionale delle lavoratrici:
o percorsi di formazione mirata del personale sulla cultura delle pari opportunità in
campo formativo, con particolare riferimento ai progetti per l’orientamento
scolastico, alla riformulazione dei contenuti d’insegnamento, al superamento
degli stereotipi nei libri di testo, alle politiche di riforma;
o azioni positive, con particolare riferimento alle condizioni di accesso ai corsi di
formazione e aggiornamento e all’attribuzione d’incarichi o funzioni più
qualificate;
o iniziative volte a prevenire o reprimere molestie sessuali nonché pratiche
discriminatorie in generale;
o flessibilità degli orari di lavoro;
o fruizione del part-time;
o processi di mobilità.
4. L’amministrazione assicura l’operatività del Comitato e garantisce tutti gli strumenti idonei e
le risorse necessarie al suo funzionamento in applicazione dell’art. 17 del decreto legislativo 29
ottobre 1998, n°387. In particolare, valorizza e pubblicizza con ogni mezzo, nell’ambito
lavorativo, i risultati del lavoro svolto dallo stesso. Il Comitato è tenuto a svolgere una
relazione annuale sulle condizioni delle lavoratrici della scuola, di cui deve essere data la
massima pubblicizzazione.
5. Il Comitato per le pari opportunità rimane in carica per la durata di un quadriennio e
comunque fino alla costituzione del nuovo. I componenti del Comitato possono essere rinnovati
nell’incarico per un solo mandato.
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6. A livello di Amministrazione scolastica regionale, su richiesta delle organizzazioni sindacali
abilitate alla contrattazione integrativa, possono essere costituiti appositi comitati entro 60
giorni dall’entrata in vigore del presente contratto, con composizione e compiti analoghi a
quello nazionale dei quali deve essere assicurato il funzionamento da parte delle Direzioni
regionali. Il Presidente è nominato dal Direttore regionale.
ART.12 – CONGEDI PARENTALI
1. Al personale dipendente si applicano le vigenti disposizioni in materia di tutela della
maternità contenute nel decreto legislativo n. 151/2001.
2. Nel periodo di astensione obbligatoria, ai sensi degli articoli 16 e 17 del decreto legislativo n.
151/2001 alla lavoratrice o al lavoratore, anche nell’ipotesi di cui all’art. 28 dello stesso
decreto, spetta l’intera retribuzione fissa mensile nonché le quote di salario accessorio fisse e
ricorrenti che competono nei casi di malattia superiore a 15 giorni consecutivi o in caso di
ricovero ospedaliero e per il successivo periodo di convalescenza post-ricovero, secondo la
disciplina di cui all’art. 17, comma 8. Durante il medesimo periodo di astensione, tale periodo è
da considerarsi servizio effettivamente prestato anche per quanto concerne l’eventuale proroga
dell’incarico di supplenza.
3. In caso di parto prematuro, alle lavoratrici spettano comunque i mesi di astensione
obbligatoria. Qualora il figlio nato prematuro abbia necessità di un periodo di degenza presso
una struttura ospedaliera pubblica o privata, la madre ha la facoltà di richiedere che il restante
periodo di congedo obbligatorio post-parto ed il restante periodo ante-parto non fruito,
possano decorrere in tutto o in parte dalla data di effettivo rientro a casa del figlio; la richiesta
è accolta qualora sia avallata da idonea certificazione medica dalla quale risulti che le
condizioni di salute della lavoratrice consentono il rientro al lavoro. Alla lavoratrice rientrata al
lavoro spettano in ogni caso i periodi di riposo di cui all’art. 39 del decreto legislativo n.
151/2001.
4. Nell’ambito del periodo di astensione dal lavoro previsto dall’art. 32 , comma 1, lett. a) del
decreto legislativo n. 151/2001, per le lavoratrici madri o in alternativa per i lavoratori padri, i
primi trenta giorni, computati complessivamente per entrambi i genitori e fruibili anche in
modo frazionato, non riducono le ferie, sono valutati ai fini dell’anzianità di servizio e sono
retribuiti per intero, con esclusione dei compensi per lavoro straordinario e le indennità per
prestazioni disagiate, pericolose o dannose per la salute.
5. Successivamente al periodo di astensione di cui al comma 2 e sino al compimento del terzo
anno di vita del bambino, nei casi previsti dall’art. 47, comma 1, del decreto legislativo n.
151/2001, alle lavoratrici madri ed ai lavoratori padri sono riconosciuti trenta giorni per
ciascun anno di età del bambino, computati complessivamente per entrambi i genitori, di
assenza retribuita secondo le modalità indicate nello stesso comma 2. Ciascun genitore,
alternativamente, ha altresì diritto di astenersi dal lavoro, nel limite di cinque giorni lavorativi
l’anno, per le malattie di ogni figlio di età compresa fra i tre e gli otto anni.
6. I periodi di assenza di cui ai precedenti commi 4 e 5, nel caso di fruizione continuativa,
comprendono anche gli eventuali giorni festivi che ricadano all’interno degli stessi. Tale
modalità di computo trova applicazione anche nel caso di fruizione frazionata, ove i diversi
periodi di assenza non siano intervallati dal ritorno al lavoro del lavoratore o della lavoratrice.
7. Ai fini della fruizione, anche frazionata, dei periodi di astensione dal lavoro, di cui all’art. 32,
comma 1, del decreto legislativo n. 151/2001, la lavoratrice madre o il lavoratore padre
presentano la relativa domanda, con l’indicazione della durata, all’ufficio di appartenenza di
norma quindici giorni prima della data di decorrenza del periodo di astensione. La domanda
può essere inviata anche per mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento purché sia
assicurato comunque il rispetto del termine minimo di quindici giorni. Tale disciplina trova
applicazione anche nel caso di proroga dell’originario periodo di astensione.
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8. In presenza di particolari e comprovate situazioni personali che rendano impossibile il
rispetto della disciplina di cui al precedente comma 7, la domanda può essere presentata entro
le quarantotto ore precedenti l’inizio del periodo di astensione dal lavoro.
ART.13 – FERIE
1. Il dipendente con contratto di lavoro a tempo indeterminato ha diritto, per ogni anno di
servizio, ad un periodo di ferie retribuito. Durante tale periodo al dipendente spetta la normale
retribuzione, escluse le indennità previste per prestazioni di lavoro aggiuntivo o straordinario e
quelle che non siano corrisposte per dodici mensilità.
2. La durata delle ferie è di 32 giorni lavorativi comprensivi delle due giornate previste dall’art.
1, comma 1, lett. a), della legge 23 dicembre 1977, n. 937.
3. I dipendenti neo-assunti nella scuola hanno diritto a 30 giorni lavorativi di ferie comprensivi
delle due giornate previste dal comma 2.
4. Dopo 3 anni di servizio, a qualsiasi titolo prestato, ai dipendenti di cui al comma 3 spettano i
giorni di ferie previsti dal comma 2.
5. Nell’ipotesi che il POF d’istituto preveda la settimana articolata su cinque giorni di attività,
per il personale ATA il sesto è comunque considerato lavorativo ai fini del computo delle ferie e
i giorni di ferie goduti per frazioni inferiori alla settimana vengono calcolati in ragione di 1,2
per ciascun giorno.
6. Nell’anno di assunzione o di cessazione dal servizio la durata delle ferie è determinata in
proporzione dei dodicesimi di servizio prestato. La frazione di mese superiore a quindici giorni
è considerata a tutti gli effetti come mese intero.
7. Il dipendente che ha usufruito dei permessi retribuiti di cui all’art. 15 conserva il diritto alle
ferie.
8. Le ferie sono un diritto irrinunciabile e non sono monetizzabili, salvo quanto previsto nel
comma 15. Esse devono essere richieste dal personale docente e ATA al dirigente scolastico.
9. Le ferie devono essere fruite dal personale docente durante i periodi di sospensione delle
attività didattiche; durante la rimanente parte dell’anno, la fruizione delle ferie è consentita al
personale docente per un periodo non superiore a sei giornate lavorative. Per il personale
docente la fruibilità dei predetti sei giorni è subordinata alla possibilità di sostituire il personale
che se ne avvale con altro personale in servizio nella stessa sede e, comunque, alla condizione
che non vengano a determinarsi oneri aggiuntivi anche per l’eventuale corresponsione di
compensi per ore eccedenti, salvo quanto previsto dallart. 15, comma 2.
10. In caso di particolari esigenze di servizio ovvero in caso di motivate esigenze di carattere
personale e di malattia, che abbiano impedito il godimento in tutto o in parte delle ferie nel
corso dell’anno scolastico di riferimento, le ferie stesse saranno fruite dal personale docente, a
tempo indeterminato, entro l’anno scolastico successivo nei periodi di sospensione dell’attività
didattica.
In analoga situazione, il personale A.T.A. fruirà delle ferie non godute di norma non oltre il
mese di aprile dell’anno successivo, sentito il parere del DSGA.
11. Compatibilmente con le esigenze di servizio, il personale A.T.A. può frazionare le ferie in
più periodi. La fruizione delle ferie dovrà comunque essere effettuata nel rispetto dei turni
prestabiliti, assicurando al dipendente il godimento di almeno 15 giorni lavorativi continuativi
di riposo nel periodo 1 luglio-31 agosto.
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12. Qualora le ferie già in godimento siano interrotte o sospese per motivi di servizio, il
dipendente ha diritto al rimborso delle spese documentate per il viaggio di rientro in sede e per
quello di ritorno al luogo di svolgimento delle ferie medesime. Il dipendente ha, inoltre, diritto
al rimborso delle spese sostenute per il periodo di ferie non goduto.
13. Le ferie sono sospese da malattie adeguatamente e debitamente documentate che abbiano
dato luogo a ricovero ospedaliero o si siano protratte per più di 3 giorni. L’Amministrazione
deve essere posta in grado, attraverso una tempestiva comunicazione, di compiere gli
accertamenti dovuti.
14. Il periodo di ferie non è riducibile per assenze per malattia o per assenze parzialmente
retribuite, anche se tali assenze si siano protratte per l’intero anno scolastico.
15. All’atto della cessazione dal rapporto di lavoro, qualora le ferie spettanti a tale data non
siano state fruite, si procede al pagamento sostitutivo delle stesse, sia per il personale a tempo
determinato che indeterminato.
ART.14 – FESTIVITÀ
1. A tutti i dipendenti sono altresì attribuite 4 giornate di riposo ai sensi ed alle condizioni
previste dalla legge 23 dicembre 1977, n. 937. E’ altresì considerata giorno festivo la
ricorrenza del Santo Patrono della località in cui il dipendente presta servizio, purché ricadente
in giorno lavorativo.
2. Le quattro giornate di riposo, di cui al comma 1, sono fruite nel corso dell’anno scolastico
cui si riferiscono e, in ogni caso, dal personale docente esclusivamente durante il periodo tra il
termine delle lezioni e degli esami e l’inizio delle lezioni dell’anno scolastico successivo, ovvero
durante i periodi di sospensione delle lezioni.
ART.15 – PERMESSI RETRIBUITI
1. Il dipendente della scuola con contratto di lavoro a tempo indeterminato, ha diritto, sulla
base di idonea documentazione anche autocertificata, a permessi retribuiti per i seguenti casi:
? partecipazione a concorsi od esami: gg. 8 complessivi per anno scolastico, ivi
compresi quelli eventualmente richiesti per il viaggio;
? lutti per perdita del coniuge, di parenti entro il secondo grado, di soggetto
componente la famiglia anagrafica o convivente stabile e di affini di primo grado:
gg. 3 per evento, anche non continuativi.
I permessi sono erogati a domanda, da presentarsi al dirigente scolastico da parte del
personale docente ed ATA.
2. Il dipendente, inoltre, ha diritto, a domanda, nell’anno scolastico, a tre giorni di permesso
retribuito per motivi personali o familiari documentati anche mediante autocertificazione. Per
gli stessi motivi e con le stesse modalità, sono fruiti i sei giorni di ferie durante i periodi di
attività didattica di cui allart. 13, comma 9, prescindendo dalle condizioni previste in tale
norma.
3. Il dipendente ha, altresì, diritto ad un permesso retribuito di quindici giorni consecutivi in
occasione del matrimonio, con decorrenza indicata dal dipendente medesimo ma comunque
fruibili da una settimana prima a due mesi successivi al matrimonio stesso.
4. I permessi dei commi 1, 2 e 3 possono essere fruiti cumulativamente nel corso di ciascun
anno scolastico, non riducono le ferie e sono valutati agli effetti dell’anzianità di servizio.
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5. Durante i predetti periodi al dipendente spetta l’intera retribuzione, esclusi i compensi per
attività aggiuntive e le indennità di direzione, di lavoro notturno/festivo, di bilinguismo e di
trilinguismo.
6. I permessi di cui all’art. 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104 sono retribuiti
come previsto dall’art. 2, comma 3-ter, del decreto legge 27 agosto 1993, n. 324, convertito
dalla legge 27 ottobre 1993 n. 423, e non sono computati ai fini del raggiungimento del limite
fissato dai precedenti commi né riducono le ferie; essi devono essere possibilmente fruiti dai
docenti in giornate non ricorrenti.
7. Il dipendente ha diritto, inoltre, ove ne ricorrano le condizioni, ad altri permessi retribuiti
previsti da specifiche disposizioni di legge.
ART.16 – PERMESSI BREVI
1. Compatibilmente con le esigenze di servizio, al dipendente con contratto a tempo
indeterminato e al personale con contratto a tempo determinato, sono attribuiti, per esigenze
personali e a domanda, brevi permessi di durata non superiore alla metà dell’orario giornaliero
individuale di servizio e, comunque, per il personale docente fino ad un massimo di due ore.
Per il personale docente i permessi brevi si riferiscono ad unità minime che siano orarie di
lezione.
2. I permessi complessivamente fruiti non possono eccedere 36 ore nel corso dell’anno
scolastico per il personale ATA; per il personale docente il limite corrisponde al rispettivo orario
settimanale di insegnamento.
3. Entro i due mesi lavorativi successivi a quello della fruizione del permesso, il dipendente è
tenuto a recuperare le ore non lavorate in una o più soluzioni in relazione alle esigenze di
servizio.
Il recupero da parte del personale docente avverrà prioritariamente con riferimento alle
supplenze o allo svolgimento di interventi didattici integrativi, con precedenza nella classe
dove avrebbe dovuto prestare servizio il docente in permesso.
4. Nei casi in cui non sia possibile il recupero per fatto imputabile al dipendente,
l’Amministrazione provvede a trattenere una somma pari alla retribuzione spettante al
dipendente stesso per il numero di ore non recuperate.
5. Per il personale docente l’attribuzione dei permessi è subordinata alla possibilità della
sostituzione con personale in servizio.
ART.17 – ASSENZE PER MALATTIA
1. Il dipendente assente per malattia ha diritto alla conservazione del posto per un periodo di
diciotto mesi. Ai fini della maturazione del predetto periodo, si sommano, alle assenze dovute
all’ultimo episodio morboso, le assenze per malattia verificatesi nel triennio precedente.
2. Superato il periodo previsto dal comma 1, al lavoratore che ne faccia richiesta è concesso di
assentarsi per un ulteriore periodo di 18 mesi in casi particolarmente gravi, senza diritto ad
alcun trattamento retributivo.
3. Prima di concedere su richiesta del dipendente l’ulteriore periodo di assenza di cui al comma 2
l’amministrazione procede all’accertamento delle sue condizioni di salute, per il tramite del
competente organo sanitario ai sensi delle vigenti disposizioni, al fine di stabilire la sussistenza
di eventuali cause di assoluta e permanente inidoneità fisica a svolgere qualsiasi proficuo
lavoro.
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4. Superati i periodi di conservazione del posto previsti dai commi 1 e 2, oppure nel caso che,
a seguito dell’accertamento disposto ai sensi del comma 3, il dipendente sia dichiarato
permanentemente inidoneo a svolgere qualsiasi proficuo lavoro, l’amministrazione può
procedere, salvo quanto previsto dal successivo comma 5, alla risoluzione del rapporto
corrispondendo al dipendente l’indennità sostitutiva del preavviso.
5. Il personale docente dichiarato inidoneo alla sua funzione per motivi di salute può a
domanda essere collocato fuori ruolo e/o utilizzato in altri compiti tenuto conto della sua
preparazione culturale e professionale. Tale utilizzazione è disposta dal Direttore regionale
sulla base di criteri definiti in sede di contrattazione integrativa nazionale.
6. I periodi di assenza per malattia, salvo quelli previsti dal comma 2 del presente articolo, non
interrompono la maturazione dell’anzianità di servizio a tutti gli effetti.
7. Sono fatte salve le vigenti disposizioni di legge a tutela degli affetti da TBC, nonché quanto
previsto dalla legge 26 giugno 1990, n. 162 e dal D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309.
8. Il trattamento economico spettante al dipendente, nel caso di assenza per malattia nel
triennio di cui al comma 1, è il seguente:
a. intera retribuzione fissa mensile, ivi compresa la retribuzione professionale docenti ed
il compenso individuale accessorio, con esclusione di ogni altro compenso accessorio,
comunque denominato, per i primi nove mesi di assenza. Nell’ambito di tale periodo
per le malattie superiori a 15 gg. lavorativi o in caso di ricovero ospedaliero e per il
successivo periodo di convalescenza post-ricovero, al dipendente compete anche ogni
trattamento economico accessorio a carattere fisso e continuativo;
b. 90% della retribuzione di cui alla lett. a) per i successivi 3 mesi di assenza;
c. 50% della retribuzione di cui alla lett. a) per gli ulteriori 6 mesi del periodo di
conservazione del posto previsto nel comma 1.
9. In caso di gravi patologie che richiedano terapie temporaneamente e/o parzialmente
invalidanti sono esclusi dal computo dei giorni di assenza per malattia, di cui ai commi 1 e 8
del presente articolo, oltre ai giorni di ricovero ospedaliero o di day hospital anche quelli di
assenza dovuti alle conseguenze certificate delle terapie. Pertanto per i giorni anzidetti di
assenza spetta l’intera retribuzione.
10. L’assenza per malattia, salva l’ipotesi di comprovato impedimento, deve essere comunicata
all’istituto scolastico o educativo in cui il dipendente presta servizio, tempestivamente e
comunque non oltre l’inizio dell’orario di lavoro del giorno in cui essa si verifica, anche nel caso
di eventuale prosecuzione di tale assenza.
11. Il dipendente, salvo comprovato impedimento, è tenuto a recapitare o spedire a mezzo
raccomandata con avviso di ricevimento il certificato medico di giustificazione dell’assenza con
indicazione della sola prognosi entro i cinque giorni successivi all’inizio della malattia o alla
eventuale prosecuzione della stessa, comunicando per le vie brevi la presumibile durata della
prognosi. Qualora tale termine scada in giorno festivo esso è prorogato al primo giorno
lavorativo successivo.
12. L’istituzione scolastica o educativa, oppure l’amministrazione di appartenenza o di servizio
può disporre, sin dal primo giorno, il controllo della malattia, ai sensi delle vigenti disposizioni
di legge, attraverso il competente organo sanitario. Il controllo non è disposto se il dipendente
è ricoverato in strutture ospedaliere, pubbliche o private.
13. Il dipendente, che durante l’assenza, per particolari motivi, dimori in luogo diverso da
quello di residenza o del domicilio dichiarato all’amministrazione deve darne immediata
comunicazione, precisando l’indirizzo dove può essere reperito.
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14. Il dipendente assente per malattia, pur in presenza di espressa autorizzazione del medico
curante ad uscire, è tenuto a farsi trovare nel domicilio comunicato all’amministrazione, in
ciascun giorno, anche se domenicale o festivo, dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19.
15. La permanenza del dipendente nel proprio domicilio durante le fasce orarie come sopra
definite può essere verificata nell’ambito e nei limiti delle vigenti disposizioni di legge.
16. Qualora il dipendente debba allontanarsi, durante le fasce di reperibilità, dall’indirizzo
comunicato per visite mediche, prestazioni o accertamenti specialistici o per altri giustificati
motivi, che devono essere, a richiesta, documentati, è tenuto a darne preventiva
comunicazione all’amministrazione con l’indicazione della diversa fascia oraria di reperibilità da
osservare.
17. Nel caso in cui l’infermità sia causata da colpa di un terzo, il risarcimento del danno da
mancato guadagno effettivamente liquidato da parte del terzo responsabile – qualora
comprensivo anche della normale retribuzione – è versato dal dipendente all’amministrazione
fino a concorrenza di quanto dalla stessa erogato durante il periodo di assenza ai sensi del
comma 8, lettere a), b) e c), compresi gli oneri riflessi inerenti. La presente disposizione non
pregiudica l’esercizio, da parte dell’amministrazione, di eventuali azioni dirette nei confronti del
terzo responsabile.
18. Le disposizioni di cui al presente articolo sono comunque adottate nel rispetto dell’art. 35
della legge 27.12.2002, n. 289 e successive modifiche.
ART.18 – ASPETTATIVA PER MOTIVI DI FAMIGLIA, DI LAVORO, PERSONALI E DI
STUDIO
1. L’aspettativa per motivi di famiglia o personali continua ad essere regolata dagli artt. 69 e
70 del T.U. approvato con D.P.R. n. 3 del 10 gennaio 1957 e dalle leggi speciali che a tale
istituto si richiamano. L’aspettativa è erogata dal dirigente scolastico al personale docente ed
ATA. L’aspettativa è erogata anche ai docenti di religione cattolica di cui all’art. 3, comma 6 e 7
del D.P.R. n. 399/1988, ed al personale di cui al comma 3 dell’art. 19 del presente CCNL,
limitatamente alla durata dell’incarico.
2. Ai sensi della predetta norma il dipendente può essere collocato in aspettativa anche per
motivi di studio, ricerca o dottorato di ricerca. Per gli incarichi e le borse di studio resta in
vigore l’art. 453 del D.P.R. n. 297 del 1994.
3. Il dipendente è inoltre collocato in aspettativa, a domanda, per un anno scolastico senza
assegni per realizzare, l’esperienza di una diversa attività lavorativa o per superare un periodo di prova.
ART.19 – FERIE, PERMESSI ED ASSENZE DEL PERSONALE ASSUNTO A TEMPO
DETERMINATO
1. Al personale assunto a tempo determinato, al personale di cui all’art. 3, comma 6, del
D.P.R. n. 399 del 1988 e al personale non licenziabile di cui agli artt. 43 e 44 della legge 20
maggio 1982 n. 270, si applicano, nei limiti della durata del rapporto di lavoro, le disposizioni
in materia di ferie, permessi ed assenze stabilite dal presente contratto per il personale
assunto a tempo indeterminato, con le precisazioni di cui ai seguenti commi.
2. Le ferie del personale assunto a tempo determinato sono proporzionali al servizio prestato.
Qualora la durata del rapporto di lavoro a tempo determinato sia tale da non consentire la
fruizione delle ferie maturate, le stesse saranno liquidate al termine dell’anno scolastico e
comunque dell’ultimo contratto stipulato nel corso dell’anno scolastico. La fruizione delle ferie
nei periodi di sospensione delle lezioni nel corso dell’anno scolastico non è obbligatoria.
Pertanto, per il personale docente a tempo determinato che, durante il rapporto di impiego,
non abbia chiesto di fruire delle ferie durante i periodi di sospensione delle lezioni, si dà luogo
al pagamento sostitutivo delle stesse al momento della cessazione del rapporto.
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3. Il personale docente ed ATA assunto con contratto a tempo determinato per l’intero anno
scolastico o fino al termine delle attività didattiche, nonché quello ad esso equiparato ai sensi
delle vigenti disposizioni di legge, assente per malattia, ha diritto alla conservazione del posto
per un periodo non superiore a 9 mesi in un triennio scolastico.
4. Fermo restando tale limite, in ciascun anno scolastico la retribuzione spettante al personale
di cui al comma precedente è corrisposta per intero nel primo mese di assenza, nella misura
del 50% nel secondo e terzo mese. Per il restante periodo il personale anzidetto ha diritto alla
conservazione del posto senza assegni.
5. Il personale docente assunto con contratto di incarico annuale per l’insegnamento della
religione cattolica, secondo la disciplina di cui all’art. 309 del decreto legislativo n. 297 del
1994, e che non si trovi nelle condizioni previste dall’art. 3, comma 6, del D.P.R. n. 399 del
1988, assente per malattia, ha diritto alla conservazione del posto per un periodo non
superiore a nove mesi in un triennio scolastico, con la retribuzione calcolata con le modalità di
cui al comma 4.
6. Le assenze per malattia parzialmente retribuite non interrompono la maturazione
dell’anzianità di servizio a tutti gli effetti.
7. Al personale docente, educativo ed ATA assunto a tempo determinato, ivi compreso quello
di cui al precedente comma 5, sono concessi permessi non retribuiti, per la partecipazione a
concorsi od esami, nel limite di otto giorni complessivi per anno scolastico, ivi compresi quelli
eventualmente richiesti per il viaggio. Sono, inoltre, attribuiti permessi non retribuiti, fino ad
un massimo di sei giorni, per i motivi previsti dallart. 15, comma 2.
8. I periodi di assenza senza assegni interrompono la maturazione dell’anzianità di servizio a tutti gli effetti.
9. Il dipendente di cui al presente articolo ha diritto a tre giorni di permesso retribuito per lutti
per perdita del coniuge, di parenti entro il secondo grado, del convivente o di soggetto
componente la famiglia anagrafica e di affini di primo grado.
10. Nei casi di assenza dal servizio per malattia del personale docente ed ATA, assunto con
contratto a tempo determinato stipulato dal dirigente scolastico, si applica l’art. 5 del D.L. 12
settembre 1983, n. 463, convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 1983, n. 638.
Tale personale ha comunque diritto, nei limiti di durata del contratto medesimo, alla
conservazione del posto per un periodo non superiore a 30 giorni annuali, retribuiti al 50%.
11. I periodi di assenza parzialmente retribuiti di cui al precedente comma 10 non
interrompono la maturazione dell’anzianità di servizio a tutti gli effetti.
12. Il personale docente ed ATA assunto a tempo determinato ha diritto entro i limiti di durata
del rapporto, ad un permesso retribuito di 15 giorni consecutivi in occasione del matrimonio.
13. I permessi di cui ai commi 9 e 12 sono computati nell’anzianità di servizio a tutti gli effetti.
14. Al personale di cui al presente articolo si applicano le norme relative ai congedi parentali
come disciplinati dallart. 12.
15. Al personale di cui al presente articolo si applicano le disposizioni relative alle gravi
patologie, di cui allart. 17, comma 9.
ART.20 – INFORTUNIO SUL LAVORO E MALATTIE DOVUTE A CAUSA DI SERVIZIO
1. In caso di assenza dovuta ad infortunio sul lavoro, non si computa ai fini del limite massimo
del diritto alla conservazione del posto il periodo di malattia necessario affinché il dipendente
giunga a completa guarigione clinica. In tale periodo al dipendente spetta l’intera retribuzione
di cui allart. 17, comma 8, lett. a).
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2. Fuori dei casi previsti nel comma 1, se l’assenza è dovuta a malattia riconosciuta dipendente
da causa di servizio, al lavoratore spetta l’intera retribuzione per tutto il periodo di
conservazione del posto di cui all’art. 17, commi 1, 2 e 3.
3. Le disposizioni di cui al presente articolo sono dirette alla generalità del personale della
scuola e pertanto si applicano anche ai dipendenti con contratto a tempo determinato, nei
limiti di durata della nomina, e anche a valere su eventuale ulteriore nomina conferita in
costanza delle patologie di cui sopra.
ART.21 – INDIVIDUAZIONE DEL PERSONALE AVENTE DIRITTO DI MENSA GRATUITA
1. Il diritto alla fruizione del servizio di mensa gratuita riguarda il personale docente in servizio
in ciascuna classe o sezione durante la refezione.
2. Laddove, per effetto dell’orario di funzionamento adottato dalle singole scuole, nella sezione
risultino presenti contemporaneamente due insegnanti, entrambi hanno diritto al servizio di
mensa.
3. Nella scuola primaria ne hanno diritto gli insegnanti assegnati a classi funzionanti a
tempo pieno e a classi che svolgano un orario settimanale delle attività didattiche che prevede
rientri pomeridiani, i quali siano tenuti ad effettuare l’assistenza educativa alla mensa
nell’ambito dell’orario di insegnamento.
4. Nella scuola media ne hanno diritto i docenti in servizio nelle classi a tempo prolungato che
prevedono l’organizzazione della mensa, assegnati sulla base dell’orario scolastico alle attività
di interscuola e i docenti incaricati dei compiti di assistenza e vigilanza sugli alunni per
ciascuna classe che attui la sperimentazione ai sensi dell’art. 278 del decreto legislativo n.
297/94.
5. Il personale ATA di servizio alla mensa usufruisce anch’esso della mensa gratuita.
6.Ulteriori, eventuali modalità attuative possono essere definite in sede di contrattazione
integrativa regionale, ferme restando le competenze del MIUR per quanto concerne le modalità
di erogazione dei contributi ai Comuni.
ART.22 – PERSONALE IMPEGNATO IN ATTIVITÀ’ DI EDUCAZIONE DEGLI ADULTI ED
IN ALTRE TIPOLOGIE DI ATTIVITÀ’ DIDATTICA
1. Sono destinatari del presente articolo i docenti che operano nei centri territoriali
permanenti, nei corsi serali della scuola secondaria superiore, nelle scuole presso gli ospedali e
gli istituti penitenziari.
Considerata la specificità professionale che contraddistingue il settore dell’educazione degli
adulti, si stabilisce che:
a) deve essere assicurata la precedenza nelle operazioni di mobilità a domanda o d’ufficio per
analoga tipologia per chi abbia maturato esperienza nel settore o abbia frequentato
specifici percorsi di formazione in ingresso;
b) in sede di piano nazionale di aggiornamento saranno annualmente definiti risorse e
interventi formativi mirati agli obiettivi dell’educazione degli adulti;
c) secondo cadenze determinate in sede locale, può essere prevista la convocazione di
conferenze di servizio che devono vedere il coinvolgimento dei docenti del settore quale
sede di proposta per la definizione del piano di formazione in servizio, nonché di specifiche
iniziative per i docenti assegnati per la prima volta a questo settore;
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d) l’articolazione dell’orario di rapporto con l’utenza dei docenti in servizio presso i centri
territoriali permanenti è definita in base alla programmazione annuale dell’attività e
all’articolazione flessibile su base annuale. Nelle funzioni di competenza dei docenti
all’interno dell’orario di rapporto con l’utenza si debbono considerare le attività di
accoglienza e ascolto, nonché quelle di analisi dei bisogni dei singoli utenti. Per le attività
funzionali alla prestazione dell’insegnamento si fa riferimento a quanto stabilito dal
successivo art. 29;
e) la contrattazione integrativa regionale sull’utilizzazione del personale disciplina le possibili
utilizzazioni sia in corsi ospedalieri sia in classi ordinarie, anche al fine di individuare scuole
polo che assicurino l’attività educativa in un certo numero di ospedali. Al personale è
garantita la tutela sanitaria a livello di informazione, di prevenzione e controllo sulla base di
intese con l’autorità sanitaria promosse dall’autorità scolastica;
f) nelle scuole carcerarie è garantita la tutela sanitaria a livello di informazione, di
prevenzione e controllo, ivi compresa la possibilità per docenti di accedere ai presidi medici,
sulla base di intese con le autorità competenti promosse dall’autorità scolastica;
g) la contrattazione integrativa regionale riguarderà anche il personale di cui al presente
articolo, con particolare riguardo alla specificità delle tematiche relative al settore, anche in
riferimento ai processi di innovazione in corso e in considerazione dell’espansione
quantitativa e qualitativa del settore. In sede di contrattazione integrativa regionale sarà
prevista una specifica ed autonoma destinazione di risorse per il personale impegnato nel
settore.
2 .Le Parti concordano di rimandare ad apposita sequenza contrattuale la disciplina della
materia in attesa che sia attuato lart. 1, comma 632, della legge finanziaria 27.12.2006, n.
296.
ART.23 – TERMINI DI PREAVVISO
1. In tutti i casi in cui il presente contratto prevede la risoluzione del rapporto con preavviso o
con corresponsione dell’indennità sostitutiva dello stesso, i relativi termini sono fissati come
segue:
– 2 mesi per dipendenti con anzianità di servizio fino a 5 anni;
– 3 mesi per dipendenti con anzianità di servizio fino a 10 anni;
– 4 mesi per dipendenti con anzianità di servizio oltre 10 anni.
CAPO IV – DOCENTI
ART.24 – INTENTI COMUNI
1. Le Parti confermano gli esiti, sottoscritti il 24 maggio 2004, della Commissione che ha
operato ai sensi dell’art. 22 del CCNL 24.07.03.-
Le Parti stesse si impegnano a ricercare, in sede contrattuale, in coerenza con lo sviluppo dei
processi di valutazione complessiva del sistema nazionale distruzione e con risorse
specificamente destinate, forme, modalità, procedure e strumenti dincentivazione e
valorizzazione professionale e di carriera degli insegnanti.
ART.25 – AREA DOCENTI E CONTRATTO INDIVIDUALE DI LAVORO
1. Il personale docente ed educativo degli istituti e scuole di ogni ordine e grado, delle
istituzioni educative e degli istituti e scuole speciali statali, è collocato nella distinta area
professionale del personale docente.
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2. Rientrano in tale area i docenti della scuola dell’infanzia; i docenti della scuola primaria; i
docenti della scuola secondaria di 1° grado; i docenti diplomati e laureati della scuola
secondaria di 2° grado; il personale educativo dei convitti e degli educandati femminili.
3. I rapporti individuali di lavoro a tempo indeterminato o determinato del personale docente
ed educativo degli istituti e scuole statali di ogni ordine e grado, sono costituiti e regolati da
contratti individuali, nel rispetto delle disposizioni di legge, della normativa comunitaria e del
contratto collettivo nazionale vigente.
4. Nel contratto di lavoro individuale, per il quale è richiesta la forma scritta, sono, comunque,
indicati:
a) tipologia del rapporto di lavoro;
b) data di inizio del rapporto di lavoro;
c) data di cessazione del rapporto di lavoro per il personale a tempo determinato;
d) qualifica di inquadramento professionale e livello retributivo iniziale;
e) compiti e mansioni corrispondenti alla qualifica di assunzione;
f) durata del periodo di prova, per il personale a tempo indeterminato;
g) sede di prima destinazione, ancorché provvisoria, dell’attività lavorativa.
5. Il contratto individuale specifica le cause che ne costituiscono condizioni risolutive e
specifica, altresì, che il rapporto di lavoro è regolato dalla disciplina del presente CCNL. E’
comunque causa di risoluzione del contratto l’annullamento della procedura di reclutamento
che ne costituisce il presupposto.
6. L’assunzione a tempo determinato e a tempo indeterminato può avvenire con rapporto di
lavoro a tempo pieno o a tempo parziale. In quest’ultimo caso, il contratto individuale di cui al
comma 4 indica anche l’articolazione dell’orario di lavoro.
ART.26 – FUNZIONE DOCENTE
1. La funzione docente realizza il processo di insegnamento/apprendimento volto a
promuovere lo sviluppo umano, culturale, civile e professionale degli alunni, sulla base delle
finalità e degli obiettivi previsti dagli ordinamenti scolastici definiti per i vari ordini e gradi
dell’istruzione.
2. La funzione docente si fonda sull’autonomia culturale e professionale dei docenti; essa si
esplica nelle attività individuali e collegiali e nella partecipazione alle attività di aggiornamento
e formazione in servizio.
3. In attuazione dell’autonomia scolastica i docenti, nelle attività collegiali, attraverso processi
di confronto ritenuti più utili e idonei, elaborano, attuano e verificano, per gli aspetti
pedagogico – didattici, il piano dell’offerta formativa, adattandone l’articolazione alle
differenziate esigenze degli alunni e tenendo conto del contesto socio – economico di
riferimento, anche al fine del raggiungimento di condivisi obiettivi qualitativi di apprendimento
in ciascuna classe e nelle diverse discipline. Dei relativi risultati saranno informate le famiglie
con le modalità decise dal collegio dei docenti.
ART.27 – PROFILO PROFESSIONALE DOCENTE
1. Il profilo professionale dei docenti è costituito da competenze disciplinari, psicopedagogiche,
metodologico-didattiche, organizzativo-relazionali e di ricerca, documentazione e valutazione
tra loro correlate ed interagenti, che si sviluppano col maturare dell’esperienza didattica,
l’attività di studio e di sistematizzazione della pratica didattica. I contenuti della prestazione
professionale del personale docente si definiscono nel quadro degli obiettivi generali perseguiti
dal sistema nazionale di istruzione e nel rispetto degli indirizzi delineati nel piano dell’offerta
formativa della scuola.
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ART.28 – ATTIVITÀ DI INSEGNAMENTO
1. Le istituzioni scolastiche adottano ogni modalità organizzativa che sia espressione di
autonomia progettuale e sia coerente con gli obiettivi generali e specifici di ciascun tipo e
indirizzo di studio, curando la promozione e il sostegno dei processi innovativi e il
miglioramento dell’offerta formativa.
2. Nel rispetto della libertà d’insegnamento, i competenti organi delle istituzioni scolastiche
regolano lo svolgimento delle attività didattiche nel modo più adeguato al tipo di studi e ai
ritmi di apprendimento degli alunni. A tal fine possono adottare le forme di flessibilità previste
dal Regolamento sulla autonomia didattica ed organizzativa delle istituzioni scolastiche di cui
all’articolo 21 della legge n. 59 del 15 marzo 1997 – e, in particolare, dell’articolo 4 dello
stesso Regolamento – tenendo conto della disciplina contrattuale.
3. Gli obblighi di lavoro del personale docente sono correlati e funzionali alle esigenze come
indicato al comma 2.
4. Gli obblighi di lavoro del personale docente sono articolati in attività di insegnamento ed in
attività funzionali alla prestazione di insegnamento.
Prima dell’inizio delle lezioni, il dirigente scolastico predispone, sulla base delle eventuali
proposte degli organi collegiali, il piano annuale delle attività e i conseguenti impegni del
personale docente, che sono conferiti in forma scritta e che possono prevedere attività
aggiuntive. Il piano, comprensivo degli impegni di lavoro, è deliberato dal collegio dei docenti
nel quadro della programmazione dell’azione didattico-educativa e con la stessa procedura è
modificato, nel corso dell’anno scolastico, per far fronte a nuove esigenze. Di tale piano è data
informazione alle Organizzazioni Sindacali di cui allart. 7.
5. Nell’ambito del calendario scolastico delle lezioni definito a livello regionale, l’attività di
insegnamento si svolge in 25 ore settimanali nella scuola dell’infanzia, in 22 ore settimanali
nella scuola primaria e in 18 ore settimanali nelle scuole e istituti d’istruzione secondaria ed
artistica, distribuite in non meno di cinque giornate settimanali. Alle 22 ore settimanali di
insegnamento stabilite per gli insegnanti elementari, vanno aggiunte 2 ore da dedicare, anche
in modo flessibile e su base plurisettimanale, alla programmazione didattica da attuarsi in
incontri collegiali dei docenti interessati, in tempi non coincidenti con l’orario delle lezioni.
Nell’ambito delle 22 ore d’insegnamento, la quota oraria eventualmente eccedente l’attività
frontale e di assistenza alla mensa è destinata, previa programmazione, ad attività di
arricchimento dell’offerta formativa e di recupero individualizzato o per gruppi ristretti di alunni
con ritardo nei processi di apprendimento, anche con riferimento ad alunni stranieri, in
particolare provenienti da Paesi extracomunitari. Nel caso in cui il collegio dei docenti non
abbia effettuato tale programmazione o non abbia impegnato totalmente la quota oraria
eccedente l’attività frontale e di assistenza alla mensa, tali ore saranno destinate per
supplenze in sostituzione di docenti assenti fino ad un massimo di cinque giorni nell’ambito del
plesso di servizio.
6. Negli istituti e scuole di istruzione secondaria, ivi compresi i licei artistici e gli istituti d’arte, i
docenti, il cui orario di cattedra sia inferiore alle 18 ore settimanali, sono tenuti al
completamento dell’orario di insegnamento da realizzarsi mediante la copertura di ore di
insegnamento disponibili in classi collaterali non utilizzate per la costituzione di cattedre orario,
in interventi didattici ed educativi integrativi, con particolare riguardo, per la scuola
dell’obbligo, alle finalità indicate al comma 2, nonché mediante l’utilizzazione in eventuali
supplenze e, in mancanza, rimanendo a disposizione anche per attività parascolastiche ed
interscolastiche.
7. Al di fuori dei casi previsti dal comma successivo, qualunque riduzione della durata dell’unità
oraria di lezione ne comporta il recupero nell’ambito delle attività didattiche programmate
dall’istituzione scolastica. La relativa delibera è assunta dal collegio dei docenti.
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8. Per quanto attiene la riduzione dell’ora di lezione per cause di forza maggiore determinate
da motivi estranei alla didattica, la materia resta regolata dalle circolari ministeriali n. 243 del
22.9.1979 e n. 192 del 3.7.1980 nonché dalle ulteriori circolari in materia che le hanno
confermate. La relativa delibera è assunta dal consiglio di circolo o d’istituto.
9. L’orario di insegnamento, anche con riferimento al completamento dell’orario d’obbligo, può
essere articolato, sulla base della pianificazione annuale delle attività e nelle forme previste dai
vigenti ordinamenti, in maniera flessibile e su base plurisettimanale, in misura, di norma, non
eccedente le quattro ore.
10. Per il personale insegnante che opera per la vigilanza e l’assistenza degli alunni durante il
servizio di mensa o durante il periodo della ricreazione il tempo impiegato nelle predette
attività rientra a tutti gli effetti nell’orario di attività didattica.
ART.29 – ATTIVITÀ FUNZIONALI ALLINSEGNAMENTO
1. L’attività funzionale all’insegnamento è costituita da ogni impegno inerente alla funzione
docente previsto dai diversi ordinamenti scolastici. Essa comprende tutte le attività, anche a
carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione,
aggiornamento e formazione, compresa la preparazione dei lavori degli organi collegiali, la
partecipazione alle riunioni e l’attuazione delle delibere adottate dai predetti organi.
2. Tra gli adempimenti individuali dovuti rientrano le attività relative:
a) alla preparazione delle lezioni e delle esercitazioni;
b) alla correzione degli elaborati;
c) ai rapporti individuali con le famiglie.
3. Le attività di carattere collegiale riguardanti tutti i docenti sono costituite da:
a) partecipazione alle riunioni del Collegio dei docenti, ivi compresa l’attività di
programmazione e verifica di inizio e fine anno e l’informazione alle famiglie sui risultati degli
scrutini trimestrali, quadrimestrali e finali e sull’andamento delle attività educative nelle scuole
materne e nelle istituzioni educative, fino a 40 ore annue;
b) la partecipazione alle attività collegiali dei consigli di classe, di interclasse, di
intersezione. Gli obblighi relativi a queste attività sono programmati secondo criteri stabiliti dal
collegio dei docenti; nella predetta programmazione occorrerà tener conto degli oneri di
servizio degli insegnanti con un numero di classi superiore a sei in modo da prevedere un
impegno fino a 40 ore annue;
c) lo svolgimento degli scrutini e degli esami, compresa la compilazione degli atti
relativi alla valutazione.
4. Per assicurare un rapporto efficace con le famiglie e gli studenti, in relazione alle diverse
modalità organizzative del servizio, il consiglio d’istituto sulla base delle proposte del collegio
dei docenti definisce le modalità e i criteri per lo svolgimento dei rapporti con le famiglie e gli
studenti, assicurando la concreta accessibilità al servizio, pur compatibilmente con le esigenze
di funzionamento dell’istituto e prevedendo idonei strumenti di comunicazione tra istituto e
famiglie.
5. Per assicurare l’accoglienza e la vigilanza degli alunni, gli insegnanti sono tenuti a trovarsi in
classe 5 minuti prima dell’inizio delle lezioni e ad assistere all’uscita degli alunni medesimi.
ART.30 – ATTIVITÀ AGGIUNTIVE E ORE ECCEDENTI
1. Le attività aggiuntive e le ore eccedenti d’insegnamento restano disciplinate dalla
legislazione e dalle norme contrattuali, nazionali e integrative, attualmente vigenti all’atto delle
stipula del presente CCNL.
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ART.31 – RICERCA E INNOVAZIONE
1. In sede di contrattazione integrativa nazionale saranno definite modalità e criteri di
utilizzazione di eventuali finanziamenti aggiuntivi destinati al sostegno della ricerca educativodidattica
e valutativa funzionali allo sviluppo dei processi dinnovazione e finalizzati alla
valorizzazione del lavoro daula e al miglioramento dei livelli di apprendimento.
2. In sede di contrattazione integrativa nazionale saranno altresì definite modalità e criteri di
utilizzazione di eventuali risorse aggiuntive per le scuole che, sulla base di valutazioni
oggettive operate dal sistema nazionale di valutazione, tengano conto delle condizioni iniziali di
contesto finalizzate all’elevazione degli esiti formativi.
ART.32 – AMPLIAMENTO DELLOFFERTA FORMATIVA E PRESTAZIONI PROFESSIONALI
1. I docenti, in coerenza con gli obiettivi di ampliamento dell’offerta formativa delle singole
istituzioni scolastiche, possono svolgere attività didattiche rivolte al pubblico anche di adulti,
nella propria o in altra istituzione scolastica, in relazione alle esigenze formative provenienti dal
territorio, con esclusione degli alunni delle proprie classi, per quanto riguarda le materie di
insegnamento comprese nel curriculum scolastico e per attività di recupero. Le relative
deliberazioni dei competenti organi collegiali dovranno puntualmente regolamentare lo
svolgimento di tali attività, precisando anche il regime delle responsabilità.
ART.33 – FUNZIONI STRUMENTALI AL PIANO DELLOFFERTA FORMATIVA
1. Per la realizzazione delle finalità istituzionali della scuola in regime di autonomia, la risorsa
fondamentale è costituita dal patrimonio professionale dei docenti, da valorizzare per la
realizzazione e la gestione del piano dell’offerta formativa dell’istituto e per la realizzazione di
progetti formativi d’intesa con enti ed istituzioni esterni alla scuola. Le risorse utilizzabili, per le
funzioni strumentali, a livello di ciascuna istituzione scolastica, sono quelle complessivamente
spettanti sulla base dell’applicazione dell’art. 37 del CCNI del 31.08.99 e sono annualmente
assegnate dal MPI.
2. Tali funzioni strumentali sono identificate con delibera del collegio dei docenti in coerenza
con il piano dell’offerta formativa che, contestualmente, ne definisce criteri di attribuzione,
numero e destinatari. Le stesse non possono comportare esoneri totali dall’insegnamento e i
relativi compensi sono definiti dalla contrattazione d’istituto.
3. Le scuole invieranno tempestivamente al Direttore generale regionale competente schede
informative aggiornate in ordine alla quantità e alla tipologia degli incarichi conferiti, e ciò allo
scopo di effettuarne il monitoraggio.
4. Le istituzioni scolastiche possono, nel caso in cui non attivino le funzioni strumentali
nell’anno di assegnazione delle relative risorse, utilizzare le stesse nell’anno scolastico
successivo.
ART.34 – ATTIVITÀ’ DI COLLABORAZIONE CON IL DIRIGENTE SCOLASTICO
1. Ai sensi dell’art. 25, comma 5, del decreto legislativo n. 165/2001, in attesa che i connessi
aspetti retributivi siano opportunamente regolamentati attraverso gli idonei strumenti
normativi, il dirigente scolastico può avvalersi, nello svolgimento delle proprie funzioni
organizzative ed amministrative, di docenti da lui individuati ai quali possono essere delegati
specifici compiti. Tali collaborazioni sono riferibili a due unità di personale docente retribuibili,
in sede di contrattazione d’istituto, con i finanziamenti a carico del fondo per le attività
aggiuntive previste per le collaborazioni col dirigente scolastico di cui allart. 88, comma 2,
lettera e).
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ART.35 – COLLABORAZIONI PLURIME
1. I docenti possono prestare la propria collaborazione ad altre scuole statali che, per la
realizzazione di specifici progetti deliberati dai competenti organi, abbiano necessità di disporre
di particolari competenze professionali non presenti o non disponibili nel corpo docente della
istituzione scolastica. Tale collaborazione non comporta esoneri anche parziali
dall’insegnamento nelle scuole di titolarità o di servizio ed è autorizzata dal dirigente scolastico
della scuola di appartenenza, a condizione che non interferisca con gli obblighi ordinari di
servizio.
ART.36 – CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO PER IL PERSONALE IN SERVIZIO
1. Ad integrazione di quanto previsto dallart. 28, il personale docente può accettare,
nell’ambito del comparto scuola, rapporti di lavoro a tempo determinato in un diverso ordine o
grado distruzione, o per altra classe di concorso, purché di durata non inferiore ad un anno,
mantenendo senza assegni, complessivamente per tre anni, la titolarità della sede.
2. L’accettazione dell’incarico comporta l’applicazione della relativa disciplina prevista dal
presente CCNL per il personale assunto a tempo determinato, fatti salvi i diritti sindacali.
ART.37 – RIENTRO IN SERVIZIO DEI DOCENTI DOPO IL 30 APRILE
1. Al fine di garantire la continuità didattica, il personale docente che sia stato assente, con
diritto alla conservazione del posto, per un periodo non inferiore a centocinquanta giorni
continuativi nell’anno scolastico, ivi compresi i periodi di sospensione dell’attività didattica, e
rientri in servizio dopo il 30 aprile, è impiegato nella scuola sede di servizio in supplenze o
nello svolgimento di interventi didattici ed educativi integrativi e di altri compiti connessi con il
funzionamento della scuola medesima. Per le medesime ragioni di continuità didattica il
supplente del titolare che rientra dopo il 30 aprile è mantenuto in servizio per gli scrutini e le
valutazioni finali. Il predetto periodo di centocinquanta giorni è ridotto a novanta nel caso di
docenti delle classi terminali.
ART.38 – PERMESSI ED ASSENZE DEL PERSONALE DOCENTE CHIAMATO A
RICOPRIRE CARICHE PUBBLICHE ELETTIVE
1. Nei confronti del personale docente chiamato a ricoprire cariche elettive, si applicano le
norme di cui al decreto legislativo 18.8.2000, n. 267 e di cui allart. 68 del decreto legislativo
30 marzo 2001, n. 165. Il personale che si avvalga del regime delle assenze e dei permessi di
cui alle leggi predette, è tenuto a presentare, ogni trimestre, a partire dall’inizio dell’anno
scolastico, alla scuola in cui presta servizio, apposita dichiarazione circa gli impegni connessi
alla carica ricoperta, da assolvere nel trimestre successivo, nonché a comunicare mensilmente
alla stessa scuola la conferma o le eventuali variazioni degli impegni già dichiarati.
2. Nel caso in cui il docente presti servizio in più scuole, la predetta dichiarazione va
presentata a tutte le scuole interessate.
3. Qualora le assenze dal servizio derivanti dall’assolvimento degli impegni dichiarati non
consentano al docente di assicurare la necessaria continuità didattica nella classe o nelle classi
cui sia assegnato può farsi luogo alla nomina di un supplente per il periodo strettamente
indispensabile e, comunque, sino al massimo di un mese, durata prorogabile soltanto ove se
ne ponga l’esigenza in relazione a quanto dichiarato nella comunicazione mensile di cui al
comma 1, sempreché non sia possibile provvedere con altro personale docente in
soprannumero o a disposizione.
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4. Per tutta la durata della nomina del supplente il docente, nei periodi in cui non sia
impegnato nell’assolvimento dei compiti connessi alla carica ricoperta, è utilizzato nell’ambito
della scuola e per le esigenze di essa, nei limiti dell’orario obbligatorio di servizio.
prioritariamente per le supplenze e per i corsi di recupero.
5. La programmazione delle assenze di cui ai precedenti commi 1 e 2 non ha alcun valore
sostitutivo della documentazione espressamente richiesta dal decreto legislativo n. 267/2000,
che dovrà essere prodotta tempestivamente dall’interessato.
ART.39 – RAPPORTI DI LAVORO A TEMPO PARZIALE
1. L’Amministrazione scolastica costituisce rapporti di lavoro a tempo parziale sia all’atto
dell’assunzione sia mediante trasformazione di rapporti a tempo pieno su richiesta dei
dipendenti interessati, nei limiti massimi del 25% della dotazione organica complessiva di
personale a tempo pieno di ciascuna classe di concorso a cattedre o posti o di ciascun ruolo e,
comunque, entro i limiti di spesa massima annua previsti per la dotazione organica medesima.
2. Per il reclutamento del personale a tempo parziale si applica la normativa vigente in materia
per il personale a tempo pieno.
3. Ai fini della costituzione di rapporti di lavoro a tempo parziale si deve, inoltre, tener conto
delle particolari esigenze di ciascun grado di istruzione, anche in relazione alle singole classi di
concorso a cattedre o posti, ed assicurare l’unicità del docente, per ciascun insegnamento e in
ciascuna classe o sezioni di scuola dell’infanzia, nei casi previsti dagli ordinamenti didattici,
prevedendo a tal fine le ore di insegnamento che costituiscono la cattedra a tempo parziale.
4. Con ordinanza del MPI, previa intesa con i Ministri dellEconomia e della Funzione Pubblica,
sono determinati, i criteri e le modalità per la costituzione dei rapporti di lavoro di cui al
comma 1, nonché la durata minima delle prestazioni lavorative, che deve essere di norma pari
al 50% di quella a tempo pieno; in particolare, con la stessa ordinanza sono definite le quote
percentuali delle dotazioni organiche provinciali, per ciascun ruolo, profilo professionale e
classe di concorso a cattedre, da riservare a rapporti a tempo parziale, in relazione alle
eventuali situazioni di soprannumero accertate.
5. I criteri e le modalità di cui al comma 4, nonché la durata minima delle prestazioni
lavorative sono preventivamente comunicate dal MPI alle Organizzazioni sindacali di cui
all’articolo 7, comma 1, punto 1/b e verificate in un apposito incontro.
6. Il rapporto di lavoro a tempo parziale deve risultare da contratto scritto e deve contenere
l’indicazione della durata della prestazione lavorativa.
7. Il tempo parziale può essere realizzato:
a. con articolazione della prestazione di servizio ridotta in tutti i giorni lavorativi (tempo
parziale orizzontale);
b. con articolazione della prestazione su alcuni giorni della settimana del mese, o di
determinati periodi dell’anno (tempo parziale verticale);
c. con articolazione della prestazione risultante dalla combinazione delle due modalità
indicate alle lett. a e b (tempo parziale misto), come previsto dal decreto legislativo
25.2.2000, n. 61.
8. Il personale con rapporto di lavoro a tempo parziale è escluso dalle attività aggiuntive di
insegnamento aventi carattere continuativo; né può fruire di benefici che comunque
comportino riduzioni dell’orario di lavoro, salvo quelle previste dalla legge.
Nell’applicazione degli altri istituti normativi previsti dal presente contratto, tenendo conto
della ridotta durata della prestazione e della peculiarità del suo svolgimento, si applicano, in
quanto compatibili, le disposizioni di legge e contrattuali dettate per il rapporto a tempo pieno.
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9. Al personale interessato è consentito, previa motivata autorizzazione del dirigente
scolastico, l’esercizio di altre prestazioni di lavoro che non arrechino pregiudizio alle esigenze di
servizio e non siano incompatibili con le attività d’istituto.
10. Il trattamento economico del personale con rapporto di lavoro a tempo parziale è
proporzionale alla prestazione lavorativa.
11. I dipendenti a tempo parziale orizzontale hanno diritto ad un numero di giorni di ferie e di
festività soppresse pari a quello dei lavoratori a tempo pieno. I lavoratori a tempo parziale
verticale hanno diritto ad un numero di giorni proporzionato alle giornate di lavoro prestate
nell’anno.
12. Il trattamento previdenziale e di fine rapporto è disciplinato dalle disposizioni contenute
nell’art. 9 del decreto legislativo n. 61/2000.
13. Per la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto a tempo parziale e
viceversa si applicano, nei limiti previsti dal presente articolo, le disposizioni contenute
nellO.M. n. 446/97, emanata in applicazione delle norme del CCNL 4 agosto 1995 e delle leggi
n. 662/96 e n. 140/97, con le integrazioni di cui allO.M. n. 55/98.
ART.40 – RAPPORTO DI LAVORO A TEMPO DETERMINATO
1. Al personale di cui al presente articolo, si applicano le disposizioni di cui ai commi 2, 3, e 4
dell’art. 25.
2. Nei casi di assunzione in sostituzione di personale assente, nel contratto individuale è
specificato per iscritto il nominativo del dipendente sostituito.
3. In tali casi, qualora il docente titolare si assenti in un’unica soluzione a decorrere da una
data anteriore di almeno sette giorni all’inizio di un periodo predeterminato di sospensione
delle lezioni e fino a una data non inferiore a sette giorni successivi a quello di ripresa delle
lezioni, il rapporto di lavoro a tempo determinato è costituito per l’intera durata dell’assenza.
Rileva esclusivamente loggettiva e continuativa assenza del titolare, indipendentemente dalle
sottostanti procedure giustificative dell’assenza del titolare medesimo.
Le domeniche, le festività infrasettimanali e il giorno libero dell’attività di insegnamento,
ricadenti nel periodo di durata del rapporto medesimo, sono retribuite e da computarsi
nell’anzianità di servizio. Nell’ipotesi che il docente completi tutto l’orario settimanale ordinario,
ha ugualmente diritto al pagamento della domenica ai sensi dell’art. 2109, comma 1, del
codice civile.
4. Il rapporto di lavoro a tempo determinato può trasformarsi in rapporto di lavoro a tempo
indeterminato per effetto di specifiche disposizioni normative.
5. Gli insegnanti di religione cattolica sono assunti secondo la disciplina di cui all’art. 309 del
decreto legislativo n. 297 del 1994, mediante contratto di incarico annuale che si intende
confermato qualora permangano le condizioni ed i requisiti prescritti dalle vigenti disposizioni
di legge.
6. Il rapporto di lavoro del personale di cui al precedente comma è costituito, secondo quanto
previsto nei punti 2.3., 2.4, 2.5. del D.P.R. 16 dicembre 1985, n. 751, possibilmente in modo
da pervenire gradualmente a configurare, limitatamente alle ore che si rendano disponibili,
posti costituiti da un numero di ore corrispondente all’orario d’obbligo previsto, in ciascun tipo
di scuola, per i docenti assunti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
7. Il personale di cui al presente articolo, con orario settimanale inferiore alla cattedra oraria,
ha diritto, in presenza della disponibilità delle relative ore, al completamento o, comunque,
all’elevazione del medesimo orario settimanale.
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ART.41 – DOCENTI CHE OPERANO NELL’AMBITO DEI CORSI DI LAUREA IN SCIENZE
DELLA FORMAZIONE PRIMARIA E DI SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE PER
L’INSEGNAMENTO NELLE SCUOLE SECONDARIE
1. In sede di redazione dell’orario di servizio scolastico si terrà conto dell’esigenza di consentire
la presenza nella sede universitaria dei docenti con compiti di supervisione del tirocinio e di
coordinamento del medesimo con altre attività didattiche nell’ambito dei corsi di laurea in
scienze della formazione primaria e di scuole di specializzazione per l’insegnamento nelle
scuole secondarie.
ART.42 – SERVIZIO PRESTATO DAI DOCENTI PER PROGETTI CONCORDATI CON LE
UNIVERSITÀ
1. Ove si stipulino convenzioni tra Università, Direzioni generali regionali e scuole per progetti
relativi all’orientamento universitario ed al recupero dei fuori corso universitari, ai docenti
coinvolti in detti progetti dovrà essere rilasciata idonea certificazione dell’attività svolta.
2. Su tali convenzioni il Direttore generale regionale fornisce alle Organizzazioni Sindacali
informazione preventiva.
3. Le Università potranno avvalersi, a loro carico, di personale docente per il raggiungimento di
specifiche finalità.
4. Nelle ipotesi del presente articolo i docenti interessati potranno porsi o in aspettativa non
retribuita o in part-time annuale, o svolgere queste attività in aggiunta agli obblighi ordinari di
servizio, previa autorizzazione del dirigente scolastico.
ART.43 – MODALITÀ DI SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITÀ DI TIROCINIO DIDATTICO
PRESSO LE SEDI SCOLASTICHE E DELLE FUNZIONI DI SUPPORTO DELLATTIVITÀ
SCOLASTICA
1. Lo studente universitario in tirocinio si configura come una risorsa per la scuola che lo
accoglie.
2. Esso può essere utilizzato in attività istituzionali in compresenza di un docente della scuola.
3. Lo studente universitario in tirocinio partecipa alle attività collegiali e al/ai consigli della
classe cui si appoggia e alle eventuali attività extracurriculari, quando previsto dal relativo
programma di tirocinio, che vanno computate all’interno delle ore di tirocinio.
4. Al docente tutor, sono riconosciute le ore di lavoro aggiuntivo anche con modalità forfetaria
ivi comprese le attività di raccordo con i docenti universitari o con i supervisori per i progetti di
tirocinio; dei predetti impegni si terrà conto in sede di redazione dell’orario di servizio.
CAPO V – PERSONALE ATA
ART.44 – CONTRATTO INDIVIDUALE DI LAVORO
1. Il personale amministrativo, tecnico e ausiliario statale degli istituti e scuole di istruzione
primaria e secondaria, degli istituti d’arte, dei licei artistici, delle istituzioni educative e degli
istituti e scuole speciali statali, assolve alle funzioni amministrative, contabili, gestionali,
strumentali, operative, di accoglienza e di sorveglianza connesse all’attività delle istituzioni
scolastiche, in rapporto di collaborazione con il dirigente scolastico e con il personale docente.
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2. Tali funzioni sono assolte sulla base dei principi dell’autonomia scolastica di cui allart. 21
della legge n. 59/1997 dei regolamenti attuativi e delle conseguenti nuove competenze
gestionali riorganizzate, in ogni istituzione scolastica, sulla base del principio generale
dell’unità dei servizi amministrativi e generali e delle esigenze di gestione e organizzazione dei
servizi tecnici, con il coordinamento del direttore dei servizi generali e amministrativi.
3. Il personale di cui al comma 1 è collocato nella distinta area professionale del personale ATA.
4. I rapporti individuali di lavoro a tempo indeterminato o determinato del personale ATA degli
istituti e scuole statali di ogni ordine e grado, sono costituiti e regolati da contratti individuali,
nel rispetto delle disposizioni di legge, della normativa comunitaria e del contratto collettivo
nazionale vigente.
5. Nei casi di assunzione in sostituzione di personale assente, nel contratto individuale è
specificato per iscritto il nominativo del dipendente sostituito.
6. Nel contratto di lavoro individuale, per il quale è richiesta la forma scritta, sono, comunque,
indicati:
a) tipologia del rapporto di lavoro;
b) data di inizio del rapporto di lavoro;
c) data di cessazione del rapporto di lavoro per il personale a tempo determinato;
d) qualifica di inquadramento professionale e livello retributivo iniziale;
e) compiti e mansioni corrispondenti alla qualifica di assunzione;
f) durata del periodo di prova, per il personale a tempo indeterminato;
g) sede di prima destinazione, ancorché provvisoria, dell’attività lavorativa.
7. Il contratto individuale specifica le cause che ne costituiscono condizioni risolutive e
specifica, altresì, che il rapporto di lavoro è regolato dalla disciplina del presente CCNL. E’
comunque causa di risoluzione del contratto l’annullamento della procedura di reclutamento
che ne costituisce il presupposto.
8. L’assunzione a tempo determinato o indeterminato può avvenire con rapporto di lavoro a
tempo pieno o a tempo parziale. In quest’ultimo caso, il contratto individuale di cui al comma 6
indica anche l’articolazione dell’orario di lavoro.
ART.45 – PERIODO DI PROVA
1. Il dipendente assunto in servizio a tempo indeterminato è soggetto ad un periodo di prova la
cui durata è stabilita come segue: 2 mesi per i profili delle aree A e A super; 4 mesi per i
restanti profili.
In base a criteri predeterminati dall’Amministrazione, possono essere esonerati dal periodo di
prova i dipendenti che lo abbiano già superato in un equivalente profilo professionale presso
altra amministrazione pubblica.
Sono esonerati dal periodo di prova i dipendenti appartenenti ai ruoli della medesima
Amministrazione che siano stati inquadrati in aree superiori o in profili diversi della stessa area
a seguito di processi di riqualificazione che ne abbiano verificato l’idoneità.
2. Ai fini del compimento del suddetto periodo di prova si tiene conto del servizio
effettivamente prestato.
3. Il periodo di prova è sospeso in caso di assenza per malattia e negli altri casi espressamente
previsti da leggi o regolamenti non disapplicati dalla previgente normativa contrattuale.
In caso di malattia il dipendente ha diritto alla conservazione del posto per un periodo
massimo di sei mesi, decorso il quale il rapporto può essere risolto. In caso di infortunio sul
lavoro o malattia derivante da causa di servizio si applica l’art. 20 del presente CCNL.
4. Le assenze riconosciute come causa di sospensione ai sensi del comma 3, sono soggette allo
stesso trattamento economico previsto per i dipendenti non in prova.
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5. Decorsa la metà del periodo di prova ciascuna delle parti può recedere dal rapporto in
qualsiasi momento senza obbligo di preavviso né di indennità sostitutiva del preavviso, fatti
salvi i casi di sospensione previsti dal comma 3. Il recesso opera dal momento della
comunicazione alla controparte. Il recesso dell’amministrazione deve essere motivato.
6. Decorso il periodo di prova senza che il rapporto di lavoro sia stato risolto, il dipendente si
intende confermato in servizio con il riconoscimento dell’anzianità dal giorno dell’assunzione a
tutti gli effetti.
7. In caso di recesso, la retribuzione è corrisposta fino all’ultimo giorno di effettivo servizio
compresi i ratei della tredicesima mensilità ove maturati; spetta altresì al dipendente la
retribuzione corrispondente alle giornate di ferie maturate e non godute.
8. Il periodo di prova può essere rinnovato o prorogato alla scadenza.
9. Il dipendente proveniente dalla stessa o da altra Amministrazione del comparto, durante il
periodo di prova, ha diritto alla conservazione del posto senza retribuzione, e in caso di
mancato superamento della prova, o per recesso dello stesso dipendente rientra, a domanda,
nella qualifica e profilo di provenienza.
10. Al dipendente già in servizio a tempo indeterminato presso unAmministrazione del
comparto, vincitore di concorso presso Amministrazione o ente di altro comparto, è concesso
un periodo di aspettativa senza retribuzione e decorrenza dell’anzianità, per la durata del
periodo di prova.
11. Durante il periodo di prova, l’interessato è utilizzato nelle attività relative al suo profilo
professionale.
12. La conferma del contratto a tempo indeterminato per superamento del periodo di prova è
di competenza del dirigente scolastico, come previsto dallart. 14 del dPR 8.3.1999, n. 275.
ART.46 – SISTEMA DI CLASSIFICAZIONE PROFESSIONALE DEL PERSONALE ATA .
1. I profili professionali del personale ATA sono individuati dallallegata tabella A. Le modalità
di accesso restano disciplinate dalle disposizioni di legge in vigore, tranne per i requisiti
culturali, che sono individuati dall’allegata tabella B.
2. Il sistema di classificazione del personale, improntato a criteri di flessibilità correlati alle
innovazioni organizzative, è articolato in cinque aree comprendenti ciascuno uno o più profili
professionali; la corrispondenza tra aree e profili è individuata nella successiva tabella C.
ART.47 – COMPITI DEL PERSONALE ATA
1. I compiti del personale A.T.A. sono costituiti:
a) dalle attività e mansioni espressamente previste dall’area di appartenenza;
b) da incarichi specifici che, nei limiti delle disponibilità e nell’ambito dei profili
professionali, comportano l’assunzione di responsabilità ulteriori, e dallo svolgimento di
compiti di particolare responsabilità, rischio o disagio, necessari per la realizzazione del
piano dell’offerta formativa, come descritto dal piano delle attività.
2. La relativa attribuzione è effettuata dal dirigente scolastico, secondo le modalità, i criteri e i
compensi definiti dalla contrattazione d’istituto nell’ambito del piano delle attività. Le risorse
utilizzabili, per le predette attività, a livello di ciascuna istituzione scolastica, sono quelle
complessivamente spettanti, nell’anno scolastico 2002/03, sulla base dell’applicazione dell’art.
50 del CCNI del 31.8.1999.
Esse saranno particolarmente finalizzate per l’area A per lassolvimento dei compiti legati
all’assistenza alla persona, all’assistenza agli alunni diversamente abili e al pronto soccorso.
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ART.48 – MOBILITA PROFESSIONALE DEL PERSONALE ATA
1. I passaggi interni al sistema di classificazione di cui allart. 46 possono avvenire:
A) TRA LE AREE con le seguenti procedure:
a) I passaggi del personale A.T.A. da un’area inferiore all’area immediatamente
superiore avvengono mediante procedure selettive, previa frequenza di apposito corso
organizzato dall’amministrazione, le cui modalità saranno definite con la contrattazione
integrativa nazionale, comunque nel rispetto di quanto sancito dalla Corte Costituzionale con
sentenze n. 1/99 e n. 194/2002.
b) Alle predette procedure selettive, collegate alla formazione, è consentita la
partecipazione anche del personale privo dei titoli di studio previsti per il profilo professionale
di destinazione – fatti salvi i titoli abilitativi previsti da norme di legge – purché in possesso del
titolo di studio stabilito dallallegata tabella B per l’accesso al profilo di appartenenza o
comunque del titolo che ha dato accesso al medesimo profilo, e fatto salvo, comunque, il
possesso di unanzianità di almeno cinque anni di servizio effettivo nel profilo di appartenenza.
B) ALLINTERNO DELL’AREA con le seguenti procedure:
Il passaggio dei dipendenti da un profilo all’altro all’interno della stessa area avviene mediante
percorsi di qualificazione ed aggiornamento professionale, ovvero con il possesso dei requisiti
culturali e/o professionali richiesti per l’accesso al profilo professionale cui si chiede il
passaggio.
2. I passaggi di cui alle lettere A e B sono possibili nei limiti della dotazione organica e
della aliquota di posti prevista a tal fine.
ART.49 – VALORIZZAZIONE DELLA PROFESSIONALITA DEGLI ASSISTENTI
AMMINISTRATIVI E TECNICI, E DEI COLLABORATORI SCOLASTICI .
1. Per dare attuazione alle disposizioni di cui al precedente articolo, il MPI attiverà procedure
selettive, previa frequenza di apposito corso organizzato dall’Amministrazione e rivolto a tutti
gli assistenti amministrativi e tecnici in servizio, per ricoprire posti di coordinatore
amministrativo e tecnico, e rivolto a tutti i collaboratori scolastici in servizio per ricoprire i posti
di collaboratore scolastico dei servizi.
ART.50 – POSIZIONI ECONOMICHE PER IL PERSONALE ATA
1. Fino alla definizione della sequenza contrattuale di cui allart. 62 e salva comunque la
definizione delle procedure connesse agli artt. 48 e 49 del presente CCNL, si conviene che il
personale a tempo indeterminato appartenente alle aree A e B della Tabella C allegata al
presente CCNL possa usufruire di uno sviluppo orizzontale in una posizione economica
finalizzata alla valorizzazione professionale, determinate rispettivamente in ? 330 annui da
corrispondere in tredici mensilità al personale dell’Area A, e in ? 1000 annui da corrispondere
in tredici mensilità al personale dell’Area B.
2. L’attribuzione della posizione economica di cui al comma precedente avviene
progressivamente dopo l’esito favorevole della frequenza di apposito corso di formazione
diretto al personale utilmente collocato in una graduatoria di richiedenti che sarà formata in
base alla valutazione del servizio prestato, dei titoli di studio posseduti e dei crediti
professionali maturati, con le procedure di cui all’art. 48 del presente CCNL.
L’ammissione alla frequenza del corso di cui sopra è determinata, ogni volta che sia attivata la
relativa procedura, nella misura del 105% delle posizioni economiche disponibili.
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3. Al personale delle Aree A e B cui, per effetto delle procedure di cui sopra, sia attribuita la
posizione economica citata al comma 1, sono affidate, in aggiunta ai compiti previsti dallo
specifico profilo, ulteriori e più complesse mansioni concernenti, per l’Area A, l’assistenza agli
alunni diversamente abili e l’organizzazione degli interventi di primo soccorso e, per quanto
concerne l’Area B, compiti di collaborazione amministrativa e tecnica caratterizzati da
autonomia e responsabilità operativa, aderenti alla logica del percorso di valorizzazione
compiuto, la sostituzione del DSGA, con esclusione della possibilità che siano attribuiti ulteriori
incarichi ai sensi dell’art. 47 del presente CCNL.
ART.51 – ORARIO DI LAVORO ATA
1.L’orario ordinario di lavoro è di 36 ore, suddivise in sei ore continuative, di norma
antimeridiane, o anche pomeridiane per le istituzioni educative e per i convitti annessi agli
istituti tecnici e professionali.
2. In sede di contrattazione integrativa d’istituto saranno disciplinate le modalità di
articolazione dei diversi istituti di flessibilità dell’orario di lavoro, ivi inclusa la disciplina dei
ritardi, recuperi e riposi compensativi sulla base dei seguenti criteri:
l’orario di lavoro è funzionale all’orario di servizio e di apertura all’utenza;
ottimizzazione dell’impiego delle risorse umane;
miglioramento della qualità delle prestazioni;
ampliamento della fruibilità dei servizi da parte dell’utenza;
miglioramento dei rapporti funzionali con altri uffici ed altre amministrazioni;
programmazione su base plurisettimanale dell’orario.
3. L’orario di lavoro massimo giornaliero è di nove ore. Se la prestazione di lavoro giornaliera
eccede le sei ore continuative il personale usufruisce a richiesta di una pausa di almeno 30
minuti al fine del recupero delle energie psicofisiche e dell’eventuale consumazione del pasto.
Tale pausa deve essere comunque prevista se l’orario continuativo di lavoro giornaliero è
superiore alle 7 ore e 12 minuti.
4. In quanto autorizzate, compatibilmente con gli stanziamenti d’istituto, le prestazioni
eccedenti l’orario di servizio sono retribuite con le modalità definite in sede di contrattazione
integrativa d’istituto.
ART.52 – PERMESSI ED ASSENZE DEL PERSONALE ATA CHIAMATO A RICOPRIRE
CARICHE PUBBLICHE ELETTIVE
1. Nei confronti del personale ATA chiamato a ricoprire cariche elettive si applicano le norme di
cui al decreto legislativo 18.8.2000, n. 267 e di cui allart. 68 del decreto legislativo 30.3.2001,
n. 165.
Il personale che si avvalga del regime delle assenze e dei permessi di cui alle leggi predette, è
tenuto a presentare, ogni trimestre, a partire dall’inizio dell’anno scolastico, alla scuola in cui
presta servizio, apposita dichiarazione circa gli impegni connessi alla carica ricoperta, da
assolvere nel trimestre successivo, nonché a comunicare mensilmente alla stessa scuola la
conferma o le eventuali variazioni degli impegni già dichiarati.
2. Nel caso in cui il dipendente presti servizio in più scuole, la predetta dichiarazione va
presentata a tutte le scuole interessate.
3. La programmazione delle assenze di cui ai precedenti commi 1 e 2 non ha alcun valore
sostitutivo della documentazione espressamente richiesta dal decreto legislativo n. 267/2000,
che dovrà essere prodotta tempestivamente dall’interessato.
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ART.53 – MODALITA DI PRESTAZIONE DELLORARIO DI LAVORO
1. All’inizio dell’anno scolastico il DSGA formula una proposta di piano dell’attività inerente la
materia del presente articolo, sentito il personale ATA. Il dirigente scolastico, verificatane la
congruenza rispetto al POF ed espletate le procedure di cui allart. 6, adotta il piano delle
attività. La puntuale attuazione dello stesso è affidata al direttore dei servizi generali e
amministrativi.
2. In coerenza con le presenti disposizioni, possono essere adottate le sottoindicate tipologie di
orario di lavoro eventualmente coesistenti tra di loro in funzione delle finalità e degli obiettivi
definiti da ogni singolo istituto:
a. Orario di lavoro flessibile:
l’orario di lavoro è funzionale all’orario di servizio e di apertura all’utenza. Una volta stabilito
l’orario di servizio dell’istituzione scolastica o educativa è possibile adottare l’orario flessibile di
lavoro giornaliero che consiste nellanticipare o posticipare l’entrata e l’uscita del personale
distribuendolo anche in cinque giornate lavorative, secondo le necessità connesse alle finalità e
agli obiettivi di ciascuna istituzione scolastica o educativa (piano dell’offerta formativa, fruibilità
dei servizi da parte dell’utenza, ottimizzazione dell’impiego delle risorse umane ecc.).
I dipendenti che si trovino in particolari situazioni previste dalle leggi n. 1204/71, n. 903/77, n.
104/92 e decreto legislativo 26.03.2001, n. 151, e che ne facciano richiesta, vanno favoriti
nell’utilizzo dell’orario flessibile compatibilmente con le esigenze di servizio anche nei casi in
cui lo stesso orario non sia adottato dall’istituzione scolastica o educativa.
Successivamente potranno anche essere prese in considerazione le eventuali necessità del
personale – connesse a situazioni di tossicodipendenze, inserimento di figli in asili nido, figli in
età scolare, impegno in attività di volontariato di cui alla legge n. 266/91 – che ne faccia
richiesta, compatibilmente con l’insieme delle esigenze del servizio, e tenendo anche conto
delle esigenze prospettate dal restante personale.
b. Orario plurisettimanale:
la programmazione plurisettimanale dell’orario di lavoro ordinario, è effettuata in relazione a
prevedibili periodi nei quali si rileva un’esigenza di maggior intensità delle attività o particolari
necessità di servizio in determinati settori dell’istituzione scolastica, con specifico riferimento
alle istituzioni con annesse aziende agrarie, tenendo conto delle disponibilità dichiarate dal
personale coinvolto.
Ai fini dell’adozione dell’orario di lavoro plurisettimanale devono essere osservati i seguenti
criteri:
a. il limite massimo dell’orario di lavoro ordinario settimanale di 36 ore può
eccedere fino a un massimo di 6 ore per un totale di 42 ore per non più di 3
settimane continuative;
b. al fine di garantire il rispetto delle 36 ore medie settimanali, i periodi di
maggiore e di minore concentrazione dell’orario devono essere individuati
contestualmente di anno in anno e, di norma, rispettivamente, non possono
superare le 13 settimane nell’anno scolastico.
Le forme di recupero nei periodi di minor carico di lavoro possono essere attuate mediante
riduzione giornaliera dell’orario di lavoro ordinario, oppure attraverso la riduzione del
numero delle giornate lavorative.
c. Turnazioni:
la turnazione è finalizzata a garantire la copertura massima dell’orario di servizio giornaliero e
dell’orario di servizio settimanale su cinque o sei giorni per specifiche e definite tipologie di
funzioni e di attività. Si fa ricorso alle turnazioni qualora le altre tipologie di orario ordinario
non siano sufficienti a coprire le esigenze di servizio.
I criteri che devono essere osservati per l’adozione dell’orario di lavoro su turni sono i
seguenti:
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si considera in turno il personale che si avvicenda in modo da coprire a
rotazione l’intera durata del servizio;
la ripartizione del personale nei vari turni dovrà avvenire sulla base delle
professionalità necessarie in ciascun turno;
l’adozione dei turni può prevedere la sovrapposizione tra il personale
subentrante e quello del turno precedente;
un turno serale che vada oltre le ore 20 potrà essere attivato solo in presenza
di casi ed esigenze specifiche connesse alle attività didattiche e al
funzionamento dell’istituzione scolastica;
nelle istituzioni educative il numero dei turni notturni effettuabili nell’arco del
mese da ciascun dipendente non può, di norma, essere superiore ad otto. Il
numero dei turni festivi effettuabili nell’anno da ciascun dipendente non può
essere, di norma, superiore ad un terzo dei giorni festivi dell’anno. Nei periodi
nei quali i convittori non siano presenti nell’istituzione, il turno notturno è
sospeso salvo comprovate esigenze dell’istituzione educativa e previa
acquisizione della disponibilità del personale;
l’orario notturno va dalle ore 22 alle ore 6 del giorno successivo. Per turno
notturno-festivo si intende quello che cade nel periodo compreso tra le ore 22
del giorno prefestivo e le ore 6 del giorno festivo e dalle ore 22 del giorno
festivo alle ore 6 del giorno successivo.
I dipendenti che si trovino in particolari situazioni previste dalle leggi n. 1204/71, n. 903/77, n.
104/92 e dal decreto legislativo n. 151/2001 possono, a richiesta, essere esclusi dalla
effettuazione di turni notturni. Hanno diritto a non essere utilizzate le lavoratrici dall’inizio dello
stato di gravidanza e nel periodo di allattamento fino a un anno.
3. L’orario di lavoro degli assistenti tecnici è articolato nel seguente modo:
a) assistenza tecnica alle esercitazioni didattiche per almeno 24 ore in compresenza del
docente;
b) le restanti 12 ore per la manutenzione e riparazione delle attrezzature tecnico –
scientifiche del laboratorio o dei laboratori cui sono addetti, nonché per la preparazione
del materiale di esercitazione.
Nei periodi di sospensione dell’attività didattica gli assistenti tecnici saranno utilizzati in attività
di manutenzione del materiale tecnico-scientifico-informatico dei laboratori, officine, reparti di
lavorazione o uffici di loro competenza.
ART.54 – RITARDI, RECUPERI E RIPOSI COMPENSATIVI
1. Il ritardo sull’orario di ingresso al lavoro comporta l’obbligo del recupero entro l’ultimo
giorno del mese successivo a quello in cui si è verificato il ritardo.
2. In caso di mancato recupero, attribuibile ad inadempienza del dipendente, si opera la
proporzionale decurtazione della retribuzione cumulando le frazioni di ritardo fino a un’ora di
lavoro o frazione non inferiori alla mezza ora.
3. In quanto autorizzate, le prestazioni eccedenti l’orario di servizio sono retribuite.
4. Se il dipendente, per esigenze di servizio e previe disposizioni impartite, presta attività oltre
l’orario ordinario giornaliero, può richiedere, in luogo della retribuzione, il recupero di tali ore
anche in forma di corrispondenti ore e/o giorni di riposo compensativo, compatibilmente con le
esigenze organizzative dell’istituzione scolastica o educativa. Le giornate di riposo a tale titolo
maturate potranno essere cumulate e usufruite nei periodi estivi o di sospensione delle attività
didattiche, sempre con prioritario riguardo alla funzionalità e alla operatività dell’istituzione
scolastica.
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5. Le predette giornate di riposo non possono essere cumulate oltre l’anno scolastico di
riferimento, e devono essere usufruite entro e non oltre i tre mesi successivi all’anno scolastico
nel quale si sono maturate, sempre compatibilmente con le esigenze di funzionalità
dell’istituzione scolastica. In mancanza di recupero delle predette ore, per motivate esigenze di
servizio o comprovati impedimenti del dipendente, le stesse devono comunque essere
retribuite.
6. Listituzione scolastica fornirà mensilmente a ciascun dipendente un quadro riepilogativo del
proprio profilo orario, contenente gli eventuali ritardi da recuperare o gli eventuali crediti orari
acquisiti.
ART.55 – RIDUZIONE DELLORARIO DI LAVORO A 35 ORE SETTIMANALI
1. Il personale destinatario della riduzione dorario a 35 ore settimanali è quello adibito a
regimi di orario articolati su più turni o coinvolto in sistemi dorario comportanti significative
oscillazioni degli orari individuali, rispetto all’orario ordinario, finalizzati all’ampliamento dei
servizi all’utenza e/o comprendenti particolari gravosità nelle seguenti istituzioni scolastiche:
Istituzioni scolastiche educative;
Istituti con annesse aziende agrarie;
Scuole strutturate con orario di servizio giornaliero superiore alle dieci ore per
almeno 3 giorni a settimana.
2. Sarà definito a livello di singola istituzione scolastica il numero, la tipologia e quant’altro
necessario a individuare il personale che potrà usufruire della predetta riduzione in base ai
criteri di cui al comma 1.
ART.56 – INDENNITA DI DIREZIONE E SOSTITUZIONE DEL DSGA
1. Ai DSGA delle scuole di ogni ordine e grado e delle istituzioni educative è corrisposta
un’indennità di direzione come nella misura prevista dalla Tabella 9. La stessa indennità è
corrisposta, a carico del fondo di cui allart. 88, comma 2, lettera i), al personale che, in base
alla normativa vigente, sostituisce la predetta figura professionale o ne svolge le funzioni.
2. Ai sensi dell’art. 4, comma 2 del CCNQ del 29 luglio 1999, a decorrere dal 1/1/2006
l’indennità di direzione, di cui al comma 1, nella misura base indicata alla Tabella 9, è inclusa
nel calcolo della quota utile ai fini del trattamento di fine rapporto (TFR), in aggiunta alle voci
retributive già previste dal comma 1 dell’art. 4 del CCNQ del 29 luglio 1999.
3. A decorrere dal 31/12/2007, al fine di garantire la copertura dei futuri oneri derivanti
dall’incremento dei destinatari della disciplina del trattamento di fine rapporto, è posto
annualmente a carico delle disponibilità complessive del fondo dell’istituzione scolastica di cui
allart. 84, comma 1, un importo pari al 6,91% del valore dell’indennità di direzione nella
misura base effettivamente corrisposta in ciascun anno. Conseguentemente, il fondo è
annualmente decurtato dell’ammontare occorrente per la copertura dei maggiori oneri per il
personale che progressivamente sarà soggetto alla predetta disciplina.
4. Il direttore dei servizi generali ed amministrativi è sostituito, nei casi di assenza, dal
coordinatore amministrativo che, a sua volta, è sostituito secondo le vigenti disposizioni in
materia di supplenze. Fino alla concreta e completa attivazione del profilo del coordinatore
amministrativo, il DSGA è sostituito dall’assistente amministrativo con incarico conferito ai
sensi dell’art. 47.
5. In caso di assenza del DGSA dall’inizio dell’anno scolastico, su posto vacante e disponibile, il
relativo incarico a tempo determinato verrà conferito sulla base delle graduatorie permanenti.
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ART.57 – COLLABORAZIONI PLURIME PER IL PERSONALE ATA
1. Il personale ATA può prestare la propria collaborazione ad altra scuola per realizzare
specifiche attività che richiedano particolari competenze professionali non presenti in quella
scuola. Tale collaborazione non comporta esoneri, anche parziali, nella scuola di servizio ed è
autorizzata dal dirigente scolastico sentito il direttore dei servizi generali ed amministrativi.
ART.58 – RAPPORTO DI LAVORO A TEMPO PARZIALE
1. Per il personale di cui al precedente art. 44, nelle scuole di ogni ordine e grado e delle
istituzioni educative possono essere costituiti rapporti di lavoro a tempo parziale mediante
assunzione o trasformazione di rapporti a tempo pieno su richiesta dei dipendenti, nei limiti
massimi del 25% della dotazione organica provinciale delle aree di personale a tempo pieno,
con esclusione della qualifica di DSGA e, comunque, entro i limiti di spesa massima annua
previsti per la dotazione organica medesima.
2. Per il reclutamento del personale a tempo parziale si applica la normativa vigente in
materia per il personale a tempo pieno.
3. Con ordinanza del MPI, previa intesa con i Ministri dellEconomia e della Funzione Pubblica,
sono determinati, i criteri e le modalità per la costituzione dei rapporti di lavoro di cui al
comma 1; in particolare, con la stessa ordinanza sono definite le quote percentuali delle
dotazioni organiche provinciali, per ciascun profilo professionale, da riservare a rapporti a
tempo parziale, fermo restando il limite massimo del 25%, in relazione alle eventuali
situazioni di soprannumero accertate.
4. I criteri e le modalità di cui al comma 3, nonché la durata minima delle prestazioni
lavorative, sono preventivamente comunicate dal MPI alle organizzazioni sindacali di cui
all’art. 7 , comma 1, punto 1/b, e verificate in un apposito incontro.
5. Il dipendente a tempo parziale copre una frazione di posto di organico corrispondente alla
durata della prestazione lavorativa che non può essere inferiore al 50% di quella a tempo
pieno. In ogni caso, la somma delle frazioni di posto a tempo parziale non può superare il
numero complessivo dei posti di organico a tempo pieno trasformati in tempo parziale.
6. Il rapporto di lavoro a tempo parziale deve risultare da contratto scritto e deve contenere
l’indicazione della durata della prestazione lavorativa di cui al successivo comma 7. La
domanda va presentata al dirigente scolastico entro i termini specificati dalla relativa OM.
7. Il tempo parziale può essere realizzato:
a) con articolazione della prestazione di servizio ridotta in tutti i giorni lavorativi (tempo
parziale orizzontale);
b) con articolazione della prestazione su alcuni giorni della settimana, del mese, o di
determinati periodi dell’anno (tempo parziale verticale), in misura tale da rispettare la
media della durata del lavoro settimanale prevista per il tempo parziale nell’arco
temporale preso in considerazione (settimana, mese o anno);
c) con articolazione della prestazione risultante dalla combinazione delle due modalità
indicate alle lettere a e b (tempo parziale misto), come previsto dal decreto legislativo
25.2.2000, n. 61.
8. Il personale con rapporto di lavoro a tempo parziale è escluso dalle attività aggiuntive
aventi carattere continuativo, né può fruire di benefici che comunque comportino riduzioni
dell’orario di lavoro, salvo quelle previste dalla legge.
Nell’applicazione degli altri istituti normativi previsti dal presente contratto, tenendo conto
della ridotta durata della prestazione e della peculiarità del suo svolgimento, si applicano, in
quanto compatibili, le disposizioni di legge e contrattuali dettate per il rapporto a tempo
pieno.
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9. Al personale interessato è consentito, previa autorizzazione del dirigente scolastico,
l’esercizio di altre prestazioni di lavoro che non arrechino pregiudizio alle esigenze di servizio
e non siano incompatibili con le attività d’istituto della stessa Amministrazione. L’assunzione
di altro lavoro, o la variazione della seconda attività da parte del dipendente con rapporto di
lavoro a tempo parziale, deve essere comunicata al dirigente scolastico entro 15 giorni.
10. Il trattamento economico, anche accessorio, del personale con rapporto di lavoro a tempo
parziale è proporzionale alla prestazione lavorativa, con riferimento a tutte le competenze
fisse e periodiche, ivi compresa l’indennità integrativa speciale e l’eventuale retribuzione
individuale di anzianità, spettanti al personale con rapporto a tempo pieno appartenente alla
stessa qualifica e profilo professionale.
11. I dipendenti a tempo parziale orizzontale hanno diritto ad un numero di giorni di ferie e di
festività soppresse pari a quello dei lavoratori a tempo pieno. I lavoratori a tempo parziale
verticale hanno diritto ad un numero di giorni proporzionato alle giornate di lavoro prestate
nell’anno. Il relativo trattamento economico è commisurato alla durata della prestazione
lavorativa.
12. Il trattamento previdenziale e di fine rapporto è disciplinato dalle disposizioni contenute
nell’art. 9 del decreto legislativo n. 61/2000.
13. Per la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto a tempo parziale e
viceversa si applicano, nei limiti previsti dal presente articolo, le disposizioni di cui allart. 39,
comma 13.
ART.59 – CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO PER IL PERSONALE IN SERVIZIO
1. Il personale ATA può accettare, nell’ambito del comparto scuola, contratti a tempo
determinato di durata non inferiore ad un anno, mantenendo senza assegni, complessivamente
per tre anni, la titolarità della sede.
2. L’accettazione dell’incarico comporta l’applicazione della relativa disciplina prevista dal
presente CCNL per il personale assunto a tempo determinato, fatti salvi i diritti sindacali.
ART.60 – RAPPORTO DI LAVORO A TEMPO DETERMINATO
1. Al personale di cui al presente articolo, si applicano le disposizioni di cui ai commi 2, 3 e 4
dell’art. 40. Anche il personale ATA, ove ne ricorrano le condizioni, ha diritto al completamento
dell’orario.
2. Le domeniche e le festività infrasettimanali ricadenti nel periodo di durata del rapporto
medesimo, sono retribuite e da computarsi nell’anzianità di servizio. Nell’ipotesi che il
dipendente completi tutto l’orario settimanale ordinario, ha ugualmente diritto al pagamento
della domenica ai sensi dell’art. 2109, comma 1, del codice civile.
3. Il rapporto di lavoro a tempo determinato può trasformarsi in rapporto di lavoro a tempo
indeterminato per effetto di specifiche disposizioni normative.
ART.61 – RESTITUZIONE ALLA QUALIFICA DI PROVENIENZA
1. Il personale appartenente ad una qualifica ATA può, a domanda, essere restituito alla
qualifica ATA di provenienza con effetto dall’anno scolastico successivo alla data del
provvedimento di restituzione. Il provvedimento è disposto dal Direttore regionale scolastico
della sede di titolarità.
2. Il personale restituito alla qualifica di provenienza assume in essa il trattamento giuridico ed
economico che gli sarebbe spettato in caso di permanenza nella qualifica stessa.
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ART.62 – SEQUENZA CONTRATTUALE
1. Le Parti convengono che la materia di cui al presente Capo possa essere rivista in una
successiva sequenza contrattuale da attivarsi entro 30 giorni dalla firma definitiva del presente
CCNL.
2. Per le finalità di cui al comma 3, sono destinate alla sequenza contrattuale le seguenti
risorse finanziarie:
a) a decorrere dal 31.12.2007, le risorse derivanti dal contenimento della spesa del
personale ATA, pari a 34 milioni di euro al lordo degli oneri riflessi;
b) a decorrere dal 31.12.2007, le risorse corrispondenti allo 0,39% della massa salariale al
31.12.2005 che saranno stanziate dalla Legge finanziaria 2008 in base al Protocollo
Governo-Organizzazioni Sindacali del 29 maggio 2007;
c) quota parte delle risorse di cui allart. 47, comma 1 lett. b), attualmente finalizzate al
finanziamento dei incarichi specifici del personale ATA.
3. La sequenza contrattuale di cui al comma 1, avrà ad oggetto le seguenti finalità:
a) la rivalutazione del valore unitario delle posizione economiche per la valorizzazione del
personale ATA di cui agli artt. 49 e 50, nonché l’estensione della platea dei beneficiari;
b) assegnazione di nuove posizioni economiche nellArea B finalizzate all’individuazione di
attività lavorative complesse, caratterizzata da autonomia operativa, attraverso le
procedure selettive di cui allart. 48;
c) il riesame delle modalità di applicazione dell’art. 55.
4. Nella medesima sequenza contrattuale, saranno affrontate le modifiche della declaratoria dei
profili professionali, nonché le eventuali modifiche degli artt. 56 e 89 del presente CCNL. In
quella sede verrà definito il raccordo tra i titoli di studio attualmente richiesti e quelli stabiliti
dalla tabella B del presente CCNL.
CAPO VI – LA FORMAZIONE
ART.63 – FORMAZIONE IN SERVIZIO
1. La formazione costituisce una leva strategica fondamentale per lo sviluppo professionale del
personale, per il necessario sostegno agli obiettivi di cambiamento, per unefficace politica di
sviluppo delle risorse umane. LAmministrazione è tenuta a fornire strumenti, risorse e
opportunità che garantiscano la formazione in servizio. La formazione si realizza anche
attraverso strumenti che consentono l’accesso a percorsi universitari, per favorire
l’arricchimento e la mobilità professionale mediante percorsi brevi finalizzati ad integrare il
piano di studi con discipline coerenti con le nuove classi di concorso e con profili considerati
necessari secondo le norme vigenti.
Conformemente all’Intesa sottoscritta il 27 giugno 2007 tra il Ministro per le riforme e le
innovazioni nella pubblica amministrazione e le Confederazioni sindacali, verrà promossa, con
particolare riferimento ai processi dinnovazione, mediante contrattazione, una formazione dei
docenti in servizio organica e collegata ad un impegno di prestazione professionale che
contribuisca all’accrescimento delle competenze richieste dal ruolo.
2. Per garantire le attività formative di cui al presente articolo l’Amministrazione utilizza tutte
le risorse disponibili, nonché le risorse allo scopo previste da specifiche norme di legge o da
norme comunitarie. Le somme destinate alla formazione e non spese nell’esercizio finanziario
di riferimento sono vincolate al riutilizzo nell’esercizio successivo con la stessa destinazione. In
via prioritaria si dovranno assicurare alle istituzioni scolastiche opportuni finanziamenti per la
partecipazione del personale in servizio ad iniziative di formazione deliberate dal collegio dei
docenti o programmate dal DSGA, sentito il personale ATA, necessarie per una qualificata
risposta alle esigenze derivanti dal piano dell’offerta formativa.
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ART.64 – FRUIZIONE DEL DIRITTO ALLA FORMAZIONE
1. La partecipazione ad attività di formazione e di aggiornamento costituisce un diritto per il
personale in quanto funzionale alla piena realizzazione e allo sviluppo delle proprie
professionalità.
2. Le iniziative formative, ordinariamente, si svolgono fuori dell’orario di insegnamento.
3. Il personale che partecipa ai corsi di formazione organizzati dall’amministrazione a livello
centrale o periferico o dalle istituzioni scolastiche è considerato in servizio a tutti gli effetti.
Qualora i corsi si svolgano fuori sede, la partecipazione ad essi comporta il rimborso delle
spese di viaggio.
4. Il personale ATA, può partecipare, previa autorizzazione del capo d’istituto, in relazione alle
esigenze di funzionamento del servizio, ad iniziative o di aggiornamento organizzate
dall’amministrazione o svolte dall’Università o da enti accreditati. La partecipazione alle
iniziative di aggiornamento avviene nel limite delle ore necessarie alla realizzazione del
processo formativo, da utilizzare prioritariamente in relazione all’attuazione dei profili
professionali. In quest’ultimo caso il numero di ore può essere aumentato secondo le esigenze,
tenendo conto anche del tempo necessario per raggiungere la sede dell’attività di formazione.
5. Gli insegnanti hanno diritto alla fruizione di cinque giorni nel corso dell’anno scolastico per la
partecipazione a iniziative di formazione con lesonero dal servizio e con sostituzione ai sensi
della normativa sulle supplenze brevi vigente nei diversi gradi scolastici. Con le medesime
modalità, e nel medesimo limite di 5 giorni, hanno diritto a partecipare ad attività musicali ed
artistiche, a titolo di formazione, gli insegnanti di strumento musicale e di materie artistiche.
6. Il dirigente scolastico assicura, nelle forme e in misura compatibile con la qualità del
servizio, unarticolazione flessibile dell’orario di lavoro per consentire la partecipazione a
iniziative di formazione anche in aggiunta a quanto stabilito dal precedente comma 5.
7. Le stesse opportunità, fruizione dei cinque giorni e/o adattamento dell’orario di lavoro,
devono essere offerte al personale docente che partecipa in qualità di formatore, esperto e
animatore ad iniziative di formazione. Le predette opportunità di fruizione di cinque giorni per
la partecipazione ad iniziative di formazione come docente o come discente non sono
cumulabili. Il completamento della laurea e l’iscrizione a corsi di laurea per gli insegnanti
diplomati in servizio hanno un carattere di priorità.
8. La formazione dei docenti si realizza anche mediante l’accesso a percorsi universitari brevi
finalizzati all’integrazione dei piani di studio in coerenza con esigenze derivanti dalle modifiche
delle classi di concorso e degli ambiti disciplinari.
9. Il Ministero ricercherà tutte le utili convergenze con gli interlocutori istituzionali e le
Università Italiane per favorire l’accesso al personale interessato, ivi compreso il
riconoscimento dei crediti formativi.
10. I criteri per la fruizione dei permessi per il diritto allo studio, sono definiti nell’ambito della
contrattazione decentrata presso gli uffici scolastici regionali.
11. All’interno delle singole scuole, per il personale in servizio, iscritto ai corsi di laurea, a corsi
di perfezionamento o a scuole di specializzazione, con particolare riferimento ai corsi utili alla
mobilità professionale, alla riconversione e al reimpiego, il dirigente scolastico, nei limiti di
compatibilità con la qualità del servizio, garantisce che siano previste modalità specifiche di
articolazione dell’orario di lavoro.
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12. Per garantire efficacia nei processi di crescita professionale e personalizzare i percorsi
formativi saranno favorite le iniziative che fanno ricorso alla formazione a distanza,
all’apprendimento in rete e allautoaggiornamento, con la previsione anche di particolari forme
di attestazione e di verifica delle competenze.
13. A livello di singola scuola il dirigente scolastico fornisce uninformazione preventiva
sull’attuazione dei criteri di fruizione dei permessi per laggiornamento.
ART.65 – LIVELLI DI ATTIVITÀ
1. Alle istituzioni scolastiche singole, in rete o consorziate, compete la programmazione delle
iniziative di formazione, riferite anche ai contenuti disciplinari dell’insegnamento, funzionali al
POF, individuate sia direttamente sia all’interno dell’offerta disponibile sul territorio, ferma
restando la possibilità dellautoaggiornamento.
2. L’amministrazione scolastica regionale garantisce, su richiesta delle istituzioni scolastiche,
servizi professionali di supporto alla progettualità delle scuole, azioni perequative e interventi
legati a specificità territoriali e tipologie professionali.
3. All’amministrazione centrale competono gli interventi di interesse generale, soprattutto
quelli che si rendono necessari per le innovazioni, sia di ordinamento sia curricolari, per l’anno
di formazione, per i processi di mobilità e di riqualificazione e riconversione professionale, per
la formazione finalizzata all’attuazione di specifici istituti contrattuali, nonché il coordinamento
complessivo degli interventi.
ART.66 – IL PIANO ANNUALE DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE
1. In ogni istituzione scolastica ed educativa il Piano annuale delle attività di aggiornamento e
formazione destinate ai docenti è deliberato dal Collegio dei docenti coerentemente con gli
obiettivi e i tempi del POF, considerando anche esigenze ed opzioni individuali. Analogamente il
DSGA predispone il piano di formazione per il personale ATA.
Il Piano complessivo si può avvalere delle offerte di formazione promosse dall’amministrazione
centrale e periferica e/o da soggetti pubblici e privati qualificati o accreditati. Il Piano si articola
in iniziative:
? promosse prioritariamente dall’Amministrazione;
? progettate dalla scuola autonomamente o consorziata in rete, anche in collaborazione
con l’Università (anche in regime di convenzione), con le associazioni professionali
qualificate, con gli Istituti di Ricerca e con gli Enti accreditati.
ART.67 – I SOGGETTI CHE OFFRONO FORMAZIONE
1. Le parti confermano il principio dellaccreditamento degli enti e delle agenzie per la
formazione del personale della scuola e delle istituzioni educative e del riconoscimento da
parte dell’amministrazione delle iniziative di formazione.
2. Sono considerati soggetti qualificati per la formazione del personale della scuola le
medesime istituzioni scolastiche, le università, i consorzi universitari, interuniversitari e gli
istituti pubblici di ricerca, ivi compresa l’Agenzia di cui allart. 1, comma 610, della legge n.
296/2006. Il MPI può riconoscere come soggetti qualificati associazioni professionali sulla base
della vigente normativa.
3. Il Ministero, sulla base dei criteri sottoindicati e sentite le Organizzazioni Sindacali, definisce
le procedure da seguire per laccreditamento di soggetti – i soggetti qualificati di cui al
precedente comma sono di per sé accreditati – per la realizzazione di progetti di interesse
generale. I criteri di riferimento sono:
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? la missione dell’ente o dellagenzia tenendo conto delle finalità contenute nello statuto;
? l’attività svolta per lo sviluppo professionale del personale della scuola;
? l’esperienza accumulata nel campo della formazione;
? le capacità logistiche e la stabilità economica e finanziaria;
? l’attività di ricerca condotta e le iniziative di innovazione metodologica condotte nel
settore specifico;
? il livello di professionalizzazione raggiunto, anche con riferimento a specifiche
certificazioni e accreditamenti già avuti e alla differenza funzionale di compiti e di
competenze;
? la padronanza di approcci innovativi, anche in relazione al monitoraggio e alla
valutazione di impatto delle azioni di formazione;
? il ricorso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione;
? la documentata conoscenza della natura e delle caratteristiche dei processi di sviluppo
professionale del personale della scuola;
? la specifica competenza di campo in relazione alle aree progettuali di lavoro;
? la disponibilità a consentire il monitoraggio, l’ispezione e la valutazione delle singole
azioni di formazione.
4. I soggetti qualificati di cui al comma 2 e i soggetti accreditati di cui al comma 3 possono
accedere alle risorse destinate a progetti di interesse generale promossi dall’amministrazione.
5. Possono proporsi anche le istituzioni scolastiche, singole o in rete e/o in consorzio, sulla
base di specifiche competenze e di adeguate infrastrutture.
6. La contrattazione decentrata regionale individua i criteri con cui i soggetti che offrono
formazione partecipano ai progetti definiti a livello territoriale.
7. I soggetti qualificati, accreditati o proponenti corsi riconosciuti sono tenuti a fornire al
sistema informativo, l’informazione, secondo moduli standard che saranno definiti, relativa alle
iniziative proposte al personale della scuola.
ART.68 – FORMAZIONE IN INGRESSO
1. Per i docenti a tempo indeterminato di nuova assunzione l’anno di formazione trova
realizzazione attraverso specifici progetti contestualizzati, anche con la collaborazione di reti
e/o consorzi di scuole.
2. L’impostazione delle attività tiene conto dell’esigenza di personalizzare i percorsi, di
armonizzare la formazione sul lavoro – con il sostegno di tutor appositamente formati – e
l’approfondimento teorico assicurando adeguate condizioni di accoglienza.
3. Nel corso dell’anno di formazione sono create particolari opportunità opzionali per il
miglioramento delle competenze tecnologiche e della conoscenza di lingue straniere, anche
nella prospettiva dell’acquisizione di certificazioni internazionalmente riconosciute.
ART.69 – FORMAZIONE PER IL PERSONALE DELLE SCUOLE IN AREE A RISCHIO O A
FORTE PROCESSO IMMIGRATORIO O FREQUENTATE DA NOMADI
1. Per le scuole collocate nelle aree a rischio l’amministrazione promuove e sostiene iniziative
di formazione in relazione agli obiettivi di prevenire la dispersione scolastica, di sviluppare la
cultura della legalità, nonché di aumentare significativamente i livelli di successo scolastico,
utilizzando metodi e tecniche di elevata efficacia, di formazione e di sostegno professionale
facendo ricorso anche alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
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2. Partecipano alle attività di formazione, in relazione ai progetti delle scuole coinvolte, gli
insegnanti e il personale ATA. I corsi sono organizzati dalle scuole, singole o in rete, e si
avvalgono della collaborazione di soggetti qualificati o accreditati, nonché della cooperazione di
istituzioni ed enti presenti sul territorio.
3. Per gli insegnanti delle scuole collocate nelle aree a forte processo immigratorio, tenendo
conto delle esperienze già realizzate l’amministrazione promuove l’organizzazione di seguenti
attività formative:
? pronto intervento linguistico,
? corsi specifici sull’insegnamento della lingua italiana ad alunni ed adulti, di lingua nativa
diversa dall’italiano,
? approfondimento delle tematiche dell’educazione interculturale,
? produzione e diffusione di materiali didattici.
4. A seguito di specifiche intese i corsi per l’insegnamento della lingua italiana ad allievi ed
adulti, di lingua nativa diversa dall’italiano, possono anche essere offerti dalle Università come
corsi di perfezionamento. Per la predisposizione di materiali per il pronto intervento linguistico
e per la messa a disposizione di risorse didattiche si fa ricorso alle tecnologie della
comunicazione e dell’informazione.
5. Per l’impostazione e l’organizzazione delle attività le scuole e l’amministrazione si avvalgono
della collaborazione di soggetti qualificati e/o accreditati, cooperano con le iniziative già
realizzate o in corso da parte degli enti locali, delle associazioni espressione delle comunità di
immigrati, delle organizzazioni non governative e delle associazioni di volontariato riconosciute.
ART.70 – FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI CHE OPERANO IN AMBIENTI DI
APPRENDIMENTO PARTICOLARI
1. Gli obiettivi delle iniziative di formazione finalizzata sono l’acquisizione e lo sviluppo di
specifiche competenze per insegnanti che operano nei centri territoriali permanenti, nei corsi
serali delle scuola secondaria superiore, nelle sezioni presso gli ospedali e gli istituti
penitenziari e l’attivazione delle condizioni per il pieno sviluppo delle politiche di formazione
permanente. LAmministrazione garantisce che specifiche iniziative siano rivolte ai docenti che
operano o che intendano operare in tali settori.
2. I corsi mirano a diffondere la conoscenza dei diversi contesti e processi di apprendimento,
ad accrescere la familiarità con le metodologie attive di insegnamento, a sviluppare la
padronanza delle strategie formative (modularità, riconoscimento dei crediti formativi e
professionali, percorsi individuali di apprendimento, certificazione delle competenze).
3. In questa prospettiva il campo di azione potrà ampliarsi in relazione anche all’evoluzione
dei processi di rinnovamento nel settore della formazione integrata e dei modelli di
cooperazione tra l’istruzione e la formazione professionale.
4. Per il settore delle scuole negli ospedali e negli istituti di prevenzione e pena il MPI realizza
le necessarie intese, con i Ministeri della Salute e di Giustizia, per la programmazione,
l’organizzazione e la finalizzazione delle attività.
ART.71 – COMMISSIONE BILATERALE PER LA FORMAZIONE
1. Le Parti convengono che, entro 60 gg. dalla sottoscrizione definitiva del presente CCNL, sia
istituita una Commissione, tra il MPI e le Organizzazioni Sindacali firmatarie, che persegua
l’obiettivo di programmare e realizzare qualificate e certificate iniziative di formazione
nazionale per il personale del comparto.
2. La costituzione della predetta Commissione non potrà comportare alcun onere aggiuntivo e
la partecipazione alla stessa sarà a titolo gratuito per tutti i componenti.
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CAPO VII – TUTELA DELLA SALUTE NELL’AMBIENTE DI LAVORO
ART.72 – FINALITÀ
1. Al fine di assicurare compiuta attuazione a forme di partecipazione e di collaborazione dei
soggetti interessati al sistema di prevenzione e di sicurezza dell’ambiente di lavoro, previste
dal decreto legislativo n. 626/94 come modificato dal decreto legislativo n. 242/96, le parti
convengono sulla necessità di realizzare l’intero sistema di prevenzione all’interno delle
istituzioni scolastiche sulla base dei criteri e delle modalità previste dai successivi articoli del
presente capo, in coerenza con le norme legislative di riferimento e con quanto stabilito dal
contratto collettivo nazionale quadro del 10 luglio 1996 in materia di rappresentanti dei
lavoratori per la sicurezza nel comparto pubblico.
ART.73 – IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA
1. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, in tutte le unità scolastiche previste dal
D.M. n. 382/98, è eletto nei modi previsti dal succitato Accordo Quadro 10.7.1996 e dallart.
58 del CCNI 31.8.1999. Qualora non possa essere individuato, la RSU designa altro soggetto
disponibile tra i lavoratori della scuola. Ove successivi Accordi quadro modificassero in tutto o
in parte la normativa contrattuale anzidetta, questa dovrà ritenersi recepita previo confronto
con le Organizzazioni Sindacali del comparto scuola.
2. Con riferimento alle attribuzioni del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, la cui
disciplina è contenuta negli artt. 18 e 19 del decreto legislativo n. 626/94, le parti a solo titolo
esemplificativo concordano sulle seguenti indicazioni:
a) il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha diritto di accesso ai luoghi di lavoro
nel rispetto dei limiti previsti dalla legge; egli segnala preventivamente al dirigente
scolastico le visite che intende effettuare negli ambienti di lavoro; tali visite possono
svolgersi congiuntamente con il responsabile del servizio di prevenzione o un addetto
da questi incaricato;
b) laddove il decreto legislativo n. 626/94 prevede l’obbligo da parte del dirigente
scolastico di consultare il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, la consultazione
si deve svolgere in modo da garantire la sua effettività e tempestività; pertanto il
dirigente scolastico consulta il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza su tutti
quegli eventi per i quali la disciplina legislativa prevede un intervento consultivo del
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza; in occasione della consultazione il
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha facoltà di formulare proposte e
opinioni sulle tematiche oggetto di consultazione; la consultazione deve essere
verbalizzata e nel verbale, depositato agli atti, devono essere riportate le osservazioni e
le proposte del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Inoltre il rappresentante
dei lavoratori per la sicurezza è consultato sulla designazione del responsabile e degli
addetti del servizio di prevenzione, sul piano di valutazione dei rischi, programmazione,
realizzazione e verifica della prevenzione nell’istituzione scolastica; è altresì consultato
in merito all’organizzazione della formazione di cui allart. 22, comma 5 del decreto
legislativo n. 626/94. Gli esiti delle attività di consultazione di cui sopra sono riportati in
apposito verbale sottoscritto dal rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
c) il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha diritto di ricevere le informazioni e la
documentazione relativa alla valutazione dei rischi e alle misure di prevenzione, nonché
quelle inerenti le sostanze e i preparati pericolosi, le macchine, gli impianti,
l’organizzazione del lavoro e gli ambienti di lavoro, la certificazione relativa allidoneità
degli edifici, agli infortuni e alle malattie professionali; riceve inoltre informazioni
provenienti dai servizi di vigilanza;
d) il dirigente scolastico su istanza del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è
tenuto a fornire tutte le informazioni e la documentazione richiesta; il rappresentante
dei lavoratori per la sicurezza è tenuto a fare delle informazioni e documentazione
ricevute un uso strettamente connesso alla sua funzione;
47
e) il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha diritto alla formazione specifica
prevista allart. 19, comma 1, lett. G) del decreto legislativo n. 626 citato e del relativo
Accordo quadro. La formazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza deve
prevedere un programma base di minimo 32 ore; i contenuti della formazione sono
quelli previsti dal decreto legislativo n. 626/94, e dal Decreto Ministro del Lavoro del
16/1/1997; in sede di organismo paritetico possono essere proposti percorsi formativi
aggiuntivi in considerazione di particolari esigenze;
f) il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza non può subire pregiudizio alcuno a
causa dello svolgimento della propria attività e nei suoi confronti si applicano le tutele
previste dalla legge per le rappresentanze sindacali;
g) per lespletamento dei compiti di cui allart. 19 del decreto legislativo n. 626/94, i
rappresentanti per la sicurezza oltre ai permessi già previsti per le rappresentanze
sindacali, utilizzano appositi permessi retribuiti orari pari a 40 ore annue per ogni
rappresentante; per lespletamento e gli adempimenti previsti dai punti b), c), d), g), i),
ed l) dell’art. 19 del decreto legislativo n. 626/94, il predetto monte-ore e l’attività sono
considerati tempo di lavoro.
ART.74 – ORGANISMI PARITETICI TERRITORIALI
1. Alle delegazioni trattanti a livello scolastico regionale, sono affidati i compiti e i ruoli
dell’organismo paritetico di cui all’art. 20 del decreto legislativo n. 626/94.
2. Tale organismo ha compiti di orientamento e promozione delle iniziative formative e
informative nei confronti dei prestatori dopera subordinati, degli altri soggetti ad essi
equiparati e dei loro rappresentanti, di orientamento degli standard di qualità di tutto il
processo formativo, di raccordo con i soggetti istituzionali di livello territoriale operanti in
materia di salute e sicurezza per favorire la realizzazione di dette finalità. Inoltre, tali
organismi assumono la funzione di prima istanza di riferimento in merito a controversie sorte
sull’applicazione dei diritti di rappresentanza, informazione e formazione, previsti dalle norme
vigenti legislative e contrattuali non escludendo la via giurisdizionale.
ART.75 – OSSERVATORIO NAZIONALE PARITETICO DELLA SICUREZZA
1. Al fine di stabilizzare i rapporti partecipativi in materia di igiene e sicurezza lOsservatorio
Nazionale Paritetico ha il compito di monitorare lo stato di applicazione della normativa, di
coordinare l’azione dei comitati paritetici territoriali, di avanzare proposte agli organi
competenti in merito alla normativa e alle sue applicazioni, di fare da raccordo con i soggetti
istituzionali a livello nazionale operanti in materia di salute e sicurezza.
ART.76 – NORME DI RINVIO
1. Per quanto non previsto dal presente capo si fa esplicito riferimento al decreto legislativo n.
626/94, al decreto legislativo n. 242/96, al D.M. 292/96, al D.M. 382/98, al CCNQ del 7
maggio 1996 e alla legislazione in materia di igiene e sicurezza.
CAPO VIII – ASPETTI ECONOMICO-RETRIBUTIVI GENERALI
ART.77 – STRUTTURA DELLA RETRIBUZIONE
1. La struttura della retribuzione del personale docente, educativo ed A.T.A. appartenente al
comparto della Scuola si compone delle seguenti voci:
– trattamento fondamentale:
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a) stipendio tabellare per posizioni stipendiali;
b) posizioni economiche orizzontali;
c) eventuali assegni ad personam”.
– trattamento accessorio:
a) retribuzione professionale docenti;
b) compenso per le funzioni strumentali del personale docente;
c) compenso per le ore eccedenti e le attività aggiuntive;
d) indennità di direzione dei DSGA;
e) compenso individuale accessorio per il personale ATA;
f) compenso per incarichi ed attività al personale ATA;
g) indennità e compensi retribuiti con il fondo d’istituto;
h) altre indennità previste dal presente contratto e/o da specifiche disposizioni di
legge.
2. Al personale, ove spettante, è corrisposto l’assegno per il nucleo familiare ai sensi della
legge 13 maggio 1988, n. 153 e successive modificazioni.
3. Le competenze di cui ai commi precedenti aventi carattere fisso e continuativo sono
corrisposte congiuntamente in unica soluzione mensile.
ART.78 – AUMENTI DELLA RETRIBUZIONE BASE
1. Gli stipendi tabellari previsti dallart. 2, comma 2, del CCNL 7.12.2005 sono incrementati
delle misure mensili lorde, per tredici mensilità, indicate nellallegata Tabella 1, alle
scadenze ivi previste.
2. Per effetto degli incrementi indicati al comma 1, i valori degli stipendi annui sono
rideterminati nelle misure ed alle decorrenze stabilite nella Tabella 2.
3. Al personale educativo spetta il trattamento economico previsto per i docenti di scuola
dell’infanzia e primaria.
ART.79 – PROGRESSIONE PROFESSIONALE
1. Al personale scolastico è attribuito un trattamento economico differenziato per posizioni
stipendiali. Il passaggio tra una posizione stipendiale e l’altra potrà essere acquisito al
termine dei periodi previsti dall’allegata Tabella 2, sulla base dell’accertato utile
assolvimento di tutti gli obblighi inerenti alla funzione. Il servizio si intende reso utilmente
qualora il dipendente, nel periodo di maturazione della posizione stipendiale, non sia
incorso in sanzioni disciplinari definitive implicanti la sospensione dal servizio; in caso
contrario il passaggio alla posizione stipendiale superiore potrà essere ritardato, per
mancata maturazione dei requisiti richiesti, nelle fattispecie e per i periodi seguenti:
a. due anni di ritardo in caso di sospensione dal servizio per una durata superiore ad
un mese per il personale docente e in caso di sospensione del lavoro di durata
superiore a cinque giorni per il personale ATA;
b. un anno di ritardo in caso di sanzione disciplinare di sospensione dal servizio e dalla
retribuzione fino a un mese per il personale docente e fino a cinque giorni per il
personale ATA.
ART.80 – TREDICESIMA MENSILITA
1. Al personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato spetta
una tredicesima mensilità corrisposta nel mese di dicembre di ogni anno.
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2. Limporto della tredicesima mensilità è pari al trattamento fondamentale spettante al
personale nel mese di dicembre, fatto salvo quanto previsto nei commi successivi.
3. La tredicesima mensilità è corrisposta per intero al personale in servizio continuativo dal
primo gennaio dello stesso anno.
4. Nel caso di servizio prestato per un periodo inferiore all’anno o in caso di cessazione del
rapporto nel corso dell’anno, la tredicesima è dovuta in ragione di un dodicesimo per ogni
mese di servizio prestato o frazione di mese superiore a 15 giorni.
5. I ratei della tredicesima non spettano per i periodi trascorsi in aspettativa per motivi
personali o di famiglia o in altra condizione che comporti la sospensione o la privazione del
trattamento economico e non sono dovuti al personale cessato dal servizio per motivi
disciplinari.
6. Per i periodi temporali che comportino la riduzione del trattamento economico, il rateo della
tredicesima mensilità, relativo ai medesimi periodi, è ridotto nella stessa proporzione della
riduzione del trattamento economico.
ART.81 – EFFETTI DEI NUOVI STIPENDI
1. Gli incrementi stipendiali di cui allart. 78 hanno effetto integralmente sulla 13° mensilità,
sui compensi per le attività aggiuntive, sulle ore eccedenti, sul trattamento ordinario di
quiescenza, normale e privilegiato, sull’indennità di buonuscita, sullequo indennizzo e
sullassegno alimentare.
2. I benefici economici risultanti dall’applicazione dell’art. 78 sono corrisposti integralmente
alle scadenze e negli importi ivi previsti al personale comunque cessato dal servizio, con
diritto a pensione nel periodo di vigenza contrattuale. Agli effetti dell’indennità di
buonuscita e di licenziamento si considerano solo gli incrementi maturati alla data di
cessazione dal servizio.
ART.82 – COMPENSO INDIVIDUALE ACCESSORIO PER IL PERSONALE ATA.
1. Al personale ATA delle scuole di ogni ordine e grado e delle istituzioni educative, è
corrisposto, con le decorrenze a fianco indicate, un compenso individuale accessorio, nelle
misure e con le modalità di seguito indicate, salvo restando l’eventuale residua sussistenza
di compensi corrisposti ad personam.
2. Il compenso di cui al comma 1 è incrementato nelle misure ed alle scadenze indicate
nellallegata Tabella 3.
3. Ai sensi dell’art. 4, comma 2 del CCNQ del 29 luglio 1999, a decorrere dal 1/1/2006 il
Compenso Incentivante Accessorio, di cui al comma 1, è incluso nella base di calcolo utile
ai fini del trattamento di fine rapporto (TFR), in aggiunta alle voci retributive già previste
dal comma 1 dell’art. 4 del CCNQ del 29 luglio 1999.
4. A decorrere dal 31/12/2007, al fine di garantire la copertura dei futuri oneri derivanti
dall’incremento dei destinatari della disciplina del trattamento di fine rapporto, è posto
annualmente a carico delle disponibilità complessive del fondo dell’istituzione scolastica di
cui allart. 84, comma 1, un importo pari al 6,91% del valore del Compenso Incentivante
Accessorio effettivamente corrisposto in ciascun anno. Conseguentemente, il fondo è
annualmente decurtato dell’ammontare occorrente per la copertura dei maggiori oneri per il
personale che progressivamente sarà soggetto alla predetta disciplina.
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5. Il compenso di cui al comma 1, per il personale a tempo determinato, è corrisposto
secondo le seguenti specificazioni:
a. dalla data di assunzione del servizio, per ciascun anno scolastico, al personale ATA con
rapporto di impiego a tempo determinato su posto vacante e disponibile per l’intera
durata dell’anno scolastico;
b. dalla data di assunzione del servizio, e per un massimo di dieci mesi per ciascun anno
scolastico, al personale ATA con rapporto di impiego a tempo determinato fino al
termine delle attività didattiche.
6. Nei confronti del direttore dei servizi generali ed amministrativi detto compenso viene
corrisposto nell’ambito delle indennità di direzione di cui allart. 56.
7. Il compenso individuale accessorio in questione spetta in ragione di tante mensilità per
quanti sono i mesi di servizio effettivamente prestato o situazioni di stato assimilate al
servizio;
8. Per i periodi di servizio o situazioni di stato assimilate al servizio inferiori al mese detto
compenso è liquidato al personale in ragione di 1/30 per ciascun giorno di servizio prestato o
situazioni di stato assimilate al servizio.
9. Nei casi di assenza per malattia si applica lart. 17, comma 8, lettera a).
10. Per i periodi di servizio prestati in posizioni di stato che comportino la riduzione dello
stipendio il compenso medesimo è ridotto nella stessa misura.
11. Nei confronti del personale ATA con contratto part-time, il compenso in questione è
liquidato in rapporto all’orario risultante dal contratto.
12. Il compenso di cui trattasi è assoggettato alle ritenute previste per i compensi accessori.
Alla sua liquidazione mensile provvedono le direzioni provinciali del tesoro (DPT).
13. A tutto il personale ATA a tempo determinato e indeterminato, a valere sulle risorse
derivanti dalle economie realizzate nell’applicazione progressioni economiche di cui allart. 7
del CCNL 7.12.2005 (22 milioni di euro al lordo degli oneri riflessi per l’anno 2006) e dal
contenimento della spesa del personale ATA (96,3 milioni di euro al lordo degli oneri riflessi per
l’anno 2007), è corrisposta un compenso una tantum” pari a ? 344,65 in ragione del servizio
prestato nel biennio contrattuale 2006/07.
ART.83 – RETRIBUZIONE PROFESSIONALE DOCENTI.
1. La retribuzione professionale docenti di cui allart. 81 del CCNL 24.07.2003 è incrementata
nelle misure mensili lorde ed alle scadenze indicate nella allegata Tabella 4.
2. Ai sensi dell’art. 4, comma 2 del CCNQ del 29 luglio 1999, a decorrere dal 1/1/2006 la
retribuzione professionale docenti, di cui al comma 1, è inclusa nella base di calcolo utile ai
fini del trattamento di fine rapporto (TFR), in aggiunta alle voci retributive già previste dal
comma 1 dell’art. 4 del CCNQ del 29 luglio 1999.
3. A decorrere dal 31/12/2007, al fine di garantire la copertura dei futuri oneri derivanti
dall’incremento dei destinatari della disciplina del trattamento di fine rapporto, è posto
annualmente a carico delle disponibilità complessive del fondo dell’istituzione scolastica di
cui allart. 84, comma 1, un importo pari al 6,91% del valore della retribuzione
professionale docenti effettivamente corrisposta in ciascun anno. Conseguentemente, il
fondo è annualmente decurtato dell’ammontare occorrente per la copertura dei maggiori
oneri per il personale che progressivamente sarà soggetto alla predetta disciplina.
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4. Al personale docente ed educativo, a valere sulla quota aggiuntiva per il solo anno 2005 di
risorse derivanti dalle mancata applicazione delle funzioni tutoriali dei docenti (63,8 milioni
di euro al lordo degli oneri riflessi), è corrisposta una una tantum” pari a ? 51,46
complessiva in ragione del servizio prestato da ciascun docente durante l’anno 2006.
ART.84 – FONDO DELLISTITUZIONE SCOLASTICA
1. Le risorse destinate al finanziamento del fondo di Istituto, già definite ai sensi dell’art. 5 del
CCNL 7.12.2005, sono incrementate, a decorrere dal 31.12.2007 ed a valere sull’anno
2008, di un importo pari a ? 2,36 mensili pro-capite per tredici mensilità per ogni unità di
personale in servizio al 31.12.2005, corrispondente allo 0,11% della massa salariale alla
predetta data.
2. Gli incrementi previsti allart. 5, comma 1, I e II alinea, del CCNL 7.12.05 ricevono nel
presente accordo una diversa finalizzazione, poiché destinate a coprire gli oneri derivanti
dall’applicazione degli articoli 82 e 83 del presente CCNL, conseguentemente sono stornati
in via definitiva dalle risorse complessive del fondo a decorrere dall’anno 2006.
ART.85 – NUOVI CRITERI DI RIPARTIZIONE DELLE RISORSE PER IL
FINANZIAMENTO DEL FONDO DELLISTITUZIONE SCOLASTICA
1. A decorrere dal 31.12.2007, l’importo complessivo delle risorse del fondo dell’istituzione
scolastica di cui allart. 84 del presente CCNL, sono ripartite, annualmente, tra le singole
istituzioni scolastiche ed educative, in relazione ai seguenti criteri:
15 % in funzione del numero delle sedi di erogazione del servizio;
68 % in funzione del numero degli addetti individuati dai decreti interministeriali
quale organico di diritto di tutto il personale docente e del personale amministrativo,
educativo, tecnico ed ausiliario;
17 % in funzione del numero degli addetti individuati dal decreto interministeriale
quale organico di diritto del personale docente degli istituti secondari di secondo
grado.
2. I criteri definiti dal comma 1 ed i conseguenti valori unitari che ne discendono saranno
oggetto di aggiornamento nei successivi bienni contrattuali, al fine di renderli compatibili
con le future risorse contrattuali, con le variazioni delle sedi di erogazioni del servizio e
dellorganico di diritto, nonché con gli effetti derivanti dallart. 82, comma 4, art. 83,
comma 3 e art. 56, comma3.
3. A seguito dell’introduzione dei criteri definiti al comma 1, in sede di apposita sequenza
contrattuale da concludersi entro 30 giorni dalla definitiva sottoscrizione del presente CCNL
saranno individuati gli esatti valori unitari annui relativi a ciascuna sede di erogazione e
addetto individuato dallorganico di diritto.
ART.86 – COMPENSI ACCESSORI PER IL PERSONALE IN SERVIZIO PRESSO EX IRRE e
MPI
1. Per l’erogazione di compensi per il trattamento accessorio da corrispondere al personale
docente, educativo ed ATA in servizio presso gli ex IRRE e comandato nellAmministrazione
centrale e periferica del MPI, in base alle vigenti disposizioni, nonché al personale con
incarico di supervisione nelle attività di tirocinio sono corrisposti compensi accessori nelle
misure e secondo le modalità definite nel CCNI del 18.2.2003.
2. Al finanziamento dei compensi di cui al comma 1 sono destinate il 50% delle risorse di cui
allart. 18, ultimo periodo, del CCNL del 15 marzo 2001. La restante quota del 50%
alimenta le risorse complessive per il finanziamento del fondo dell’istituzione scolastica di
cui allart. 84 del presente CCNL.
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3. Le risorse non utilizzate alla fine dell’esercizio finanziario alimentano le risorse complessive
per il finanziamento del fondo dell’istituzione scolastica di cui allart. 84 del presente CCNL.
ART.87 – ATTIVITÀ COMPLEMENTARI DI EDUCAZIONE FISICA
1. Le ore eccedenti le 18 settimanali effettuabili, fino ad un massimo di 6 settimanali, del
personale insegnante di educazione fisica nellavviamento alla pratica sportiva, vanno
individuate ed erogate nell’ambito di uno specifico progetto contenuto nel POF, progetto
che può riguardare anche la prevenzione di paramorfismi fisici degli studenti.
2. Ferma restando la spesa complessiva sostenuta nel decorso anno scolastico, il compenso in
parola può essere corrisposto, nella misura oraria, maggiorata del 10%, prevista dallart.
70 del CCNL del 4.8.1995, ovvero in modo forfetario e riguardare solo docenti di
educazione fisica impegnati nel progetto in servizio nell’istituzione scolastica.
3. Ai docenti coordinatori provinciali per l’educazione fisica è erogato, nel limite orario
settimanale del precedente comma 1, il compenso per le ore eccedenti con la
maggiorazione prevista dal presente articolo.
ART.88 – INDENNITA E COMPENSI A CARICO DEL FONDO DISTITUTO
1. Le attività da retribuire, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili, sono quelle
relative alle diverse esigenze didattiche, organizzative, di ricerca e di valutazione e alle
aree di personale interno alla scuola, eventualmente prevedendo compensi anche in misura
forfetaria, da definire in sede di contrattazione, in correlazione con il POF., su delibera del
consiglio di circolo o d’istituto, il quale, a tal fine, acquisisce la delibera del collegio dei
docenti. La ripartizione delle risorse del fondo, dovrà tenere conto anche con riferimento
alle consistenze organiche delle aree, docenti ed ATA, dei vari ordini e gradi di scuola
eventualmente presenti nell’unità scolastica e delle diverse tipologie di attività (EDA, scuola
ospedaliera, carceraria, corsi serali, convitti).
Per gli insegnanti la finalizzazione delle risorse del presente articolo va prioritariamente
orientata agli impegni didattici in termini di flessibilità, ore aggiuntive di insegnamento, di
recupero e di potenziamento. La progettazione va ricondotta ad unitarietà nell’ambito del
POF, evitando la burocratizzazione e le frammentazione dei progetti.
Nella determinazione delle misure unitarie dei compensi dovrà essere posta particolare
attenzione a costituire un ragionevole equilibrio tra le diverse componenti della
retribuzione.
2. Con il fondo sono, altresì, retribuite:
a. Il particolare impegno professionale in aula” connesso alle innovazioni e alla
ricerca didattica, la flessibilità organizzativa e didattica che consiste nelle
prestazioni connesse alla turnazione ed a particolari forme di flessibilità
dell’orario, alla sua intensificazione mediante una diversa scansione dellora di
lezione ed all’ampliamento del funzionamento dell’attività scolastica, previste nel
regolamento sull’autonomia. Per il personale docente ed educativo in servizio
nelle istituzioni scolastiche che abbiano attivato la flessibilità organizzativa e
didattica spetta un compenso definito in misura forfetaria in contrattazione
integrativa d’istituto;
b. le attività aggiuntive di insegnamento. Esse consistono nello svolgimento, oltre
l’orario obbligatorio di insegnamento e fino ad un massimo di 6 ore settimanali,
di interventi didattici volti all’arricchimento e alla personalizzazione dell’offerta
formativa, con esclusione delle attività aggiuntive di insegnamento previste
dallart. 70 del CCNL del 4 agosto 1995 e di quelle previste dal precedente art.
86. Per tali attività spetta un compenso nelle misure stabilite nella Tabella 5;
53
c. le ore aggiuntive prestate per l’attuazione dei corsi di recupero per gli alunni con
debito formativo. Tali attività sono parte integrante dell’offerta formativa
dell’istituto, sono programmate dal collegio dei docenti in coerenza con il POF e
con i processi di valutazione attivati.
d. le attività aggiuntive funzionali all’insegnamento. Esse consistono nello
svolgimento di compiti relativi alla progettazione e alla produzione di materiali
utili per la didattica, con particolare riferimento a prodotti informatici e in quelle
previste dallart. 29 , comma 3 – lettera a) del presente CCNL eccedenti le 40 ore
annue. Per tali attività spetta un compenso nelle misure stabilite nella Tabella 5;
e. le prestazioni aggiuntive del personale ATA, che consistono in prestazioni di
lavoro oltre l’orario d’obbligo, ovvero nellintensificazione di prestazioni
lavorative dovute anche a particolari forme di organizzazione dell’orario di lavoro
connesse all’attuazione dell’autonomia. Per tali attività spetta un compenso nelle
misure stabilite nella Tabella 6;
f. i compensi da corrispondere al personale docente ed educativo, non più di due
unità, della cui collaborazione il dirigente scolastico intende avvalersi nello
svolgimento delle proprie funzioni organizzative e gestionali. Tali compensi non
sono cumulabili con il compenso per le funzioni strumentali al piano dell’offerta
formativa di cui allart. 33 del presente CCNL;
g. le indennità di turno notturno, festivo, notturno-festivo con le modalità stabilite
nel CCNI del 31.8.1999 e nelle misure definite con la Tabella 7;
h. l’indennità di bilinguismo e di trilinguismo, nei casi in cui non sia già prevista a
carico di soggetti diversi dal MPI in base alla normativa vigente – nel qual caso
potrà essere contrattata la relativa rivalutazione-, con le modalità stabilite nel
CCNI del 31.8.1999 e nelle misure definite con la Tabella 8;
i. il compenso spettante al personale che in base alla normativa vigente sostituisce
il DSGA o ne svolge le funzioni ai sensi dell’art. 56, comma 1, del presente
CCNL, detratto l’importo del CIA già in godimento;
j. la quota variabile dell’indennità di direzione di cui allart. 56 del presente CCNL
spettante al DSGA con le modalità stabilite nel CCNI del 31.8.1999 e nelle
misure definite con la Tabella 9;
k. compensi per il personale docente, educativo ed ATA per ogni altra attività
deliberata dal consiglio di circolo o d’istituto nell’ambito del POF;
l. particolari impegni connessi alla valutazione degli alunni.
ART.89 – DIRETTORE DEI SERVIZI GENERALI E AMMINISTRATIVI
1. Al personale DSGA possono essere corrisposti, fatto salvo quanto previsto dallart. 88,
comma 2, lettera i), esclusivamente i seguenti compensi a carico del fondo d’istituto:
a. per compensi per lavoro straordinario per un massimo di 100 ore annue;
b. per attività e prestazioni aggiuntive connesse a progetti finanziati con risorse
dellUE, da enti pubblici e da soggetti privati.
ART.90 – NORME TRANSITORIE DI PARTE ECONOMICA
1. In attuazione degli impegni assunti nel Protocollo tra Governo e sindacati del 29 maggio
2007, le parti si rincontreranno per la sottoscrizione dell’accordo relativo al riconoscimento
dei benefici economici in ordine alla integrazione delle risorse contrattuali per il biennio
2006-2007, non appena verrà approvata la legge finanziaria per l’anno 2008, contenente
gli appositi stanziamenti aggiuntivi.
2. Le risorse di cui al comma 1 saranno destinate ad attribuire decorrenza febbraio 2007
all’aumento stipendiale a regime indicato nella Tabella 2, nonché ad aumentare le quantità
complessive delle risorse indicate nell’art. 84, comma 1, finalizzate al fondo dell’istituzione
scolastica per la contrattazione integrativa, in modo da garantirne un ammontare pari allo
0,5% del monte salari al 31.12.2005 del personale docente.
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3. Nell’ambito della sequenza contrattuale saranno altresì disponibili per la valorizzazione del
personale docente le risorse derivanti dal processo triennale di razionalizzazione del
medesimo personale docente conclusosi nell’anno scolastico 2004/05, pari a 210 milioni di
euro al lordo degli oneri riflessi dal 31.12.2007. Nella sequenza sarà valutata l’opportunità
dell’istituzione della tredicesima mensilità sul CIA, RPD e indennità di direzione o, in
alternativa, l’eventuale incremento della retribuzione base.
4. Eventuali ulteriori risorse destinate alla ricerca didattica in classe, all’innovazione e agli
interventi didattici integrativi saranno ripartite con particolare attenzione rivolta alle scuole
dove il sistema di valutazione maggiormente rilevi disagio ambientale e funzionale, nonché
alle istituzioni che avranno evidenziato un particolare successo formativo a seguito delle
oggettive verifiche previste dal medesimo sistema di valutazione.
5. Al fine di operare un completa ricognizione di tutte le risorse utilizzabili in sede di
contrattazione integrativa le Parti si impegnano a redigere un elenco esaustivo delle singole
poste finanziarie e delle loro corrispondenti finalità.
6. Si procederà altresì al riesame e allomogenizzazione delle materie di cui agli articoli 9, 29,
30, 47 e 86, ricercando altresì una progressiva equiparazione tra insegnanti a tempo
indeterminato e a tempo determinato.
7. Si procederà inoltre a definire i compensi per i presidenti e i commissari incaricati
dell’esame di Stato, ai sensi dell’art. 4, comma 10, della legge n. 1/2007.
CAPO IX – NORME DISCIPLINARI
SEZIONE I – Personale docente
ART.91 – RINVIO DELLE NORME DISCIPLINARI
1. Per il personale docente ed educativo delle scuole di ogni ordine e grado, continuano ad
applicarsi le norme di cui al Titolo I, Capo IV della Parte III del D.L.vo n. 297 del 1994 .
2. Nel rispetto delle competenze degli organi collegiali ed in attesa del loro riordino, al fine di
garantire al personale docente ed educativo procedure disciplinari certe, trasparenti e
tempestive, entro 30 giorni dalla stipula del presente contratto, le Parti regoleranno con
apposita sequenza contrattuale l’intera materia.
SEZIONE II: Personale Amministrativo, tecnico e ausiliario
ART.92 – OBBLIGHI DEL DIPENDENTE
1. Il dipendente adegua il proprio comportamento all’obbligo costituzionale di servire
esclusivamente la Repubblica con impegno e responsabilità e di rispettare i princìpi di buon
andamento e imparzialità dell’attività amministrativa, anteponendo il rispetto della legge e
l’interesse pubblico agli interessi privati propri ed altrui.
2. Il dipendente si comporta in modo tale da favorire l’instaurazione di rapporti di fiducia e
collaborazione tra l’Amministrazione e i cittadini.
3. In tale contesto, tenuto conto dell’esigenza di garantire la migliore qualità del servizio, il
dipendente deve in particolare:
a) esercitare con diligenza, equilibrio e professionalità i compiti costituenti esplicazione del
profilo professionale di titolarità;
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b) cooperare al buon andamento dell’istituto, osservando le norme del presente contratto,
le disposizioni per l’esecuzione e la disciplina del lavoro impartite dall’Amministrazione
scolastica, le norme in materia di sicurezza e di ambiente di lavoro;
c) rispettare il segreto d’ufficio nei casi e nei modi previsti dalle norme vigenti;
d) non utilizzare ai fini privati le informazioni di cui disponga per ragioni d’ufficio;
e) nei rapporti con il cittadino, fornire tutte le informazioni cui abbia titolo, nel rispetto
delle disposizioni in materia di trasparenza e di accesso alle attività amministrative
previste dalla legge 7 agosto 1990 n. 241, dai regolamenti attuativi della stessa vigenti
nell’Amministrazione, nonché agevolare le procedure ai sensi del decreto legislativo n.
443/2000 e del DPR n. 445/2000 in tema di autocertificazione;
f) favorire ogni forma di informazione e di collaborazione con le famiglie e con gli alunni;
g) rispettare l’orario di lavoro, adempiere alle formalità previste per la rilevazione delle
presenze e non assentarsi dal luogo di lavoro senza l’autorizzazione del dirigente
scolastico;
h) durante l’orario di lavoro, mantenere nei rapporti interpersonali e con gli utenti
condotta uniformata non solo a princìpi generali di correttezza ma, altresì, all’esigenza
di coerenza con le specifiche finalità educative dell’intera comunità scolastica,
astenendosi da comportamenti lesivi della dignità degli altri dipendenti, degli utenti e
degli alunni;
i) non attendere ad occupazioni estranee al servizio e ad attività lavorative, ancorché non
remunerate, in periodo di malattia od infortunio;
l) eseguire gli ordini inerenti all’esplicazione delle proprie funzioni o mansioni che gli siano
impartiti dai superiori. Se ritiene che l’ordine sia palesemente illegittimo, il dipendente
deve farne rimostranza a chi l’ha impartito dichiarandone le ragioni; se l’ordine è
rinnovato per iscritto ha il dovere di darvi esecuzione. Il dipendente, non deve,
comunque, eseguire l’ordine quando l’atto sia vietato dalla legge penale o costituisca
illecito amministrativo;
m) tenere i registri e le altre forme di documentazione previste da specifiche disposizioni
vigenti per ciascun profilo professionale;
n) assicurare l’integrità degli alunni secondo le attribuzioni di ciascun profilo professionale;
o) avere cura dei locali, mobili, oggetti, macchinari, attrezzi, strumenti ed automezzi a lui
affidati;
p) non valersi di quanto è di proprietà dell’Amministrazione per ragioni che non siano di
servizio;
q) non chiedere né accettare, a qualsiasi titolo, compensi, regali o altre utilità in
connessione con la prestazione lavorativa;
r) osservare scrupolosamente le disposizioni che regolano l’accesso ai locali
dell’Amministrazione da parte del personale e non introdurre, salvo che non siano
debitamente autorizzate, persone estranee all’Amministrazione stessa in locali non
aperti al pubblico;
s) comunicare all’Amministrazione la propria residenza e dimora, ove non coincidenti, ed
ogni successivo mutamento delle stesse;
t) in caso di malattia, dare tempestivo avviso all’ufficio di appartenenza, salvo comprovato
impedimento;
u) astenersi dal partecipare all’adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere
direttamente o indirettamente propri interessi finanziari o non finanziari.
ART.93 – SANZIONI E PROCEDURE DISCIPLINARI
1. Le violazioni degli obblighi disciplinati dall’art. 92 del presente contratto danno luogo,
secondo la gravità dell’infrazione, previo procedimento disciplinare, all’applicazione delle
seguenti sanzioni disciplinari:
a) rimprovero verbale;
b) rimprovero scritto;
c) multa di importo variabile fino ad un massimo di quattro ore di retribuzione;
d) sospensione dal servizio con privazione della retribuzione fino a dieci giorni;
e) licenziamento con preavviso;
f) licenziamento senza preavviso.
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2. L’Amministrazione, salvo il caso del rimprovero verbale, non può adottare alcun
provvedimento disciplinare nei confronti del dipendente senza previa contestazione scritta
dell’addebito – da effettuarsi entro 20 giorni da quando il soggetto competente per la
contestazione, di cui al successivo art. 94, è venuto a conoscenza del fatto – e senza averlo
sentito a sua difesa con l’eventuale assistenza di un procuratore ovvero di un rappresentante
dell’associazione sindacale cui aderisce o conferisce mandato.
3. Il dipendente al quale sono stati contestati i fatti è convocato con lettera per la difesa non
prima che siano trascorsi cinque giorni lavorativi dallaccadimento del fatto che vi ha dato
causa. Trascorsi inutilmente 15 giorni dalla convocazione per la difesa del dipendente, la
sanzione è applicata nei successivi 15 giorni.
4. Nel caso in cui la sanzione da comminare non sia di sua competenza, ai sensi del successivo
art. 94, il dirigente scolastico, ai fini del comma 2, segnala entro 10 giorni, all’ufficio
competente i fatti da contestare al dipendente per l’istruzione del procedimento, dandone
contestuale comunicazione all’interessato.
5. Al dipendente o, su espressa delega al suo difensore, è consentito l’accesso a tutti gli atti
istruttori riguardanti il procedimento a suo carico.
6. Il procedimento disciplinare deve concludersi entro 120 giorni dalla data di contestazione di
addebito. Qualora non sia stato portato a termine entro tale data, il procedimento si estingue.
7. L’ufficio competente per i procedimenti disciplinari sulla base degli accertamenti effettuati e
delle giustificazioni addotte dal dipendente, irroga la sanzione applicabile tra quelle indicate al
comma 1. Quando il medesimo ufficio ritenga che non vi sia luogo a procedere
disciplinarmente dispone la chiusura del procedimento, dandone comunicazione all’interessato.
8. I provvedimenti di cui al comma 1 non sollevano il lavoratore dalle eventuali responsabilità
di altro genere nelle quali egli sia incorso.
9. I termini di cui al presente articolo devono intendersi come perentori.
10. Per quanto non previsto dalla presente disposizione si rinvia all’art. 55 del decreto
legislativo n. 165/2001.
11. Per quanto riguarda conciliazione ed arbitrato, si rinvia al capo XII del presente CCNL.
ART.94 – COMPETENZE
1. Il rimprovero verbale, il rimprovero scritto e la multa sono inflitti dal dirigente scolastico.
2. La sospensione dal lavoro e dalla retribuzione fino ad un massimo di 10 giorni, il
licenziamento con preavviso e il licenziamento senza preavviso sono inflitti dal Direttore
generale regionale.
ART.95 – CODICE DISCIPLINARE
1. Nel rispetto del principio di gradualità e proporzionalità delle sanzioni, in relazione alla
gravità della mancanza ed in conformità di quanto previsto dall’art. 55 del D.L.vo n. 165/2001,
il tipo e l’entità di ciascuna delle sanzioni sono determinati in relazione ai seguenti criteri
generali:
a) intenzionalità del comportamento, grado di negligenza, imprudenza, e imperizia
dimostrate, tenuto conto anche della prevedibilità dell’evento;
b) rilevanza degli obblighi violati;
c) responsabilità connesse alla posizione di lavoro occupata dal dipendente;
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d) grado di danno o di pericolo causato all’Amministrazione, agli utenti o a terzi ovvero al
disservizio determinatosi;
e) sussistenza di circostanze aggravanti o attenuanti, con particolare riguardo al
comportamento del lavoratore, ai precedenti disciplinari nell’ambito del biennio previsto
dalla legge, al comportamento verso gli utenti;
f) al concorso nel fatto di più lavoratori in accordo tra loro.
2. La recidiva in mancanze già sanzionate nel biennio di riferimento comporta una sanzione di
maggiore gravità tra quelle previste nell’ambito della medesima fattispecie.
3. Al dipendente responsabile di più mancanze compiute con unica azione od omissione o con
più azioni od omissioni tra loro collegate ed accertate con un unico procedimento, è applicabile
la sanzione prevista per la mancanza più grave se le suddette infrazioni sono punite con
sanzioni di diversa gravità.
4. La sanzione disciplinare dal minimo del rimprovero verbale o scritto al massimo della multa
di importo pari a quattro ore di retribuzione si applica, graduando l’entità delle sanzioni in
relazione ai criteri di cui al comma 1, per:
a) inosservanza delle disposizioni di servizio, anche in tema di assenze per malattia,
nonché dell’orario di lavoro;
b) condotta non conforme a princìpi di correttezza verso i superiori o altri dipendenti o nei
confronti dei genitori, degli alunni o del pubblico;
c) negligenza nell’esecuzione dei compiti assegnati ovvero nella cura dei locali e dei beni
mobili o strumenti affidati al dipendente o sui quali, in relazione alle sue responsabilità,
debba espletare azione di vigilanza;
d) inosservanza degli obblighi in materia di prevenzione degli infortuni e di sicurezza sul
lavoro ove non ne sia derivato danno o disservizio;
e) rifiuto di assoggettarsi a visite personali disposte a tutela del patrimonio
dell’Amministrazione, nel rispetto di quanto previsto dall’art. 6 della legge n. 300 del
1970;
f) insufficiente rendimento, rispetto a carichi di lavoro e, comunque, nell’assolvimento dei
compiti assegnati;
g) violazione di doveri di comportamento non ricompresi specificatamente nelle lettere
precedenti, da cui sia derivato disservizio ovvero danno o pericolo all’Amministrazione,
agli utenti o ai terzi.
5. L’importo delle ritenute per multa sarà introitato dal bilancio della scuola e destinato ad
attività sociali a favore degli alunni.
6. La sanzione disciplinare della sospensione dal servizio con privazione della retribuzione fino
a un massimo di 10 giorni si applica, graduando l’entità della sanzione in relazione ai criteri di
cui al comma 1, per:
a) recidiva nelle mancanze previste dal comma 4 che abbiano comportato l’applicazione
del massimo della multa;
b) particolare gravità delle mancanze previste nel comma 4;
c) assenza ingiustificata dal servizio fino a 10 giorni o arbitrario abbandono dello stesso;
in tali ipotesi, l’entità della sanzione è determinata in relazione alla durata dell’assenza
o dell’abbandono del servizio, al disservizio determinatosi, alla gravità della violazione
dei doveri del dipendente, agli eventuali danni causati all’Amministrazione, agli utenti o
ai terzi;
d) ingiustificato ritardo, fino a 10 giorni, a trasferirsi nella sede assegnata dai superiori;
e) testimonianza falsa o reticente in procedimenti disciplinari o rifiuto della stessa;
f) comportamenti minacciosi, gravemente ingiuriosi, calunniosi o diffamatori nei confronti
dei superiori, di altri dipendenti, dei genitori, degli alunni o dei terzi;
g) alterchi con ricorso a vie di fatto negli ambienti di lavoro, anche con genitori, alunni o
terzi;
h) manifestazioni ingiuriose nei confronti dell’Amministrazione, esulanti dal rispetto della
libertà di pensiero, ai sensi dell’art. 1 della legge 300 del 1970;
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i) atti, comportamenti o molestie, anche di carattere sessuale, che siano lesivi della
dignità della persona;
l) violazione di doveri di comportamento non ricompresi specificatamente nelle lettere
precedenti da cui sia, comunque, derivato grave danno all’Amministrazione, ai genitori,
agli alunni o a terzi.
7. La sanzione disciplinare del licenziamento con preavviso di applica per:
a) recidiva plurima, almeno tre volte nell’anno, nelle mancanze previste nel comma 6,
anche se di diversa natura, o recidiva, nel biennio, in una mancanza tra quelle previste
nel medesimo comma, che abbia comportato l’applicazione della sanzione di dieci giorni
di sospensione dal servizio e dalla retribuzione;
b) occultamento, da parte del responsabile della custodia, del controllo o della vigilanza, di
fatti e circostanze relativi ad illecito uso, manomissione, distrazione o sottrazione di
somme o beni di pertinenza dell’Amministrazione o ad essa affidati;
c) rifiuto espresso del trasferimento disposto per motivate esigenze di servizio;
d) assenza ingiustificata ed arbitraria dal servizio per un periodo superiore a dieci giorni
consecutivi lavorativi;
e) persistente insufficiente rendimento o fatti che dimostrino grave incapacità ad
adempiere adeguatamente agli obblighi di servizio;
f) condanna passata in giudicato per un delitto che, commesso fuori del servizio e non
attinente in via diretta al rapporto di lavoro, non ne consenta la prosecuzione per la sua
specifica gravità;
g) violazione dei doveri di comportamento non ricompresi specificatamente nelle lettere
precedenti di gravità tale, secondo i criteri di cui al comma 1, da non consentire la
prosecuzione del rapporto di lavoro.
8. La sanzione disciplinare del licenziamento senza preavviso si applica per:
a) terza recidiva nel biennio di: minacce, ingiurie gravi, calunnie o diffamazioni verso il
pubblico o altri dipendenti; alterchi con vie di fatto negli ambienti di lavoro, anche con
utenti;
b) accertamento che l’impiego fu conseguito mediante la produzione di documenti falsi e,
comunque, con mezzi fraudolenti;
c) condanne passate in giudicato:
1. di cui art. 58 del decreto legislativo 18.8.2000, n. 267, nonché per i reati di cui
agli art. 316 e 316 bis del codice penale;
2. quando alla condanna consegua comunque linterdizione perpetua dai pubblici
uffici;
3. per i delitti indicati dallart. 3, comma 1, della legge n. 97 del 2001.
d) condanna passata in giudicato per un delitto commesso in servizio o fuori servizio che,
pur non attenendo in via diretta al rapporto di lavoro, non ne consenta neanche
provvisoriamente la prosecuzione per la sua specifica gravità;
e) commissione in genere di fatti o atti dolosi, anche non consistenti in illeciti di rilevanza
penale per i quali vi sia obbligo di denuncia, anche nei confronti di terzi, di gravità tale
da non consentire la prosecuzione neppure provvisoria del rapporto di lavoro.
9. Al codice disciplinare di cui al presente articolo deve essere data la massima pubblicità
mediante affissione in luogo accessibile a tutti i dipendenti. Tale forma di pubblicità è tassativa
e non può essere sostituita con altre.
ART.96 – RAPPORTO TRA PROCEDIMENTO DISCIPLINARE E PROCEDIMENTO PENALE
1. Nel caso di commissione in servizio di gravi fatti illeciti, commessi in servizio, di rilevanza
penale l’amministrazione inizia il procedimento disciplinare ed inoltra la denuncia penale. Il
procedimento disciplinare rimane tuttavia sospeso fino alla sentenza definitiva. Analoga
sospensione è disposta anche nel caso in cui l’obbligo della denuncia penale emerga nel corso
del procedimento disciplinare già avviato.
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2. Al di fuori dei casi previsti nel comma precedente, quando l’amministrazione venga a
conoscenza dell’esistenza di un procedimento penale a carico del dipendente per i medesimi
fatti oggetto di procedimento disciplinare, questo è sospeso fino alla sentenza definitiva.
3. Fatte salve le ipotesi di cui all’art. 5, commi 2 e 4, della legge 97 del 2001, negli altri casi il
procedimento disciplinare sospeso ai sensi del presente articolo è riattivato entro 180 giorni da
quando l’amministrazione ha avuto notizia della sentenza definitiva e si conclude entro 120
giorni dalla sua riattivazione.
4. Per i casi previsti all’art. 5, comma 4, della legge 97 del 2001, il procedimento disciplinare
precedentemente sospeso è riattivato entro 90 giorni da quando l’amministrazione ha avuto
notizia della sentenza definitiva e deve concludersi entro i successivi 120 giorni dalla sua
riattivazione.
5. L’applicazione della sanzione prevista dallart. 95, come conseguenza delle condanne penali
citate nei commi 7, lett. f) e 8, lett. c) e d), non ha carattere automatico, essendo correlata
all’esperimento del procedimento disciplinare, salvo quanto previsto dall’art. 5, comma 2 della
legge n. 97 del 2001.
6. In caso di assoluzione si applica quanto previsto dall’art. 653 c.p.p.. Ove nel procedimento
disciplinare sospeso al dipendente, oltre ai fatti oggetto del giudizio penale per i quali vi sia
stata assoluzione, siano state contestate altre violazioni, il procedimento medesimo riprende
per dette infrazioni.
7. In caso di proscioglimento si procede analogamente al comma 6.
8. In caso di sentenza irrevocabile di condanna trova applicazione l’art. 1 della legge 97 del
2001.
9. Il dipendente licenziato ai sensi dell’art. 95, comma 8, lettera f) e comma 9, lettere c) e d),
e successivamente assolto a seguito di revisione del processo, ha diritto, dalla data della
sentenza di assoluzione, alla riammissione in servizio nella medesima sede o in altra su sua
richiesta, anche in soprannumero, nella medesima qualifica e con decorrenza dell’anzianità
posseduta all’atto del licenziamento.
10. Il dipendente riammesso ai sensi del comma 9, è reinquadrato, nell’area e nella posizione
economica in cui è confluita la qualifica posseduta al momento del licenziamento qualora sia
intervenuta una nuova classificazione del personale. In caso di premorienza, il coniuge o il
convivente superstite e i figli hanno diritto a tutti gli assegni che sarebbero stati attribuiti al
dipendente nel periodo di sospensione o di licenziamento, escluse le indennità comunque
legate alla presenza in servizio ovvero alla prestazione di lavoro straordinario.
ART.97 – SOSPENSIONE CAUTELARE IN CASO DI PROCEDIMENTO PENALE
1. Il dipendente che sia colpito da misura restrittiva della libertà personale è sospeso d’ufficio
dal servizio con privazione della retribuzione per la durata dello stato di detenzione o
comunque dello stato restrittivo della libertà.
2. L’amministrazione, ai sensi del presente articolo, cessato lo stato di restrizione della libertà
personale, può prolungare il periodo di sospensione del dipendente, fino alla sentenza
definitiva alle medesime condizioni del comma 3.
3. Il dipendente, può essere sospeso dal servizio con privazione della retribuzione anche nel
caso in cui sia sottoposto a procedimento penale che non comporti la restrizione della libertà
personale quando sia stato rinviato a giudizio per fatti direttamente attinenti al rapporto di
lavoro o comunque per fatti tali da comportare, se accertati, l’applicazione della sanzione
disciplinare del licenziamento ai sensi dell’art. 95, commi 8 e 9.
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4. Resta fermo l’obbligo di sospensione cautelare dal servizio per i reati indicati dall’art. 58 del
decreto legislativo n. 267/2000.
5. Nel caso dei reati previsti all’art. 3, comma 1, della legge n. 97 del 2001, in alternativa alla
sospensione di cui al presente articolo, possono essere applicate le misure previste dallo stesso
art. 3. Per i medesimi reati, qualora intervenga condanna anche non definitiva, ancorché sia
concessa la sospensione condizionale della pena, si applica l’art. 4, comma 1, della citata legge
97 del 2001.
6. Nei casi indicati ai commi precedenti si applica quanto previsto dall’art. 96 in tema di
rapporti tra procedimento disciplinare e procedimento penale.
7. Al dipendente sospeso ai sensi dei commi da 1 a 5 sono corrisposti un’indennità pari al 50%
della retribuzione fondamentale di cui all’art. 77 del presente CCNL, comma 1, nonché gli
assegni del nucleo familiare, ove spettanti.
8. Nel caso di sentenza definitiva di assoluzione o proscioglimento, ai sensi dell’art. 92, commi
6 e 7, quanto corrisposto nel periodo di sospensione cautelare a titolo di indennità sarà
conguagliato con quanto dovuto al lavoratore se fosse rimasto in servizio, escluse le indennità
o compensi per servizi speciali o per prestazioni di carattere straordinario. Ove il giudizio
disciplinare riprenda, per altre infrazioni, ai sensi del medesimo art. 92, comma 6, secondo
periodo, il conguaglio dovrà tener conto delle sanzioni eventualmente applicate.
9. In tutti gli altri casi di riattivazione del procedimento disciplinare a seguito di condanna
penale, ove questo si concluda con una sanzione diversa dal licenziamento, al dipendente
precedentemente sospeso sarà conguagliato quanto dovuto se fosse stato in servizio, escluse
le indennità o compensi per servizi e funzioni speciali o per prestazioni di carattere
straordinario, nonché i periodi di sospensione del comma 1 e quelli eventualmente inflitti a
seguito del giudizio disciplinare riattivato.
10. Quando vi sia stata sospensione cautelare del servizio a causa di procedimento penale, la
stessa conserva efficacia, se non revocata, per un periodo di tempo comunque non superiore a
cinque anni. Decorso tale termine la sospensione cautelare è revocata di diritto e il dipendente
riammesso in servizio. Il procedimento disciplinare rimane, comunque, sospeso sino all’esito
del procedimento penale.
11. I procedimenti disciplinari in corso alla data di stipulazione del presente contratto vanno
portati a termine secondo le procedure vigenti alla data del loro inizio.
ART.98 – COMITATO PARITETICO SUL MOBBING
1. Per mobbing si intende una forma di violenza morale o psichica nell’ambito del contesto
lavorativo, attuato dal datore di lavoro o da dipendenti nei confronti di altro personale. Esso è
caratterizzato da una serie di atti, atteggiamenti o comportamenti diversi e ripetuti nel tempo
in modo sistematico ed abituale, aventi connotazioni aggressive, denigratorie o vessatorie tali
da comportare unafflizione lavorativa idonea a compromettere la salute e/o la professionalità
e la dignità del dipendente sul luogo di lavoro, fino all’ipotesi di escluderlo dallo stesso contesto
di lavoro.
2. In relazione al comma 1, le parti, anche con riferimento alla risoluzione del Parlamento
Europeo del 20 settembre 2001, riconoscono la necessità di avviare adeguate ed opportune
iniziative al fine di contrastare levenienza di tali comportamenti; viene pertanto istituito, entro
sessanta giorni dall’entrata in vigore del presente contratto, uno specifico comitato paritetico
presso ciascun Ufficio scolastico regionale con i seguenti compiti:
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a) raccolta dei dati relativi all’aspetto quantitativo e qualitativo del fenomeno;
b) individuazione delle possibili cause, con particolare riferimento alla verifica
dell’esistenza di condizioni di lavoro o fattori organizzativi e gestionali che possano
determinare l’insorgere di situazioni persecutorie o di violenza morale;
c) proposte di azioni positive in ordine alla prevenzione delle situazioni che possano
favorire l’insorgere del mobbing;
d) formulazione di proposte per la definizione dei codici di condotta.
3. Le proposte formulate dai comitati sono presentate al Direttore regionale per i connessi
provvedimenti, tra i quali rientrano, in particolare, la costituzione e il funzionamento di sportelli
di ascolto nell’ambito delle strutture esistenti, l’istituzione della figura del
consigliere/consigliera di fiducia, nonché la definizione dei codici di condotta, sentite le
organizzazioni sindacali firmatarie del presente CCNL.
4. In relazione all’attività di prevenzione del fenomeno, i comitati valutano l’opportunità di
attuare, nell’ambito dei piani generali per la formazione, idonei interventi formativi e di
aggiornamento del personale, che possono essere finalizzati, tra l’altro, ai seguenti obiettivi:
a) affermare una cultura organizzativa che comporti una maggiore consapevolezza della
gravità del fenomeno e delle sue conseguenze individuali e sociali;
b) favorire la coesione e la solidarietà dei dipendenti attraverso una più specifica
conoscenza dei ruoli e delle dinamiche interpersonali, anche al fine di incentivare il
recupero della motivazione e dell’affezione all’ambiente lavorativo da parte del
personale.
5. I comitati di cui al comma 3 sono costituiti da un componente designato da ciascuna delle
organizzazioni sindacali firmatarie del presente CCNL e da un pari numero di rappresentanti
dell’Amministrazione. Il presidente del comitato viene alternativamente designato tra i
rappresentanti dell’Amministrazione ed il vicepresidente dai componenti di parte sindacale. Per
ogni componente effettivo è previsto un componente supplente. Ferma rimanendo la
composizione paritetica dei comitati, di essi fa parte anche un rappresentante del comitato per
le pari opportunità, appositamente designato da quest’ultimo, allo scopo di garantire il
raccordo tra le attività dei due organismi.
6. Gli Uffici scolastici regionali favoriscono l’operatività dei comitati e garantiscono tutti gli
strumenti idonei al loro funzionamento. In particolare valorizzano e pubblicizzano con ogni
mezzo, nell’ambito lavorativo, i risultati del lavoro svolto dagli stessi. I comitati sono tenuti a
redigere una relazione annuale sull’attività svolta.
7. I comitati di cui al presente articolo rimangono in carica per la durata di un quadriennio e
comunque fino alla costituzione dei nuovi. I componenti dei comitati possono essere rinnovati
nell’incarico per un sola volta.
ART.99 – CODICE DI CONDOTTA RELATIVO ALLE MOLESTIE SESSUALI NEI LUOGHI
DI LAVORO
1. I Direttori generali regionali danno applicazione, con proprio atto, al codice di condotta
relativo ai provvedimenti da assumere nella lotta contro le molestie sessuali nei luoghi di
lavoro, come previsto dalla raccomandazione della Commissione europea del 27.11.1991, n.
92/131/CEE, allegata a titolo esemplificativo al n. 1 del presente contratto per fornire linee
guida uniformi in materia. Dell’atto così adottato i Direttori generali regionali danno
informazione preventiva alle Organizzazioni Sindacali firmatarie del presente CCNL.
62
CAPO X – PERSONALE DELLE SCUOLE ITALIANE ALLESTERO
ART.100 – VERTENZE ED ORGANISMI DI CONCILIAZIONE
I. La proclamazione e la revoca degli scioperi relativi a vertenze che interessino le istituzioni
scolastiche italiane di uno o più paesi esteri sono comunicate al Ministero degli affari esteri –
Direzione generale per la promozione e la cooperazione culturale – il quale ne informa la
Presidenza del consiglio dei ministri – Dipartimento per la funzione pubblica – ed il MPI –
Gabinetto del Ministro; per le vertenze a livello di circoscrizione consolare, la comunicazione è
indirizzata al console territorialmente competente.
2. Sono costituiti, d’intesa tra le parti, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del
presente accordo, organismi di conciliazione presso il Ministero degli affari esteri, per i conflitti
che interessino il personale in servizio in uno o più paesi esteri, e presso gli uffici consolari, per
i conflitti a livello di circoscrizione consolare.
ART.101 – SISTEMA DELLE RELAZIONI SINDACALI
1. Il sistema delle relazioni sindacali vigente in Italia di cui al capo II si applica al personale
della scuola in servizio all’estero, ivi compresa la costituzione delle RSU.
Le relazioni sindacali si articolano a livello di contrattazione integrativa nazionale presso il
Ministero Affari Esteri e a livello decentrato presso le Ambasciate, per le questioni che
investano l’intero Paese ospite, i Consolati, per il personale dei corsi di lingua italiana e per il
personale statale delle scuole private, e presso le istituzioni scolastiche italiane statali
all’estero.
2. La delegazione di parte pubblica per la contrattazione integrativa e decentrata a livello di
Ministero è costituita da un delegato del Ministro degli Esteri, che la presiede, da un delegato
del MPI e da una rappresentanza dei titolari degli Uffici interessati dellAmministrazione degli
Affari Esteri e di quella del MIUR.
3. Con la contrattazione integrativa di cui al comma precedente, sarà anche determinato il
trattamento dei permessi retribuiti, fruiti all’estero, con riguardo all’assegno di sede, fermo
restando che questo spetta comunque per i sei giorni di ferie di cui allart. 13, comma 9, ed
all’art. 15, comma 2, alle condizioni di cui all’art. 658 del testo unico 16 aprile 1994, n. 297 .
4. Per la contrattazione integrativa a livello di Ambasciata, la delegazione di parte pubblica è
costituita dallAmbasciatore o da un suo delegato, che la presiede, e da una rappresentanza dei
titolari degli Uffici consolari interessati. Presso gli Uffici consolari detta delegazione è costituita
tenendo conto della struttura organizzativa degli Uffici stessi.
Presso le istituzioni scolastiche italiane statali all’estero, la delegazione di parte pubblica è
costituita dal dirigente scolastico.
Le delegazioni sindacali ai vari livelli, sono costituite ai sensi dell’art. 7.
5. Con la contrattazione integrativa nazionale di cui al presente articolo vengono individuate
per ogni funzione le specificità e le competenze in raccordo con le particolari situazioni esistenti
all’estero.
Nell’ambito di una politica di diffusione della lingua italiana quale riscontro ad una crescente e
sempre più articolata domanda, si può prevedere la possibilità di collaborazioni plurime
effettuate presso altre scuole italiane o straniere che abbiano necessità di particolari esigenze
professionali.
In considerazione della specifica articolazione della funzione svolta da docenti della scuola
secondaria in qualità di lettori presso le Università straniere, sono definite con la contrattazione
integrativa le funzioni del lettore e del lettore con incarichi extra-accademici.
63
ART.102 – PARTECIPAZIONE
1. LAmministrazione degli Affari Esteri, a livello centrale e periferico, fornisce informazione
preventiva e la relativa documentazione cartacea e/o informatica necessaria sulle materie
previste dagli artt. 4 e 5, nonché in materia di assegni di sede, di cui al decreto legislativo n.
62/98.
Essa fornisce altresì uninformazione preventiva relativamente ai posti di cui agli artt. 108 e
109, e sulle professionalità richieste dai compiti attribuiti al personale da destinare al Ministero
degli Affari Esteri ai sensi dell’art. 626 del decreto legislativo n. 297/94.
2. Possono essere inoltre consensualmente costituite commissioni paritetiche di studio per un
esame approfondito delle materie di cui allart. 5.
ART.103 – IMPEGNI CONNESSI CON LATTUAZIONE DELLAUTONOMIA SCOLASTICA
E CON IL PIANO DELLOFFERTA FORMATIVA
1. Lestensione all’estero dell’autonomia scolastica consente di introdurre elementi di flessibilità
e di adeguamento dell’offerta formativa rispetto agli specifici contesti scolastici.
2. Il MAE, di concerto con il MPI, nel predisporre, sulla base delle vigenti disposizioni e con i
relativi necessari adattamenti, i provvedimenti relativi all’estensione dell’autonomia alle
istituzioni scolastiche, ne dà informazione preventiva alle Organizzazioni sindacali firmatarie
del presente contratto.
3. Nell’ambito dell’attuazione dell’autonomia le istituzioni scolastiche definiscono, nel rispetto
delle competenze dei vari organi e delle funzioni e professionalità esistenti, il piano dell’offerta
formativa ed adottano le modalità organizzative per l’esercizio della funzione docente di cui
allart. 26.
4. Le scuole statali italiane all’estero, come previsto dallart. 32, in coerenza con gli obiettivi di
ampliamento dell’offerta formativa, potranno prevedere la possibilità che i docenti svolgano
attività didattiche rivolte al pubblico anche di adulti, in relazione alle esigenze formative
provenienti dal territorio, con esclusione dei propri alunni per quanto riguarda le materie di
insegnamento comprese nel curriculum scolastico.
ART.104 – PROGETTI FINALIZZATI AL MIGLIORAMENTO DELLOFFERTA
FORMATIVA ED AL SUPERAMENTO DEL DISAGIO SCOLASTICO
1. Le istituzioni scolastiche italiane all’estero promuovono progetti di miglioramento dell’offerta
formativa, ivi compresi gli interventi a favore di problematiche di disagio e svantaggio, con
criteri da definire nella contrattazione integrativa presso il MAE, fermo restando il quadro
contrattuale metropolitano di riferimento.
2. I progetti devono definire, oltre che gli obiettivi e gli elementi di valutazione circa i risultati
attesi, in particolare la programmazione delle attività aggiuntive del personale in servizio
nonché l’eventuale raccordo con le iniziative di formazione ed aggiornamento funzionali ai
progetti stessi.
3. Gli oneri derivanti dal presente articolo sono determinati nella misura annua necessaria a
compensare le attività svolte dal personale docente e ATA in relazione ai progetti delle scuole
e, comunque, nel limite di ? 1.446.079,31 (£. 2.800.000.000). Le somme eventualmente non
utilizzate, in ogni esercizio finanziario, confluiscono nel fondo d’istituto delle scuole
metropolitane di cui allart. 84.
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ART.105 – FERIE
1. Per il personale docente, amministrativo, tecnico ed ausiliario presso le istituzioni scolastiche
italiane all’estero, la durata delle ferie è determinata in 48 giorni lavorativi, cui si aggiungono 4
giorni lavorativi per festività soppresse; ai fini del relativo computo il sabato è considerato
giorno lavorativo.
2. I periodi di sospensione delle attività didattiche, durante i quali, ai sensi dell’art. 13, comma
9, vanno fruite le ferie del personale docente, sono riferiti ai calendari scolastici in uso nel
paese estero sede dell’istituzione scolastica italiana.
3. Il godimento di almeno quindici giorni lavorativi continuativi di riposo che il comma 11 del
citato art. 13 assicura al personale amministrativo, tecnico ed ausiliario nel periodo 1 luglio –
31 agosto, va riferito ad altro periodo idoneo al calendario scolastico locale.
4. E assicurata all’interessato la fruizione dell’intero periodo di ferie a cui ha titolo nei casi di
trasferimento tra paesi con differenti calendari scolastici locali, anche in deroga alle disposizioni
di cui ai precedenti commi 2 e 3.
ART.106 – RAPPORTO DI LAVORO A TEMPO DETERMINATO
1. Per la copertura dei posti di insegnamento del contingente, temporaneamente vacanti, degli
spezzoni di orario e per la sostituzione del personale con rapporto di lavoro a tempo
indeterminato temporaneamente assente, si stipulano contratti di lavoro a tempo determinato,
con le modalità previste dallart. 19 e dallart. 40, commi 1, 2 e 3.
2. A decorrere dal primo marzo 2000, la retribuzione del personale docente con incarico a
tempo determinato viene parametrata alla retribuzione dellanalogo personale in servizio nelle
scuole metropolitane, ovvero – solo per i residenti – a quella locale, qualora più favorevole. Per
il personale non residente la retribuzione complessiva è costituita da una retribuzione di base,
pari alla retribuzione dellanalogo personale in servizio nelle scuole metropolitane e da un
assegno di sede aggiuntivo, rapportato alla durata del contratto stipulato, individuato in una
quota percentuale variabile dell’indennità di sede prevista per il personale a tempo
indeterminato in servizio nelle scuole italiane all’estero, in modo che la retribuzione
complessiva rimanga invariata rispetto a quella allo stato percepita.
3. Le nuove modalità per la costituzione delle graduatorie e per il conferimento delle supplenze
dovranno essere raccordate con le disposizioni generali in materia di conferimento delle
supplenze, di competenza del MPI.
ART.107 – ORARI E ORE ECCEDENTI
1. Si conferma per il personale docente, in servizio nelle istituzioni scolastiche italiane
all’estero, l’orario di servizio previsto per i docenti in territorio metropolitano.
2. In sede di contrattazione integrativa saranno definiti i criteri e le modalità per il
monitoraggio e l’analisi delle attività di insegnamento svolte nelle istituzioni scolastiche ed
universitarie straniere al fine di verificarne il raccordo con l’orario di insegnamento previsto per
il territorio metropolitano ai sensi del CCNL.
3. Le ore eccedenti l’orario di insegnamento non costituenti cattedra saranno attribuite con le
procedure di cui allart. 30 e, in caso di indisponibilità del personale docente a tempo
indeterminato, a personale docente con contratto a tempo determinato.
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4. Nel caso di oggettiva impossibilità di reperimento di personale a tempo determinato, ovvero
in casi di particolare strutturazione di cattedre superiori alle 18 ore, le ore eccedenti saranno
distribuite tra il personale a tempo indeterminato, con priorità ai docenti che manifestino la
loro disponibilità, nei limiti massimi previsti anche per i docenti in servizio nelle scuole del
territorio metropolitano.
ART.108 – MOBILITA TRA LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE ALLESTERO
1. 1 trasferimenti di ufficio per soppressione di posto o per incompatibilità di permanenza nella
sede possono essere disposti, per il personale docente ed ATA, anche su posti di istituzioni
scolastiche di tipologia diversa da quella delle istituzioni in cui il personale ha prestato servizio,
ovvero, da corsi a scuole e viceversa, purché il personale vi abbia titolo sulla base della
funzione di destinazione. Essi possono aver luogo nell’ambito della medesima circoscrizione
consolare o, in subordine, di una circoscrizione consolare limitrofa, anche di aree linguistiche
diverse, per le quali sia stato accertato il requisito di idoneità nelle prove di selezione e,
comunque, dopo avere effettuato le procedure di mobilità di ufficio nell’ambito della
circoscrizione o dell’area linguistica. Alle stesse condizioni i trasferimenti possono essere
disposti su posti di paesi di altro emisfero. Le operazioni relative ai trasferimenti di ufficio
precedono quelle per trasferimenti a domanda.
2. Anche i trasferimenti a domanda possono essere disposti su posti di istituzioni scolastiche di
tipologia diversa da quella delle istituzioni in cui il personale ha prestato servizio o per
circoscrizioni consolari ed aree linguistiche diverse, alle medesime condizioni di cui al comma 1.
3. Ulteriori modalità e criteri sono determinati nell’ambito della contrattazione integrativa
nazionale di cui all’art. 101.
4. Per il personale assegnato alla scuole europee il trasferimento può essere disposto, a
domanda, solo al termine di fine quinquennio, sui posti disponibili in altre scuole europee. In
caso di soppressione di posto nelle scuole medesime, il personale, conseguentemente trasferito
d’ufficio, ha titolo alla precedenza assoluta su posti in altre scuole europee, ove disponibili. Le
modalità ed i tempi di applicazione del presente comma sono definiti con la contrattazione
decentrata nazionale.
ART.109 – MOBILITÀ PROFESSIONALE VERSO LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE
ALLESTERO
1. La destinazione all’estero del personale docente ed ATA ai posti di contingente di cui allart.
639 del TU 16-4-1994, n. 297, costituisce mobilità professionale ed è regolata, ai sensi del
decreto legislativo n. 165/2001, dalla contrattazione collettiva.
2. Le norme che seguono mirano alla concreta attuazione dei criteri di selettività professionale
e del principio dell’alternanza, prevedendo un congruo periodo di servizio in territorio
metropolitano tra un incarico e l’altro.
ART.110 – ISCRIZIONE ALLE GRADUATORIE PERMANENTI PER LA DESTINAZIONE
ALLESTERO
1. La destinazione all’estero del personale docente e ATA avviene sulla base di graduatorie
permanenti in cui hanno titolo ad essere inseriti coloro che abbiano superato una prova unica
di accertamento della conoscenza di una o più lingue straniere tra quelle relative alle quattro
aree linguistiche (francese, inglese, tedesco e spagnolo).
2. Alla prova di accertamento linguistico, indetta con provvedimento del MAE d’intesa con il
MPI, può partecipare, a domanda, il personale docente e ATA con contratto di lavoro a tempo
indeterminato che, dopo l’anno di prova, abbia prestato almeno un anno di effettivo servizio di
ruolo in territorio metropolitano ed appartenga ai ruoli per i quali sono definiti i codici funzione.
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3. Coloro che supereranno la prova di accertamento linguistico, dovranno produrre, entro i
termini previsti dallapposita ordinanza del MAE, i titoli da valutare ai fini dell’inserimento nella
graduatoria permanente.
ART.111 – MODALITÀ DI SVOLGIMENTO DELLA PROVA DI ACCERTAMENTO DELLA
CONOSCENZA DELLA LINGUA
1.Laccertamento di cui al precedente art. 110 è effettuato sulla base di prove strutturate.
A tal fine sono predisposti distinti questionari per ciascuna delle seguenti categorie di
candidati:
a) docenti che aspirano alle istituzioni scolastiche diverse dalle scuole europee (la prova
dovrà verificare ladeguata conoscenza della lingua o delle lingue straniere);
b) docenti che aspirano alle scuole europee (per i quali la prova dovrà verificare se il grado
di conoscenza della lingua o delle lingue straniere consente la piena integrazione in uno
specifico contesto educativo e plurilingue);
c) docenti che aspirano ai lettorati di italiano presso le università straniere (per i quali la
prova dovrà verificare se il grado conoscenza della lingua o delle lingue straniere
consente la piena integrazione in un contesto universitario e pluriculturale);
d) personale ATA.
Per ciascuna delle tre tipologie di istituzioni di cui alle precedenti lettere a), b) e c), nonché per
il personale ATA, saranno predisposti distinti questionari nelle lingue francese, inglese, tedesca
e spagnola.
2. Salvo quanto previsto dal successivo comma 3, ciascun docente può chiedere di sostenere la
prova per più tipologie di istituzioni e per più aree linguistiche. Analogamente il personale ATA
può partecipare per più aree linguistiche.
3. Considerato che ai lettorati di italiano all’estero può essere destinato soltanto il personale
dello Stato in possesso di specifici requisiti, per quanto concerne il personale della scuola
hanno titolo a sostenere la prova di accertamento linguistico per i lettorati di italiano presso le
Università straniere i candidati appartenenti alle seguenti categorie:
a) docenti di italiano delle scuole secondarie di primo o secondo grado;
b) docenti di lingue straniere delle scuole secondarie di primo o secondo grado, che
abbiano superato, nell’ambito di corsi universitari, almeno due esami di lingua e/o
letteratura italiana, secondo la tabella di omogeneità del MPI allegata ai bandi di
concorsi per titoli ed esami emanati con DD.DD.GG. 31-3-1999 ed 1-4-1999.
4. Per la predisposizione dei questionari di cui al precedente comma 1 e la relativa assistenza
tecnica, il MAE può avvalersi di apposita Agenzia specializzata, purché qualificata o certificata
in materia di prove strutturate linguistiche.
ART.112 – VALUTAZIONE DELLA PROVA DI ACCERTAMENTO LINGUISTICO
1. La valutazione della prova di accertamento della conoscenza della lingua straniera è
effettuata in ottantesimi. Supera tale prova il personale che abbia riportato almeno 56/80.
2. Al termine di ogni giornata di effettuazione delle prove strutturate lapposita commissione,
nominata dal Direttore Generale per la Promozione e Cooperazione Culturale del MAE di
concerto col MPI, redige appositi elenchi dei candidati che le hanno superate, con l’indicazione
del punteggio conseguito. A conclusione di tutte le prove i nominativi di tali candidati saranno
inseriti in appositi elenchi generali, redatti in stretto ordine alfabetico, e distinti per ciascun
codice funzione, per ciascuna area linguistica, per le scuole europee e per lettorati.
3. Il personale incluso negli elenchi di cui sopra acquisisce il titolo professionale di
accertamento della conoscenza della lingua straniera che conserva la validità per i successivi
nove anni scolastici.
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ART.113 – RIFORMULAZIONE E AGGIORNAMENTO DELLE GRADUATORIE
PERMANENTI
1. Le graduatorie permanenti, distinte per codici funzione, per ogni area linguistica, per le
scuole europee e per i lettorati, sono aggiornate ogni tre anni.
2. Nelle graduatorie sono indicati, per ciascun concorrente, il punteggio attribuito nelle prove di
accertamento della conoscenza della lingua straniera, i punti corrispondenti ai titoli prodotti o
rivalutati e il punteggio complessivo. La valutazione dei titoli ha luogo sulla base della tabella
di valutazione allegata , che prevede un massimo di 80 punti, di cui 35 per i titoli culturali, 25
per i titoli professionali e 20 per i titoli di servizio. A parità di punteggio complessivo, l’ordine in
graduatoria sarà determinato sulla base dei titoli di preferenza previsti dallart. 5 del dPR
9.5.1994, n. 487 e successive modificazioni ed integrazioni.
3. Il MAE procede allaggiornamento delle graduatorie di cui al comma 1 secondo i seguenti
criteri:
a) mantenimento nelle stesse del personale il cui titolo di accertamento linguistico
conserva la validità, come indicato allart. 112, comma 3. Tale personale ha, pertanto,
titolo a richiedere laggiornamento del proprio punteggio con la valutazione dei titoli
conseguiti successivamente alla costituzione delle graduatorie in cui risulti già inserito e
considerati valutabili dalla tabella D allegata al presente contratto;
b) depennamento dalle graduatorie stesse del personale il cui titolo di accertamento
linguistico, che ha dato luogo allinclusione nella graduatoria, non conserva validità nei
termini sopra indicati;
c) depennamento dalle graduatorie del personale che ha subito un provvedimento
disciplinare superiore alla censura e non abbia ottenuto il provvedimento di
riabilitazione;
d) depennamento dalle graduatorie del personale che sia stato restituito ai ruoli
metropolitani per incompatibilità, ovvero ai sensi dell’art. 120, che sia restituito ai ruoli
metropolitani per ragioni di servizio;
e) depennamento dalle graduatorie del personale che abbia già prestato all’estero nelle
istituzioni diverse dalle scuole europee un periodo di servizio di durata
complessivamente superiore ai dieci anni;
f) depennamento dalle graduatorie delle scuole europee del personale che abbia già
prestato servizio nelle stesse.
4. Le graduatorie permanenti, sono aggiornate entro il mese di febbraio, per consentire un
regolare avvio dell’anno scolastico, con le modalità e i criteri indicati nei commi precedenti.
Esse sono inoltre affisse all’albo del Ministero degli Affari Esteri – Direzione Generale per la
Promozione e la Cooperazione Culturale, Uff. IV – e rimangono esposte per i successivi 15
giorni. Chiunque vi abbia interesse ha facoltà di prenderne visione entro il termine anzidetto e
può, entro tale termine, presentare reclamo scritto, per errori od omissioni, alla Direzione
Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale, Uff. IV, che, esaminanti i reclami, può
rettificare anche d’ufficio, le graduatorie.
Delle decisioni assunte, e delle sintetiche motivazioni che le hanno supportate, è data
comunicazione agli interessati ed ai controinteressati mediante affissione all’albo dellUfficio
anzidetto.
5. Dopo l’accertamento del possesso, da parte dei concorrenti, dei requisiti per linclusione
nelle graduatorie permanenti, il Direttore Generale per la Promozione e la Cooperazione
Culturale approva le graduatorie, che sono pubblicate all’albo del MAE, DGPCC, Uff. IV,
mediante affissione. Avverso i risultati di tale procedimento è ammesso reclamo scritto da
presentarsi entro 15 giorni dalla data di affissione. La decisione dellUfficio va assunta entro 10
giorni dal ricevimento del reclamo.
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ART.114 – GESTIONE DELLE GRADUATORIE PER LA DESTINAZIONE ALL’ESTERO
1. Ogni anno, dopo le operazioni relative ai trasferimenti riservati al personale già in servizio
all’estero, i posti di contingente eventualmente rimasti vacanti sono disponibili per le
operazioni di destinazione all’estero da effettuarsi sulla base delle graduatorie permanenti. Il
MAE rende note entro il 31 agosto di ciascun anno le sedi disponibili.
2. Ai fini di cui al comma 1 la DGPCC del MAE, previa attivazione delle relazioni sindacali,
individua la tipologia ed il numero dei posti di contingente ancora disponibili dopo le operazioni
di trasferimento. L’elenco dei posti individuati è affisso all’albo del MAE e degli Uffici centrali e
periferici del MPI.
3. Dopo lavvenuta pubblicazione degli elenchi dì cui sopra il MAE attiva le procedure di
destinazione del personale utilmente collocato nelle graduatorie permanenti.
4. A tal fine il MAE trasmette al personale così individuato il telegramma di preavviso della
destinazione unitamente all’elenco delle sedi disponibili, invitandolo ad indicare le proprie
preferenze.
5. II personale, una volta accettata la destinazione all’estero, è depennato dalla graduatoria
per la quale è stato nominato. Detto personale, al compimento del proprio mandato, potrà
chiedere di essere reinserito nelle graduatorie in occasione del loro aggiornamento.
6. Il personale che non accetta la destinazione o che, dopo l’accettazione, non assume servizio,
è depennato da tutte le graduatorie e potrà esservi, a domanda, reinserito soltanto al
momento dell’aggiornamento triennale delle medesime.
ART.115 – ESAÙRIMENTO DI GRADUATORIA E PROVE STRAORDINARIE
1. Nei casi di sopravvenuta, urgente necessità di assegnare personale ai posti per i quali non
sia possibile provvedere mediante ricorso alle graduatorie permanenti, per esaurimento delle
stesse, o per mancanza di graduatorie appartenenti a classi di concorso aggregate al
medesimo ambito disciplinare e per le quali è prevista, a seguito del D.M. del MPI 10.8.1998,
n. 354, integrato dal D.M. del medesimo dicastero 10.11.1998, n. 448, una corrispondenza
automatica, lAmministrazione, nel rispetto delle norme contenute nel presente capo, ha
facoltà di attingere alle graduatorie di altre aree linguistiche, con il consenso dell’interessato,
ad eccezione dei posti di lettorato.
2. Qualora non fosse possibile attuare le procedure di cui al precedente comma, potranno
essere indette prove straordinarie di accertamento linguistico prima della scadenza del
triennio, limitatamente ai codici funzione richiesti. Lindizione di prove straordinarie non
comporta, in relazione a tali codici funzione, lo slittamento di quelle ordinarie triennali.
3. In caso di esaurimento di graduatoria, sono considerati nominabili per i posti all’estero
anche coloro che, a seguito di precedente rinuncia, erano stati esclusi dalle nomine per i
successivi tre anni.
ART.116 – DURATA DEL SERVIZIO ALLESTERO
1. Il personale destinatario del presente contratto può prestare servizio all’estero nelle
istituzioni diverse dalle Scuole Europee per non più di tre periodi, ciascuno della durata di
cinque anni scolastici o accademici. Tali periodi devono essere intervallati da un periodo di
servizio effettivo in territorio metropolitano di almeno tre anni.
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2. Presso le Scuole Europee può essere prestato un solo periodo di servizio, della durata di
nove anni scolastici, con eventuale proroga di un anno a seguito di delibera del Consiglio
Superiore della suddetta scuola.
3. In via del tutto eccezionale, il personale in servizio presso le Scuole Europee, in caso di
nomina a direttore aggiunto di una scuola europea conferita dal Consiglio superiore della
predetta scuola, può svolgere, nella nuova funzione, un mandato pieno di nove anni, con
eventuale proroga di un anno.
4. Il personale che abbia prestato all’estero un solo periodo di servizio presso le istituzioni
scolastiche diverse dalle scuole europee e presso i lettorati di italiano, può essere destinato alle
scuole europee, previo superamento delle specifiche prove di selezione ed a condizione che, al
rientro dall’estero, abbia prestato tre anni di servizio effettivo in territorio metropolitano.
Coloro che abbiano compiuto i suddetti due periodi di servizio perdono definitivamente titolo a
partecipare alle selezioni per la destinazione all’estero.
5. Il personale che abbia prestato un periodo di servizio presso le scuole europee può
cumulare a tale servizio solamente un periodo di cinque anni presso le istituzioni scolastiche
diverse dalle scuole europee, e presso i lettorati di italiano, purché utilmente collocato nella
specifica graduatoria ed a condizione che, al rientro dall’estero, abbia prestato tre anni di
servizio effettivo in territorio metropolitano. Coloro che abbiano compiuto i suddetti due periodi
di servizio perdono definitivamente titolo a partecipare alle selezioni per la destinazione
all’estero.
ART.117 – INTERRUZIONE DEL SERVIZIO ALLESTERO
1. Il servizio all’estero può essere interrotto sulla base delle esigenze del sistema scolastico
nazionale, o per accertata incompatibilità o per inidoneità del personale interessato.
ART.118 – CALCOLO DEGLI ANNI DI SERVIZIO ALLESTERO
1. Anche per le scuole italiane all’estero e le scuole europee, gli anni di servizio si calcolano ad
anno scolastico, che inizia il 1° settembre di ogni anno e termina il 31 agosto dell’anno
successivo.
ART.119 – RESTITUZIONE AI RUOLI METROPOLITANI IN CASO DI ASSENZE PER
MALATTIA
I. Nel caso di assenze per malattia di durata superiore ai 60 giorni , il personale in servizio
all’estero è restituito ai ruoli metropolitani. Il predetto personale conserva l’intero assegno di
sede per i primi 45 giorni; l’assegno stesso non è corrisposto per i restanti 15 giorni. Restano
ferme le disposizioni sulla malattia di cui al presente contratto.
ART.120 – RESTITUZIONE AI RUOLI METROPOLITANI PER INCOMPATIBILITA E PER
MOTIVI DI SERVIZIO
I. La destinazione all’estero cessa, con decreto del MAE, quando si determinino situazioni di
incompatibilità di permanenza all’estero, ovvero per motivi di servizio. In caso di contestata
situazione di incompatibilità, l’interessato può presentare controdeduzioni. Qualora i motivi di
servizio attengano agli aspetti tecnici dell’attività di istituto, al provvedimento di restituzione ai
ruoli metropolitani non si può dar luogo se non previo parere del MPI.
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ART.121 – RESTITUZIONE Al RUOLI METROPOLITANI A SEGUITO DI SANZIONI
DISCIPLINARI
1.Lerogazione di una sanzione disciplinare superiore alla censura , per quanto riguarda il
personale docente ed ATA, comporta l’immediata restituzione ai ruoli metropolitani.
ART.122 – FORO COMPETENTE
1. Per tutte le vertenze di lavoro del personale del presente capo, foro competente è quello di
Roma, ivi compreso tutto quanto attiene allarbitrato (Direzione provinciale del Lavoro di
Roma) e alla conciliazione.
ART.123 – NORME APPLICATIVE
I. In attesa che sia completamente attivata anche all’estero l’autonomia scolastica, al consiglio
di circolo o di istituito si sostituisce il dirigente scolastico in tutti i compiti che il contratto
collettivo nazionale di lavoro riferisce alla competenza del predetto organo collegiale e, in
particolare, per la definizione delle modalità e dei criteri per lo svolgimento dei rapporti con le
famiglie e con gli studenti, ai quali si provvede sulla base delle proposte del collegio dei
docenti.
2. I riferimenti che il contratto collettivo nazionale di lavoro fa al livello regionale debbono
intendersi, quando non vi sia diversa determinazione nel presente capo, come riferimenti al
livello di Ambasciata e/o di Ufficio consolare.
3. Per quanto non diversamente previsto dal presente capo, al personale docente,
amministrativo, tecnico ed ausiliario in servizio presso le istituzioni scolastiche italiane
all’estero, si applica la disciplina recata dal presente CCNL.
4. Le ordinanze e gli altri atti a contenuto normativo la cui emanazione il CCNL attribuisce alla
competenza del MPI, sono adottati, per le istituzioni scolastiche italiane all’estero, dal MAE,
d’intesa con il MPI.
5. I riferimenti che il CCNL fa agli organici si intendono ricondotti ai contingenti di cui all’art.
639 del testo unico n. 297 del 1994.
ART.124 – FRUIZIONE DEI PERMESSI
1. Non rientrano tra le assenze di cui alla lettera b) comma 1 dell’art. 35 del decreto legislativo
n. 62/98, i permessi retribuiti di cui allart. 15, per i quali compete l’indennità personale nelle
misure sottoindicate:
– lutti per perdita del coniuge, di parenti entro il secondo grado, di soggetto
componente la famiglia anagrafica e di affini di primo grado (3 giorni consecutivi per
evento): l’indennità personale è corrisposta per intero;
– permessi per motivi personali e familiari, documentati anche mediante
autocertificazione, fruibili a domanda (3 giorni complessivi per anno scolastico):
l’indennità personale è corrisposta nella misura del 50%.
ART.125 – FRUIZIONE DEL DIRITTO ALLA FORMAZIONE
1. Il personale docente fruisce del diritto alla formazione di cui allart. 62.
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2. Il MAE si impegna a individuare, d’intesa con il MPI, contenuti e modalità per la formazione
iniziale del personale finalizzati alle specifiche aree e istituzioni di destinazione all’estero. Le
iniziative di formazione potranno prevedere interventi a livello centrale e/o nella sede di
destinazione, inclusa la formazione a distanza.
ART.126 – SEQUENZA CONTRATTUALE
1. Le Parti firmatarie del presente CCNL concordano di rinviare, come previsto dallAtto
dindirizzo, ad una specifica sequenza contrattuale il confronto sulle modifiche da apportare agli
istituti di cui al presente Capo. La sequenza deve iniziare fin dall’entrata in vigore del presente
CCNL e concludersi entro e non oltre i tre mesi successivi.
2. La sequenza conterrà i seguenti obiettivi:
a) il tema delle relazioni sindacali e della contrattazione integrativa;
b) attuazione operativa dell’autonomia didattica, organizzativa ed economica delle scuole
italiane all’estero;
c) piena applicazione dei diritti al personale docente e ATA sia a tempo indeterminato che
a tempo determinato (assenze, congedi parentali, ferie, permessi e diritto allo studio e
alla formazione);
d) ridefinizione di modalità e criteri connessi al trattamento economico spettante al
personale docente assunto con contratto a tempo determinato;
e) norme contrattuali sulla destinazione che costituisce mobilità professionale.
Fino alla sottoscrizione della predetta sequenza restano in vigore le norme previste dal
presente Capo.
CAPO XI – PERSONALE DELLE ISTITUZIONI EDUCATIVE
ART.127 – PROFILO PROFESSIONALE E FUNZIONE DEL PERSONALE EDUCATIVO
I. Il profilo professionale dei personale educativo è costituito da competenze di tipo
psicopedagogico, metodologico ed organizzativo-relazionale, tra loro correlate ed integrate,
che si sviluppano attraverso la maturazione dell’esperienza educativa e l’attività di studio e di
ricerca.
2. Nell’ambito dell’area della funzione docente, la funzione educativa partecipa al processo di
formazione e di educazione degli allievi, convittori e semiconvittori, in un quadro coordinato di
rapporti e di intese con i docenti delle scuole da essi frequentate e di rispetto dell’autonomia
culturale e professionale del personale educativo.
3. La funzione educativa si esplica in una serie articolata di attività che comprendono l’attività
educativa vera e propria, le attività ad essa funzionali e le attività aggiuntive.
ART.128 – ATTIVITÀ’ EDUCATIVA
I. L’attività educativa è volta alla promozione dei processi di crescita umana, civile e culturale,
nonché di socializzazione degli allievi, convittori e semiconvittori, i quali sono così assistiti e
guidati nella loro partecipazione ai vari momenti della vita comune nel convitto od istituzione
educativa. La medesima attività è finalizzata anche all’organizzazione degli studi e del tempo
libero, delle iniziative culturali, sportive e ricreative, nonché alla definizione delle rispettive
metodologie, anche per gli aspetti psicopedagogici e di orientamento.
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ART.129 – AZIONI FUNZIONALI ALL’ATTIVITÀ’ EDUCATIVA
1. L’azione funzionale all’attività educativa comprende tutte le attività, anche a carattere
collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, documentazione, ivi compresa la
produzione di materiali didattici utili alla formazione degli allievi, l’elaborazione di relazioni sui
risultati educativi conseguiti e su altri argomenti da discutere collegialmente, la partecipazione
alle riunioni collegiali.
2. Tra gli adempimenti individuali rientrano le attività relative:
a) alla preparazione necessaria per lo svolgimento dei compiti di assistenza alle attività di
studio, culturali, sportive e ricreative;
b) ai rapporti individuali con le famiglie ed i docenti;
c) all’accoglienza ed alla vigilanza degli allievi convittori nel momento della loro entrata ed
uscita dal convitto od istituzione educativa e degli allievi semiconvittori al momento
dell’uscita, nonché agli eventuali compiti di accompagnamento dal convitto od
istituzione educativa alle scuole frequentate o viceversa.
3. Le attività di carattere collegiale sono costituite dalla partecipazione alle riunioni collegiali
per la programmazione, la progettazione, la discussione ed approvazione delle relazioni sui
risultati educativi conseguiti e la definizione degli elementi di valutazione da fornire ai
competenti consigli di classe, ai quali partecipa, a titolo consultivo, il personale educativo
interessato; la determinazione delle modalità e dei criteri da seguire nei rapporti con gli allievi
e le loro famiglie, nonché con i docenti delle scuole frequentate dagli allievi medesimi.
4. Rientra altresì nell’attività funzionale all’attività educativa la partecipazione ad iniziative di
formazione e di aggiornamento programmate a livello nazionale, regionale o di istituzione
educativa.
ART.130 – ATTIVITÀ’AGGIUNTIVE
1. Le attività aggiuntive consistono in attività aggiuntive educative ed in attività aggiuntive
funzionali allo svolgimento dell’attività educativa.
2. Le attività aggiuntive educative, sono volte a realizzare interventi integrativi finalizzati
all’arricchimento dell’offerta formativa. In particolare, esse possono consistere:
a) nelle attività relative alla realizzazione di progetti intesi a definire un maggiore raccordo
tra convitto od istituzione educativa, scuola e mondo del lavoro;
b) nella partecipazione a sperimentazioni;
c) nelle attività relative alla realizzazione di progetti che interessino altri soggetti
istituzionali e, in particolare, gli enti locali, anche per iniziative aperte al territorio, sulla
base di apposite convenzioni;
d) nella partecipazione a progetti promossi dall’Unione europea.
3. Le risorse utilizzabili, per le attività aggiuntive di cui al presente articolo e finanziate dallart.
33, a livello di ciascuna istituzione educativa, sono determinate nella stessa misura e con le
medesime modalità di cui all’art. 30 del presente CCNL.
4. Le attività aggiuntive funzionali all’attività educativa possono consistere:
a) nei compiti di coordinamento, da svolgere secondo i criteri definiti nel progetto
educativo di istituto e nel relativo piano attuativo, come supporto organizzativo al
dirigente scolastico dei convitti annessi agli istituti tecnici e professionali;
b) nei compiti di coordinamento di gruppi di lavoro costituiti per la definizione di aspetti
specifici del progetto educativo, o per la progettazione di particolari iniziative, secondo
quanto previsto dall’art. 131, comma 4.
5. Le attività aggiuntive sono realizzate nei limiti delle risorse finanziarie disponibili.
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ART.131 – ATTIVITÀ’ DI PROGETTAZIONE A LIVELLO DI ISTITUZIONE
1. Il personale educativo, riunito collegialmente, definisce i principi ed i contenuti formativi del
progetto educativo, che è adottato dal rettore, direttore o direttrice o, per i convitti annessi,
dal dirigente scolastico. Il progetto educativo comprende anche il piano delle attività aggiuntive
di cui al precedente articolo. Gli aspetti organizzativi e finanziari sono definiti dal consiglio di
amministrazione del convitto o dell’istituzione educativa, o, per i convitti annessi agli istituti
tecnici e professionali, dal consiglio di istituto, nell’ambito del progetto di istituto.
2. Il progetto educativo deve essere coordinato con le indicazioni che, per gli aspetti didattici,
sono contenute nei POF delle scuole frequentate dagli allievi. A tal fine il collegio dei docenti
della scuola interessata definisce, con la partecipazione dei rappresentanti designati dal
personale educativo, i necessari raccordi tra aspetti didattici ed aspetti educativi della
progettazione complessiva.
3. In coerenza con i POF, i dirigenti delle istituzioni educative, o, per i convitti annessi, il
dirigente scolastico, avvalendosi degli apporti dei coordinatori di cui al comma 4, predispone il
piano attuativo del progetto, quale documento che esplicita la pianificazione annuale
dell’insieme delle attività e le modalità per la loro realizzazione. Il personale educativo, riunito
collegialmente, delibera in merito al piano attuativo tenendo conto delle iniziative da assumere
per rendere coerente la propria attività con le attività scolastiche, anche ai fini
dell’organizzazione di interventi congiunti atti a rispondere flessibilmente ai differenziati bisogni
formativi degli allievi.
4. Le riunioni collegiali del personale educativo possono essere articolate in gruppi di lavoro per
la definizione di aspetti specifici del progetto educativo o delle iniziative da adottare. In tale
occasione sono designati i coordinatori dei gruppi di lavoro e gli educatori incaricati di
partecipare alla riunione del collegio dei docenti di cui al comma 2.
ART.132 – ATTIVITÀ’ DI COLLABORAZIONE CON IL DIRIGENTE SCOLASTICO
1. Ai sensi dell’art. 25, comma 5, del decreto legislativo n. 165/2001, in attesa che i connessi
aspetti retributivi siano opportunamente regolamentati attraverso gli idonei strumenti
normativi, il dirigente scolastico può avvalersi, nello svolgimento delle proprie funzioni
organizzative ed amministrative, di educatori da lui individuati ai quali possono essere delegati
specifici compiti. Tali collaborazioni sono riferibili a due unità di personale educativo retribuibili,
in sede di contrattazione d’istituto, con i finanziamenti a carico del fondo per le attività
aggiuntive previste per le collaborazioni col dirigente scolastico di cui allart. 88, comma 2,
lettera f).
ART.133 – OBBLIGHI DI LAVORO
1. Gli obblighi di lavoro del personale educativo sono funzionali all’orario di servizio stabilito dal
piano di attività e sono finalizzati allo svolgimento dell’attività educativa e di tutte le altre
attività di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione e documentazione necessarie
all’efficace realizzazione dei processi formativi.
2. Per l’attività educativa, ivi compresa l’assistenza notturna, è determinato un orario
settimanale di 24 ore, programmabile su base plurisettimanale, da svolgere in non meno di
cinque giorni alla settimana.
3. In aggiunta all’orario settimanale, di cui al comma 2, è determinato un obbligo di ulteriori 6
ore settimanali. Esse sono utilizzate, sulla base di una programmazione plurisettimanale, per le
attività di carattere collegiale funzionali all’attività educativa, di cui all’art. 129, comma 4, e,
fino a 5 ore settimanali, per il completamente del servizio di assistenza notturna, secondo
quanto previsto dal progetto educativo di istituto e dal relativo piano attuativo.
74
4. Il personale educativo è tenuto, inoltre, ad assolvere a tutti gli impegni individuali attinenti
alle attività funzionali di cui all’art. 129, comma 2.
5. Il compenso per le attività aggiuntive è determinato secondo quanto previsto dall’art. 30.
ART.134 – NORMA FINALE
1. Per quanto non disciplinato specificamente dal presente capo, si applicano le disposizioni
recate da questo CCNL.
CAPO XII – CONCILIAZIONE ED ARBITRATO
ART.135 – TENTATIVO OBBLIGATORIO DI CONCILIAZIONE
1. Il tentativo obbligatorio di conciliazione nelle controversie individuali di lavoro previsto
dall’articolo 65, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 può svolgersi, oltre
che secondo le forme previste dall’articolo 66 del medesimo decreto legislativo e dal contratto
collettivo nazionale quadro in materia di conciliazione e arbitrato del 23 gennaio 2001, come
integrato dall’ipotesi di accordo quadro siglata in data 19.03.2003 , sulla base di quanto
previsto dai successivi commi del presente articolo.
2. Fermo restando quanto previsto dal presente articolo, la parte ricorrente può, in materia di
contenzioso afferente alla mobilità interregionale, adire anche la procedura di cui allart. 484
del T.U. n. 297/94.
3. Presso le articolazioni territoriali del MPI è istituito un ufficio con compiti di segreteria per le
parti che devono svolgere il tentativo di conciliazione con annesso un apposito albo per la
pubblicazione degli atti della procedura.
4. La richiesta del tentativo di conciliazione, sottoscritta dalla parte, deve essere depositata
presso l’ufficio del contenzioso dell’amministrazione competente e presso l’ufficio territoriale di
cui al comma 2, ovvero spedita a mezzo di lettera raccomandata con avviso di ricevimento.
Limitatamente alle controversie riguardanti le materia della mobilità e delle assunzioni, sia a
tempo determinato che a tempo indeterminato, gli interessati possono presentare la richiesta
di tentativo di conciliazione ai sensi del presente articolo entro il termine perentorio di quindici
giorni dalla pubblicazione o notifica dell’atto che si ritiene lesivo dei propri diritti, ferma
restando la facoltà di utilizzare, decorso tale termine, le altre forme previste dal comma 1.
5. La richiesta deve indicare:
– Le generalità del richiedente, la natura del rapporto di lavoro, la sede ove il lavoratore è
addetto;
– il luogo dove devono essere inviate le comunicazioni riguardati la procedura di
conciliazione;
– l’esposizione sommaria dei fatti e delle ragioni poste a fondamento della richiesta;
– qualora il lavoratore non intenda presentarsi personalmente, l’eventuale delega ad altro
soggetto, anche sindacale e conferibile anche in un secondo momento, al quale la parte
conferisce mandato di rappresentanza per lo svolgimento del tentativo di conciliazione.
6. Entro quindici giorni dal ricevimento della richiesta l’amministrazione compie un primo
esame sommario che può concludersi con l’accoglimento delle pretese del lavoratore. In caso
contrario, deposita nel medesimo termine le proprie osservazioni presso l’ufficio di segreteria e
la controparte potrà prenderne visione. Contestualmente al deposito l’Amministrazione
individuerà il proprio rappresentante con potere di conciliare. La comparizione della parti per
l’esperimento del tentativo di conciliazione è fissata, da parte dell’ufficio di segreteria di cui al
comma 2, in una data compresa nei quindici giorni successivi al deposito delle osservazioni
75
dell’amministrazione. L’ufficio di segreteria provvederà, all’atto della comparizione,
all’identificazione dei soggetti che svolgono il tentativo di conciliazione, che sarà registrata nel
verbale di cui ai commi 8 e 9.
7. Qualora la soluzione della controversia prospettata riguardi le materie della mobilità e delle
assunzioni, l’amministrazione deve pubblicare all’albo dell’ufficio di segreteria di cui al comma
2, contestualmente al ricevimento, la richiesta di conciliazione, in modo da consentire agli
eventuali terzi interessati di venire a conoscenza del contenzioso in atto e di far pervenire
all’amministrazione loro eventuali osservazioni entro dieci giorni dalla pubblicazione della
notizia. In questo caso il termine per il deposito delle osservazione da parte
dell’amministrazione è fissato in dodici giorni dal ricevimento della richiesta.
8. Il tentativo di conciliazione deve esaurirsi nel termine di cinque giorni dalla data di
convocazione delle parti. Se il tentativo riesce, le parti sottoscrivono un processo verbale,
predisposto dall’ufficio di segreteria, che costituisce titolo esecutivo, previo decreto del giudice
del lavoro competente ai sensi dell’articolo 411 del codice di procedura civile. Il processo
verbale relativo al tentativo obbligatorio di conciliazione è depositato a cura di una delle parti o
di un’associazione sindacale, presso Direzione provinciale del lavoro competente, che provvede
a sua volta a depositarlo presso la cancelleria del tribunale ai sensi dell’articolo 411 del codice
di procedura civile per la dichiarazione di esecutività. Il verbale che dichiara non riuscita la
conciliazione è acquisito nel successivo giudizio ai sensi e per quanto previsto dall’articolo 66,
comma 7, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Nelle more dell’acquisizione della
dichiarazione di esecutività, il verbale di conciliazione produrrà comunque immediata efficacia
tra le parti per la soluzione della controversia.
9. In caso di mancato accordo tra le parti, l’ufficio di cui al comma 2 stilerà un verbale di
mancata conciliazione che, sottoscritto dalla parti, sarà depositato, a cura di una di esse o di
un’associazione sindacale, presso la competente Direzione provinciale del lavoro.
10. Qualora l’amministrazione non depositi nei termini le proprie osservazioni, l’ufficio di cui al
comma 2 convocherà comunque le parti per lo svolgimento del tentativo di conciliazione.
Qualora l’amministrazione non si presenti alludienza di trattazione, sarà comunque stilato un
processo verbale che prenderà atto del tentativo non riuscito di conciliazione, che sarà
depositato presso la competente Direzione provinciale del lavoro con le procedure di cui al
precedente comma 8.
11. Nei confronti del rappresentante della pubblica amministrazione nello svolgimento del
tentativo obbligatorio di conciliazione trova applicazione, in materia di responsabilità
amministrativa, quanto previsto dal comma 8 del citato articolo 66 del decreto legislativo 30
marzo 2001, n. 165 .
ART.136 – ARBITRATO
1. Le parti, possono concordare di deferire la decisione di una controversia di lavoro ad un
arbitro unico, scelto di comune accordo, appartenente ad una delle categorie di cui allart. 5,
comma 4, del CCNQ sottoscritto il 23.1.2001.
ART.137 – MODALITÀ DI DESIGNAZIONE DELL’ARBITRO
1. La richiesta di compromettere in arbitri la controversia deve essere comunicata all’altra
parte secondo le modalità previste dall’art. 3 del CCNQ del 23.1.2001. Entro il termine di 10
giorni la controparte deve a sua volta comunicare, con le stesse modalità previste dall’art. 3
del medesimo CCNQ, se intende o no accettare la proposta. Se la proposta è accettata, entro i
successivi 10 giorni le parti procederanno alla scelta, in accordo tra loro, di un arbitro
appartenente alle categorie previste dall’art. 5, comma 4, del CCNQ predetto.
76
In caso di mancato accordo, entro lo stesso termine, si procederà, alla presenza delle parti e
presso la camera arbitrale competente, all’estrazione a sorte dell’arbitro, scelto nell’ambito
della lista arbitrale regionale prevista dall’art. 5, comma 2, del CCNQ 23.1.2001.
Ciascuna delle parti può decidere di revocare il consenso prima dell’estrazione a sorte degli
arbitri, fatto salvo quanto previsto, in tema di sanzioni disciplinari, dallart. 6, comma 2, del
CCNQ 23.1.2001.
2. Ciascuna delle parti può rifiutare larbitro sorteggiato qualora il medesimo abbia rapporti di
parentela o affinità entro il quarto grado con l’altra parte, o motivi non sindacabili di
incompatibilità personale.
Un secondo rifiuto della stessa parte comporta la rinuncia allarbitrato, ferma restando la
possibilità di adire l’autorità giudiziaria.
3. Latto di accettazione dell’incarico da parte dellarbitro deve essere depositato, a cura delle
parti, presso la camera arbitrale stabile, costituita ai sensi dell’art. 5, commi 1 e 2, del CCNQ
del 23.1.2001 entro cinque giorni dalla designazione comunque effettuata, sotto pena di nullità
del procedimento.
4. Le parti possono concordare che il procedimento si svolga presso la camera arbitrale
regionale oppure, dandone immediata comunicazione alla medesima, presso l’istituzione cui
appartiene l’interessato.
5. Si applicano per l’arbitrato le procedure previste dagli articoli 4 e 6 del CCNQ del 23.1.2001.
ART.138 – NORMA FINALE
1. Per tutto quanto non previsto dai presenti articoli si rinvia al CCNL quadro sottoscritto in
data 23.1.2001 ed alle disposizioni del decreto legislativo n. 165/2001.
CAPO XIII – TELELAVORO
ART.139 – DISCIPLINA DEL TELELAVORO
1. Il presente capo si applica, a domanda, al personale amministrativo non con funzioni apicali,
in servizio nelle istituzioni scolastiche ed educative, nell’ambito e con le modalità stabilite dal
CCNQ sottoscritto il 23.3.2000, al fine di razionalizzare l’organizzazione del lavoro e di
realizzare economie di gestione attraverso l’impiego flessibile delle risorse umane. In
particolare trova applicazione per quanto concerne l’assegnazione ai progetti di telelavoro lart.
4 e 6 del CCNQ 23.3.2000.
2. Le relazioni sindacali relative al presente capo sono quelle previste dallart. 4 e 6.
3. Il telelavoro determina una modificazione del luogo di adempimento della prestazione
lavorativa, realizzabile con l’ausilio di specifici strumenti telematici, nelle forme seguenti:
a) telelavoro domiciliare, che comporta la prestazione dell’attività lavorativa dal domicilio
del dipendente;
b) altre forme del lavoro a distanza, come il lavoro decentrato da centri satellite, i servizi
di rete e altre forme flessibili anche miste, ivi comprese quelle in alternanza, che
comportano l’effettuazione della prestazione in luogo idoneo e diverso dalla sede
dell’ufficio al quale il dipendente è assegnato.
4. La postazione di lavoro deve essere messa a disposizione, installata e collaudata a cura e a
spese delle Istituzioni scolastiche ed educative, sulle quali gravano i costi di manutenzione e di
gestione dei sistemi di supporto peri lavoratori. Nel caso di telelavoro a domicilio, può essere
installata una linea telefonica dedicata presso l’abitazione con oneri di impianto e di esercizio a
carico degli enti, espressamente preventivati nel progetto di telelavoro. Lo stesso progetto
prevede l’entità dei rimborsi, anche in forma forfetaria, delle spese sostenute dal lavoratore
per consumi energetici e telefonici.
77
5. Le istituzioni scolastiche ed educative presenteranno alle rispettive Direzioni generali
regionali specifici progetti di telelavoro, che potranno essere approvati purché i relativi oneri
trovino copertura nelle risorse finanziarie iscritte nel bilancio delle istituzioni scolastiche
medesime.
ART.140 – ORARIO DI LAVORO
1.L’orario di lavoro, a tempo pieno o nelle diverse forme del tempo parziale, è distribuito
nell’arco della giornata a discrezione del dipendente in relazione all’attività da svolgere, fermo
restando che in ogni giornata di lavoro il dipendente deve essere a disposizione per
comunicazioni di servizio in due periodi di un’ora ciascuno, concordati con le istituzioni
scolastiche ed educative nell’ambito dell’orario di servizio. Per il personale con rapporto di
lavoro a tempo parziale orizzontale, il periodo è unico con durata di un’ora. Per effetto della
autonoma distribuzione del tempo di lavoro, non sono configurabili prestazioni supplementari,
straordinarie notturne o festive, né permessi brevi ed altri istituti che comportano riduzioni di
orario.
2. Ai fini della richiesta di temporaneo rientro del lavoratore presso la sede di lavoro, di cui
all’art. 6, comma 1, ultimo periodo, dell’accordo quadro del 23/3/2000, per “fermo prolungato
per cause strutturali” si intende un’interruzione del circuito telematico che non sia
prevedibilmente ripristinabile entro la stessa giornata lavorativa.
ART.141 – FORMAZIONE
1. L’Amministrazione centrale definisce, in sede di contrattazione integrativa regionale, le
iniziative di formazione che assumono carattere di specificità e di attualità nell’ambito di quelle
espressamente indicate dall’art. 5, commi 5 e 6, dell’accordo quadro del 23/3/2000. Utilizza, a
tal fine, le risorse destinate al progetto di telelavoro.
2. Nel caso di rientro definitivo nella sede ordinaria di lavoro e qualora siano intervenuti
mutamenti organizzativi, le istituzioni attivano opportune iniziative di aggiornamento
professionale dei lavoratori interessati per facilitarne il reinserimento.
ART.142 – COPERTURA ASSICURATIVA
1. Le istituzioni scolastiche ed educative, nell’ambito delle risorse destinate al finanziamento
della sperimentazione del telelavoro, stipulano polizze assicurative per la copertura dei
seguenti rischi:
? danni alle attrezzature telematiche in dotazione del lavoratore, con esclusione di quelli
derivanti da dolo o colpa grave;
? danni a cose o persone, compresi i familiari del lavoratore, derivanti dall’uso delle
stesse attrezzature.
2. La verifica delle condizioni di lavoro e dell’idoneità dell’ambiente di lavoro avviene all’inizio
dell’attività e periodicamente ogni sei mesi, concordando preventivamente con l’interessato i
tempi e le modalità di accesso presso il domicilio. Copia del documento di valutazione del
rischio, ai sensi dell’art. 4, comma 2, decreto legislativo n. 626/1994, è inviata ad ogni
dipendente per la parte che lo riguarda, nonché al rappresentante per la sicurezza.
ART.143 – CRITERI OPERATIVI
1. La disciplina prevista dal presente capo mira ad introdurre elementi di flessibilità nei rapporti
di lavoro, con benefici di carattere sociale e individuale, ed un possibile incremento della
produttività e miglioramento dei servizi.
Si dovrà verificare pertanto che, a fronte dei costi a regime, l’introduzione del telelavoro
comporti incrementi di produttività e risparmi di spesa anche legati al ridimensionamento della
sede di lavoro, oltre che di benefici sociali e di positivi riflessi esterni, nonché di miglioramento
di qualità della vita, specie nei grandi centri urbani.
78
Si dovrà prevedere, di conseguenza, unattendibile, seppure tendenziale, quantificazione, da
un lato di tutte le spese e, dall’altro, dei risparmi di spesa e dei benefici in termini di maggiore
produttività e di positive ricadute nel sistema sociale, con una ponderata valutazione e
coerenza della compatibilità economico-finanziaria complessiva.
ART.144 – NORMA FINALE DI RINVIO
1. Per quanto non esplicitamente previsto nel presente capo si rinvia alla disciplina di cui
allAccordo quadro sul telelavoro del 23.3.2000.
CAPO XIV – DISPOSIZIONI FINALI
ART.145 – PERSONALE IN PARTICOLARI POSIZIONI DI STATO
1. Il periodo trascorso dal personale della scuola e delle istituzioni educative in posizione di
comando, distacco, esonero, aspettativa sindacale, utilizzazione e collocamento fuori ruolo, con
retribuzione a carico del MPI, è valido a tutti gli effetti come servizio di istituto nella scuola,
anche ai fini dell’accesso al trattamento economico previsto dal capo VIII.
2. Il periodo di distacco o di aspettativa sindacale è considerato servizio effettivo ed è utile
anche ai fini delle progressioni di cui agli articoli 77, 80 e 81 del CCNL 24.7.2003.
3. Restano ferme le disposizioni in vigore che prevedono la validità del periodo trascorso dal
personale scolastico in altre situazioni di stato che comportano assenza dalla scuola.
ART.146 – NORMATIVA VIGENTE E DISAPPLICAZIONI
1) In applicazione dell’art. 69, comma 1, del decreto legislativo n. 165/2001, tutte le norme
generali e speciali del pubblico impiego vigenti alla data del 13 gennaio 1994 e non abrogate
divengono non applicabili con la firma definitiva del presente CCNL, con l’eccezione delle
seguenti norme e di quelle richiamate nel testo del presente CCNL che, invece, continuano a
trovare applicazione nel comparto scuola:
a) artt. 1 e 2 della legge 24 maggio 1970, n. 336 e successive modificazioni e integrazioni.
b) tutta la normativa, contrattuale e non contrattuale, sin qui applicata, in materia di
mutilati ed invalidi per servizio e norme in favore dei congiunti dei caduti per servizio,
benefici spettanti ai mutilati ed invalidi di guerra ed ai congiunti dei caduti in guerra;
c) tutta la materia relativa al collocamento a riposo resta regolata dalle norme vigenti;
d) tutta la normativa, contrattuale e non contrattuale, sin qui applicata, in materia di
missioni;
e) la normativa richiamata nel presente CCNL;
f) la normativa sul riposo festivo settimanale come previsto dallart. 2109, comma 1, del
Codice Civile;
g) la seguente normativa:
1. Art. 3 del DPR n. 395/88 (in tema di diritto allo studio)
2. Art. 17 del DPR n. 3/57 (limiti al dovere verso il superiore)
3. Art. 21 del DPR n. 399/88, commi 1 e 2(su mobilità per incompatibilità)
4. Art. 7 DPR 395/88 (su IIS nella 13° mensilità)
5. Art. 53, L. 312/80 e art. 3, commi 6 e 7 del DPR n. 399/88
6. Legge 11 febbraio 1980, n. 26 (artt. 1-4) e legge 25 giugno 1985 n. 333
(aspettativa per ricongiungimento con il coniuge che presta servizio all’estero)
7. ai soli fini della determinazione dell’importo dell’indennità di funzioni superiori,
dell’indennità di direzione e di reggenza, lart. 69 del CCNL 4.08.95, lart. 21,
comma 1, del CCNL 26-5-1999 e lart 33 CCNI 31-8-1999 (fondi non a carico del
CCNL 24-7-2003 della scuola);
8. Art. 66, commi 6 e 7, del CCNL 4.08.95
9. Artt. 38, 40 e 67 del T.U. n. 3/57, art. 20 legge 24.12.86, n. 958 e art. 7 legge
30.12.91, n. 412 (servizio militare)
10. Art. 132 T.U. n. 3/1957 (riammissione in servizio)
79
11. Art.2 L.476/1984, L.398/1989, art.4 L.498/1992, art.453 T.U.297/1994, art.51
L.449/1997 e art.52, comma 57, L.448/2001.
2. E espressamente disapplicata la seguente normativa:
? lart. 475 del decreto legislativo n. 297/94 (assegnazioni provvisorie di sede);
? lart. 568 del decreto legislativo n. 297/94 (assegnazione provvisoria);
? lart. 478 del decreto legislativo n. 297/94 (sostituzione dei docenti assenti);
? lart. 455 del decreto legislativo n. 297/94 (utilizzazione del personale
docente e DOA);
? lart. 480 del decreto legislativo n. 297/94 (inquadramenti in profili
professionali amm.vi);
? lart. 7, comma 4 -secondo periodo, comma 5, comma 6 e comma 7 del
decreto legislativo n. 59/2004;
? lart. 8, comma 3 del decreto legislativo n. 59/2004;
? lart. 10, comma 4 – secondo periodo, comma 5 del decreto legislativo n.
59/2004 ;
? lart. 11, comma 7, del decreto legislativo n. 59/2004;
3. Le Parti si riservano la possibilità di riesaminare il testo del presente articolo con apposita
sequenza contrattuale ove emerga la necessità di precisazioni o correttivi.
ART.147 – AUMENTI CONTRATTUALI AI CAPI DI ISTITUTO
1. Ai capi di istituto, in servizio nel quadriennio contrattuale 2006-09 e che non hanno
acquisito la qualifica di dirigenti scolastici, sono attribuiti i medesimi incrementi stipendiali, per
tredici mensilità, spettanti al docente laureato degli Istituti secondari di II grado.
ART.148 – PREVIDENZA COMPLEMENTARE
1. Le Parti si danno atto di aver attivato il Fondo nazionale pensione complementare per i
lavoratori del comparto, sulla base dell’Accordo 14.03.2001, come previsto dal decreto
legislativo n. 124/1993 e dalla legge n. 335/1995 e successive modificazioni e integrazioni.
2. Destinatari del Fondo pensioni sono i lavoratori che liberamente aderiscono e aderiranno al
Fondo stesso secondo quanto prescritto dalla legge, dallo statuto e dai regolamenti.
ART.149 – VERIFICA DELLE DISPONIBILITÀ FINANZIARIE COMPLESSIVE
1. In caso di accertamento da parte del Ministero dellEconomia e delle Finanze di maggiori
oneri del contratto rispetto a quelli previsti, le parti firmatarie possono richiedere il controllo e
la certificazione di tali oneri ai sensi dell’art. 48, comma 4, del D.L.vo n. 165/2001, al nucleo di
valutazione della spesa relativa al pubblico impiego, istituito presso il Consiglio nazionale
dell’economia e del lavoro dall’art. 10 della legge 30 dicembre 1991, n. 412.
2. Qualora siano certificati maggiori oneri contrattuali rispetto a quelli previsti, le parti si
incontrano allo scopo di concordare la proroga dell’efficacia temporale del contratto, ovvero la
sospensione dell’esecuzione, totale o parziale, dello stesso
ART.150 – NORMA DI RINVIO
1. La disciplina di cui al presente CCNL è suscettibile delle modifiche che in via pattizia si
rendessero necessarie in relazione all’entrata in vigore di eventuali innovazioni ordinamentali.
80
TABELLE
81
Tabella 1
AUMENTI POSIZIONI STIPENDIALI DAL 1.1.2006 (da corrispondere per 13 mensilità)
Collaboratore
scolastico
Collaboratore
1
scolastico
dei servizi
Assistenti
2
amministrativi
Coordinatore
amministrativo e
tecnico
Direttori dei
servizi generali
ed amm.vi e
amministrativi
Docente scuola
3
dell’infanzia ed
elementare
Docente
diplomato istituti
sec. II grado
Docente scuola
media
Docente laureato
istituti sec. II
grado
da 0 a 2 5,22 5,36 5,85 6,69 7,74 6,79 6,79 7,37 7,37
da 3 a 8 5,32 5,46 5,98 6,87 7,96 6,97 6,97 7,57 7,78
da 9 a 14 5,69 5,82 6,45 7,43 8,66 7,53 7,53 8,23 8,45
da 15 a 20 6,04 6,16 6,90 8,08 9,47 8,19 8,19 9,00 9,27
da 21 a 27 6,37 6,51 7,34 8,71 10,35 8,83 9,15 9,74 10,32
da 28 a 34 6,63 6,76 7,66 9,33 11,24 9,47 9,77 10,47 11,01
da 35 6,81 6,94 7,91 9,80 12,11 9,94 10,25 11,01 11,56
AUMENTI RIDETERMINATI POSIZIONI STIPENDIALI DAL 1.1.2007 (da corrispondere per 13 mensilità) *
Collaboratore
scolastico
Collaboratore
1
scolastico
dei servizi
Assistenti
2
amministrativi
Coordinatore
amministrativo e
tecnico
Direttori dei
servizi generali
ed amm.vi
Docente scuola
3
dell’infanzia ed
elementare
Docente
diplomato istituti
sec. II grado
Docente scuola
media
Docente laureato
istituti sec. II
grado
da 0 a 2 26,79 27,47 30,01 34,31 39,67 34,80 34,80 37,77 37,77
da 3 a 8 27,31 27,98 30,68 35,24 40,83 35,74 35,74 38,82 39,91
da 9 a 14 29,19 29,85 33,09 38,09 44,41 38,64 38,64 42,22 43,34
da 15 a 20 30,95 31,61 35,37 41,43 48,58 42,02 42,02 46,15 47,56
da 21 a 27 32,69 33,40 37,67 44,67 53,05 45,30 46,92 49,96 52,94
da 28 a 34 33,99 34,67 39,30 47,87 57,64 48,54 50,13 53,70 56,47
da 35 a 34,91 35,61 40,55 50,24 62,11 50,95 52,57 56,47 59,28
* Il valore a decorrere dal 1.1.2007 comprende ed assorbe l’incremento corrisposto dal 1.1.2006.
82
Tabella 1
AUMENTI RIDETERMINATI POSIZIONI STIPENDIALI DAL 31.12.2007 (da corrispondere per 13 mensilità) *
Collaboratore
scolastico
Collaboratore
1
scolastico
dei servizi
Assistenti
2
amministrativi
Coordinatore
amministrativo e
tecnico
Direttori dei
servizi generali
ed amm.vi e
amministrativi
Docente scuola
3
dell’infanzia ed
elementare
Docente
diplomato istituti
sec. II grado
Docente scuola
media
Docente laureato
istituti sec. II
grado
da 0 a 2 58,26 59,76 65,27 74,62 86,29 75,70 75,70 82,16 82,16
da 3 a 8 59,39 60,86 66,74 76,64 88,80 77,74 77,74 84,42 86,81
da 9 a 14 63,50 64,93 71,97 82,86 96,59 84,04 84,04 91,84 94,26
da 15 a 20 67,32 68,76 76,93 90,11 105,67 91,40 91,40 100,37 103,44
da 21 a 27 71,09 72,65 81,92 97,16 115,39 98,54 102,04 108,66 115,15
da 28 a 34 73,94 75,40 85,48 104,11 125,38 105,58 109,03 116,79 122,81
da 35 75,93 77,45 88,20 109,28 135,09 110,83 114,33 122,81 128,92
* Il valore a decorrere dal 31.12.2007 comprende ed assorbe l’incremento corrisposto dal 1.1.2007.
(1)
Anche per il profilo professionale: Addetto aziende agrarie.
(2)
Anche per i profili professionali: Assistente tecnico, Cuoco, Infermiere, Guardarobiere.
(3)
Anche per il personale educativo.
83
Tabella 2
POSIZIONI STIPENDIALI DAL 31.12.2007 (valori per 12 mensilità)
Collaboratore
scolastico
Collaboratore
1
scolastico
dei servizi
Assistenti
2
amministrativi
Coordinatore
amministrativo e
tecnico
Direttori dei
servizi generali
ed amm.vi e
amministrativi
Docente scuola
3
dell’infanzia ed
elementare
Docente
diplomato istituti
sec. II grado
Docente scuola
media
Docente laureato
istituti sec. II
grado
da 0 a 2 14.359,02 14.727,13 16.085,62 18.391,40 21.266,10 18.490,63 18.490,63 20.068,42 20.068,42
da 3 a 8 14.637,86 14.998,60 16.447,16 18.888,61 21.885,19 18.990,10 18.990,10 20.622,41 21.205,31
da 9 a 14 15.648,91 16.002,43 17.738,02 20.420,20 23.803,81 20.528,50 20.528,50 22.433,27 23.024,51
da 15 a 20 16.592,28 16.945,79 18.960,63 22.208,69 26.042,85 22.325,50 22.325,50 24.517,97 25.268,53
da 21 a 27 17.521,17 17.903,75 20.190,60 23.944,85 28.438,18 24.069,50 24.925,83 26.542,11 28.126,91
da 28 a 34 18.221,87 18.582,08 21.066,52 25.657,56 30.899,34 25.790,21 26.632,14 28.527,77 29.999,55
da 35 a 18.712,93 19.088,70 21.737,75 26.932,99 33.293,35 27.071,47 27.928,33 29.999,55 31.492,33
(1)
Anche per il profilo professionale: Addetto aziende agrarie.
(2)
Anche per i profili professionali: Assistente tecnico, Cuoco, Infermiere, Guardarobiere.
(3)
Anche per il personale educativo.
Tabella 3
Aumenti
dal 1.1.2006
AREA B/C 52,83 11,67 64,50
AREA A/As 48,25 10,25 58,50
CIA
dal 1.1.2006
AUMENTI COMPENSO INDIVIDUALE ACCESSORIO
Fasce
anzianità
CIA
al 1.1.2003
85
Tabella 4
Aumenti
dal 1.1.2006
Da 0 a 14 anni 154,82 9,18 164,00
Da 15 a 27 anni 190,65 11,35 202,00
Da 28 anni 239,17 18,33 257,50
RPD
dal 1.1.2006
AUMENTI RETRIBUZIONE PROFESSIONALE DOCENTI
Fasce
anzianità
RPD
al 1.1.2004
86
Tabella 5
MISURE DEL COMPENSO ORARIO LORDO TABELLARE SPETTANTE dal
31.12.2007 AL PERSONALE DOCENTE PER PRESTAZIONI AGGIUNTIVE
ALL’ORARIO D’OBBLIGO DA LIQUIDARE A CARICO DEL FONDO
DELL’ISTITUZIONE SCOLASTICA
Qualifica
Ore aggiuntive
corsi di recupero
Ore aggiuntive di
insegnamento
Ore aggiuntive
non di
insegnamento
Docenti diplomati e laureati delle istituzioni
scolastiche di ogni ordine e grado e
personale educativo
? 50,00 ? 35,00 ? 17,50
87
Tabella 6
MISURE DEL COMPENSO ORARIO LORDO TABELLARE SPETTANTE dal
31.12.2007 AL PERSONALE ATA PER PRESTAZIONI AGGIUNTIVE ALL’ORARIO
D’OBBLIGO DA LIQUIDARE A CARICO DEL FONDO DELL’ISTITUZIONE
SCOLASTICA
Ore aggiuntive
Qualifica Diurne
Notturne
o festive
Notturne
e festive
AREA A / A super
Collaboratori scolastici e Istruttori
? 12,50 ? 14,50 ? 17,00
AREA B
Assistenti amministrativi ed equiparati
? 14,50 ? 16,50 ? 19,00
AREA C
Coordinatore amministrativi e Tecnico
? 16,50 ? 18,50 ? 21,50
AREA D
Direttore SGA
? 18,50 ? 20,50 ? 24,50
88
Tabella 7
MISURE LORDE TABELLARI DELL’INDENNITA’ DI LAVORO NOTTURNO E/O
FESTIVO SPETTANTE DAL 31.12.2007 AL PERSONALE EDUCATIVO ED ATA
DELLE ISTITUZIONI EDUCATIVE E DELLE SCUOLE SPECIALI DA LIQUIDARE A
CARICO DEL FONDO DELL’ISTITUZIONE SCOLASTICA
Qualifica Turno notturno o festivo Turno notturno e festivo
Personale educativo ? 19,00 ? 37,50
Personale ATA delle aree A e B ? 15,50 ? 31,50
89
Tabella 8
MISURA ANNUA LORDA TABELLARE DELL’INDENNITA’ DI BILINGUISMO E
TRILINGUISMO DA LIQUIDARE DAL 31.12.2007 A CARICO DEL FONDO
DELL’ISTITUZIONE SCOLASTICA
(Nell’ipotesi in cui per gli stessi fini non sia già erogata altra indennità in base alle vigenti disposizioni)
Qualifica Scuole slovene
Insegnanti elementari ? 312,50
Personale ATA delle aree A e B ? 195,00
90
Tabella 9
MISURE ECONOMICHE DEI PARAMETRI PER IL CALCOLO
DELL’INDENNITA’ DI DIREZIONE
Tipologia
di parametro
Misura tabellare
lorda annua
Criterio
di utilizzo
Parametro base in misura fissa – a decorrere
dal 1.1.2006
? 1.750,00
Particolari tipologie di istituzioni scolastiche (Parte variabile):
a) Aziende agraria ? 1.107,80
da moltiplicare per il numero delle
aziende funzionanti presso l’istututo
b) Istituti di secondo grado aggregati ed istituti
tecnici, professionali e d’arte con laboratori con
reparti di lavorazione
? 553,90
spettante in misura unica
indipendenemente dall’esistenza di più
situazioni di cui alla lettera b)
c) Convitti annessi ? 738,53
da moltiplicare per il numero dei
convitti annessi all’istituto
d) Istituti verticalizzati ? 553,90 spettante in misura unica
Valore unitario
? 12,50
Complessità organizzativa nelle scuole con più
di 35 posti docente in organico di diritto
da moltiplicare per il numero dei posti
docente in organico di diritto
91
Tabella a – Profili di area del personale ATA
(Tabella A del C.C.N.L. 24.7.2003)
1.Lunità dei servizi amministrativi è costituita dalle professionalità articolate nei profili di AREA
del personale ATA individuati dalla presente tabella.
Le modalità di accesso restano disciplinate dalle disposizioni di legge in vigore, tranne che per i
requisiti culturali che sono individuati dalla tabella B.
Area D
Svolge attività lavorativa di rilevante complessità ed avente rilevanza esterna. Sovrintende,
con autonomia operativa, ai servizi generali amministrativo-contabili e ne cura l’organizzazione
svolgendo funzioni di coordinamento, promozione delle attività e verifica dei risultati
conseguiti, rispetto agli obiettivi assegnati ed agli indirizzi impartiti, al personale ATA, posto
alle sue dirette dipendenze.
Organizza autonomamente l’attività del personale ATA nell’ambito delle direttive del dirigente
scolastico. Attribuisce al personale ATA, nell’ambito del piano delle attività, incarichi di natura
organizzativa e le prestazioni eccedenti l’orario d’obbligo, quando necessario.
Svolge con autonomia operativa e responsabilità diretta attività di istruzione, predisposizione e
formalizzazione degli atti amministrativi e contabili; è funzionario delegato, ufficiale rogante e
consegnatario dei beni mobili.
Può svolgere attività di studio e di elaborazione di piani e programmi richiedenti specifica
specializzazione professionale, con autonoma determinazione dei processi formativi ed
attuativi. Può svolgere incarichi di attività tutoriale, di aggiornamento e formazione nei
confronti del personale. Possono essergli affidati incarichi ispettivi nell’ambito delle istituzioni
scolastiche.
Area C
Nei diversi profili svolge le seguenti attività specifiche
amministrativo
– attività lavorativa complessa con autonomia operativa e responsabilità diretta nella
definizione e nell’esecuzione degli atti a carattere amministrativo contabile di ragioneria e di
economato, pure mediante l’utilizzazione di procedure informatiche. Sostituisce il DSGA. Può
svolgere attività di formazione e aggiornamento ed attività tutorie nei confronti di personale
neo assunto. Partecipa allo svolgimento di tutti i compiti del profilo dell’area B. Coordina più
addetti dell’area B.
tecnico
– attività lavorativa complessa con autonomia operativa e responsabilità diretta, anche
mediante l’utilizzazione di procedure informatiche nello svolgimento dei servizi tecnici nell’area
di riferimento assegnata. In rapporto alle attività di laboratorio connesse alla didattica, è
subconsegnatario con l’affidamento della custodia e gestione del materiale didattico, tecnico e
scientifico dei laboratori e delle officine, nonché dei reparti di lavorazione. Conduzione tecnica
dei laboratori, officine e reparti di lavorazione, garantendone l’efficienza e la funzionalità.
Partecipa allo svolgimento di tutti i compiti del profilo dell’area B. Coordina più addetti dell’area B.
Area B
Nei diversi profili svolge le seguenti attività specifiche con autonomia operativa e responsabilità
diretta
92
amministrativo
– nelle istituzioni scolastiche ed educative dotate di magazzino può essere addetto, con
responsabilità diretta, alla custodia, alla verifica, alla registrazione delle entrate e delle uscite
del materiale e delle derrate in giacenza. Esegue attività lavorativa richiedente specifica
preparazione professionale e capacità di esecuzione delle procedure anche con l’utilizzazione di
strumenti di tipo informatico, pure per finalità di catalogazione. Ha competenza diretta della
tenuta dell’archivio e del protocollo.
tecnico
– conduzione tecnica dei laboratori, officine e reparti di lavorazione, garantendone l’efficienza e
la funzionalità. Supporto tecnico allo svolgimento delle attività didattiche . Guida degli
autoveicoli e loro manutenzione ordinaria. Assolve i servizi esterni connessi con il proprio
lavoro.
cucina
– preparazione e confezionamento dei pasti, conservazione delle vivande, anche attraverso
strumentazioni particolari, di cui cura lordinaria manutenzione.
infermeria
– organizzazione e funzionamento dell’infermeria dell’istituzione scolastica e cura delle relative
dotazioni mediche, farmacologiche e strumentali. Pratiche delle terapie e delle misure di
prevenzione prescritte.
guardaroba
– conservazione, custodia e cura del corredo degli alunni. Organizzazione e tenuta del
guardaroba.
Area As
Nei diversi profili svolge le seguenti attività specifiche
servizi scolastici
– coordinamento dell’attività del personale appartenente al profilo A, di cui comunque, in via
ordinaria, svolge tutti i compiti. Svolge attività qualificata di assistenza all’handicap e di
monitoraggio delle esigenze igienico-sanitarie della scuola, in particolare dell’infanzia.
servizi agrari
– attività di supporto alle professionalità specifiche delle aziende agrarie, compiendo nel settore
agrario, forestale e zootecnico operazioni semplici caratterizzate da procedure ben definite.
Area A
Esegue, nell’ambito di specifiche istruzioni e con responsabilità connessa alla corretta
esecuzione del proprio lavoro, attività caratterizzata da procedure ben definite che richiedono
preparazione non specialistica. E’ addetto ai servizi generali della scuola con compiti di
accoglienza e di sorveglianza nei confronti degli alunni, nei periodi immediatamente
antecedenti e successivi all’orario delle attività didattiche e durante la ricreazione, e del
pubblico; di pulizia dei locali, degli spazi scolastici e degli arredi; di vigilanza sugli alunni,
compresa lordinaria vigilanza e l’assistenza necessaria durante il pasto nelle mense
scolastiche, di custodia e sorveglianza generica sui locali scolastici, di collaborazione con i
docenti. Presta ausilio materiale agli alunni portatori di handicap nell’accesso dalle aree esterne
alle strutture scolastiche, all’interno e nell’uscita da esse, nonché nell’uso dei servizi igienici e
nella cura dell’igiene personale anche con riferimento alle attività previste dall’art. 47.
93
Tabella B – Requisiti culturali per l’accesso ai profili professionali del personale ATA
Direttore dei servizi generali ed amministrativi:
– laurea specialistica in giurisprudenza; in scienze politiche sociali e amministrative; in
economia e commercio o titoli equipollenti.
Coordinatore amministrativo:
a) laurea triennale in giurisprudenza; in scienze politiche sociali e amministrative; in economia
e commercio o titoli equipollenti.
Coordinatore tecnico:
– a) laurea triennale specifica.
Assistente amministrativo:
– a) diploma di maturità
Assistente tecnico:
– a) diploma di maturità corrispondente alla specifica area professionale.
Cuoco:
– a) diploma di qualifica specifica rilasciato da un istituto professionale alberghiero;
Infermiere:
– laurea in scienze infermieristiche.
Guardarobiere:
– a) diploma di qualifica specifica;
Addetto alle aziende agrarie:
– a) diploma di qualifica professionale specifica.
Collaboratore scolastico dei servizi
– a) diploma di qualifica professionale e corso certificato di formazione sull’assistenza
all’handicap e sull’igiene dei minori
Collaboratore scolastico:
– diploma di qualifica triennale successivo alla scuola media.
E’ fatta salva la validità dei titoli di studio in possesso, al momento di entrata in vigore del
presente CCNL, per coloro che sono già inseriti in graduatoria o che abbiano prestato almeno
un mese di servizio.
94
Tabella C – Corrispondenza tra aree e profili professionali del personale ATA
(Tabella C del C.C.N.L. 24.7.2003)
Nuove
Aree
Profili professionali previsti dal
CCNL 4-8-1995
D Direttore dei servizi generali ed amministrativi
C Coordinatore amministrativo
C Coordinatore tecnico
B Assistente amministrativo
B Assistente tecnico
B Cuoco
B Infermiere
B Guardarobiere
As Collaboratore scolastico dei servizi
As Addetto alle aziende agrarie
A Collaboratore scolastico
TABELLA C1 – Equivalenza vecchio-nuovo ordinamento personale ATA
Vecchi
a Area
Vecchia qualifica Nuova qualifica Nuova
Area
D Direttore dei servizi generali e
amministrativi
Direttore dei servizi generali e
amministrativi
D
C Coordinatore amministrativo o
tecnico
Coordinatore amministrativo o
tecnico
C
B Assistente amministrativo o
tecnico
Assistente amministrativo o
tecnico
B
B Cuoco Cuoco B
B Infermiere Infermiere B
Guardarobiere B
Collaboratore scolastico dei
servizi
A s
Addetto alle aziende agrarie A s
A Guardarobiere
A Addetto alle aziende agrarie Collaboratore scolastico A
A Collaboratore scolastico
95
Tabella D
(Tabella D del C.C.N.L. 24.7.2003)
TABELLA DI VALUTAZIONE DEI TITOLI CULTURALI, PROFESSIONALI E DI SERVIZIO PER
LE PROCEDURE DI DESTINAZIONE ALLESTERO
A) Titoli culturali (fino ad un massimo di punti 35)
Non è valutabile il titolo d’accesso alla cattedra o posto attualmente ricoperto, né quello di
grado inferiore.
1. per ogni diploma universitario di durata almeno quadriennale conseguito in Italia o
all’estero punti 5
2. per ogni diploma di Accademia di belle arti, Conservatorio di musica, I.S.E.F. e vigilanza
scolastica punti 4
3. per ogni diploma universitario di durata biennale o triennale conseguito in Italia o
all’estero punti 2
4. per ogni diploma di istruzione secondaria di secondo grado conseguito in Italia o
all’estero punti 5
5. per ogni diploma finale di lingua straniera, diversa da quella delle aree linguistiche
francese, inglese, tedesca e spagnola, rilasciato da istituti di istruzione universitaria
italiani o stranieri, a seguito di corsi di durata almeno biennale punti 2
6. per ogni libera docenza punti 5
7. per ogni dottorato di ricerca punti 5
8. per ogni attestato finale di corso di perfezionamento post-lauream conseguito presso
università italiane o straniere, se di durata semestrale punti 1, se di durata annuale
punti 2
9. per ogni titolo finale di corsi di specializzazione post-lauream rilasciato da un’università
italiana o straniera di durata pluriennale punti 5
B) Titoli professionali (fino ad un massimo di 25 punti)
1. per ogni abilitazione o idoneità o inclusione in graduatorie dei vincitori o di merito
relative a concorsi, per esami per classi diverse da quella della disciplina
d’insegnamento punti 3
2. per ogni inclusione in graduatoria di merito di pubblico concorso per la funzione
direttiva, diverso dal ruolo di appartenenza punti 3
3. per ogni inclusione in graduatoria di merito del personale Amministrativo,Tecnico e
Ausiliario dello stesso livello o di livello superiore al ruolo di appartenenza punti 3
4. per ogni titolo di specializzazione per alunni portatori di handicap di durata biennale
conseguiti ai sensi dell’art. 325 del decreto legislativo 16.4.1994, n. 297, punti 2
5. per la realizzazione di progetti finalizzati al superamento della dispersione scolastica,
all’educazione alla multiculturalità deliberati dai competenti organi collegiali o
autorizzati con DM del MAE, per ogni progetto punti 1 fino ad un massimo di punti 2
6. per l’attività di direzione o di coordinamento nei corsi di aggiornamento/formazione,
tenutisi in Italia o all’estero, previsti dal piano nazionale di aggiornamento o dal piano
annuale del MAE e/o deliberati dai collegi docenti, per ogni corso
punti 2 fino ad un massimo di punti 4
7. per l’attività di docenza nei corsi di aggiornamento/formazione, tenutisi in Italia o
all’Estero previsti dal piano nazionale di aggiornamento o dal piano annuale del MAE e/o
deliberati dai collegi docenti, per ogni corso attinente all’area disciplinare o alla funzione
di appartenenza punti 2, per ogni corso non attinente all’area disciplinare o alla
funzione di appartenenza punti 1 fino ad un massimo di punti 4
96
8. per il personale ATA per la partecipazione a corsi di aggiornamento e/o per la
realizzazione di progetti di automazione o ammodernamento dei servizi, promossi
dall’amministrazione o approvati dagli organi competenti, per ogni corso
punti 1 fino ad un massimo di punti 2
9. per linclusione in altra graduatoria di precedenti procedure di selezione all’estero
indetta ai sensi dell’art. 1 della legge n. 604/1982 (si valuta una sola altra inclusione)
punti 1
10. per la scuola primaria, per la frequenza del corso di aggiornamento – formazione
linguistica e glottodidattica compreso nel piano attuato dal Ministero, con la
collaborazione dei Provveditori agli Studi, delle istituzioni scolastiche, degli istituti di
ricerca punti 1
C. Titoli di servizio (fino ad un massimo di 20 punti)
1. per ogni anno di servizio prestato nella qualifica, nella classe di concorso o nel posto di
insegnamento (per la scuola dell’infanzia ed elementare) di attuale appartenenza con
contratto a tempo indeterminato punti 2
97
ALLEGATO N. 1
Schema di codice di condotta da adottare
nella lotta contro le molestie sessuali
Art. 1
Definizione
1. Per molestia sessuale si intende ogni atto o comportamento indesiderato, anche verbale, a
connotazione sessuale arrecante offesa alla dignità e alla libertà della persona che lo subisce,
ovvero che sia suscettibile di creare ritorsioni o un clima di intimidazione nei suoi confronti;
Art. 2
Principi
1. Il codice è ispirato ai seguenti principi:
a. è inammissibile ogni atto o comportamento che si configuri come molestia sessuale nella
definizione sopra riportata;
b. è sancito il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori ad essere trattati con dignità e ad
essere tutelati nella propria libertà personale;
c. è sancito il diritto delle lavoratrici/dei lavoratori a denunciare le eventuali intimidazioni o
ritorsioni subite sul luogo di lavoro derivanti da atti o comportamenti molesti;
d. è istituita la figura della Consigliera/del Consigliere di fiducia, così come previsto dalla
risoluzione del Parlamento Europeo A3-0043/94, e denominata/o d’ora in poi
Consigliera/Consigliere, e è garantito l’impegno delle aziende a sostenere ogni
componente del personale che si avvalga dell’intervento della Consigliera/del Consigliere
o che sporga denuncia di molestie sessuali, fornendo chiare ed esaurimenti indicazioni
circa la procedura da seguire, mantenendo la riservatezza e prevenendo ogni eventuale
ritorsione. Analoghe garanzie sono estese agli eventuali testimoni;
e. è garantito l’impegno dell’Amministrazione a definire preliminarmente, d’intesa con i
soggetti firmatari del Protocollo d’Intesa per l’adozione del presente Codice, il ruolo,
l’ambito d’intervento, i compiti e i requisiti culturali e professionali della persona da
designare quale Consigliera/Consigliere. Per il ruolo di Consigliera/Consigliere gli Enti in
possesso dei requisiti necessari, oppure individuare al proprio interno persone idonee a
ricoprire l’incarico alle quali rivolgere un apposito percorso formativo;
f. è assicurata, nel corso degli accertamenti, l’assoluta riservatezza dei soggetti coinvolti;
g. nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori autori di molestie sessuali si applicano le
misure disciplinari ai sensi di quanto previsto dagli articoli 55 e 56 del Decreto legislativo
n. 165 del 2001 sia inserita, precisandone in modo oggettivo i profili ed i presupposti,
un’apposita tipologia di infrazione relativamente all’ipotesi di persecuzione o vendetta nei
confronti di un dipendente che ha sporto denuncia di molestia sessuale. I suddetti
comportamenti sono comunque valutabili ai fini disciplinari ai sensi delle disposizioni
normative e contrattuali attualmente vigenti;
h. l’amministrazione si impegna a dare ampia informazione, a fornire copia ai propri
dipendenti e dirigenti, del presente Codice di comportamento e, in particolare, alle
procedure da adottarsi in caso di molestie sessuali, allo scopo di diffondere una cultura
improntata al pieno rispetto della dignità della persona.
98
Art. 3
Procedure da adottare in caso di molestie sessuali
1. Qualora si verifichi un atto o un comportamento indesiderato a sfondo sessuale sul posto di
lavoro la dipendente/il dipendente potrà rivolgersi alla Consigliera/al Consigliere designata/o
per avviare una procedura informale nel tentativo di dare soluzione al caso.
2. L’intervento della Consigliera/del Consigliere dovrà concludersi in tempi ragionevolmente
brevi in rapporto alla delicatezza dell’argomento affrontato.
3. La Consigliera/il Consigliere, che deve possedere adeguati requisiti e specifiche competenze
e che sarà adeguatamente formato dagli Enti, è incaricata/o di fornire consulenza e assistenza
alla dipendente/al dipendente oggetto di molestie sessuali e di contribuire alla soluzione del
caso.
Art. 4
Procedura informale intervento della consigliera/del consigliere
1. La Consigliera/il Consigliere, ove la dipendente/il dipendente oggetto di molestie sessuali lo
ritenga opportuno, interviene al fine di favorire il superamento della situazione di disagio per
ripristinare un sereno ambiente di lavoro, facendo presente alla persona che il suo
comportamento scorretto deve cessare perché offende, crea disagio e interferisce con lo
svolgimento del lavoro.
2. L’intervento della Consigliera/del Consigliere deve avvenire mantenendo la riservatezza che
il caso richiede.
Art. 5
Denuncia formale
1. Ove la dipendente/il dipendente oggetto delle molestie sessuali non ritenga di far ricorso
all’intervento della Consigliera/del Consigliere, ovvero, qualora dopo tale intervento, il
comportamento indesiderato permanga, potrà sporgere formale denuncia, con l’assistenza
della Consigliera/del Consigliere, alla dirigente/al dirigente o responsabile dell’ufficio di
appartenenza che sarà tenuta/o a trasmettere gli atti all’Ufficio competenze dei procedimenti
disciplinari, fatta salva, in ogni caso, ogni altra forma di tutela giurisdizionale della quale potrà
avvalersi.
2. Qualora la presunta/il presunto autore di molestie sessuali sia la dirigente/il dirigente
dell’ufficio di appartenenza, la denuncia potrà essere inoltrata direttamente alla direzione
generale.
3. Nel corso degli accertamenti è assicurata l’assoluta riservatezza dei soggetti coinvolti.
4. Nel rispetto dei principi che informano la legge n. 125/1991, qualora l’Amministrazione, nel
corso del procedimento disciplinare, ritenga fondati i dati, adotterà, ove lo ritenga opportuno,
d’intesa con le Organizzazioni Sindacali e sentita la Consigliera/il Consigliere, le misure
organizzative ritenute di volta in volta utili alla cessazione immediata dei comportamenti di
molestie sessuali ed a ripristinare un ambiente di lavoro in cui uomini e donne rispettino
reciprocamente l’inviolabilità della persona.
5. Sempre nel rispetto dei principi che informano la legge n. 125/91 e nel caso in cui
l’Amministrazione nel corso del procedimento disciplinare ritenga fondati i fatti, la
denunciante/il denunciante ha la possibilità di chiedere di rimanere al suo posto di lavoro o di
essere trasferito altrove in una sede che non gli comporti disagio.
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6. Nel rispetto dei principi che informano la legge n. 125/91, qualora l’Amministrazione nel
corso del procedimento disciplinare non ritenga fondati i fatti, potrà adottare, su richiesta di
uno o entrambi gli interessati, provvedimenti di trasferimento in via temporanea, in attesa
della conclusione del procedimento disciplinare, al fine di ristabilire nel frattempo un clima
sereno; in tali casi è data la possibilità ad entrambi gli interessati di esporre le proprie ragioni,
eventualmente con l’assistenza delle Organizzazioni Sindacali, ed è comunque garantito ad
entrambe le persone che il trasferimento non venga in sedi che creino disagio.
Art. 6
Attività di sensibilizzazione
1. Nei programmi di formazione del personale e dei dirigenti le aziende dovranno includere
informazioni circa gli orientamenti adottati in merito alla prevenzione delle molestie sessuali ed
alle procedure da seguire qualora la molestia abbia luogo.
2. L’amministrazione dovrà, peraltro, predisporre specifici interventi formativi in materia di
tutela della libertà e della dignità della persona al fine di prevenire il verificarsi di
comportamenti configurabili come molestie sessuali. Particolare attenzione dovrà essere posta
alla formazione delle dirigenti e dei dirigenti che dovranno promuovere e diffondere la cultura
del rispetto della persona volta alla prevenzione delle molestie sessuali sul posto di lavoro.
3. Sarà cura dell’Amministrazione promuovere, d’intesa con le Organizzazioni Sindacali, la
diffusione del Codice di condotta contro le molestie sessuali anche attraverso assemblee
interne.
4. Sarà inoltre predisposto del materiale informativo destinato alle dipendenti/ai dipendenti sul
comportamento da adottare in caso di molestie sessuali.
5. Sarà cura dell’Amministrazione promuovere un’azione di monitoraggio al fine di valutare
l’efficacia del Codice di condotta nella prevenzione e nella lotta contro le molestie sessuali. A
tale scopo la Consigliera/il Consigliere, d’intesa con il CPO, provvederà a trasmettere
annualmente ai firmatari del Protocollo ed alla Presidente del Comitato Nazionale di Parità
un’apposita relazione sullo stato di attuazione del presente Codice.
6. L’Amministrazione e i soggetti firmatari del Protocollo d’Intesa per l’adozione del presente
Codice si impegnano ad incontrarsi al termine del primo anno per verificare gli esisti ottenuti
con l’adozione del Codice di condotta contro le molestie sessuali ed a procedere alle eventuali
integrazioni e modificazioni ritenute necessarie.
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ALLEGATO 2
Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni
Art. 1
Disposizioni di carattere generale
1. I princìpi e i contenuti del presente codice costituiscono specificazioni esemplificative degli
obblighi di diligenza, lealtà e imparzialità, che qualificano il corretto adempimento della
prestazione lavorativa. I dipendenti pubblici – escluso il personale militare, quello della polizia
di Stato ed il Corpo di polizia penitenziaria, nonché i componenti delle magistrature e
dell’Avvocatura dello Stato – si impegnano ad osservarli all’atto dell’assunzione in servizio.
2. I contratti collettivi provvedono, a norma dell’art. 54, comma 3, del decreto legislativo 30
marzo 2001, n. 165, al coordinamento con le previsioni in materia di responsabilità
disciplinare. Restano ferme le disposizioni riguardanti le altre forme di responsabilità dei
pubblici dipendenti.
3. Le disposizioni che seguono trovano applicazione in tutti i casi in cui non siano applicabili
norme di legge o di regolamento o comunque per i profili non diversamente disciplinati da leggi
o regolamenti. Nel rispetto dei princìpi enunciati dall’art. 2, le previsioni degli articoli 3 e
seguenti possono essere integrate e specificate dai codici adottati dalle singole amministrazioni
ai sensi dell’art. 54, comma 5, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
Art. 2
Principi
1. Il dipendente conforma la sua condotta al dovere costituzionale di servire esclusivamente la
Nazione con disciplina ed onore e di rispettare i princìpi di buon andamento e imparzialità
dell’amministrazione. Nell’espletamento dei propri compiti, il dipendente assicura il rispetto
della legge e persegue esclusivamente l’interesse pubblico; ispira le proprie decisioni ed i
propri comportamenti alla cura dell’interesse pubblico che gli è affidato.
2. Il dipendente mantiene una posizione di indipendenza, al fine di evitare di prendere decisioni
o svolgere attività inerenti alle sue mansioni in situazioni, anche solo apparenti, di conflitto di
interessi. Egli non svolge alcuna attività che contrasti con il corretto adempimento dei compiti
d’ufficio e si impegna ad evitare situazioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi
o all’immagine della pubblica amministrazione.
3. Nel rispetto dell’orario di lavoro, il dipendente dedica la giusta quantità di tempo e di
energie allo svolgimento delle proprie competenze, si impegna ad adempierle nel modo più
semplice ed efficiente nell’interesse dei cittadini e assume le responsabilità connesse ai propri
compiti.
4. Il dipendente usa e custodisce con cura i beni di cui dispone per ragioni di ufficio e non
utilizza a fini privati le informazioni di cui dispone per ragioni di ufficio.
5. Il comportamento del dipendente deve essere tale da stabilire un rapporto di fiducia e
collaborazione tra i cittadini e l’amministrazione. Nei rapporti con i cittadini, egli dimostra la
massima disponibilità e non ne ostacola l’esercizio dei diritti. Favorisce l’accesso degli stessi
alle informazioni a cui abbiano titolo e, nei limiti in cui ciò non sia vietato, fornisce tutte le
notizie e informazioni necessarie per valutare le decisioni dell’amministrazione e i
comportamenti dei dipendenti.
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6. Il dipendente limita gli adempimenti a carico dei cittadini e delle imprese a quelli
indispensabili e applica ogni possibile misura di semplificazione dell’attività amministrativa,
agevolando, comunque, lo svolgimento, da parte dei cittadini, delle attività loro consentite, o
comunque non contrarie alle norme giuridiche in vigore.
7. Nello svolgimento dei propri compiti, il dipendente rispetta la distribuzione delle funzioni tra
Stato ed enti territoriali. Nei limiti delle proprie competenze, favorisce l’esercizio delle funzioni
e dei compiti da parte dell’autorità territorialmente competente e funzionalmente più vicina ai
cittadini interessati.
Art. 3
Regali e altre utilità
1. Il dipendente non chiede, per sé o per altri, né accetta, neanche in occasione di festività,
regali o altre utilità salvo quelli d’uso di modico valore, da soggetti che abbiano tratto o
comunque possano trarre benefìci da decisioni o attività inerenti all’ufficio.
2. Il dipendente non chiede, per sé o per altri, né accetta, regali o altre utilità da un
subordinato o da suoi parenti entro il quarto grado. Il dipendente non offre regali o altre utilità
ad un sovraordinato o a suoi parenti entro il quarto grado, o conviventi, salvo quelli d’uso di
modico valore.
Art. 4
Partecipazione ad associazioni e altre organizzazioni
1. Nel rispetto della disciplina vigente del diritto di associazione, il dipendente comunica al
dirigente dell’ufficio la propria adesione ad associazioni ed organizzazioni, anche a carattere
non riservato, i cui interessi siano coinvolti dallo svolgimento dell’attività dell’ufficio, salvo che
si tratti di partiti politici o sindacati.
2. Il dipendente non costringe altri dipendenti ad aderire ad associazioni ed organizzazioni, né
li induce a farlo promettendo vantaggi di carriera.
Art. 5
Trasparenza negli interessi finanziari
1. Il dipendente informa per iscritto il dirigente dell’ufficio di tutti i rapporti di collaborazione in
qualunque modo retribuiti che egli abbia avuto nell’ultimo quinquennio, precisando:
a) se egli, o suoi parenti entro il quarto grado o conviventi, abbiano ancora rapporti
finanziari con il soggetto con cui ha avuto i predetti rapporti di collaborazione;
b) se tali rapporti siano intercorsi o intercorrano con soggetti che abbiano interessi in
attività o decisioni inerenti all’ufficio, limitatamente alle pratiche a lui affidate.
2. Il dirigente, prima di assumere le sue funzioni, comunica all’amministrazione le
partecipazioni azionarie e gli altri interessi finanziari che possano porlo in conflitto di interessi
con la funzione pubblica che svolge e dichiara se ha parenti entro il quarto grado o affini entro
il secondo, o conviventi che esercitano attività politiche, professionali o economiche che li
pongano in contatti frequenti con l’ufficio che egli dovrà dirigere o che siano coinvolte nelle
decisioni o nelle attività inerenti all’ufficio. Su motivata richiesta del dirigente competente in
materia di affari generali e personale, egli fornisce ulteriori informazioni sulla propria situazione
patrimoniale e tributaria.
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Art. 6
Obbligo di astensione
1. Il dipendente si astiene dal partecipare all’adozione di decisioni o ad attività che possano
coinvolgere interessi propri ovvero: di suoi parenti entro il quarto grado o conviventi; di
individui od organizzazioni con cui egli stesso o il coniuge abbia causa pendente o grave
inimicizia o rapporti di credito o debito; di individui od organizzazioni di cui egli sia tutore,
curatore, procuratore o agente; di enti, associazioni anche non riconosciute, comitati, società o
stabilimenti di cui egli sia amministratore o gerente o dirigente. Il dipendente si astiene in ogni
altro caso in cui esistano gravi ragioni di convenienza. Sull’astensione decide il dirigente
dell’ufficio.
Art. 7
Attività collaterali
1. Il dipendente non accetta da soggetti diversi dall’amministrazione retribuzioni o altre utilità
per prestazioni alle quali è tenuto per lo svolgimento dei propri compiti d’ufficio.
2. Il dipendente non accetta incarichi di collaborazione con individui od organizzazioni che
abbiano, o abbiano avuto nel biennio precedente, un interesse economico in decisioni o attività
inerenti all’ufficio.
3. Il dipendente non sollecita ai propri superiori il conferimento di incarichi remunerati.
Art. 8
Imparzialità
1. Il dipendente, nell’adempimento della prestazione lavorativa, assicura la parità di
trattamento tra i cittadini che vengono in contatto con l’amministrazione da cui dipende. A tal
fine, egli non rifiuta né accorda ad alcuno prestazioni che siano normalmente accordate o
rifiutate ad altri.
2. Il dipendente si attiene a corrette modalità di svolgimento dell’attività amministrativa di sua
competenza, respingendo in particolare ogni illegittima pressione, ancorché esercitata dai suoi
superiori.
Art. 9
Comportamento nella vita sociale
1. Il dipendente non sfrutta la posizione che ricopre nell’amministrazione per ottenere utilità
che non gli spettino. Nei rapporti privati, in particolare con pubblici ufficiali nell’esercizio delle
loro funzioni, non menziona né fa altrimenti intendere, di propria iniziativa, tale posizione,
qualora ciò possa nuocere all’immagine dell’amministrazione.
Art. 10
Comportamento in servizio
1. Il dipendente, salvo giustificato motivo, non ritarda né affida ad altri dipendenti il
compimento di attività o l’adozione di decisioni di propria spettanza.
2. Nel rispetto delle previsioni contrattuali, il dipendente limita le assenze dal luogo di lavoro a
quelle strettamente necessarie.
3. Il dipendente non utilizza a fini privati materiale o attrezzature di cui dispone per ragioni di
ufficio. Salvo casi d’urgenza, egli non utilizza le linee telefoniche dell’ufficio per esigenze
personali. Il dipendente che dispone di mezzi di trasporto dell’amministrazione se ne serve per
lo svolgimento dei suoi compiti d’ufficio e non vi trasporta abitualmente persone estranee
all’amministrazione.
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4. Il dipendente non accetta per uso personale, né detiene o gode a titolo personale, utilità
spettanti all’acquirente, in relazione all’acquisto di beni o servizi per ragioni di ufficio.
Art. 11
Rapporti con il pubblico
1. Il dipendente in diretto rapporto con il pubblico presta adeguata attenzione alle domande di
ciascuno e fornisce le spiegazioni che gli siano richieste in ordine al comportamento proprio e
di altri dipendenti dell’ufficio. Nella trattazione delle pratiche egli rispetta l’ordine cronologico e
non rifiuta prestazioni a cui sia tenuto motivando genericamente con la quantità di lavoro da
svolgere o la mancanza di tempo a disposizione. Egli rispetta gli appuntamenti con i cittadini e
risponde sollecitamente ai loro reclami.
2. Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali
e dei cittadini, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche che vadano a detrimento
dell’immagine dell’amministrazione. Il dipendente tiene informato il dirigente dell’ufficio dei
propri rapporti con gli organi di stampa.
3. Il dipendente non prende impegni né fa promesse in ordine a decisioni o azioni proprie o
altrui inerenti all’ufficio, se ciò possa generare o confermare sfiducia nell’amministrazione o
nella sua indipendenza ed imparzialità.
4. Nella redazione dei testi scritti e in tutte le altre comunicazioni il dipendente adotta un
linguaggio chiaro e comprensibile.
5. Il dipendente che svolge la sua attività lavorativa in un’amministrazione che fornisce servizi
al pubblico si preoccupa del rispetto degli standard di qualità e di quantità fissati
dall’amministrazione nelle apposite carte dei servizi. Egli si preoccupa di assicurare la
continuità del servizio, di consentire agli utenti la scelta tra i diversi erogatori e di fornire loro
informazioni sulle modalità di prestazione del servizio e sui livelli di qualità.
Art. 12
Contratti
1. Nella stipulazione di contratti per conto dell’amministrazione, il dipendente non ricorre a
mediazione o ad altra opera di terzi, né corrisponde o promette ad alcuno utilità a titolo di
intermediazione, né per facilitare o aver facilitato la conclusione o l’esecuzione del contratto.
2. Il dipendente non conclude, per conto dell’amministrazione, contratti di appalto, fornitura,
servizio, finanziamento o assicurazione con imprese con le quali abbia stipulato contratti a
titolo privato nel biennio precedente. Nel caso in cui l’amministrazione concluda contratti di
appalto, fornitura, servizio, finanziamento o assicurazione, con imprese con le quali egli abbia
concluso contratti a titolo privato nel biennio precedente, si astiene dal partecipare all’adozione
delle decisioni ed alle attività relative all’esecuzione del contratto.
3. Il dipendente che stipula contratti a titolo privato con imprese con cui abbia concluso, nel
biennio precedente, contratti di appalto, fornitura, servizio, finanziamento ed assicurazione,
per conto dell’amministrazione, ne informa per iscritto il dirigente dell’ufficio.
4. Se nelle situazioni di cui ai commi 2 e 3 si trova il dirigente, questi informa per iscritto il
dirigente competente in materia di affari generali e personale.
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DICHIARAZIONE CONGIUNTA
Le Parti si danno atto che la previsione contrattuale dell’istituto arbitrale nelle controversie di
lavoro del comparto scuola non ha conseguito gli effetti previsti, dovendosi rilevarne uno
scarso utilizzo. Esso va invece va rilanciato, anche attraverso l’introduzione di modifiche,
finalizzandolo allobbligatorietà delle relative procedure.
Le Parti concordano che l’istituto arbitrale si inserisce in una comune volontà di snellimento ed
economicità delle procedure di contenzioso in sede diversa da quella giurisdizionale,
attualmente oberata anche da numerosi contenziosi scolastici.
Le Parti si propongono, inoltre, di coinvolgere il Ministero della Funzione Pubblica e il Ministero
della Giustizia per reperire risorse specifiche da destinare all’istituto dellarbitrato, anche
attraverso corsi di formazione e di aggiornamento che contribuiscano alla creazione di una
cultura positiva dellarbitrato sia per le Pubbliche Amministrazioni che per le Organizzazioni
Sindacali,