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Nell’età comunale siamo nel pieno di una fase storica particolarmente vivace e complessa dell’Italia medievale, tra l’XI e il XIII secolo.
In questo periodo, la penisola italiana è caratterizzata dalla nascita e dall’ascesa dei comuni, ovvero città-stato autonome che rimpiazzano il potere feudale con un nuovo assetto politico. Questa epoca ha un impatto straordinario non solo sulla storia, ma anche sulla cultura, la mentalità e la letteratura.
Cultura e mentalità nell’età comunale
Durante l’età comunale, assistiamo a un cambiamento nella mentalità collettiva, principalmente per l’affermarsi delle città come centri economici e sociali. Il potere si frammenta, con il declino dell’autorità imperiale e papale e la crescita dell’autonomia cittadina. Questo porta allo sviluppo di una mentalità nuova, basata su:
- Orgoglio civico e municipalismo: I cittadini dei comuni sviluppano un forte senso di appartenenza alla propria città. Le rivalità tra città (si pensi a Firenze contro Siena, o a Genova contro Pisa) diventano una caratteristica distintiva dell’epoca. I mercanti, gli artigiani e i banchieri diventano le figure preminenti della società comunale, soppiantando la nobiltà feudale.
- Cultura laica e borghese: Il potere non è più solo nelle mani del clero e dell’aristocrazia, ma si sposta verso la borghesia emergente, ossia i mercanti e gli artigiani che acquisiscono sempre più peso economico e politico. Questa borghesia porta con sé un ethos di pragmatismo, dove la ricchezza materiale e l’attività economica sono considerate virtù.
- Sviluppo della dialettica e della retorica: Il fiorire delle università, come quella di Bologna (nata nel 1088 e celebre per lo studio del diritto), incentiva lo sviluppo di una cultura retorica e dialettica. I giuristi diventano una classe influente, specialmente nella gestione delle leggi comunali.
Letteratura nell’età comunale
Anche la letteratura si trasforma profondamente durante questa fase, grazie all’influenza di questa nuova società cittadina e laica. La letteratura volgare inizia a emergere, soprattutto nelle aree settentrionali, sostituendo gradualmente il latino come lingua letteraria.
1. La Scuola Siciliana
Uno dei fenomeni letterari più importanti è la nascita della Scuola Siciliana nel XIII secolo, sotto la corte di Federico II di Svevia. Qui si sviluppa una poesia lirica d’amore che risente dell’influenza provenzale dei trovatori, ma che introduce per la prima volta l’uso del volgare italiano come lingua della poesia. Questa scuola è fondamentale per la nascita della tradizione poetica italiana e influenzerà autori come Dante e Petrarca.
I temi trattati sono prevalentemente amorosi, in uno stile elaborato e stilizzato, e la corte siciliana diventa un importante centro di cultura laica e sofisticata.
2. La poesia comico-realistica
Accanto alla tradizione lirica, si sviluppa anche una letteratura di stampo più comico-realistico, meno raffinata e più legata alla vita quotidiana. Tra gli autori principali di questo filone troviamo Cecco Angiolieri, noto per il suo approccio irriverente e sarcastico. La sua celebre poesia “S’i’ fosse foco” ne è un esempio:
S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo;
S’i’ fosse vento, lo tempesterei;
S’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
S’i’ fosse Dio, manderei ‘l tutto a fondo.
Questo tipo di poesia rappresenta una reazione ironica e talvolta brutale alla serietà della lirica cortese.
3. La letteratura didattica
In questo periodo fiorisce anche una letteratura a carattere didattico-moraleggiante, soprattutto nel contesto delle città toscane. Testi come il “Tesoretto” di Brunetto Latini (che influenzerà profondamente Dante) rappresentano un esempio di una cultura che mira a istruire e formare l’individuo, spesso con una forte componente etica e politica. I comuni, infatti, diventano luoghi di elaborazione di idee politiche e civiche, e la letteratura riflette queste preoccupazioni.
I Comuni e la nascita di Dante
Parlando di cultura comunale, non possiamo ignorare la figura di Dante Alighieri, che pur appartenendo alla fase successiva (XIII-XIV secolo), è profondamente radicato nel contesto politico e culturale comunale. Firenze, la sua città natale, era una delle città più potenti e contese di quell’epoca, e Dante vi partecipò attivamente, fino al suo esilio. Il suo capolavoro, la Divina Commedia, è intriso delle tensioni politiche e sociali del suo tempo.
In sintesi, l’età comunale è un’epoca di grande fermento culturale e intellettuale, caratterizzata dalla nascita di una cultura più laica, urbana e borghese, in cui la letteratura volgare inizia a emergere come forma d’arte. I comuni italiani diventano il fulcro di una nuova civiltà, in cui l’individuo e la collettività si confrontano con le grandi questioni del potere, della giustizia e della convivenza sociale.
Audio Lezioni di Letteratura delle origini, duecento e trecento del prof. Gaudio
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